00 17/11/2005 18:24
Re:

Scritto da: M.Tamburino 17/11/2005 14.19
Beh, potrei partire dalla tua "chiusa" e da lì nutrire seri dubbi sulla tua sedicente obiettività.



Se tu continui a negare un qualsiasi nesso di causalità fra l'obbligo del celibato per i preti e le conseguenti perversioni
a mia volta nutro ancor più seri dubbi sulla tua di obiettività.


La mia citazione omette, appunto, perché parla dell'80% di casi accaduti in ambiente familiare.



Ma che razza di ragionamento, che proporzione c'è fra le migliai di famiglie e di case o di parrocchie? Un prete su cento, su mille, su diecimila famiglie, cosa vorresti dire che è l'istituzione famiglia che è affetta da perversiono e pedofilia? Ma non c'è proprio rapporto!!!!!


Ora, potremmo anche dire (come io dico) che pure lo 0,1% (in ambiente familiare o clericale che sia) sarebbe un fenomeno inaccettabile.



E' fenomeno è inaccettabile ovunque si verifichi, ma in proporzione nell'ambiente ecclesiastico è esponenzialmente maggiore.


Visto che continui a pensare che il mio intervento cerchi di negare il fenomeno in casa cattolica, ti giro la domanda: se per un prete è il celibato, per un genitore che abusa del figlio, cos'è?



Allora te lo dico chiaro e tondo che stai girando le carte in tavola per minimizzare il problema. Un genitore su diecimila che stupra suo figlio o una mamma che getta il figlio neonato nel cassonetto della monnezza a me, come alla stragrandissima maggioranza dei padri e delle mamme fa venire i brividi, angoscia, voltastomaco, che altro devo dire per stigmatizzare casi del genere.

Ma sono casi limitati in rapporto alla popolazione.

Ma è lo stesso il rapporto fra i preti che spinti da una regola innaturale commettono atti di libidine deteriore e quelli che riescono a padroneggiare gli istinti repressi?

Credo proprio che non ci sia paragone.

Saluti.