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la misericordia (?) della WTS

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    alenis
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    00 17/02/2005 16:44
    questa discussione nasce dal thread pubblicato da Rinata4 in merito ad una Svegliatevi! del 22/5/1994; un TdG mi ha parlato della misericordia che e della libertà che i sinceri TdG lasciano a chi apostata; cita l'inquisizione della Chiesa Cattolica quando, se volesse fare un paragone coerente, dovrebbe confrontare l'attuale Chiesa Cattolica (e non quella
    medioevale)con l'attuale intendimento dei TdG (o per la Chiesa Cattolica non esiste la luce progressiva?)

    ma citiamo alcune fonti della "misericordiosa" WTS: sono tutte tratte dalla rivista "Torre di Guardia":
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    Oggi non viviamo fra nazioni teocratiche in cui i membri della nostra famiglia carnale potrebbero essere sterminati da Dio e dalla sua organizzazione teocratica per apostasia come era possibile ed era ordinato di fare nella nazione d'Israele. sendo circoscritti dalle leggi delle nazioni in cui viviamo ed anche dalle leggi di Dio mediante Gesù Cristo, possiamo agire contro gli apostati soltanto fino a un certo punto, vale a dire conformandoci alle due serie di leggi. La legge dello Stato e la legge di Dio mediante Cristo ci proibiscono di uccidere gli apostati, anche se sono membri della nostra famiglia carnale.
    Naturalmente, se i figli sono maggiorenni, vi può essere una separazione e una rottura vera e propria nei vincoli familiari, perché i vincoli spirituali sono già spezzati» (15/1/1954, p. 62)
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    commento mio : sembra quasi che se vigessero le vecchie leggi di Israele, non ci penserebbero due volte ad ammazzare gli apostati; (e poi mi citano l'inquisizione!!)altra rivista (sempre Torre di Guardia)
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    «Quando le persone persistono nel fare il male, dopo che è stato chiaramente esposto loro, quando questo è così inveterato da divenire parte inseparabile della loro personalità, allora si deve sentire odio per la persona che prova piacere nel commetterlo, come per il peccato. Alcuni giungono a un punto in cui anche una disciplina severa non riesce ad estirpare il male che è diventato parte di loro, quindi non è più possibile struggere il male e preservare le persone. Entrambi devono essere distrutti, poiché nulla li separa» (15/1/1959, p. 423).
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    altro mio commento: assurdo!!! si deve odiare il male e NON chi lo commette! una madre non odierebbe mai suo figlio anche se fosse il peggiore essere della terra! come potete immaginare questo?

    continuiamo con le altre Torre di guardia:
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    Oggi la vera congregazione cristiana non può infliggere [la] pena di morte ai falsi profeti che cercano di indurre ad essere sleali verso Dio e verso il suo regno. Ma la congregazione può infligger loro una battitura o percossa spirituale mediante la verità della Parola di Dio, ferendoli anche dolorosamente nel cuore e nello spirito. Devono trafiggerlo perché ha profetizzato falsamente. Devono considerarlo spiritualmente morto, uno con cui non si deve avere alcuna associazione né comunione religiosa» (15/5/1962, pagine 308, 309).
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    commento : ma siamo impazziti?? dove caspita sta la libertà? barnabino!! la WTS sembra quasi dispiaciuta del fatto che non può ammazzare i falsi profeti!! rompete tanto con l'inquisizione medioevale, col fatto che la Chiesa Cattolica ha perseguitato gli eretici nel medioevo e voi nell'era contemporanea fate simili affermazioni? ma che coerenza è questa? se foste stati voi al tempo dell'inquisizione, al posto della Chiesa Cattolica VOI avreste fatto le STESSE cose; ne non di peggio!!

    continuiamo (quelle che seguono sono tutte Torre di Guardia):
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    «Se una persona continua a seguire una via malvagia [come chi lascia i TdG senza poi "pentirsi" (nota personale)] dopo aver conosciuto ciò che è giusto, se il male diventa così radicato in lei da divenirne una parte inscindibile, per odiare il male il cristiano deve odiare tale persona di cui il male è divenuto una parte inscindibile» (1/1/1962, p.4).
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    continuiamo:
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    «Nel caso del parente disassociato che non abita nella stessa casa, i rapporti con lui sono pure limitati a ciò che è assolutamente necessario. ... questi rapporti sono limitati ed anche eliminati completamente se è possibile. ... Che fare se una persona espulsa dalla congregazione visita improvvisamente parenti dedicati? Che deve fare in tal caso il cristiano? Se è la prima volta che viene fatta la visita, il cristiano dedicato può, se la coscienza glielo permette, mostrare riguardi familiari in questa particolare occasione. Ma se la coscienza non glielo permette, non ha l’obbligo di farlo. Se gli usa cortesia, il cristiano deve però specificare che questa non deve diventare un’abitudine. Se lo diventa ciò non è diverso dall’'associarsi a qualsiasi altra persona disassociata, e va contro lo spirito del decreto di disassociazione. Si dovrebbe far capire al disassociato che ora le sue visite non sono benvenute come prima, quando camminava rettamente con Geova» (15/1/1962, p. 42).
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    continuiamo:
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    «Perciò i membri della congregazione non si assoceranno al disassociato, né nella Sala del Regno, né altrove. Non converseranno con lui né mostreranno in alcun modo di notarlo. Se il disassociato tenta di parlare ad altri nella congregazione, essi dovranno allontanarsi da lui. In tal modo capirà pienamente l'entità del suo peccato … Inoltre, il disassociato che vuol fare ciò ch’è giusto dovrebbe dire a chiunque gli si avvicina inconsapevolmente che è disassociato e che non dovrebbero parlare con lui» (15/12/1963, pagine 761, 762).
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    commento mio: MA QUANTO AMORE E MISERICORDIA!!!!

    continuiamo :
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    «Ma come possono, dunque, i genitori ubbidire al comando di disciplinare i figli in armonia con la Parola di Dio quando uno dei loro figli è disassociato? Essi possono ancora servirsi della Parola di Dio o di altre pubblicazioni bibliche per addestrare il figlio o la figlia, ma se ne servono in modo correttivo, non come se si intrattenessero piacevolmente con lui o con lei su argomenti spirituali come potrebbero fare con gli altri figli. Spetta ai genitori decidere come far questo. Non si richiede asprezza, ma essi non accordano a tale figlio o
    figlia disassociata la stessa approvata relazione spirituale concessa agli altri» (15/1/1975, p. 55).
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    ancora:
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    «L’israelita che violava deliberatamente i comandi di Dio, … doveva essere stroncato, messo a morte. (Num. 15:30, 31; 35:31; Deut. 13:1-5; Lev. 20:10) Questa fermezza nel sostenere le
    ragionevoli e giuste norme di Dio era per il bene di tutti gli israeliti, perché serviva a mantenere pura la congregazione. Serviva anche da deterrente, scoraggiando il diffondersi
    della corruzione fra il popolo che portava il nome di Dio» (1/1/1982, p. 21).
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    e poi:
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    «L’ora dei pasti è un momento di distensione e compagnia. Perciò…la Bibbia vieta di frequentare anche a scopo di compagnia una persona espulsa, per esempio partecipando insieme
    a un picnic, a una festa, a una partita di calcio, a una gita al mare, andando insieme a teatro o mangiando insieme. [...] Altri problemi sorgono in relazione agli affari o al lavoro. Che dire se foste dipendenti di un uomo che venisse espulso dalla congregazione o se tale persona fosse un vostro dipendente Che fare? Se per il momento foste obbligati sotto
    il profilo contrattuale o finanziario a continuare il rapporto di lavoro, certamente ora assumereste un atteggiamento diverso nei confronti del disassociato. Potrebbe essere necessario discutere con lui su questioni di lavoro o stare a contatto con lui sul posto di lavoro, ma le conversazioni spirituali e i rapporti d’amicizia sarebbero cose del passato. In questo modo potreste dar prova della vostra ubbidienza a Dio e sareste personalmente protetti. Inoltre questo potrebbe far capire alla persona quanto il suo peccato le sia costato caro sotto molti aspetti» (p. 24).
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    ancora:
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    «Se un cristiano si schierasse dalla parte di un trasgressore che è stato rigettato da Dio e disassociato, o che si è dissociato...[se] gli anziani vedessero che è diretto in quella
    direzione, stando regolarmente in compagnia con una persona disassociata, cercherebbero con amore e pazienza di aiutarlo a vedere le cose dal punto di vista di Dio…Lo ammonirebbero e,
    se necessario, ‘lo riprenderebbero con severità’. Vogliono aiutarlo a rimanere ‘sul monte santo di Dio’. Ma se egli non smettesse di accompagnarsi con la persona espulsa, si renderebbe in tal modo ‘partecipe (sostenitore o complice) delle sue opere malvage’ e dovrebbe quindi essere rimosso dalla congregazione, espulso» (p. 26).
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    commento mio: viene pure negato questo; capite?

    continuo:
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    «Se un parente, come un genitore, un figlio, una figlia, viene disassociato o si dissocia, i vincoli familiari e di sangue rimangono. Significa questo allora che, quando un familiare
    viene disassociato, nella cerchia familiare non cambia nulla? Niente affatto. [...] La persona disassociata è stata spiritualmente stroncata dalla congregazione; i precedenti
    vincoli spirituali sono stati completamente interrotti. Questo vale anche da parte dei suoi parenti, inclusi quelli nell’immediata cerchia familiare. Perciò gli altri componenti della famiglia - pur continuando a riconoscere i vincoli familiari - non avranno più alcuna associazione spirituale con lui» (p. 2[SM=g27989].
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    commento mio: mi sembra quasi la mafia: il figlio che tradisce viene fatto fuori; e non ditemi "nooo ma noi mica lo ammazziamo";certo che non lo ammazzate; solo perchè le leggi
    attuali non lo consentono! se no lo fareste con la stessa indifferenza.

    continuiamo:
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    «Prendiamo il caso di un matrimonio di una coppia cristiana che dev'essere celebrato in una Sala del Regno. Se un parente disassociato viene nella Sala del Regno per il matrimonio,
    ovviamente lì non potrebbe far parte del gruppo nuziale né essere l'accompagnatore della sposa. Che dire se c'è una festa nuziale o un ricevimento? Può essere una felice occasione
    per stare in compagnia, come lo fu a Cana quella volta che vi partecipò Gesù. (Giov. 2:1, 2) Ma si permetterà al parente disassociato di essere presente? Lo si inviterà? Se egli vi
    partecipasse, molti cristiani, parenti o no, potrebbero decidere di non andarvi, per non mangiare con lui e non stare in sua compagnia, tenendo conto delle parole di Paolo riportate
    in I Corinti 5:11. [...] La realtà è che quando un cristiano si dà al peccato e dev’essere disassociato, perde molte cose: la sua posizione approvata dinanzi a Dio; l’appartenenza alla felice congregazione dei cristiani; la piacevole compagnia dei fratelli, inclusa gran parte dell’associazione che aveva con i parenti cristiani. (I Piet. 2:17) I problemi che egli ha causato possono addirittura continuare dopo la sua morte. Se morisse mentre è disassociato, le disposizioni per il suo funerale potrebbero costituire un problema. I suoi parenti cristiani forse gradirebbero un discorso nella Sala del Regno, se tale è l’usanza locale. Ma ciò non sarebbe appropriato nel caso di una persona espulsa dalla congregazione» (p. 31).
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    «…una moglie cristiana fedele comprende che il fatto che suo marito sia stato disassociato significa che i legami spirituali precedentemente esistenti sono stati recisi […] Un’altra sorta di perdita può essere sentita dai nonni cristiani leali i cui figli siano stati disassociati. Forse avevano l’abitudine di visitare regolarmente i loro figli, avendo così occasione di stare con i loro nipoti. Ora i genitori sono disassociati perché hanno rigettato le norme e le vie di Geova. Quindi le cose non sono le stesse nella famiglia. Senza dubbio, i nonni devono determinare se qualche necessaria questione familiare richieda un limitato contatto con i figli disassociati. E a volte i nipoti potrebbero visitarli. Com’è triste, però, che con la loro condotta non cristiana i figli interferiscano col
    normale piacere che provavano i nonni! […] A volte un cristiano il cui coniuge sia stato disassociato si sente isolato. Com’è stato menzionato sopra, il coniuge espulso ha mostrato di non essere la sorta di persona che vogliamo avere attorno. E dobbiamo stare attenti per non essere implicati nell’associazione con lui solo perché vogliamo visitare o aiutare il coniuge cristiano. Perciò la visita si può fare forse quando il disassociato è fuori di casa» (15/6/1983, p. 31).
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    commento mio: fatemi capire: un cattolico che diventa TdG deve essere esaltato; un TdG che diventa Cattolico deve essere visto come un essere così riprorevole?come uno che ha creato questi problemi?

    continuo:
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    «L’espulsione dalla congregazione cristiana non comporta la morte immediata, per cui i vincoli familiari sussistono. Pertanto un disassociato o dissociato può continuare a vivere
    in casa con la moglie cristiana e i figli fedeli. Il rispetto verso i giudizi di Dio e il provvedimento preso dalla congregazione spingerà la moglie e i figli a riconoscere che con la sua condotta egli ha alterato il legame spirituale che precedentemente li univa. Ma, dato che la sua disassociazione non pone fine al vincolo coniugale o alla parentela, i normali
    rapporti familiari e affettivi possono continuare. La situazione è diversa se il disassociato o dissociato è un parente che vive fuori di casa o non è dell’immediata cerchia
    familiare. Potrebbe essere possibile non avere quasi nessun contatto col parente. Anche se eventuali questioni di famiglia richiedessero qualche contatto, è certo che questi contatti dovrebbero essere mantenuti al minimo, in armonia col principio divino di "non mischiarsi con alcuno che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore [o colpevole di un altro peccato grave] … con un tale non dovete neppur mangiare". - 1 Corinti 5:11. Si capisce che questo può essere difficile, a causa dei sentimenti e dei vincoli familiari, ad esempio dell’ amore che i nonni provano verso i nipoti. Tuttavia questa è una prova di lealtà a Dio [...] Chiunque provi la tristezza e il dolore che il parente disassociato ha in tal modo causato, può trovare conforto ed essere incoraggiato dall’ esempio di alcuni parenti di Cora» (15/4/1988, p. 2[SM=g27989].
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    questa seguente è tratta dal Ministero del Regno (un bollettino ad uso interno) del febbraio 1971
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    «Lealtà a Dio quando un familiare è disassociato. Il servitore di congregazione considera i consigli contenuti alle pagine 700-702 de "La Torre di Guardia" del 15 novembre 1970 e nel libro "Lampada", pag. 178. L'amore verso Dio e la lealtà verso la vera adorazione ci dovrebbero spingere a rispettare il decreto di disassociazione. Se qualcuno persiste in un'associazione che non è assolutamente necessaria con un familiare disassociato che vive fuori di casa, il comitato dovrebbe amorevolmente aiutarlo a capire i princìpi inerenti e a conformarsi ai consigli biblici. Se un disassociato non abita nella casa, 2 Giovanni 9-11 mostra che non lo dovremmo "mai ricevere nella nostra casa né rivolgergli un saluto".
    L'insistenza a trascurare il comando biblico di "cessar di mischiarci in compagnia" di tale persona può condurre alla disassociazione, ma questa non dovrebbe essere la ragione della
    nostra ubbidienza, non è vero? Se amiamo Geova, ubbidiamo alla sua Parola. - 1 Giov. 5:3».
    --------------------------------
    e poi da :Organizzazione per predicare il Regno e fare discepoli, pagine 172, 173:
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    «Con fedeltà verso Dio, nessuno della congregazione dovrebbe salutare tali persone quando le incontra in pubblico né dovrebbe accoglierle nella propria casa. Anche i parenti
    consanguinei che non abitano nella stessa casa con un parente disassociato, siccome valutano la parentela spirituale più di quella carnale, evitano il contatto con tale parente dissociato il più possibile. E quelli che possono essere membri della stessa casa di un individuo disassociato cessano di avere associazione spirituale con il trasgressore impenitente. In questo modo il trasgressore è indotto a sentire l'enormità del suo errore, e, nello stesso tempo Geova sostiene il buon nome della sua organizzazione terrestre, e protegge il benessere spirituale dei suoi servitori sulla terra ... non c'è nessuna ragione per ascoltare un figlio o il coniuge disassociato se tenta di giustificarsi o tenta di trarre il fedele dalla sua parte per farlo pensare o agire come lui. Né dovrebbe essere
    ascoltato riguardo a obiezioni sul modo in cui il suo caso è stato considerato dal comitato giudiziario».
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    commento finale: uno che lascia i TdG (in buona fede si intende) è un eroe sapendo tutto quello che lo aspetta (questo vale anche per le altre religioni; anche quella Cattolica); se
    poi invece di rinchiudersi in se stesso, cerca di illuminare anche gli altri ex-fratelli, io ho ancora più stima di lui.

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    La buona notizia è che Dio esiste; quella buonissima è che quindi c'è speranza per tutti quelli che lo vogliono
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    alenis
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    00 17/02/2005 17:01
    ecco cosa dice invece la Chiesa Cattolica
    a proposito della Chiesa Cattolica; vediamo cosa dice nelle sue pubblicazioni ufficiali;

    se io voglio sapere come la pensa davvero un gruppo religioso; non mi limito a chiedere ad un suo singolo appartenente; vado sulle pubblicazioni ufficiali di essa.
    Cosi se voglio sapere come la pensano la WTS, non mi limito a chiedere ad un singolo TdG o a chiedere ad altre religioni. così se voglio sapere come la pensa la Chiesa Cattolica, non mi limito a chiedere ad un Cattolico; nè mi limito a leggere cosa scrivono di lei gli altri (i tdg per esempio), ma vado a leggere le sue fonti ufficiali; quelle sono importanti. Vediamo ora cosa dice la Chiesa Cattolica in merito alla libertà di coscenza (leggendo tra le righe si comprende quanta libertà essa dia); ciò che sarà scritto tra poco è tratto dal "Catechismo della Chiesa Cattolica":
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    Articolo 6
    LA COSCIENZA MORALE

    1776 "Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce, che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente parla alle orecchie del cuore. . . L'uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al suo cuore. . . La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell'intimità propria" [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 16].


    I. Il giudizio della coscienza

    1777 Presente nell'intimo della persona, la coscienza morale [Cf Rm 2,14-16 ] le ingiunge, al momento opportuno, di compiere il bene e di evitare il male. Essa giudica anche le scelte concrete, approvando quelle che sono buone, denunciando quelle cattive [Cf Rm 1,32 ]. Attesta l'autorità della verità in riferimento al Bene supremo, di cui la persona umana avverte l'attrattiva ed accoglie i comandi. Quando ascolta la coscienza morale, l'uomo prudente può sentire Dio che parla.


    1778 La coscienza morale è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto. In tutto quello che dice e fa, l'uomo ha il dovere di seguire fedelmente ciò che sa essere giusto e retto. E' attraverso il giudizio della propria coscienza che l'uomo percepisce e riconosce i precetti della legge divina:

    La coscienza è una legge del nostro spirito, ma che lo supera, che ci dà degli ordini, che indica responsabilità e dovere, timore e speranza. . . la messaggera di Colui che, nel mondo della natura come in quello della grazia, ci parla velatamente, ci istruisce e ci guida. La coscienza è il primo di tutti i vicari di Cristo [John Henry Newman, Lettera al Duca di Norfolk, 5].

    1779 L'importante per ciascuno è di essere sufficientemente presente a se stesso al fine di sentire e seguire la voce della propria coscienza. Tale ricerca di interiorità è quanto mai necessaria per il fatto che la vita spesso ci mette in condizione di sottrarci ad ogni riflessione, esame o introspezione:

    Ritorna alla tua coscienza, interrogala. . . Fratelli, rientrate in voi stessi e in tutto ciò che fate, fissate lo sguardo sul Testimone, Dio [Sant'Agostino, In epistulam Johannis ad Parthos tractatus, 8, 9].

    1780 La dignità della persona umana implica ed esige la rettitudine della coscienza morale. La coscienza morale comprende la percezione dei principi della moralità [sinderesi"], la loro applicazione nelle circostanze di fatto mediante un discernimento pratico delle ragioni e dei beni e, infine, il giudizio riguardante gli atti concreti che si devono compiere o che sono già stati compiuti. La verità sul bene morale, dichiarata nella legge della ragione, è praticamente e concretamente riconosciuta attraverso il giudizio prudente della coscienza. Si chiama prudente l'uomo le cui scelte sono conformi a tale giudizio.


    1781 La coscienza permette di assumere la responsabilità degli atti compiuti. Se l'uomo commette il male, il retto giudizio della coscienza può rimanere in lui il testimone della verità universale del bene e, al tempo stesso, della malizia della sua scelta particolare. La sentenza del giudizio di coscienza resta un pegno di speranza e di misericordia. Attestando la colpa commessa, richiama al perdono da chiedere, al bene da praticare ancora e alla virtù da coltivare incessantemente con la grazia di Dio:

    Davanti a lui rassicureremo il nostro cuore qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa ( 1Gv 3,19-20 ).

    1782 L'uomo ha il diritto di agire in coscienza e libertà, per prendere personalmente le decisioni morali. L'uomo non deve essere costretto "ad agire contro la sua coscienza. Ma non si deve neppure impedirgli di operare in conformità ad essa, soprattutto in campo religioso" [Conc. Ecum. Vat. II, Dignitatis humanae, 3].
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    siamo su un altro piano mi sembra
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  • solitary man
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    00 18/02/2005 08:26
    ehm ...
    Ale, tu dici
    commento mio : sembra quasi che se vigessero le vecchie leggi di Israele, non ci penserebbero due volte ad ammazzare gli apostati; (e poi mi citano l'inquisizione!!)altra rivista (sempre Torre di Guardia)


    Scusa, ma a me questo commento (oltre ai toni) mi offende anche se sono extdg. Se dicessi la stessa cosa della CC e con gli stessi toni non ti sentiresti offeso? Tutte le tue citazioni sono estrapolate dal contesto TdG e sembrano quasi strumentalizzate, è come prendere 5 pagine da un libro che ne ha 200 e sostenere che le restanti 195 non contano. Mi citi le cinque più "dure" e non le 195 più "morbide" per giudicare tutta la misericordia di una Organizzazione. Chi è TdG sa che il riferimento all'uccisione nell'antico Israele vuole mettere in evidenza la misericordia di Dio nel non aver richiesta la stessa cosa dai suoi servitori cristiani: questo cosa ci insegna? Che Dio lascia la porta aperta a chi volesse tornare. Ciò non toglie che il punto di vista di Dio nei confronti di chi apostata resti immutato: disfavore. Ora, al di la del fatto se i TdG applichino in maniera corretta o meno il principio dell'espulsione, i TdG sono continuamente esortati a non odiare il prossimo. Anche il riferimento da te citato sul provare odio per la persona è estrapolato dal contesto: non è riferito a chiunque viene espulso, ma a chi palesemente e volontariamente fa il male: es estremi: un assassino che non si pente, uno che gode nel compiere il male, che si diverte a giocare coi sentimenti degli altri. La stessa frase da te menzionata lo dice: persone che consapevolmente continuano a fare il male. Spesso fra i TdG viene invece citato l'esempio del figlio prodigo quando si parla di disassociazione. Il figlio prodigo (paragonato all'espulso) è sempre stato amato dal padre (Dio) anche quando era fuori casa e lo si capisce chiaramente dall'accoglienza riservatagli, e questo costituisce l'esempio positivo sui sentimenti che i TdG sono esortati ad avere nei confronti di chi viene espulso: DOLORE per espulsione GIOIA per il ritorno. Mentre il fratello del figlio prodigo viene citato ad esempio negativo per il fatto che mostrava i sentimenti di avversione e invidia nei confronti del fratello.
    Altro ragionamento citato spesso dai TdG è quello che Paolo disse che siamo membra dello stesso corpo. Ora se un membro viene tagliato (disassociato) per evitare la cancrena (contaminazione spirituale e/o morale) il corpo soffre. Insegnamento: i TdG soffrono per la disassociazione di qualcuno, provano dolore ... non devono odiarlo ... se lo fanno significa che non lo amavano neanche prima, come il fratello del figlio prodigo.

    Le cose che poi citi e che dice la CC le dice anche la Wts, esattamente le stesse: uno deve seguire la propria coscienza. Il punto è che se un cattolico seguendo la sua coscienza nega le dottrine cattoliche non si può più dichiarare cattolico e la stessa cosa per un TdG. La differenza è che secondo i TdG questo comporta l'espulsione: è per questo che i TdG non battezzano alla nascita i loro figli, perchè lo devono scegliere loro se diventare TdG o meno, consapevoli di quello cui andrebbero incontro nel caso decidessero di negare il credo dei TdG. Una volta questo era applicato anche dalla CC: se all'epoca delle crociate ti facevi musulmano non solo venivi espulso o disassociato dalla CC ma anche spellato e disossato. Vabbeh ... li è stata colpa ed esagerazione di singoli è vero, ma il principio dell'espulsione era ritenuto corretto. I TdG lo ritengono corretto tutt'ora. Giusto o sbagliato è un altro discorso.

    Ciao Ale
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    fr44
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    00 18/02/2005 20:25
    Sull'argomento, che è enormemente gonfiato da alcuni ex tdg, aprirò un 3ad apposito non appena si normalizzerà la operatività
    di questa sezione.

    Vorrei dire solo una cosa a proposito della differenza fra ex cattolici che diventano tdg ed ex tdg che( salvo qualche eccezione più unica che rara) non diventano null'altro che degli ex ( senza offesa ma le cose stanno così)
    Cattolici si è perchè alla nascita normalmente si viene imposto il battesimo e non per libera scelta ( anche se poi liberamente ci si può confermare tali ). Testimoni di Geova invece si diventa SOLO per libera scelta. I nostri battesimi non sono fatti a neonati ma solo a persone che in piena coscienza decidono in piena libertà di assumersi le prerogative e le responsabilità della loro scelta: questa , anche se è solo una premessa a quello che argomenterò nel mio futuro 3ad, mi sembra già una significativa e sostanziale differenza fra lo status di ex cattolici ed ex tdg. Ma il più deve ancora venire e vi rimando al mio prossimo 3ad.



    Francesco
    E di sicuro combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”
    (Geremia 1:19)
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    tazzina76
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    00 21/02/2005 10:36
    Mi piacerebbe conoscere anche il punto di vista della religione ebraica verso coloro che "se ne vanno".
    In particolare mi interesserebbe anche sapere come vengono considerati i matrimoni misti, ad esempio tra un TdG ( o un ebreo) e un ateo. Ci sono degli obblighi sulla religione da dare ai figli?
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    fr44
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    00 21/02/2005 12:15
    Re:

    Scritto da: tazzina76 21/02/2005 10.36
    Mi piacerebbe conoscere anche il punto di vista della religione ebraica verso coloro che "se ne vanno".
    In particolare mi interesserebbe anche sapere come vengono considerati i matrimoni misti, ad esempio tra un TdG ( o un ebreo) e un ateo. Ci sono degli obblighi sulla religione da dare ai figli?




    Per quanto riguarda il primo punto, non essendo ebreo, non mi sento qualificato a risponderti. Lascio che in maniera più informata lo faccia un ebreo.

    Sul secondo punto, invece in qualità di Testimone di Geova, ti posso dire che i genitori possono dare ai figli tutte le indicazione che ritengono opportune, ma non esistono obblighi.
    I figli dei TdG non sono battezzati alla nascita. Stà a loro, una volta diventati adulti e maturi, scegliere la religione ( o la non religione ) che ritengono migliore per loro e scelgliersi il coniuge o il compagno o il convivente che vogliono; e questo senza alcun rancore o ritorsioni nè da parte dei genitori, nè da parte di nessun altro.




    Francesco
    E di sicuro combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”
    (Geremia 1:19)
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    00 21/02/2005 15:58
    Re: Re:
    L'insegnamento di Gesù riguardo ai peccatori è molto diverso da quello delle lettere apostoliche
    Infatti Paolo è ritenuto un riformatore religioso
    su questo argomento sarebbe da dire molte cose ,ma ora non è il caso
    Comunque Gesù non giudicò mai i peccatori
    disse che chi è senza peccato scagli la prima pietra
    Lui parlava e mangiava e sottolineo mangiava con i peccatori ed esattori di tasse e per questo era criticato dagli scribi e dai farisei
    raccontò tante parabole e una è la pecora smarrita
    disse che il sano non ha bisogno del medico e lui era venuto a sanare
    al malfattore sulla croce ci parlava
    invece il comportamento dei farisei era diverso e Paolo era di cultura farisaica
    Senza il dialogo come si fà ad aiutare?
    Poi chi ha autorizzato a fare comitati giudiziari?
    ma tutti questi disassociati che sono migliaia e migliai e migliaia ogni anno ....non è come il medioevo che la Chiesa uccideva migliaia e migliai e migliaia ogni anno e ora non uccide più nessuno?
    Il problema è che almeno la Chiesa ammette di aver sbagliato ,ma i tdg invece non hanno imparato e percorrono la stessa strada solo che gli manca il potere altrimenti ........
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    00 21/02/2005 17:12
    Re: Re: Re:

    Scritto da: spinoza 21/02/2005 15.58
    ma tutti questi disassociati che sono migliaia e migliai e migliaia ogni anno ....




    Mah, non sò dove ciò possa succedere , ma nel mio territorio siamo circa 3.000 Testimoni di Geova in una trentina di anni le disassociazioni si contano selle punta delle dita. E 30 anni fà eravamo solo un centinaio e ci siamo quasi centuplicati.

    L'affermazione secondo cui ci sono migliaia e migliaia e migliaia di disassociati ogni anno significherebbe, se fosse vera, che invece di moltiplicarci in Italia ( tanto per fare un esempio ) ci saremmo già estinti.

    Perciò, senza offesa, questa affermazione è una delle più grandi enormità che ho letto su questo forum.





    Francesco

    [Modificato da fr44 21/02/2005 17.15]

    E di sicuro combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”
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    00 22/02/2005 17:36

    Molto bene, adesso siamo a posto: abbiamo le statistiche riportate da infotdgeova. [SM=g27994]m6: Poche sono più faziose e disinformanti.

    Nelle statistiche di questi signori non si dice però che i numeri dei proclamatori non si riferiscono al numero effettivo di TdG ma esclusivamente a quei Testimoni di Geova che hanno fatto rapporto di predicazione.
    Ci sono molti TdG le cui circostanze, visti i tempi che stiamo attraversando, che non hanno opportunità di effettuare opera di predicazione. Questi siti tipo infotdgeova li collocano, per differenza numeriche arbitrarie, nei disassociati o negli ex TdG, quando non lo sono affatto. Per di più non esiste niente da cui si possa documentare il numero dei disassociati.

    E' il caso di dire che infotdgeova dà i numeri! [SM=g27994]m6:

    Esistono poi nazioni in cui c'è una grande crescita, ma ci sono difficoltà a far pervenire alle sedi centrali i rapporti di predicazione e infine c'è un notevole numero di nazioni in cui l'opera è al bando e non esistono dati sulle attività dei TdG.

    Poi ci sono i decessi di TdG fedeli, anche questi per differenza vengono inclusi nei TdG che si sono volontariamente allontanati dalle congregazioni. Non c'è che dire, potrei aggiungere mille altre cose sulla inattendibità
    delle notizie riportata da infotdgeova.

    Una solo cosa è vera, la scristianizzazione in atto nei paesi occidentali, i modi di vivere materialistici sempre più accentuati hanno prodotto negli ultimi anni un rallentamento nella crescita dei TdG. Ma che dire degli effetti sulle altre religioni? Non vedete le chiese che si svuotano?

    In fondo anche questo è un segno che ci troviamo negli ultimi giorni di questo sistema di cose ( 2 Timoteo 3:1-5 ).

    Spendo qualche parola sull'ultimo punto. Noi TdG imitiamo l'esempio di Gesù sotto gli aspetti menzionati. La nostra predicazione diretta a tutti indistintamente da nazionalità, razza, ceti sociali e la nostra predicazione all'interno delle carceri e diretta a chiunque e dovunque ci si voglia ascoltare
    indica che non siamo assolutamente prevenuti nei confronti di nessun essere umano.

    Anche i disassociati vengono regolarmente visitati e incoraggiati a tornare fra noi.




    Francesco

    [Modificato da fr44 22/02/2005 17.40]

    E di sicuro combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”
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    00 23/02/2005 10:04
    Re:
    Spendo qualche parola sull'ultimo punto. Noi TdG imitiamo l'esempio di Gesù sotto gli aspetti menzionati. La nostra predicazione diretta a tutti indistintamente da nazionalità, razza, ceti sociali e la nostra predicazione all'interno delle carceri e diretta a chiunque e dovunque ci si voglia ascoltare
    indica che non siamo assolutamente prevenuti nei confronti di nessun essere umano.

    Anche i disassociati vengono regolarmente visitati e incoraggiati a tornare fra noi.


    Carissimo Francesco
    mi spiace ,ma sei andato fuori tema
    quanto scritto sopra da te è rivolto verso chi non è testimo di Geova ,ma Gesù parlava e mangiava e socializzava con peccatori prostitute e apostati della sua stessa fede
    voi se uno và a letto con la fidanzata lo disassociate e con quello tagliate ogni rapporto sociale
    se uno commette un reato non è che poi andate a trovarlo in carcere
    se quel poveretto si ammala non è che andate in ospedale a trovarlo
    Sappi che l'isolamento sociale è causa anche di suicidi oltre che ha rovinato molte famiglie
    mi spiace che non vuoi capire
    Se le persone religiose avessero sempre seguito l'istinto del loro cuore invece che la logica della loro religione ci sarebbe stata risparmiata la vita degli eretici sul rogo ,delle vedove date alle fiamme con il corpo del marito in oriente e di milioni e milioni di innocenti morti vittime di guerre religiose nel nome di Dio
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