00 11/11/2007 21:52
Undicimila
Undicimila ex sacerdoti riammessi in 30 anni.

Dopo il Concilio c'è stata una emorragia di preti, che quasi in massa chiedevano l'abbandono dello stato clericale per poter contrarre matrimonio. Paolo VI ebbe molta indulgenza per queste situazioni e con facilità diede troppi consensi e molti preti lasciarono l'Ordine Sacro. La situazione mutò con Giovanni Paolo II che, non solo per questioni di dottrina, ma sopratutto per il fatto che molti chiesero di ritornare ad essere sacerdoti, strinse i freni alle dispense facili.

Così mentre si parla spesso dei sacerdoti cattolici che abbandonano il ministero e si sposano, molto meno si sa di quelli che, rimasti vedovi o insoddisfatti del nuovo stato di vita, o anche per una maturata valutazione del proprio stato anche attraverso gli stessi aiuti forniti dal Vaticano che assiste molti di questi sacerdoti in crisi, chiedono di essere riammessi all’esercizio del ministero. E così, in 30 anni circa 11.213 ex sacerdoti sono stati riammessi, lo scrive padre Giampaolo Salvini, SJ, in un articolo su La Civiltà Cattolica (n.3764 del 21 aprile 2007).

Questo fenomeno di rilevanza pastorale, oltre che mostrare la benevolenza della Chiesa la quale è prima di tutto Madre ed insieme Maestra, mostra anche tutta la superficialità e l'inganno ideologico nei dibattiti sul matrimonio dei preti. Non viene detto, per esempio, che di tutte le raltà cristiane divise che esistono oggi, soltanto nella Chiesa Cattolica si assiste al fenomeno della riconciliazione da parte di quanti ne sono usciti per svariati motivi.

Per tornare a esercitare il sacerdozio un prete sposato deve essere rimasto vedovo oppure avere ottenuto l'annullamento del matrimonio, cioè "deve essere libero da vincolo sacramentale matrimoniale". Inoltre "non deve avere obblighi civili verso la moglie o verso i figli minorenni". Se ci sono queste condizioni, servirà poi un "aggiornamento teologico di almeno sei mesi" attraverso i quali il sacerdote che era uscito, dovrà essere riabilitato al senso puro del suo ministero che non aveva mai perduto.