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Auspicio di riunione delle Chiese Cristiane in una cosa sola.

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    MauriF
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    00 09/04/2005 12:28
    Più vengo a contatto con la realtà ortodossa del cristianesimo e le realtà evangeliche, più mi rendo conto di quanto poca sia la distanza che ci separa...

    Soprattutto per quanto riguarda la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa.

    Stavo leggendo delle preghiere ortodosse su questo sito:
    web.tiscali.it/chiesaortodossa/preghiere.htm

    E mi sono soffermato su una in particolare:

    Per la Chiesa

    Ricordati Signore, in primo luogo della tua Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica ed ortodossa che è tua perché Tu l’hai creata col Tuo sangue prezioso e la guidi mediante il tuo Santo Spirito, confermala, rafforzala, estendila, moltiplicala, pacificala e salvala nei secoli contro le porte dell'inferno; sciogli i dissensi tra le chiese, soffoca gli errori dei pagani, distruggi e sradica rapidamente le eresie che si manifestano e converti ciascuno di noi per la potenza del tuo Santo Spirito.


    Mi sembra chiaro il desiderio di unione che hanno i cristiani...
    Cosa sulla quale prima non mi sono mai soffermato.

    Già l'amore di Gesù Cristo ci attrae fra di noi.

    Nei giorni scorsi ho sentito delle interviste di cristiani ortodossi che si sono recati a Roma, tra la folla.
    Da loro ho sentito che tale desiderio di unione è molto forte.

    Sarà forse questo miracolo di unione che è seguito alla morte di Giovanni Paolo II un punto di avvicinamento forte tra le Chiese?
    Io spero che possa aver fatto breccia nel cuore del clero di entrambe le Chiese...

    Riguardo alle comunità evangeliche, so che questo è un po' più difficile.

    Ma già l'unione delle due realtà cristiane d'oriente e d'occidente darebbe uno scossone a tutto il mondo cristiano...e potrebbe produrre anche frutti inaspettati.

    Con questo volevo esprimere il mio auspicio e la mia preghiera affinchè Dio ci aiuti a riunirci in una cosa sola in Gesù Cristo.

    Ciao
    Mauri

    opljyy

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    Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
  • Teodoro Studita
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    00 09/04/2005 18:43
    Tra Ortodossia e Cattolicesimo le distanze sono brevi, e secondo me è possibile pensare ad una mediazione, in base soprattutto alle posizioni assunte nel 7° e 8° concilio ecumenico, poco prima dello scisma del 1054.

    Dico che la distanza è breve, perché l'unico aspetto teologico che diverge, è quello relativo alla teologia dello Spirito, che in occidente è sotto l'influsso di Agostino, e in oriente sotto quello dei Padri Cappadoci (Gregorio di Nazianzo, Basilio e Gregorio di Cesarea).

    Con le Chiese della Riforma il problema è più serio ed io, come ortodosso, mi sento vicino ai Cattolici, ma non ai Protestanti, per vari motivi:
    - Subordinazionismo: già condannato da cattolici e ortodossi
    - Teologia dell Spirito: anatemizzata da noi e considerata ai limiti del tollerabile dai cattolici
    - Teologia mariana: anatemizzata da cattolici e ortodossi
    - Predestinazione: anatemizzata dagli ortodossi e considerata ai limiti dai cattolici
    Per questi motivi la storia con i Riformati si fa dura

    Se vi va possiamo partire dal 3d sulle differenze tra Cattolicesimo e Ortodossia, e ipotizzare delle soluzioni. Se mi date qualche giorno, posso dare io il "la" con il "filioque", da sempre punto nodale di questa triste separazione tra Chiese sorelle.

    Un saluto,
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    MauriF
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    00 09/04/2005 20:49
    Va benissimo, dai pure tu il "la" quando sei pronto.
    Sono d'accordo con quanto hai detto, poi semmai approfondiamo punto per punto il problema con i Protestanti che mi interessa molto (soprattutto quanto riguarda la Teologia dello Spirito e la Predestinazione).
    Prima affrontiamo pure il rapporto fra Cattolici e Ortodossi che mi sta molto a cuore.

    ciao
    Mauri
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    Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
  • Teodoro Studita
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    00 20/04/2005 11:13
    Una sintesi sul Filioque
    Premetto che ciò che segue è una personale sintesi sulla questione del filioque, non ha alcuna pretesa di esaurire l'argomento, né di essere facilmente comprensibile al largo pubblico. Spero che comunque i foristi apprezzino lo sforzo [SM=g27985]

    Una sintesi sul problema del Filioque

    Per chi non lo sapesse, stiamo parlando della adozione, all’interno del “Credo” cattolico, della formula di processione dello Spirito “dal Padre E dal Figlio”, che compare nell’uso liturgico in occidente a partire dal 1014, contro la formula tradizionale secondo la quale lo Spirito procede “dal Padre”.

    Al contrario di quanto si possa pensare, non è una questione oziosa e di carattere terminologico, ma di portata teologica notevolissima.

    Sicuramente occorre operare un distinguo tra la questione terminologica relativa alla processione e quella teologica relativa allo Spirito.
    Sulla prima cominciamo con il ricordare che il Credo formulato nel Concilio di Costantinopoli del 381, recitato tuttora dalla Chiesa Ortodossa e modificato con il filioque da quella cattolica, deve la sua formulazione riguardo allo Spirito a Gv:15,26

    Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza;

    San Gregorio il Teologo fu il primo a distinguere nettamente i verbi “exporeuomai” e “proienai” riferiti allo spirito. In italiano esiste una serie difficoltà nel rendere questi due termini, che potremmo definire così
    Ekporeuomai = procedere per filiazione
    Proienai = procedere non per filiazione
    Secondo Gregorio la prima lo Spirito l’ha in comune anche con il Figlio (cfr.Discorso /39,12/ Sources Chrétienne/ 358,175), mentre la seconda no.
    La confusion si fa totale con la traduzione di ekporeusis=processio nella Vulgata, ponendo le basi per un serio equivoco.
    L’ekporeusis orientale si va configurando come relazione d’origine in rapporto esclusivo con il Padre, mentre la processio occidentale come la comunicazione della divinità tra Padre e Figlio e dal Padre per mezzo e con il Figlio allo Spirito.

    Lo stesso Gregorio il Teologo, nella polemica macedoniana, risponde:”Che cosa manca dunque allo Spirito per essere il Figlio, poiché se non gli mancasse nulla Egli sarebbbe il Figlio?... non gli manca nulla, poiché nulla manca a Dio; ma è la differenza della manifestazione, se posso dire, o della relazione tra di loro che crea anche la differenza della loro appellazione” (cfr. Discorso /31,9/SC/250,290-292)

    Agostino, forse anche in considerazione di Gal:4,6 in cui lo Spirito Santo è anche “Spirito del Figlio”, sostiene che Questi trae origine dal padre “principaliter” (De Trinitate/ XV,25,47, PL 42, 1094-1095).

    Una formulazione simile la troviamo in S.Basilio che sostiene che lo Spirito si ricongiunge al Padre “per mezzo del Figlio” (cfr.Trattato sullo Spirito Santo, XVIII, 45 /SC/ 17bis, 40[SM=g27989]. Massimo il Confessore gli fa il coro parlando dello Spirito “generato attraverso il Figlio” (cfr. Questiones ad Thalassium, LXIII /PG/ 90,672 C). Dottrina, questa, che verrà ripresa dal VII Concilio Ecumenico, che approverà la formula “procedente attraverso il Figlio”. Nel Concilio di Lione del 1274, la Chiesa Cattolica cercò di ricucire lo strappo con la Chiesa Ortodossa specificando che, pur avendo ormai adottato il filioque, la Causa dello Spirito rimaneva una, il Padre, eliminando ogni rischio di subordinazionismo.

    La posizione attuale della Chiesa cerca di ridurre il fatto del Filioque ad un equivoco lessicale tra processio latina e proienai greco, che non essendo tra loro equivalenti, non possono entrambi ammettere il filioque.

    Dal punto di vista filosofico e teologico le cose sono in realtà ancora più complesse, a causa del pensiero di Agostino. Questi infatti sostiene che :
    1) Lo Spirito Santo può essere definito come “L’amore che vi è tra Padre e Figlio”
    2) “In Dio tutto ciò che può essere compreso riguarda la sostanza”
    La conseguenza di queste affermazioni è che, non potendo essere “l’Amore tra Padre e Figlio” definito come sostanza, si tratterebbe di un’attributo della sostanza, dunque una energia, che però secondo il secondo postulato sarebbe comunque messa sullo stesso piano della sostanza.
    Il problema è che, secondo tutto il pensiero orientale (in primis dei Padri Cappadoci), la sostanza divina è inconoscibile ed incomunicabile, invece secondo Agostino le energie possono essere conosciute e comunicate. Mettendo tutto sullo stesso piano, il conflitto è inevitabile.

    Ad aggiungere confusione nella confusione, il CCC (246), citando il Concilio di Firenze, sostiene che il Padre comunica tutto al Figlio, vero, se ivi non fosse compresa anche la processio dello Spirito. In questo caso, poiché lo stesso teorema vale anche per lo Spirito, che ha tutto ciò che c’è in comune tra Padre e Figlio, possiede in sé stesso la sua causa, il che è logicamente impossibile.

    Come risolvere la questione?
    Essendo ormai l’equivoco terminologico piuttosto radicato, ancorché riconosciuto da entrambe le parti, si dovrebbe scegliere quale senso dare alla “processione” del Credo. Nel caso di quella latina (processio), si potrebbe utilizzare la formula “procede dal Padre attraverso il Figlio”, già approvata da entrambe le Chiese e dunque possibile. Nel caso di quella greca (proienai) si dovrebbe tornare alla formula conciliare del 381 “procedente dal Padre”.
    Per quello che riguarda l’interpretazione del pensiero di Agostino invece le cose sono più complesse, ma ritengo che già risolvere il problema del Credo potrebbe essere un enorme passo avanti.

    Un saluto,

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    MauriF
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    00 20/04/2005 13:34
    Sulla questione del filioque, secondo me, sembra ci possa essere una chiara apertura nei cofronti di una visione del "procede dal Padre attraverso il Figlio".
    Non lo dico sulla base di una mia convizione, ma di quanto ho letto in un libro di Padre Livio Fanzaga che si intitola appunto "Credo".
    Nel quale si analizza punto per punto il la Professione di Fede a partire dalle origini fino ai nostri tempi.

    Ti cito un passo a proposito:

    Il Concilio di Costantinopoli afferma che lo Spirito Santo "procede dal Padre". In questo modo la Chiesa riconosce il Padre come "la fonte e l'origine di tutta la divinità" (Concilio di Toledo VI,anno 63[SM=g27989]. Tuttavia, l'origine eterna dello Spirito Santo non è senza legame con quella del Figlio: "Lo Spirito Santo, che è la terza persona della Trinità, è Dio, uno e uguale al Padre e al Figlio, della stessa sostanza e della stessa natura... Tuttavia, non si dice che egli è soltanto lo Spirito del Padre, ma che è, a un tempo, lo Spirito del Padre e del Figlio" (Concilio di Toledo XI, anno 675).
    Si comprende quindi perchè la tradizione latina confessa che lo Spirito "procede dal Padre e dal Figlio". La tradizione orientale a sua volta, volendo mettere in evidenza che il Padre, in rapporto allo Spirito, è l'origine prima, afferma che "lo Spirito procede dal Padre attraverso il Figlio " (Ad Gentes 2).

    Lo Spirito Santo è consustanziale al Padre e al Figlio e ne è inseparabile non solo nella vita intima della Santissima Trinità, ma anche nella sua effusione come dono di amore al mondo. "Quando il Padre invia il suo Verbo, invia sempre il suo Soffio: missione congiunta in cui il Figlio e lo Spirito Santo sono distinti ma inseparabili" (CCC 689). Vengono inviati insmee ognuno con la sua specifica missione. Cristo, che è l'immagine visibile del Dio invisibile, è colui che appare, ma è lo Spirito Santo che lo rivela.

    Quindi io vedo un'apertura abbastanza probabile riguardo questa questione...

    Ciao
    Mauri

    ertreyt
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    Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
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    husband70
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    00 20/04/2005 13:59
    Ma siete veramente sicuri che con il nuovo papa ci possa essere
    una riunificazione della chiesa cattolica con quella ortodossa?

    Giovanni Paolo II ha più volte accennato alla riconfluenza delle "chiese sorelle" in un unica chiesa.

    Il cardinale Ratzinger, nella sua precedente carica di prefetto della Congregazione per la fede, con una nota del 30/6/2000
    ha precisato che l'espressione "chiese sorelle" include diverse confessioni religiose incluse l'ortodossa.

    Ma non vi può essere inclusa la chiesa cattolica che rimane a tutti gli effetti " chiesa madre " e che tale dovrà essere riconosciuta dalle " chiese sorelle " che implicitamente dovranno sottoporvisi come chiese "figlie".

    Pertanto, secondo l'ottica di Ratzinger, in caso di riunificazione, non ci saranno più patriarchi di cui fà parte anche il patriarca di Roma al limite come primus inter pares, ma un unico papa " infallibile " e di serie A, e altri
    patriarchi di serie B che sovranno fare atto di sottomissione all'autorità del papa di Roma.

    Se gli ortodossi vorranno ingoiare questa pillola è affar loro,
    non credo che Ratzinger sia il tipo da fare sconti.

    E credo che questo nodo sia ben più duro che le differenze dottrinali di cui discutono MauriF e Teodoro Studita.


    Saluti

    [Modificato da husband70 20/04/2005 14.01]

  • Teodoro Studita
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    00 20/04/2005 16:29
    La gestione del primato petrino è perlappunto il secondo punto da affrontare in questa panoramica a volo d'uccello sui problemi tra Chiese d'Oriente e d'Occidente.

    E' chiaro che la suddivisione conciliare dei 5 patriarcati oggi non ha più senso, perché Antiochia praticamente non ha più cristiani, mentre esistono Chiese autocefale, come quella di Mosca, decisamente più importanti.
    Però l'idea dei patriarcati, quali che essi siano (Su Roma, Costantinopoli, Gerusalemme, Mosca, Alessandria non credo che ci siano problemi) non è da buttare via. Ogni Chiesa potrebbe mantenere parte della sua prassi, ma fare riferimento al Patriarca di Roma, ma non nella qualità di Infallibile e superiore ai Concili, ma come primus inter pares.
    D'altronde questa visione era stata approvata dalla stessa Chiesa Romana non molto tempo prima dello Scisma, non vedo perché non potrebbe tornare in auge. Nessun ortodosso negherebbe alla sede di Roma il primato petrino, ma non con le attribuzioni che Pio IX, col fiato dei garibaldini sul collo, si è voluto auto-attribuire, contro ogni elemento sia scritturale che patristico.
    Che ne pensi, Maurif?


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    husband70
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    00 20/04/2005 18:04
    Re:

    Scritto da: Teodoro Studita 20/04/2005 16.29

    Ogni Chiesa potrebbe mantenere parte della sua prassi, ma fare riferimento al Patriarca di Roma, ma non nella qualità di Infallibile e superiore ai Concili, ma come primus inter pares.

    Nessun ortodosso negherebbe alla sede di Roma il primato petrino, ma non con le attribuzioni che Pio IX, col fiato dei garibaldini sul collo, si è voluto auto-attribuire, contro ogni elemento sia scritturale che patristico.
    Che ne pensi, Maurif?





    Mi sia consentito un parere da osservatore esterno.

    Parto dalla domanda finale, che ne pensi MauriF?
    Attendiamo la risposta di MauriF, ma dovremmo piuttosto chiedere, che ne pensi Ratzinger?

    Non credo che proprio Ratzinger sia disposto a rinunciare al dogma dell'infallibilità per porsi "semplicemente" come primus inter pares.

    Non credo neppure che Ratzinger sia disposto a rinunciare alle auto-attribuzioni volute da Pio IX.


    Saluti.
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    MauriF
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    00 20/04/2005 21:50
    Anche secondo me il problema maggiore è il primato petrino.
    Anche perchè i cattolici, ed anche io, vedono come "caratteristica" della Chiesa di Dio anche questa...
    Se si scorre la vita della Chiesa delle origini risulta chiaro che Pietro ha un ruolo di autorità superiore rispetto agli altri apostoli.
    E' colui che deve pascere le pecorelle di Gesù, di Dio.
    E' l'unico, fra gli apostoli, al quale Gesù Cristo ha dato le chiavi del Cielo e del quale ha esplicitamente riconosciuto l'infallibilità.
    Per gli altri apostoli non è stato lo stesso.

    Gesù Cristo ha stabilito una vera e propria gerarchia...e su questo anche gli ortodossi so che sono d'accordo poichè è dato di fatto evangelico.
    Il problema sta nell'infallibilità di chi sta a capo di questa gerarchia.
    Infallibilità che, secondo i cattolici, va seguita e rispettata poichè è caratteristica peculiare della colonna e sostegno della verità.

    Il nocciolo del problema NON è Ratzinger...o trovare qualcuno che riesce a scendere a compromessi...
    I compromessi sono i nemici della Verità.
    Qui bisogna riuscire a sciogliere tutti assieme (gli apostoli e Pietro..ovvero patriarchi, cardinali e papa...) questo problema.

    Lo so che è più semplice a dirsi che a farsi, ma è l'umiltà che deve entrare in gioco...da entrambe le parti.

    Teodoro sono sicuro che è d'accordo con me riguardo ai compromessi.
    E' da trovare la Verità, poichè è la Verità che unisce, non il compromesso che è la porta aperta alla menzogna e quindi alle porte degli inferi...

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    Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
  • Teodoro Studita
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    00 20/04/2005 23:40
    Re:

    Scritto da: MauriF 20/04/2005 21.50

    Teodoro sono sicuro che è d'accordo con me riguardo ai compromessi.
    E' da trovare la Verità, poichè è la Verità che unisce, non il compromesso che è la porta aperta alla menzogna e quindi alle porte degli inferi...




    Certo che sono d'accordo con te su questo.
    Lo sono meno su questo


    E' l'unico, fra gli apostoli, al quale Gesù Cristo ha dato le chiavi del Cielo e del quale ha esplicitamente riconosciuto l'infallibilità.



    Puoi citare la fonte di questa affermazione? Non mi risulta che Gesù abbia "esplicitamente riconosciuto l'infallibilità di Pietro", che certo nella sua vita dimostrò di essere men che infallibile (il gallo ce lo ricorda, ma non solo). E' sempre stato il prediletto, se vogliamo il primo per dignità, ma tra questo e dire che è infallibile ce ne passa.
    Puoi aggiungere qualcosa a proposito?
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