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Solidarietà - Asia

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    00 29/06/2005 14:08
    Lin Fen (Agenzia Fides) - “Senza una profonda vita spirituale non ci sarebbe il frutto di oggi” ha detto suor Geng, direttrice dell’ospedale cattolico Tong De (che vuole dire darsi anima e corpo alla stessa causa) della diocesi di Lin Fen, nella provincia di Shan Xi, gestito dalle suore del Cuore Immacolato di Maria. Recentemente l’ospedale è stato premiato dalle Autorità locali per “il contributo sanitario ed il servizio eccellente”, inoltre è indicato come “modello” del settore sanitario locale. L’ospedale cattolico si è sviluppato dalla clinica oculistica di Lourdes, fondata nel 1952 da un sacerdote. Oggi offre un servizio di alta qualità tecnologica a costi contenuti, ma ciò che attira la gente è soprattutto il grande amore e l’attenzione del personale verso i pazienti. Il sevizio medico e le cure vengono prestate gratuitamente ai poveri, agli anziani e ai disabili.
    Suor Geng ha confidato a Faith, bollettino cattolico di He Bei: “la profonda vita spirituale è la linfa della nostra congregazione e dell’ospedale. La regolare vita contemplativa e la preghiera ci hanno dato la forza di affrontare qualsiasi difficoltà come la mancanza di fondi, del personale, le questioni burocratiche… . Alle 5 esatte siamo già nella cappella per la meditazione, la lettura della Bibbia e le lodi. La Santa Messa, il Vespro e la confessione della sera, vengono seguite dalla compieta. Nessun motivo può cambiare il nostro ritmo di preghiera. Inoltre aiutiamo anche i sacerdoti della parrocchia, ci occupiamo della pastorale dei pazienti e di ciò che succede nel mondo, ad esempio lo tsunami, offrendo la nostra preghiera e l’aiuto economico. I paramedici dell’ospedale sono stati influenzati dal nostro esempio”.
    L’ospedale cattolico Tong De è un edificio di 2,120mq, a 2 piani. La grande Croce sopra il tetto è molto evidente ed ha sempre attirato l’interesse e l’attenzione dei passanti. Attualmente ci sono 37 impiegati. Come dice Suor Geng “Continuiamo a migliorare la tecnologia e la qualità del servizio con l’aiuto del Cuore Immacolato di Maria”.

    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
    (P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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    00 28/07/2006 16:17
    ASIA/INDIA - Dal 1997 l’assistenza ai malati di Aids rappresenta il marchio della presenza Camilliana in India

    Roma (Agenzia Fides) - Tra le missioni camilliane quella indiana è la più giovane. Presenti dagli anni Ottanta, i missionari camilliani hanno avuto come obiettivo quello di promuovere vocazioni locali e formare religiosi. La loro opera è caratterizzata da attività ministeriali caritative e sociosanitarie. Sono stati tra i primi ad occuparsi delle vittime dell’epidemia di Aids che cominciava a mostrare i primi segni della sua virulenza.
    I 59 religiosi presenti oggi sono tutti indiani. Attualmente la missione è composta da 5 comunità religiose. Tutti i centri di formazione hanno attività sociosanitarie a favore di malati poveri ed emarginati. Si tratta in genere di case accoglienza per anziani senza fissa dimora o malati di Aids.
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    00 11/10/2006 19:36
    ASIA/INDIA - Diciottesimo Incontro dell’Associazione Nazionale delle Infermiere Cattoliche in Kerala

    Thrissur (Agenzia Fides) - Inizierà il prossimo 13 ottobre a Thrissur, in Kerala, il diciottesimo Incontro quadriennale Nazionale dell’Associazione Infermiere Cattoliche dell’India (CNGI).
    Tema dell’incontro sarà “Il ruolo delle infermiere nel mutevole scenario della famiglia sanitaria”, ha detto presentando l’inizitiva Suor Eleonore, CMC, primo vice presidente nazionale dell’Associazione.
    La CNGI venne costituita negli anni ’30 con l’obiettivo principale di lavorare per offrire una migliore assistenza sanitaria e rendere servizi caritativi a favore dei bisognosi e dei più emarginati della società, indipendentemente dalla casta e dal credo di appartenenza.
    La sede principale della CNGI è a Mumbai e conta oltre 7.500 membri che partecipano attivamente ai programmi sanitari in tutto il paese.
    Suor Eleonore, oltre ad aver lavorato per 40 anni come infermiera, è anche amministratore dell’Ospedale Cattolico Saint Joseph di Choondal. Secondo la suora va cambiata la mentalità di chi si avvicina al mondo della salute. Ai suoi tempi, ha detto suor Eleonore, per essere un’infermiera occorrevano devozione, lealtà, disponibilità, sincerità e sacrificio a favore dei malati e dei poveri, mentre oggi si pensa solo a finire la scuola infermieristica al più presto per poter poi trovare un lavoro ben retribuito fuori.
    L’inaugurazione della convention sarà presieduta dal Cardinale Varkey Vithayathil della Chiesa Syro-Malabarese. All’incontro prenderanno parte numerosi esponenti internazionali del mondo ecclesiastico e sanitario
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    Justee
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    00 12/10/2006 13:48
    ASIA/INDIA - Aumenta il numero dei centri gratuiti per il trattamento antiretrovirale dell’Hiv in India. Oltre 60, distribuiti nei villaggi più remoti, sono gestiti dalla Chiesa cattolica

    Roma (Agenzia Fides) - L’Organizzazione Nazionale per il controllo dell’Aids (NACO) ha aumentato il numero di centri che forniscono il trattamento antiretrovirale (ART) gratuito contro l’Aids. Prima erano 54 ora sono 91 e ne sono previsti altri 9.
    Di questi 91, 60 sono gestiti dalla Chiesa cattolica che si prende cura delle persone colpite da questo virus mortale nei loro ospedali e centri sanitari distribuiti prevalentemente nei villaggi più remoti dell’India.
    I pazienti che finora hanno potuto beneficiare dei farmaci antiretrovirali nei 91 centri sanitari sono 40 mila e si prevede che entro la fine del mese di marzo potranno essere 85 mila. In tutti questi centri lavorano medici appositamente preparati, consulenti e tecnici di laboratorio che aiutano i malati di Aids ad avvicinarsi agli ART e che li seguono regolarmente.
    I farmaci ART sono una combinazione di tre potenti medicinali che vengono somministrati alle persone che si trovano in uno stadio avanzato del virus. Sebbene questi farmaci non curino l’Hiv, impediscono che il virus si moltiplichi e riducono il numero di infezioni opportunistiche migliorando di conseguenza la qualità e prolungando la vita dei malati.
    La continuità è il fattore più importante per l’efficacia a lungo termine del trattamento poiché una eventuale interruzione potrebbe causare resistenza al farmaco

    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
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    benimussoo
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    00 03/11/2006 13:27
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    ASIA/INDIA - Ogni giorno muoiono 400 bambini nello Stato indiano del Bihar, circa 158 mila all’anno con meno di un anno di età

    Bihar (Agenzia Fides) - Per salvare qualcuno dei 158 mila bambini che muoiono ogni anno prima di aver compiuto un anno di età, l’Unicef (l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa dei bambini) ha stabilito una partnership con il Governo del Bihar per la formazione in cinque distretti di professionisti sanitari che si occupino di informare le madri sulle corrette pratiche mediche da attuare per la tutela dei loro bambini.
    In media, sono oltre 400 i bambini al di sotto di un anno di età che muoiono ogni giorno nello stato nord orientale indiano. Secondo l’Unicef circa due terzi delle morti avvengono durante il primo mese di vita. Interventi tempestivi potrebbero aiutare a salvare qualche vita.
    Ogni anno, in Bihar, sono 158 mila i bambini con meno di un anno che muoiono prematuramente. Le cause principali sono da attribuirsi prevalentemente allo stato nutrizionale molto precario delle madri, alle pratiche di allattamento, a quelle sanitarie e igieniche, alla malnutrizione, e alla mancanza di servizi a livello locale.
    Per cercare di ridurre il tasso di mortalità infantile così elevato, è stata elaborata una strategia unica per formare professionisti sanitari e assistenti all’infanzia in supporto alle madri.
    La strategia (Integrated Management of Neonatal and Childhood Illness) è stata estesa ad altri 5 distretti, Gaya, Bhagalpur, Muzaffarpur, Patna e Darbhanga, dopo il successo di un esperimento fatto a Vaishali circa dieci mesi fa [SM=x511460]
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    00 11/12/2006 20:14
    ASIA/COREA DEL SUD - Il contributo dei fedeli cattolici al rispetto dei diritti umani: messaggio della Commissione “Giustizia e Pace” dei Vescovi coreani

    Seul (Agenzia Fides) - La società rispetti la dignità della persona, che è immagine di Dio, mentre i fedeli cattolici si impegnino di più per i poveri e gli emarginati. Sono i contenuti fondamentali del Messaggio inviato a tutte le diocesi e a tutte le parrocchie dalla Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale in Corea, in occasione della Giornata Onu dei Diritti umani, celebrata il 10dicembre.
    Nel messaggio, firmato da Mons. Boniface Choi Ki-San, Presidente della Commissione, si afferma che i cristiani devono essere “guardiani dei diritti umani, praticare l’amore ed essere nella nostra società come sale e luce”. “Non è abbastanza - si legge - avere solo una umana compassione per i poveri e gli emarginati. Occorre coinvolgersi direttamente mo e cercare un luogo per restituire loro dignitose condizioni di vita. Contemplando il comandamento dell’amore, lasciamo rivivere la giustizia di Dio su questa terra”.
    La Chiesa coreana segnala alcuni temi fondamentali: dare attenzione al bene comune e al dialogo, basato sul rispetto di quanti hanno opinioni differenti dalle proprie; proteggere ogni vita umana da qualsiasi abuso o manipolazione; preoccuparsi per le violazioni dei diritti umani commesse dai poteri pubblici; prendersi cura dei poveri e degli emarginati, a cui sono negati diritti basilari della persona; estendere la lotta per la difesa dei diritti umani alla Nord Corea e ad altre nazioni asiatiche.
    Nel testo il Vescovo cita infatti anche la tensione attualmente presente nella penisola coreana, che crea ulteriore incertezza alla vita di tutti. Chiede perciò a tutti i fedeli, in Corea e nel modo intero, di pregare perché in Nord Corea si torni a praticare il rispetto dei diritti umani fondamentali
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    00 20/12/2006 10:53
    ASIA/CAMBOGIA - Natale di solidarietà con gli studenti di famiglie povere e ragazze disagiate per la comunità cattolica cambogiana

    Phnom Penh (Agenzia Fides) - Uno dei maggiori impegni della Chiesa cattolica in Cambogia è il sostegno ai giovani delle scuole medie superiori per continuare gli studi nei college e nelle università. Il Natale 2006 sarà speciale per un nuovo gruppo di giovani che, grazie al Centro per gli Studenti Universitari del Vicariato Apostolico di Phnom Penh, potranno continuare gli studi, nonostante le difficoltà economiche delle loro famiglie. Gli studenti provengono infatti da famiglie povere delle diverse province cambogiane, che non possono permettersi di mantenere gli studi per i figli.
    Come ha spiegato il missionario del Pime p.Enrico Fidanza, Direttore del Centro, “per l’anno accademico 2006-2007 il Centro ha accolto 12 nuovi studenti, che vanno a completare un gruppo di 60 giovani, beneficiari di una borsa di studio a totale copertura per i 4 anni necessari ai loro studi”. I 60 studenti frequentano diversi Atenei nella città di Phnom Penh, seguendo discipline come Management, Ingegneria, Informatica, Ragioneria, Scienze economiche, Medicina.
    Accanto all’istruzione, i missionari in Cambogia guardano anche al disagio sociale. Per questo in occasione del Natale 2006, a Phnom Penh è stata inaugurata dai Salesiani presenti in Cambogia una struttura di accoglienza per ragazze, intitolata a “Mamma Margherita”, la madre di Don Bosco. La struttura ospiterà bambine, ragazze madri e giovani donne disagiate, cercando di combattere, attraverso un percorso di accoglienza, recupero, formazione professionale e graduale reinserimento nel mondo del lavoro, le ragazze spesso avviate alla prostituzione
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    00 29/01/2007 09:25
    ASIA/PAKISTAN - Riforma della legge sulla blasfemia: le speranze dei cristiani
    Lahore (Agenzia Fides) - Il Pakistan potrebbe modificare o abolire la Legge sulla blasfemia dopo le prossime elezioni, previste per la fine del 2007. Lo ha affermato, a margine di una conferenza universitaria tenuta di recente a Parigi, il Senatore Mushahid Hussain Sayed, Segretario della “Pakistan Muslim League” (partito della coalizione di governo), e presidente della Commissione Affari Esteri del Senato pakistano. Le parole del Senatore Hussein hanno risvegliato le speranze specialmente fra le minoranze religiose, particolarmente discriminate e oppresse attraverso quel provvedimento legislativo, che prevede carcere duro, fino all’ergastolo e alla pena di morte, per chi “insulta il nome del Profeta Maometto”.
    Il Senatore ha ricordato che il presidente Pervez Musharraf aveva già tentato di riformare la legge nel 2000, ma poi non era riuscito nel suo intento a causa delle pressioni di gruppi fondamentalisti e dei partiti religiosi. Il governo, ha spiegato il Senatore Hussain, ripresenterà la questione dopo le elezioni, non potendo farlo prima per non dare in campagna elettorale una facile arma ai partiti religiosi. Ma, secondo Hussain, esistono le condizioni e tutte le intenzioni per modificare e riformare la legge.
    La Chiesa si è sempre opposta a una legge che è stata definita dal Presidente della Conferenza Episcopale, Mons. Lawrence Saldanha, “ingiusta e discriminatoria”. Per questo ne ha chiesto ufficialmente l’abrogazione con diversi appelli pubblici, in nome di un principio di giustizia, equità, rispetto dei diritti umani, per tutti i cittadini pakistani, di qualsiasi religione.
    I segnali registrati nel paese negli ultimi mesi sono stati contrastanti: da un alto l’Alta Corte di Lahore ha assolto e rilasciato numerosi cristiani arrestati ingiustamente in base alla legge sulla blasfemia, fra i quali: Shahbaz Masih Kaka, disabile mentale; Ranjha Masih, cristiano di Lahore condannato nel 2003 all'ergastolo; Shahid Masih, 17 anni; Naseem Bibi, donna trentenne accusata da ignoti; Yousaf Masih, il giovane la cui presunta colpa aveva fatto esplodere le violenze contro i cristiani a Sangla Hill.
    D’altro canto le associazioni per i diritti umani hanno denunciato che nel 2006 la condizioni delle minoranze cristiane non sono migliorate, ed esiste ancora un diffuso costume di utilizzare la legge sulla blasfemia in modo strumentale, per sbarazzarsi di avversari, nemici, persone scomode, specialmente se appartenenti alle minoranze religiose, come ha segnalato la “All Pakistan Minorities Alliance”, notando un aumento delle denunce per blasfemia contro i cristiani.
    Le comunità cristiane di tutte le confessioni in Pakistan, dopo aver condotto per anni una campagna di opinione, invocando i diritti riconosciuti dalla Costituzione del paese, sperano che gli auspici e le promesse di revisione espresse dal mondo della politica si realizzino, per il bene del paese, per la costruzione di una società giusta, pacifica e armoniosa.

    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
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    00 23/02/2007 17:52
    ASIA/INDIA - Il decreto anti-conversioni nello stato di Himachal Pradesh diventa legge ed entra in vigore
    New Delhi (Agenzia Fides) - Il decreto anti-conversioni entra in vigore nello stato di Himachal Pradesh (India nordoccidentale): il 19 febbraio scorso il governatore dello stato, Vishnu Sadashiv Kokje, ha firmato il provvedimento già approvato dal Parlamento il 29 dicembre 2006, che così ha acquistato ufficialmente forza di legge.
    Le minoranze religiose hanno espresso grande preoccupazione e sorpresa perché il documento è stato approvato in uno stato governato dal Partito del Congresso, mentre fino ad ora, in altri stati dell’India, leggi simili erano state proposte sempre dal partito nazionalista di matrice indù BJP. Alcune organizzazioni cristiane stanno pensando di contestare il provvedimento con un ricorso legale, sollevando un’eccezione di incostituzionalità, in quanto esso contrasta con le affermazioni di piena libertà di coscienza e di religione garantite dalla Costituzione indiana.
    I cristiani temono una nuova ondata di violenze da parte di gruppi estremisti indù che potrebbero essere incoraggiati da questo documento. Joseph D’Souza, presidente dell’associazione “All India Christian Council”, che riunisce cristiani di diverse confessioni, ha detto: “E’ particolarmente deplorevole che il governo laico e secolare dell’Himachal Pradesh abbia approvato questa legge che minaccia severamente il diritto fondamentale alla libertà di religione. L’assenso del governo appare come un sostegno alla discriminazione e alla violenza sulle minoranze religiose”. Anche le organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno espresso il loro disappunto.
    Secondo fonti locali di Fides, sembra che il Partito del Congresso abbia approvato il nuovo provvedimento per ragioni di opportunità elettorale: in Himachal Pradesh si preparano infatti le elezioni generali dell’inizio 2008 e il Congresso vuole guadagnare consenso popolare.
    Leggi anti-conversioni sono in vigore attualmente anche in Orissa, Madhya Pradesh, Chhattisgarh, Arunachal Prades, Uttar Pradesh, Gujarat (dove è stata di recente modificata). In Rajasthan la legge è passata in Parlamento ma non è stata firmata dal Governatore (dunque non è in vigore). In Tamil Nadu, dopo l’approvazione, il provvedimento è stato revocato con la sconfitta elettorale del Bjp
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    00 27/02/2007 16:14
    ASIA/MYANMAR - Offensiva dell’esercito in Myanmar: l’Onu chiede al governo di consentire alle organizzazioni umanitarie l’assistenza ai civili sfollati
    Yangon (Agenzia Fides) - Il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per la situazione dei rispetto dei diritti umani in Myanmar, in particolar modo a causa delle dure operazioni militari condotte nella regione di Kayin. Per tali ragioni ha chiesto al governo di Yangon di permettere l’accesso alle organizzazioni umanitarie. Secondo le testimonianze giunte all’Osservatore Speciale dell’Onu per i diritti umani in Maynmar, Paulo Sergio Pinheiro, nei distretti di Toungoo e Bago orintale, gli abitanti dei villaggi, già più volte sfollati e costretti a lasciare le proprie case, sono in una situazione di reale emergenza umanitaria. Visto l’aumento di intensità delle operazioni militari nella regione, il numero delle comunità che si trovano in stato di necessità, che non hanno cibo e sopravvivono a stento, è cresciuto in modo significativo nel 2006 e continua a crescer nel 2007.
    L’Osservatore Speciale Onu ha segnalato l’urgenza di assistere le popolazioni civili (soprattutto donne, bambini e anziani) che si trovano in questa precaria situazione. L’assistenza umanitaria ha detto, non dovrebbe rispondere a logiche politiche o essere “ostaggio della politica. Dev’esser solo guidata dal principio di aiutare le comunità civili in difficoltà. Sarebbe un grave errore - ha detto - voler aspettare la completa normalizzazione del Myanmar prima di consentire l’accesso agli operatori umanitari”.
    Il Consiglio Onu è disponibile a inviare personale per supervisionare l’eventuale lavoro delle organizzazioni non governative.
    Paulo Sergio Pinheiro negli ultimi tempi ha più volte richiamato la necessità di avviare un serio processo di riforme democratiche in Myanmar, in un percorso in cui “gli stessi leader della nazione hanno dichiarato di volersi incamminare”.
    I più recenti rapporti di organizzazioni indipendenti sul Myanmar non hanno però portato buone notizie: secondo “Christian Solidarity Worldwide”, la campagna di restrizioni e discriminazioni condotta dal regime militare ai danni delle minoranze etniche e religiose continua con forza. Un recente documento dell’organizzazione delle donne di etnia karen ha inoltre denunciato una vasta compagna di abusi e violazioni compiute dai militari sulle donne.

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