00 01/07/2006 14:38

Scusa Bikky ma mi pare proprio che tutto il tuo post sia una contraddizione con quello che dici.
Anzi l'esistenza di ex
come te è in contrasto con quello che dici.

Se una religione è così chiusa come dici tu, se proibisce tutto quello che dici tu, se i suoi seguaci sono così costretti a mettersi le bende come dici tu, come mai ci sono gli ex come
te? Sei speciale? Sei meglio degli altri? Sei più furbo o più intelligente mentre gli altri sono deficienti e cecati?



Caro Libero, rispondo con un secco e deciso NO alle tue domande. Non sono speciale, non sono meglio degli altri e nemmeno sono più furbo e intelligente. Non penso nemmeno che gli altri siano più deficienti (non oso neanche sfiorare di lontano l’idea di sentirmi superiore agli altri, sarebbe un gravissimo peccato di presunzione) ma credo che esista le disponibilità di un fedele a rinunciare alla propria autonomia decisionale perché impaurito di mettersi contro Dio. E questo è proprio quello che succede nelle religioni chiuse.

Io penso che la religione sia un po’ come la politica. Nei paesi democratici come i nostri, dove il libero pensiero è la linfa propulsiva per l’evoluzione e il miglioramento della nostra società, allora la vita è bella e variegata e ognuno può trovare il ruolo che più gli si addice nello scenario della comunità, o, nel caso più grave, in assenza ha anche la libertà di autocrearsi questo ruolo (non è detto che gli vada a finire bene, però almeno ci può provare).
In paesi totalitari come l’ex Afghanistan o l’ex Iraq, la libertà del popolo viene repressa con la forza. Sia le scelte religiose che le scelte politiche e persino di vita privata vengono tutte condizionate dal Capo di Stato con lo spettro della paura, ovvero la minaccia di morte se non vengono seguite le direttive del governo dominante.

Una differenza simile fra apertura di mente o chiusura mentale si ha anche all’interno delle religioni. Queste possono essere più o meno liberali o più o meno chiuse e schiavizzanti. Esistono religioni, come la Cattolica, la Chiesa Ortodossa, gli Evangelici, e altre che non controllano minuziosamente la vita del fedele anche in cose che non rientrano nelle scelte religiose. Non lo spingono motivandolo sulla paura di un’imminente distruzione da parte di Dio di tutti coloro che osano porre in dubbio l’insegnamento della dirigenza. Non ti dicono che il pensiero personale è dannoso e che cedere ai dubbi è dare luogo al diavolo, compromettendo la propria speranza di salvezza agli occhi di Dio. No. Questi credi lasciano liberi i fedeli di amare spontaneamente il credo di cui far parte, e non a motivo di paura o di ‘Santo Timore’, ma per l’amore profondo e senza limiti che essi provano nei confronti di Dio e di Suo Figlio Gesù.
Questi credi partono dalla convinzione che se uno decide di abbandonare la sua fede, loro, come il Padre del Figliol Prodigo, aspetteranno con una perpetua speranza nel cuore che il fedele si ravveda e possa tornare a casa. Nel frattempo però non disciplinano il fedele con l’ostracismo ma attendono fiduciosi.
Questo è lo spirito di un culto aperto!
Lo spirito di un culto chiuso è invece quello in cui chi dissente viene guardato di cattivo occhio e non con gli occhi della compassione. E’ quello in cui chi se ne va viene disciplinato perché sta sfidando l’autorità di Dio (anche se in realtà sfida l’autorità della dirigenza ecclesiale e non di Dio). E’ quello dove il confronto viene scoraggiato (Dimenticavo il confronto con altri credi nelle religioni aperte cui ho accennato non viene scoraggiato ma incoraggiato, perchè queste religioni sanno che ognuno deve intraprendere il proprio percorso di ricerca di Dio, che è singolo e personale per ognuno di noi) e il pensiero indipendente viene demonizzato.
Siamo proprio certi che se uno avesse la libertà di confrontarsi con altri credi rimarrebbe delle stesse opinioni di cui ora è fermamente convinto?

Io, ad esempio, confrontandomi con diversi pensieri ho maturato convinzioni molto diverse da quelle che possedevo prima, convinzioni che ritengo molto più logiche e ragionevoli di un tempo. Però se l’ho fatto è perché ho voluto darmi una smossa, vincendo le paure che mi opprimevano ogni volta che andavo a leggere informazioni su siti che i Tdg etichettano con la parola ‘apostata’. Quando mi rendevo conto che condividevo certi pensieri degli ex-Tdg mi sentivo male e soffocavo, non riuscivo a respirare, avevo timore di essermi lasciato deviare da Satana il Diavolo, di starmi mettere contro la volontà di Dio. E questo ingenerava tanti sensi di colpa dentro di me. Stavo male, facevo fatica a mangiare, avevo paura quando andavo in sala del regno, temendo che da un momento all’altro gli anziani si sarebbero accorti dei pensieri apostati che stavo coltivando (sinceramente mi fa schifo definire ‘apostati’ dei ragionamenti fatti da persone che ancora onorano e glorificano Gesù, ma lo dico solo per chiarezza nel discorso), facevo fatica a parlare coi miei genitori (mio padre e mia madre mi chiedevano cosa avessi e io eludevo il discorso con qualche scusa, però dentro ci stavo male per non poter dire cosa pensavo; e perché non potevo farlo? Perché le riviste indicano che se tu sei pietra d’inciampo di un tuo fratello, allora hai il loro sangue ricadrà sulla tua testa)! Insomma mi sentivo in trappola!
Col passare del tempo poi ho lasciato che la mia razionalità sopreffaccesse le mie paure inconscie, ragionando piano piano sulle cose e chiedendo a Dio di essermi accanto nel frattempo che svolgevo le mie ricerche sugli argomenti. Poco alla volta ho cominciato a sentirmi meglio, e ora, forse sono quasi tornato alla normalità, ma ti assicuro che non è stato facile, è stato tutto un percorso in salita molto doloroso e travagliato. Ti ho messo solo qualcosa delle emozioni negative che ho provato per non dilungarmi troppo col discorso, però ti assicuro che questa è solo la punta dell’iceberg.

Probabilmente tu non riesci a comprendere la portata di quanto ti sto dicendo perché non hai mai fatto parte di un credo a circolo chiuso, perciò comprendo perfettamente la tua miscredenza al riguardo. Probabilmente penserai che sono un grande esagerato, ma purtroppo è la realtà che ho dovuto afforntare io. E non me la sento proprio di dire che tutti i sensi di colpa che ho provato, così come le angoscie e le paure siano state solo causa mia. Erano le riviste a dirmi che non doveva pensare con la mia testa (alias, nel gergo delle riviste, “coltivare lo spirito indipendente”) perché così mi sarei allontanato dalla fede e mi sarei messo contro Dio. Non ero certo io a parlare così. Perciò di che cosa posso essere ritenuto responsabile in maniera personale?
Se il mio credo non fosse stato a circolo chiuso io magari sarei stato un ex lo stesso, ma non avrei fatto tanta fatica per seguire la mia strada.


Secondo me ognuno ha la sua verità, c'è la tua verità di ex e c'è la verità di chi non è ex. Quello che tu credi sia la verità
per un altro non è verità sia che le ascolta sia che non le ascolta.



Praticamente stiamo dicendo la stessa cosa ma analizzando il problema da due approcci diametralmente opposti. Anch’io sono d’accordo nell’affermare che la verità assoluta non esista, o meglio, che la verità umana, nella nostra limitata mente, non potrà mai essere assoluta perché allora diventeremmo come Dio! (Infatti solo Dio è la Verità Assoluta). Noi possiamo solo approcciarci alla verità di Dio in base alle nostre circostanze, alle nostre esperienze di vita e ai nostri tratti genetici, e ognuno di noi lo farà approcciandosi in modo diverso l’uno dall’altro. Questo porta alla variegata diversità di verità relative che oggi esistono (ovvero le religioni).
Però io aggiungo che impedire la libera ricerca a un credente con discorsi come ‘paura di distruzione’, ‘tradimento della volontà di Dio’, ecc è una limitazione della sua religiosità. Questa limitazione impedisce al credente di seguire la verità che sente VERA e SUAper seguire un’altra verità posta da altri della quale egli non si libera per PAURA. In questo modo il credente non riesce nemmeno a capire chi egli è e avrà dei problemi anche per la costruzione di una propria identità personale.


Secondo me la verità è che ognuno alla fine fà quello che gli pare e sceglie quello che gli pare. E anche quello che continua a seguire Sai Baba vuol dire che è soddisfatto di farlo ma che nessuno lo obbligherà a continuare ad andagli dietro per sempre.



Ma secondo te gli obblighi sono solo le minacce con la pistola? Il terrore che se non segue Sai baba o mette anche minimamente in dubbio la sua Divinità, non è un’imposizione o un obbligo di natura psicologica che vincola il seguace aall’interno della comunità di Sai Baba? Hai letto le esperienze degli ex? Ognuno di loro dopo aver maturato la decisione, con grande sofferenza interiore, di distaccarsi dal cammino di Sai Baba, si è reso conto che, quando credeva, percepiva la realtà in maniera distorta e illogica. Parole loro, non mie!
Come mai cose del genere non succedono agli ex della Chiesa Cattolica? Come mai non capitano agli ex della Chiesa Ortodossa? Perché chiunque ha lasciato una Chiesa Evangelica non sente di aver vissuto con una realtà falsata imputandone completamente la propria ex chiesa?
Io credo che non succeda perché ci stiamo riferendo a culti aperti. Nel caso di Sai Baba e dei Tdg invece queste imputazioni gravi alle ex-chiese, dagli ex vengono fatte. Non è la dimostrazione che esiste una certa differenza fra un culto chiuso e un culto aperto?


Io perciò credo che l'uomo sia più libero di quello che tu credi



L’uomo nasce con la più totale libertà ma questo bene gli viene totalmente sottratto quando entra in comunità chiuse (guarda ad esempio i kamikaze di Bib Laden che si sono schiantati sulle Torri Gemelle; se mi dici che quelli lo hanno fatto in piena libertà autonoma mentale, chiudo qui la discussione perché ogni eventuale approfondimento sarebbe solo una grandissima immane perdita di tempo)


e che i veri condizionamenti sono solo casi molto limitati a persone che ci hanno la predisposizione a non essere autonomi, ma oggi queste persone sono una eccezione.



I kamikaze di Bin Laden, è stato attestato da eminenti psicologi, erano delle persone del tutto normali come me e te. Non avevano degli handicap mentali. L’unica loro tragedia è stata quella di essere coercizzati psicologicamente e manipolati al fine dei diventare dei veri burattini nelle mani del loro Capo. Questo non vuol dire che erano meno intelligenti di noi, no! Vuol dire che le facoltà cognitive del loro cervello si erano artrofizzate al punto da non saperle usare più correttamente.


Oggi gli occhi chiusi non ce l'hanno più nemmeno i neonati. O mi sbaglio?



No no, hai ragione. E meno male aggiungo io. Peccato che questo complichi di parecchio la vita ai genitori che non sanno più che pesci prendere per indirizzare figli più furbi di loro. [SM=g27987]

Ciao! Alla prossima! fdetr
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico