00 31/01/2006 20:05
Sotto questi aspetti il credo delle diverse fedi cristiane hanno punti di vista diversi. Anche fra le diverse denominazioni evangeliche mi sembra non ci sia identità di vedute.

Per quanto riguarda il passo di Ebrei 9:27, 28 che dice: “Come è stabilito per gli uomini di morire una volta sola, e dopo ciò il giudizio, così anche Cristo essendo stato offerto una volta per togliere i peccati di molti” ci sono diverse interpretazioni
sul giudizio che segue la morte.

Una interpretazione non priva di fondamento è che il peccato cui si riferisce Paolo è quello originale che determina il giudizio di morte in contrapposizione all'atto di espiazione di Cristo che porta al togliere il peccato dal mondo. Il contesto sembrerebbe confermarlo.

Stesso discorso, che lascia la porta aperta a diverse interpretazioni è quello relativo al tribunale di Dio. A quale tribunale si riferisce? Gesù menzionò il giudizio della Gheenna, ma non indicò che tutti erano sottoposti a tale giudizio ma indirizzò tale invettiva agli "scribi e farisei ipocriti".

Ciò non esclude un giudizio negativo che abbracci un più ampio insieme di persone. Ma secondo quale criterio? Francamente non credo di avere elementi sufficienti per pronunciarmi.

Solo per fare un esempio ( che non è neppure un piccolo esempio ) a quale giudizio verranno sottoposti i miliardi di uomini che non sanno neppure che esiste un battesimo perchè vivono in culture religiose diverse da quella occidentale? Si applicherà anche a loro il giudizio della Gheenna? Sinceramente ho dei forti dubbi in proposito.

Io penso che non sia il caso di esprimersi categoricamente su questi temi.

Comunque, indipendentemente da quando e come si dovrà rendere conto a Dio, è più che giusto che il cristiano che si voglia identificare per tale si attenga ai comandamenti del Dio in cui
professa di credere.