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Io non sono come Charlie Hebdo

Messaggioda enricorns2 » 09/01/2015, 14:41

Cari amici,
io non ho bisogno di identificarmi con Charlie Hebdo per condannare la strage di Parigi e per dire che non si uccide in nome di Dio.

Il mio Dio mi dice che la vita è sacra, che non si uccidono i bambini nel grembo materno, che non si uccidono le persone malate in stato terminale, che non si deve uccidere finanche chi si rende responsabile del più atroce dei crimini.

Il mio Dio mi dice che non si uccide e basta.

Invoco perciò la Sua pietà per le vittime di questa ennesima mattanza e la Sua misericordia per i carnefici, augurandomi che questi ultimi possano al più presto essere assicurati alla giustizia degli uomini che deve fare il suo corso.

Come tutti gli uomini di buona volontà, mi auguro anche che accadimenti come questi non abbiano mai più a ripetersi e che il mondo possa un giorno liberarsi di tutti i fanatici che ancora oggi uccidono per ispirazione divina.

Ma non ci può essere libertà, giustizia e pace senza verità; e la verità non deve servire a giustificare, ma a comprendere.

Questa strage non è stata un attentato contro la libertà di stampa, ma un’azione esecrabile, ripugnante e abominevole compiuta da criminali che credono che possa esistere un Dio orgoglioso di chi lo vendichi delle offese subite.

Perché di questo si è trattato, fanatici criminali che hanno giustiziato, dal loro punto di vista in maniera esemplare, chi si è reso reiteratamente responsabile di gravi e imperdonabili offese al loro Dio.

La libertà di stampa non c’entra nulla, come invece ipocritamente si vuol far credere.

Però pur condannando il gesto criminale senza se e senza ma, non si può accettare l’idea che si debba essere tutti Charlie Hebdo.

La mia cultura, le mie radici cristiane, la mia fede, l’appartenenza alla mia Chiesa me lo impediscono.

Io non sono come Charlie Hebdo, io non sorrido di fronte a una vignetta che raffigura la Madonna a gambe aperte mentre partorisce Gesù Bambino come in un prodigioso numero da circo ecc…

Questa non è satira, è vilipendio… è blasfemia.

Ne sono profondamente offeso, ma non per questo colpirei l’autore della vignetta, neanche con uno schiaffo.

Credo sia importante non vergognarsi della propria identità e che sia altrettanto importante dire la verità, anche in questo momento di lutto.

Il diritto di satira finisce dove inizia il diritto di una cultura e di un popolo a essere rispettato nei suoi valori costituenti.

Chiarlie Hebdo è proprio un brutto giornale perché non ha rispetto di ciò che per gli altri è sacro.

Io non sono come Charlie Hebdo.