00 18/12/2004 00:14
Ciao a tutti.
E' interessantissimo il discorso.
In effetti anche secondo me è più affine al contesto la parola "gomena" rispetto alla parola "cammello".
Siccome sono ignorante mi limito però a sottolineare una cosa riguardo a questa iperbole.

C'è stato un mio amico che mi ha detto:
"allora Berlusconi non andrà mai in Paradiso..."

In effetti se ci si sofferma alla superficie di tale iperbole si intende così.
In realtà il significato è assai più profondo.
La "ricchezza" della quale parla Gesù Cristo non sono altro che gli "idoli" di questo mondo e l'attaccamento per esso.
Se nel cuore dell'uomo non c'è al primo posto Dio, ci sono poche probabilità che l'uomo, alla fine della sua vita, scelga Dio e si salvi.

Gesù spiega bene questa parabola appena dopo:

28Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, 30che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. 31E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».

Ed è una spiegazione molto esplicita:
L'uomo deve ricercare Dio, come prima cosa, con tutte le sue forze.
Tutte le altre cose glie le dona Dio, perchè sa che ne ha bisogno.

E su questo Gesù insiste in maniera particolare.
Dice "che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi"...
Significa che la ricchezza (di cose e persone) non è per forza sinonimo di dannazione...ma deve essere vista e ricevuta come un "dono" fatto da Dio per sopperire ai bisogni dell'uomo.

Dio ci crea un sogno durante la nostra strada che porta a Lui.
Un sogno che può essere concreto.

E Gesù insiste su quest'amore CONCRETO di Dio:

MT 6,[25]Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? [26]Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? [27]E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? [28]E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. [29]Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. [30]Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? [31]Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? [32]Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. [33]Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. [34]Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.



Allo stesso modo però riceveremo persecuzioni, perchè Satana assalta maggiormente coloro che non riesce a sedurre attraverso il mondo e le cose materiali.
Satana, non riuscendo a distogliere l'attenzione verso Dio, attraverso gli idoli delle cose materiali, attacca l'uomo in altra maniera e lo perseguita maggiormente.

L'uomo che persegue gli idoli e le cose materiali non riceve e persecuzioni, perchè Satana lo ha già suo...è già sulla strada della perdizione.



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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)