00 18/11/2004 22:20
Un'ipotesi.
Mi chiedi:
“ Un solo chiarimento: Che cosa intendi con "leggi e conoscenze delle quali riprenderemo coscienza solo “dopo”???”


Naturalmente quello che affermo non può che essere il risultato di convinzioni personali, le quali, tra l’altro, prevedono per il nostro spirito, del quale ammetto l’esistenza, si trovi a svolgere un cammino evolutivo continuo, nel quale, ad un certo punto, incontra la materia.

La vita dell’uomo dovrebbe essere, quindi, uno dei tanti momenti di conoscenza che lo spirito si trova ad affrontare. Al momento della morte lo spirito ritrova la propria condizione, in quel momento si trova anche a valutare la propria vita in terra. Questa valutazione la fa, diciamo così, in proprio, ma, naturalmente, non è che sia assolutamente libero di assolversi o non assolversi incondizionatamente, o salvarsi, come dicevi tu, perché il suo giudizio sarà fatto in base a leggi universali ( vogliamo chiamarle divine?) dalla quali non potrà, e non vorrà, derogare. Lo spirito non avrebbe nessun interesse ad ingannare se stesso. Il giudizio sul suo operato, in terra, sarà un confronto con quanto aveva stabilito di fare prima di venire in terra, confronterà se il suo programma è stato svolto per intero oppure no.

Inoltre, riferito alle conoscenze che avevo citato, intendevo il grado di evoluzione che lo spirito ha, perché ogni spirito si trova in un determinato stato evolutivo, di conoscenza, e queste influenzano sia il programma da svolgere che la valutazione dei risultati, cioè quanto il passaggio in terra gli è servito, se gli è rimasto qualcosa dentro, per crescere la propria evoluzione.

Pure opinioni personali, naturalmente.

Meditando


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L’intelligente:
insegna a suo figlio la violenza più bella: quelle verso se stesso per permettere la libertà altrui.
Meditando