00 09/02/2006 16:12
Mi avevate chiesto di partecipare a questa discussione e mi scuso di farlo ora in ritardo. Un caro saluto a tutti.

Sono state date diverse definizioni alla Bibbia, ma in realtà essa è sconosciuta. Chi l'ha già definita spesso lo ha fatto basandosi sulle traduzioni, che hanno già violato il suo contenuto sin dalla LXX.
La Bibbia non può essere definita perchè essa è una composizione varia dove si alternano varie argomentazioni: la legislazione nazionale ebraica, la poesia, Scienza, astronomia, etc.
Si possono comprendere gli argomenti trattati solo se si hanno gli giusti ausili e solo leggendola dall'ebraico, ma anche così è già difficile e spesso rappresenta un vero rompicapo.
Ci sono ragioni per sostenere che i lettori antichi della Bibbia erano delle menti geniali ed al contrario di quanto si possa pensare sapevano molto di più dell'attuale scienza moderna. Se si legge la Bibbia con questa predisposizione (per niente nuova presso gli ebrei) si scopre che i suoi contenuti risultano più comprensibili e più coerenti al suo contesto generale.

Il termine ebraico usato da Ishaiah nel cap.40 è Hhug che esprime il ciclo od il suo prodotto. Già ho avuto occasione di trattare tale argomento anche in questo forum (chi mi ha invitato potrà darvi il relativo link)ed in altri forums.
Hhug essendo il prodotto della Mehhugàh del cap.44 dello stesso Ishaiah, esso può essere sia il semplice ciclo, sia una circonferenza, un cerchio, un cilindro od una sfera. Il verso in questione designa invece il ciclo della Terra perchè solo così è perfettamente coerente al resto del contesto di questi capitoli di Ishaiah. La forma è meravigliosamente poetica, il profeta gioca in modo sensazionale con le parole. Hhagavim=cavallette lo mette in relazione con Hhug.Egli siede nel senso di governare il ciclo della Terra ossia le sue mode alternanti, la vita e la morte, l'amore e l'odio, il successo e la sconfitta, nonchè lo stesso moto di rivoluzione dello stesso Pianeta che alterna gli usi e le mode con il suo ciclico alternarsi di caldo e freddo. Lo stesso moto di rotazione con il suo alternarsi di luce e giorno non fà altro che mettere fuori uso gli umani e i regnanti nel periodo in cui essi dormono. Sono loro, gli umani, i re della terra a vivere questa situazione debole e migratoria e per tale ragione sono come le cavallette migranti, una situazione ciclica, una vera debolezza che non può far fronte in alcun modo a Colui che Siede perchè Egli semplicemente Siede e chi siede è stabile. Egli è il Controllore del Ciclo e che a differenza di questo Egli rimane Perfettamente stabile in Eterno come dichiara solennemente il salmo 29. Il profeta gioca ancora coi termini Yoshev nel senso di sedere, regnare, ed il termine yoshveha nel senso di abitare. Ma anche invertendo i vari sensi possibili si ottiene lo stesso risultato, infatti il Targum aramaico intende il verso come riferito alla Shekhinà, la presenza di D-o sulla Terra. Egli è presente nel ciclo e lo regola controllando i passi dei regnanti del mondo che saranno argomento del verso successivo.
Per altri particolari confrontare con gli altri miei posts.

Per quanto riguarda Galileo e la sua contesa con la Chiesa l'argomento è un tantino più complicato. La Bibbia non dice in nessun punto che il Sole gira intorno alla terra e l'argometo citato a proposito, quello di Yehoshua e del famoso "fermati Sole" ha tutt'altro significato. Infatti li si parla di oscuramento del Sole. L'ebraico usa l'imperativo "dom" della radice damam coi significati di ammutolire, smettere. La tramandazione orale ebraica lo accomuna alla piaga delle tenebre d'Egitto e il profeta Ishaiah parla di eruzione vulcanica. Secondo l'istituto geologico di Gerusalemme infatti nel luogo ci sono i segni di quell'antica esplosione che fece cadere grosse pietre dal cielo, ancora visibili sul luogo ed in posizione inclinata, perfettamente corente al racconto biblico. Secondo Rambam i miracoli divini sono effettuati per mezzo della Natura e l'arresto del moto rotatorio della terra trasgredirebbe questo principio espresso molto chiaramente in loco da Ralbag.

Shalom