00 28/07/2008 22:45
KHALED FOUAD ALLAM. Vorrei sgombrare il campo da fraintendimenti, perché, sulla faccenda della poligamia, tutti i giornali sono abbastanza in allarme.
Vorrei ricordare che, nel diritto musulmano, il matrimonio non è un sacramento, ma un contratto: pertanto, niente vieta, nella formulazione stessa delle clausole del contratto che prevede il matrimonio, l'inclusione degli articoli del codice civile italiano.
Questo è ciò che hanno fatto alcuni paesi islamici. Ad esempio, la Tunisia nel 1956 ha abolito il regime matrimoniale poligamico, ha cambiato il contratto adulare - così si chiama - e ha introdotto delle norme che vietano la poligamia.


ROBERTO ZACCARIA. È uno Stato che lo ha fatto!


KHALED FOUAD ALLAM. Sì, è uno Stato che lo ha fatto, ma questo non impedisce di riformulare i principi fondamentali. Ricordo che la sharia nel diritto musulmano non è un principio assoluto, ma ha bisogno di una norma che la interpreti. Ciò non impedisce assolutamente di intervenire in questo campo. Deve essere ben capito. Oltretutto, non tutti i regimi musulmani prevedono il regime matrimoniale poligamico nella loro legislazione.


PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Allam. Do ora la parola a coloro che desiderano intervenire.


MARCO VENTURA, Professore ordinario di diritto canonico ed ecclesiastico presso l'Università di Siena. Signor presidente, credo che la grande difficoltà di metodo, che è testimoniata anche dall'introduzione che abbiamo ascoltato, derivi dal fatto che si contrappongono, ai nostri occhi, due scenari profondamente diversi, che credo noi cultori delle relazioni tra Stato e Chiesa avvertiamo in modo molto netto.

Ho trovato interessante questo scritto che ripercorre insintesi ciò che il matrimonio islamico rappresenta
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