00 30/09/2004 18:30
Spero di fare cosa gradita inserire quì uno studio da me fatto, per un corso di filologia biblica, e che riguarda i nomi di Dio nella Bibbia ebraica con maggior riguardo per il libro dei Salmi nel quale tali nomi sono riportati tutti.

Poiché l'intero salterio è un grido verso Dio, non deve sorprendere che i nomi divini vi abbiano- un posto di primo piano. Essi ci dicono verso chi i salmisti rivolgevano la loro preghiera e ci rivelano il Dio che hanno cercato e incontrato, invocato nella miseria e nel dubbio o accolto nella fede e nell' amore. Se teniamo conto dei sette nomi divini (Yahweh,- in forma abbreviata Yah - 'El, 'Elohim, 'Eloah, Adonai, 'Elyon, Shaddai) dobbiamo contare 1275 menzioni; in media otto per salmo.

YAHWEH
II nome divino usato più spesso è certamente quello di Yahweh: 695 volte nella sua forma completa e 43 volte abbreviato (Yah, come in Alleluia). È il totale più alto per un libro dell' A T. Solo la sezione dei salmi 42-72 ne fa un uso limitato (solo 30 volte), mentre accentua l'uso di 'Elohim (164 volte); per questo motivo, si parla di un «salterio elohista» per il secondo libro dei salmi che va da 42 a 72.
Ma nell'insieme il nome di Yahweh figura con una frequenza altissima. II Dio dei salmisti è quindi per eccellenza il Dio personale rivelato a Mosè «lo sono colui che sono!» Es 3,14). È il Dio che si è rivelato attraverso il Suo intervento decisivo in Egitto, a favore di un popolo oppresso; un Dio presente che cammina con il suo popolo come con gli individui. Fin dal terzo secolo avanti Cristo, gli ebrei concepiscono un tale rispetto per questo nome per eccellenza di Dio da non pronunciarlo mai, sostituendolo sempre con un altro appellativo. Senza dubbio, per la stessa sensibilità, le recenti traduzioni moderne lo rendono con il termine Signore.
Tre caratteristiche del volto di Yahweh appaiono con un rilievo particolarmente affascinante nei salmi. Egli è grande: «0 Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra» (8,2); «Grande è il Signore, e degno di lode...» (48,2; 96,4). Significa che gli si riconosce Una parte di mistero che non arriviamo mai a esaurire. Ma è anche unico, in tutta la forza del termine: «Chi è Dio, se non il Signore? O chi è rupe, se non il nostro Dio?» (18,32); «Sappiamo che tu hai nome Signore.. » (83,19); «Chi è pari al Signore nostro Dio?» (113,5). Così i salmi ritornano con insistenza sul credo monoteista di Israele: solo Yahweh è Dio! Infine, i salmi rivelano un Dio buono e pieno d'amore: «Celebrate il Signore, perché è buono, perché eterna è la sua misericordia!» (107,1; 136,1); «Ma tu, Signore, Dio di pietà, compassionevole, lento all'ira e pieno di amore, Dio fedele» (86,15). «poiché buono è il Signore, eterna la sua misericordia, la sua fedeltà per ogni generazione» (100,5).
In breve, occorre riconoscere con Évode Beaucamp che il nome di Yahweh ha nella preghiera dell'Antico Testamento l'importanza che assumerà il nome dei Padre nella preghiera di Gesù e dei cristiani. «Quando Israele nomina Yahweh, quando i cristiani nominano il Padre, gli uni e gli altri esprimono in anticipo tutto ciò che si aspettano dal Dio dell'alleanza, antica e nuova.» (E. Beaucamp, Israel en prière. Des psaumes au Notre Père. Cerf/Sigier, 1985, p. 1l).

'EL, 'ELOHIM, 'ELOAH
II nome divino di 'El non è proprio di Israele. Si tratta di un nome antico ereditato da popoli semitici vicini. Una delle possibili etimologie lo fa risalire alla radice '01, che vuoI dire «essere potente». Questo nome è usato 238 volte nell'AT e si ritrova soprattutto nei tre libri poetici che d'altronde presentano molte affinità: Salmi (77 volte), Giobbe (55 volte) e Isaia (24 vohe). Non si trova praticamente nei libri storici (è assente in 1 e 2Re e in 1 e 2Cronache) e nei libri sapienziali (lo usa solo Giobbe), ed è poco frequente nei profeti, al di fuori di Isaia. Tuttavia ha un ruolo importante nella religione dei patriarchi, poiché Abramo e Giacobbe lo trovarono a Bethel (Gen 12,8; 35,1-7); era venerato a Bersabea con il nome di 'EI-'Olam (Gen 21,33) o a Sichem come Dio d'Israele (Gen 33,20) e a Gerusalemme sotto quello di 'EI-'Elyon (Gen 14,1820).
Sebbene in seguito sia stato soppiantato dal nome di Yahweh, rivelato a Mosè, sbaglieremmo a contrapporre il nome di 'EI a quello di Yahweh, mentre i salmisti e tutto l'AT non fanno che associarli e affermarne l'identità. II lungo Salmo 78 (sessantadue versetti), nel suo sommario della storia della salvezza, enumera le azioni attribuite tradizionalmente a Yahweh, ma lo cita solo due volte, preferendogli i nomi di 'El- 'Elohim (quattordici volte).
II singolare è spesso usato con il suffisso della prima persona ('Eli, Dio mio), che mette in risalto la fiducia e la vicinanza che i salmisti avvertono quando si rivolgono a Dio (18,3; 22, 2 [ripreso da Gesù sulla croce]; 22,11; 63,2; 68,25; 89,27...).
II salterio ricorre a un secondo nome singolare derivato da quello di 'El. Si tratta di 'Eloah, che appare quattro volte nel salterio (18,32; 50,22;114,7;139,19) e che il resto dell'AT usa molto poco, dal momento che Giobbe contiene 41 dei 57 usi di tutto l'AT. Infine, la forma plurale Elohim è il nome divino più usato dopo quello di Yahweh. Su un totale di 2.600 usi, Deuteronomio, Salmi e Genesi rivendicano le prime tre posizioni, rispettivamente con 374, 365 e 219 usi. La forma è plurale e talvolta anche il significato, poiché il termine può designare anche le divinità straniere e gli idoli. Ma nella maggior parte dei casi la forma plurale è seguita da un verbo o da un aggettivo al singolare. In questo caso la forma plurale è stata spiegata come un plurale di pienezza o di eccellenza.

'ADONAI
Con i suoi 67 usi, il salterio viene in terza posizione, dietro Ezechiele (222) e Genesi (80). Il nome di Adonai, che viene letto al posto di Yahweh, in segno di rispetto per il nome proprio di Dio, è derivato dal mondo dei rapporti domestici; si tratta del padrone (proprietario) di un campo o del padrone di casa che ha servi e serve ai suoi ordini. Nel Vicino Oriente antico, serviva anche a esprimere l'autorità del re sui sudditi del suo territorio.
Quando utilizzano questo termine, i salmi applicano sia il significato domestico, che quello regale. Il Salmo 86 illustra molto bene questo significato: in una supplica individuale segnata dalla fiducia, il salmista chiama Dio suo «padrone» almeno sette volte (idea di pienezza? w. 3.4.5.8.9.12.15), mentre definisce se stesso «servitore» (vv. 2.4.16). Di per sé, quindi, il termine non segna una distanza insuperabile, ma sottolinea piuttosto il senso di un'appartenenza totale e di una volontà di servizio. II secondo significato, invece, lo ritroviamo a proposito di un re terreno, figura del messia nel celebre «Oracolo del Signore al mio signore ...» (110,1) e a proposito di Dio, la cui regalità si fonda sul fatto che ha creato l'universo: «Il Signore regna... i monti fondono come cera davanti al Signore, davanti al Signore di tutta la terra» (97,1.5).

'ELYON

Sono sempre i salmi che utilizzano questo titolo più spesso (21 usi su un totale di 31). Questa volta si tratta di un appellativo derivato dalla radice 'alah, che vuol dire salire. 'Elyon vuol dire quindi «elevato, superiore». L'idea di elevazione si riferisce senza dubbio alle altezze dove abita Dio, ma anche al fatto che domina su tutti gli dei: «Tu sei, Signore, l'Altissimo su tutta la terra; tu sei eccelso sopra tutti gli dei» (97,9). Il suo uso è fatto risalire alla figura di :Melchisedech (Gen 14,18-19) ed è rimasto legato a Sion-Gerusalemme. Ha una connotazione monarchica e regale, che consente di _celebrare la regalità di Yahweh: «Perché terribile è il Signore, l'Altissimo, re grande su tutta la terra» (47,3).

EL SHADDAI

Questo nome arcaico, tradotto spesso con «il Potente», è presente nei due brani antichi che sono Gen 49,25 e Num 24,4.16 (oracoli di Balaam), e utilizzato in riferimento ai tempi dei patriarchi (in Esodo 6,3, Yahweh ricorda a Mosè che è proprio sotto questo nome che si era rivelato loro. Sembra che si riferisca a una divinità delle montagne. Nel salterio si trova solo due volte, in 68,15 e 91,1. Solo il primo testo fa riferimento esplicito alle risonanze montanare del nome di Shaddai, ricordando ciò che è accaduto sul Sinai, montagna sacra (68,9), accostata alla collina di Sion: «Perché invidiate, o monti dalle alte cime, il monte che Dio ha scelto a sua dimora? Il Signore lo abiterà per sempre» (68,16-17). Il secondo uso non implica necessariamente un riferimento alla montagna, ma suppone un luogo del tutto imprendibile, che può servire da rifugio: «Tu che abiti al riparo dell'Altissimo e dimori all'ombra dell'Onnipotente, di' al Signore: Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido» (91,1.2).

USO DEI DIVERSI NOMI DI DIO (Riepilogo)
Yahweh Yah 'EI 'Elohim 'Eloah 'Adonai 'Elyon Shaddai

nell'AT: 6828 50 238 2600 57 773 31 48

nei Salmi: 695 43 77 365 67 21 2

[Modificato da Teo60 01/10/2004 14.33]

[Modificato da Teo60 01/10/2004 14.37]