00 02/01/2005 20:37
Re: Re:

Scritto da: solitary man 02/01/2005 17.49


Credo che servano entrambe le cose anche se propendo più per il cuore. Se si leggesse la Bibbia solo con occhio critico senza cuore si arriverebbe ad applicare solo delle regole, e dove queste non ci sono verrebbero create a pennello (vedi scribi e farisei), viceversa, se la leggi col cuore molte regole cadrebbero. Voglio misericordia, non sacrificio ... disse Cristo. Ciao Viper.





Leggevo alcuni mesi fa,un interessante saggio sulla "Rivelazione e la Scrittura Divina" di un autore ebraico,(di cui al momento non ricordo il nome).Cerco di esporre in maniera sintetica quanto ho ricavato,prima di riportare(magari nel prossimo post)quanto la tradizione ebraica insenga circa la maniera di leggere ed interpretare la Torah.


1)Il termine "Legge" che ricorre 200 volte nell'Antico Testamento è stato tradotto in modo fondamentalmente errato e impreciso dalla Settanta,poichè dovrebbe essere tradotto correttamente con "insegnamento","ammaestramento", "istruzione".
La Torà è una "guida" che è stata data per amore e, sempre per amore viene osservata.
La Torah tradotta impropriamente con il termine "Legge",dunque non è un insieme di sterili regolamenti e prescrizioni,anche se in essa ne sono riportati diversi,vedi i 613 comandamenti che costituiscono le halakhàh,ma che non vanno confuse comunque con la Torà stessa.
La Torà,supera una dimensione puramente giuridica per offrire una "via",un "insegnamento" di dimensioni più ampie e complessive.
Quindi,riducendo la Tora e la sua ricchezza di significati,nel freddo termine di "Legge",non meraviglia il fatto che i teologi cristiani l'abbiano considerata uno "arido formalismo" o uno "sterile legalismo".La Legge,non è affatto un laccio nel quale gli ebrei si sono trovati impigliati,ma un "ammaestramento divino" la cui validità è stata ripetutamente sottolineata da Gesù.



2)Riguardo ai precetti (le 613 mitzvot)contenute nella Torah.
"Insegnami,o Signore,la Tua via affinchè io possa camminare sul sentiero della tua verità"(Salmi 86,11).
"Camminare sul sentiero della verità divina" è l'essenza dell'halakhàh,il cammino di coloro che desiderano seguire la volontà divina,la stile di vita contemplata dalla Torah: Amare Dio,Non profanare il Suo Nome,Amare i forestieri(i non ebrei),Non opprimere il debole,Non imbarazzare gli altri,Non cercare vendetta,Non serbare rancore,Non cadere nell'idolatria,Santificare il sabato,Non tentare di mettersi in contatto con i morti,Non consultare gli indovini, Non consultare gli spiriti,Benedire l'Onnipotente dopo avere mangiato,Pentirsi e confessare il peccato compiuto...
Per un ebreo,ogni comandamento vale per se stesso,dicono i Pirqè Avot(Massime dei Padri):
"Il premio per un precetto sta nella sua stessa esecuzione,come la punizione per una colpa sta nella colpa stessa."


Gesù,come i maestri talmudici più illuminati ricordava quanto stava scritto nella Torah,ovvero nella "Legge":
"Praticare la giustizia per il Signore vale più di un sacrificio" (Prov 21:3)
"poiché voglio l'amore e non il sacrificio,la conoscenza di Dio più degli olocausti..."(Osea 6:6)
"Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male,imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova..."(Isaia 1:17)
La Torah,i profeti,i saggi di Israele mettono in guardia il credente dalla vanità del culto esterno, e dall'ipocrisia ma, non va fatta confusione,i precetti,le regole sono state consegnate per essere osservate!Osservate di cuore,ma osservate.
E queste regole,questi precetti,sono quelle che la Torah stabilisce al fine di promuovere la giustizia.