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Modi di dire attraverso la Bibbia

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    00 06/02/2007 15:31
    Qoèlet
    in Qoèlet si dice nei Cap.2


    2C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
    un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
    3Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
    un tempo per demolire e un tempo per costruire.
    4Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
    un tempo per gemere e un tempo per ballare.
    5Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
    un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.

    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
    (P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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    00 12/03/2007 11:30
    Luca 4

    1 Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto 2 dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. 3 Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». 4 Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo». 5 Il diavolo lo condusse in alto e,

    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
    (P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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    00 25/03/2007 13:49
    4Egli sarà giudice fra le genti
    e sarà arbitro fra molti popoli.
    Forgeranno le loro spade in vomeri,
    le loro lance in falci;
    un popolo non alzerà più la spada
    contro un altro popolo,
    non si eserciteranno più nell'arte della guerra.


    I versi biblici usati all'interno delle Istituzioni mondiali

    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
    (P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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    00 22/05/2007 13:57
    Nel vangelo di Giovanni viene detto

    7E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei".

    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
    (P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



  • barnabino
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    00 05/07/2007 00:26
    Si, ma questo della prima pietra è un apocrifo!

    Shalom

  • barnabino
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    00 07/07/2007 14:49
    La pericope dell'adultera (Gv 7:59-8:11) è chiaramente un falso, una aggiunta successiva, infatti non si trova nel manoscritto Sinaitico né nel manoscritto Vaticano 1209, anche se compare nel codice di Beza (del V secolo) e in manoscritti greci più tardi. E' omessa però da quasi tutte le versioni più antiche.

    Purtoppo la maggior parte di traduttori continua a non segnalare nel testo che questo passo è, con tutta probabilità, un apocrifo. A quanto ne so, solo la TNM, in italiano, separa questo passo dal testo riportandola in un carattere più piccolo a piè di pagina. Da questo punto di vista si rivela certanente un ottimo strumento.

    Ciao [SM=x511460]

    [Modificato da barnabino 07/07/2007 14.55]

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    00 05/11/2007 20:57
    37Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete.

    Detto nel vangelo di Giovanni
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    Viviana.30
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    00 06/12/2007 22:03
    Legarsela al dito
    LEGARSELA AL DITO
    Non dimenticare mai un'offesa un torto o simili, in attesa che giunga il momento di vendicarsi. Questo modo di dire deriva dall'antica usanza di portare addosso, soprattutto alla mano un segno qualunque per ricordarsi di fare qualcosa. Se ne trovano tracce nella Bibbia (Esodo, XIII, 9 e 16; Deuteromio, VI, 8, XI, 18) nel Vangelo di Matteo (XXIII, 5) e negli usi dei popoli orientali. In Particolare gli Ebrei, oltre alla mezuzah appesa al collo, legavano anche alle braccia o sulla fronte piccole strisce di pergamena dette "filatteri", che riportavano i precetti della Bibbia. Sempre in Oriente, per la precisione in Turchia, nacque l'uso dell'anello di fidanzamento come pegno d'amore, che prima di diventare simbolo di promessa ed impegno a un futuro legame era semplicemente il dono che il cavaliere offriva alla sua dama prima di partire per la guerra, in modo che guardandolo pensasse a lui e non lo dimenticasse. Di qui nasce una vasta tradizione di anelli magici come ad esempio quelli che cambiano colore o che si offuscano, e di cui sono piene le favole e miti di ogni genere; ai piu' povere bastava comunque un filo di seta di cui era molto importante il colore. L'eta' moderna ha trasformato molti di questi rituali in forme e simboli diversi, tra cui il nodo al fazzoletto (o alla cravatta)per ricordarsi qualcosa.

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    00 02/10/2008 21:29
    Per un piatto di lenticchie
    Da dove deriva l’espressione “Per un piatto di lenticchie”?

    Si legge nella Bibbia, nel Libro della Genesi (24, 34):

    “Giacobbe diede ad Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura”.
    Esaù quindi vende al fratello Giacobbe la primogenitura (ovvero il diritto a regnare sugli Israeliti), in cambio di un piatto di lenticchie: un cambio davvero poco conveniente!

    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
    (P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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