Origine delle ambientazioni
Questa scena ricavata a nicchia da un più vasto presepe di ambientazione genovese fra Seicento e Settecento ha in sé una singolare autocitazione: raffigura infatti un gruppo di popolane intente a vendere materiali per riprodurre uno degli eventi maggiori del cristianesimo, la nascita di GesùMolti ignorano che gran parte delle ambientazioni utilizzate nel presepe derivano dai Vangeli apocrifi e da arcane tradizioni dimenticate. I Vangeli canonici infatti parlano della natività in modo molto vago tralasciando molti particolari scenografici.
Tanto per citarne alcuni, il bue a l'asinello, simboli immancabili di ogni presepe, derivano da un'antica profezia di Isaia che dice "Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone". Sebbene Isaia non si riferisse assolutamente alla nascita del Cristo, l'immagine dei due animali venne utilizzata comunque come simbolo degli ebrei (rappresentati dal bue) e dei pagani (rappresentati dall'asino).
Anche la stalla o la grotta in cui Maria e Giuseppe avrebbero dato alla luce il Messia non compare nei Vangeli canonici: sebbene Luca citi i pastori e la mangiatoia, nessuno dei quattro evangelisti parla esplicitamente di una grotta o di una stalla. Anche quest'informazione arriva dai Vangeli apocrifi. Tuttavia l'immagine della grotta è un ricorrente simbolo mistico e religioso per molti popoli soprattutto del settore mediorientale: del resto si credeva che anche Mitra, una divinità persiana venerata anche tra i soltati romani, fosse nato in una grotta il 25 dicembre.
I Re Magi, invece, derivano dal Vangelo dell'infanzia armeno. In particolare, questo vangelo colma le lacune che invece Matteo lascia stagnanti, ovvero il numero e il nome di questi sapienti orientali: il vangelo in questione fa i nomi di tre sacerdoti persiani: Melkon, Gaspar e Balthasar.
Così i re magi entrarono nel presepe, sia incarnando le ambientazioni esotiche sia a simbolo delle tre popolazioni del mondo allora conosciuto, ovvero Europa, Asia e Africa.
Tuttavia alcuni aspetti derivano da tradizioni molto più recenti. Il presepe napoletano, per esempio, aggiunge alla scene molti personaggi popolari, osterie, commercianti e case tipiche dei borghi agricoli, tutti elementi palesemente anacronistici. Nel presepe bolognese, invece, vengono aggiunti alcuni personaggi tipici, la Meraviglia, il Dormiglione e, di recente, la Curiosa.
Volevo intromettermi per sottolineare che sfugge sempre , perchè riportare sempre il presepe a San Francesco quando i riferimenti sono Biblici , sulla Bibbia è scritto cosi
Il presepe e la raffigurazione della natività ,la Famiglia Maria Giuseppe e Gesu , i pastori sono narrati , il bue e l'asino sono narrati , la stella narrata , il posto,la scena narrati,i re magi ci sono che poi c'è tutta la diatriba di chi erano bla... bla.. ma sono narrati cosa manca rispetto al presepio che facciamo ???