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Gesù in prima persona identifica il Padre nel solo vero Dio infatti dice chiaramente in Giovanni 17:3

Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.

Non è solo in Apocalisse che definisce il Padre il suo Dio ma subito dopo la sua risurrezione disse con chiarezza a Maria Maddalena in Giovanni 20:17

“Smetti di stringerti a me. Poiché non sono ancora asceso al Padre. Ma va dai miei fratelli e di’ loro: ‘Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all’Iddio mio e Iddio vostro’

Nella visione dell'Apocalisse riguardo a ciò che è riportato al cap. 1 versetti 17 e 18 basta visualizzare la scena per comprenderne il significato.

Gesù rassicurò Giovanni, come l’apostolo stesso conferma dicendo: “Ed egli pose su di me la sua mano destra e disse: ‘Non aver timore, io sono il Primo e l’Ultimo, e il vivente’. In Isaia 44:6 l'Onnipotente descrive giustamente la propria posizione di unico Dio , dicendo: “Io sono il primo e io sono l’ultimo, e oltre a me non c’è nessun Dio”.

Presentandosi col titolo “il Primo e l’Ultimo”, Gesù non sta reclamando la parità con Dio, il grande Creatore. Sta usando un titolo appropriatamente conferitogli da Dio. In Isaia il Padre stava dichiarando la propria impareggiabile posizione quale vero Dio. Egli è il Dio eterno, e oltre a lui non c’è in realtà nessun Dio. (1 Timoteo 1:17) In Apocalisse Gesù sta parlando del titolo conferitogli, che richiama l’attenzione sulla sua incomparabile risurrezione.

Gesù fu in realtà “il Primo” uomo ad essere risuscitato alla vita immortale in spirito. (Colossesi 1: diciotto) Inoltre egli è “l’Ultimo” a ricevere tale risurrezione da Dio in persona. Diviene così “il vivente . . . [che vive] per i secoli dei secoli”. Possiede l’immortalità. Sotto questo aspetto è simile al suo immortale Padre, che viene definito l’“Iddio vivente”.

Per tutti gli altri componenti dell’umanità, Gesù stesso è “la risurrezione e la vita”. (Giovanni 11:25) In armonia con questo, egli dice a Giovanni: “Fui morto, ma, ecco, vivo per i secoli dei secoli, e ho le chiavi della morte e dell’Ades”. Dio gli ha dato l’autorità di risuscitare i morti. Per questo Gesù può dire di avere le chiavi per aprire le porte della morte e dell’Ades (la tomba) a coloro che ne sono prigionieri.

Le parole di Gesù in Apocalisse 2:8 ne sono direttamente collegate:

“E all’angelo della congregazione che è a Smirne scrivi: Queste son le cose che dice ‘il Primo e l’Ultimo’, che fu morto e tornò a vivere”.

Rivolgendo queste parole ai cristiani di Smirne, Gesù ricordava loro che egli era stato il primo e ultimo uomo integro a essere risuscitato direttamente da Dio alla vita immortale in spirito. Gesù stesso avrebbe risuscitato tutto il resto del genere umano.

Ebe ha fatto cenno alla scrittura di Apocalisse 3:12-13 nella quale leggiamo:


“‘Colui che vince, lo farò colonna nel tempio del mio Dio, e non ne uscirà mai più, e scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, la nuova Gerusalemme che discende dal cielo, dal mio Dio, e quel mio nuovo nome.

Oltre che del tempio del suo Dio, di cui dopo aggiungerò qualcosa, Gesù parla del none del suo Dio ( che non è il suo nome ), della città del suo Dio ( che è una creazione di Dio e non sua ) e cioè della nuova Gerusalemme che scende dal cielo dal suo Dio ( e non scende da Gesù ). Ma anche con l'espressione "tempio del suo Dio" Gesù non intende far confusione con l'espressione usata in Apocalisse 21:22 che è posta in un contesto del tutto diverso.

Infatti Giovanni, alla vista della Nuova Gerusalemme che scende dal cielo, osservò:

“E non vidi in essa alcun tempio, poiché Dio, l’Onnipotente, è il suo tempio, e lo è l’Agnello”.

Innanzitutto notiamo che qui di Onnipotente ne è citato uno solo, ma oltretutto il senso di quel che descrive Giovanni è che i componenti della Nuova Gerusalemme potranno accedere direttamente al cospetto di Dio e non avranno bisogno di un tempio mediante cui accostarsi a Lui. ( Coloro che fanno parte della Nuova Gerusalemme, sotto l’Agnello Gesù Cristo quale Sommo Sacerdote, renderanno sacro servizio a Dio in modo diretto). Per questa ragione in effetti l’Agnello condivide con il Padre il ruolo di tempio della Nuova Gerusalemme che cominque, come è chiarito in Apocalisse 3:12 è la citta "del suo Dio" e non la sua città.

Diversamente perchè Gesù avrebbe precisato che la Nuova Gerusalemme era la città "del suo Dio" quando fosse stata
la sua città?


Devo convenire con Chidoqua che la distinzione e la subordinazione di Gesù a Dio tova in Apocalisse chiarissime evidenze.


MARIA

[Modificato da damaride 25/10/2005 11.27]