00 11/01/2006 20:23
Cara Sandra, quel testo di Girolamo non invogliava certo a studiare l’odiata filosofia bensì la Bibbia. Che c’è di male nell’approfondire con gli strumenti che la ricerca scientifica mette a disposizione la parola di Dio? La Scrittura non è caduta dal cielo, è frutto di un luogo e di un’epoca. Se ad esempio il salmista nello scrivere un testo si è ispirato ad un inno al sole egizio questo non deve farci mettere la testa sotto la sabbia, ma solo farci capire che per comprendere la Scrittura è necessario conoscere il contesto culturale in cui s’è formata.

Per Hus

La traduzione di cui stiamo discutendo dimostra soltanto la totale incapacità di chi ha tradotto quella Bibbia dall’inglese nello scegliere gli aggettivi adatti.
In questo caso non si facevano considerazioni dottrinali ma puramente stilistiche. Chiunque abbia scritto la TNM non era un nostro connazionale. La scusa della presunta letteralità per giustificare gli scempi semantici e lessicali può solo abbindolare chi non ha esperienza di traduttore e dunque non può capire il confine tra letteralità e resa stilistica in italiano standard, giacché queste cose non si spiegano ma si acquistano con la pratica. Sta di fatto che al ginnasio sono richieste traduzioni letteralissime e tuttavia nessuno si sognerebbe di produrre quegli sgorbi, c’è un limite a tutto, specie quanto la scelta di un aggettivo piuttosto che un altro non è questione di letteralità ma di padronanza della lingua italiana.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)