“Centro sociale dell'impero o capitale del potere imperiale cambia ben poco. Anche perché cosa vuol mai dire: centro sociale dell'impero?”
Centro delle attività, luogo centrale e più importante da diversi punti di vista, come te lo devo dire ? Tutti andavano a Roma per vari motivi, dunque la comunità romana era di gran lunga la più cosmopolita dell’impero. Era il centro nevralgico degli spostamenti e dunque la comunità di cristiani che si venne a formare divenne di gran lunga la più importante.
“Tu dici che Roma è diventata preminente nel IV secolo, e nessuno storico si sognerebbe di dire che Roma nel IV secolo era il centro sociale dell'impero”
Ma lo fai apposta ? Ti sto dicendo che la preminenza è iniziata prima del IV secolo, in seguito a questo poi nel IV l’autorità romana si inizia a consolidare ufficialmente.
“Inoltre resta il fatto che Roma nei primi secoli era odiata proprio per i suoi attribuiti "sociali", e l'Apocalisse ne fa un elenco quando dice che controlla tutti i traffici commerciali ed i re della terra si sono prostituiti con lei”
E paradossalmente anche per questo che venne ritenuta tra le comunità cristiana più importanti. I cristiani di Roma erano considerati di gran lunga i più “fedeli”, giacchè abitavano proprio nel “cuore della bestia”. Inoltre Roma era perfetta per placare la sete del martirio che investì molti primi cristiani, diversi viaggiavano verso Roma proprio per la ricerca del martirio e per emulare le gesta di Paolo e di altri. Proprio il fatto che quella città rappresentava il male da combattere, fu un motivo per ritenerla il punto fondamentale della predicazione cristiana. Queste motivazioni unite all’importanza del luogo, al fatto che la comunità fosse stata retta dal capostipite della corrente cristiana dominante (Paolo), hanno fatto si che tale comunità diventasse nel tempo la più importante da tutti i punti di vista, sia dottrinale che giurisdizionale. Gli apologeti in seguito, al fine di contrastare le nascenti eresie esterne e interne ebbero bisogno di una struttura gerarchica che mantenesse una ortodossia e dunque anche di un’autorità centrale alla quale riferirsi. Per dare il massimo dell’autorevolezza e per fornire la prova che la dottrina fosse rimasta quella predicata da Gesù, si fece risalire la fondazione della comunità romana non solo a Paolo apostolo ma anche a Pietro, il primo degli apostoli. Questo è confermato dallo studio della patristica, nella quale si ravvede una tendenza alquanto strana, ossia man mano che ci si allontana dalla data della presunta morte di Pietro a Roma, la tradizione si arricchisce sempre più di particolari ! Questo è un chiaro sintomo, ultra noto agli storici, che denota un accrescimento dei particolari leggendario, utilizzato per ricercare autorevolezza riferendosi alla figura del primo apostolo. Siccome mi hai parlato della patristica, analizziamo quali i passi in ordine cronologico e vediamo come i più vicini ai fatti siano in realtà i più scarni di informazioni e come via via si arricchiscano di particolari:
Clemente 96 d.c. in 1 Corinzi 5, 2-6, 1 non sa praticamente nulla di ciò che accadde a Pietro ne è certo che le espressioni che usa si riferiscano al martirio. Non ci dice assolutamente nulla sul fatto che abbia fondato e/o diretto la sua stessa Chiesa !! Non ti pare che se lui stesso fosse successore di Pietro lo avrebbe sottolineato con fermezza e soprattutto avrebbe avuto notizie di “prima mano” ? Invece di lui non sa praticamente nulla. La stessa cosa si può dire di Paolo che molto poco sa di Pietro a Roma.
Nel II secolo Giustino non nominò affatto Pietro, pur avendone occasione quando nominò Simon Mago ovvero l’avversario di Pietro.
Il vescovo Romano Aniceto alla metà del II secolo rispondendo a Policarpo che si rifaceva a Giovanni in merito alla questione pasquale, non gli rispose affatto riallacciandosi alla sua autorità derivante da Pietro e Paolo ma solo a quella dei presbiteri sui predecessori. (cfr Eusebio Historia Ecl.)
Solo dopo la metà del secondo secolo si iniziano a scorgere particolari sulla presunta predicazione di Pietro a Roma e sul suo martirio. (Origene, Dionigi, Tertulliano ecc…)
Sembra poi che Tertulliano (fine II secolo ?) dica che Pietro ordinò Clemente quale vescovo romano, ma questo non coincide con la cronologia riportata da Ireneo.
Inoltre le attestazioni parlano di martirio di Pietro a Roma e di sua predicazione, ma quasi per nulla si trovano testimonianze relative alla sua indiscussa “autorità” in Roma, al contrario di Paolo.
Successivamente il racconto si arricchì ulteriormente di particolari talmente precisi da essere senza ombra di dubbio leggendari.
La tradizione del III secolo vedrebbe Pietro a Roma addirittura per 25 anni. (dal 42 al 67 d.c vedi cronaca di Eusebio). E’ risaputo oggi che tale dato è assolutamente infondato perché contrasta con altri avvenimenti storici come la cacciata dei cristiani da Roma e la presenza di Pietro ad Antiochia (43 dc) e a Gerusalemme (50 dc). Questa è un’altra prova che la patristica sita cercando sempre più di dare autorevolezza alla comunità romana, arricchendo di particolari la predicazione di Pietro e allungandone la presunta presenza a Roma.
Ritornando ai coevi di Pietro, nel 57 dc scrivendo ai romani Paolo non dice nulla di Pietro come sarebbe più che logico dato il contesto e non si dica che questo è un argomento ex silentio perché è invece alquanto significativo, infatti come poteva Paolo tacere sul capo degli apostoli ? ne accenna minimamente alla presenza di Pietro a Roma nelle lettere del 64 dc mentre era prigioniero, anno nel quale sarebbe avvenuta la morte di Pietro.
Mi sembra che vi siano elementi sufficienti per ritenere plausibile l’ipotesi che solo tardivamente (III sec) si iniziò a far risalire l’autorità della chiesa romana al fatto che il primo apostolo fosse stato il primo vescovo di Roma è dunque ragionevole ritenere che Pietro non fu affatto il fondatore della Chiesa di Roma ne che la diresse, ma che vi venne per brevissimo tempo e subì il martirio.
Mi chiedevi almeno una testimonianza su Pietro diversa da quelle da te riportate ? eccola:
il filosofo Porfirio in un frammento a lui attestato sostiene che Pietro fu crocefisso a Roma dove predicò solo per alcuni mesi.
Dunque come si possa ritenere fondatore di una comunità o guida della stessa qualcuno che vi predicò qualche mese e poi venne ucciso non mi è noto.
Per non parlare del fatto che la successione voluta da Ireneo, sia assolutamente anacronistica perché l’episcopato monarchico era di là da venire quando egli nomina Lino Anacleto e Clemente, sappiamo bene che le singole comunità erano rette dal collegio dei presbiteri e che la figura del Vescovo a capo degli stessi presbiteri e della chiesa nacque solo successivamente per combattere le eresie. Dunque è chiaro il tentativo da parte di Ireneo di far risalire l’autorità romana nient’altro che a Pietro e di fondare la successione apostolica come garanzia di tradizione, come se l’episcopato fosse “juris divini” mentre invece, come disse lo stesso Girolamo, nacque dall’esigenza di estirpare le eresie e che in origine i vescovi e i presbiteri erano la stessa cosa.
Ritornando alla testimonianza della lettera di Clemente che sarebbe il primo atto nel quale si denota una certa “supremazia” della chiesa di Roma intervenuta per dirimere questioni nate in un’altra chiesa, è da notare che Clemente non è nominato affatto e che lo scritto è da attribuire alla collegialità della chiesa di Roma e non a Clemente in quanto autorità della stessa, egli si incaricò unicamente della stesura della lettera. Come ho detto precedentemente infatti all’epoca la comunità romana era retta dal collegio dei presbiteri e non certo da un vescovo monarca ne i toni della lettera sono quelli di un’autorità che esorta l’interlocutore ad obbedire. Quindi l’intento della lettera era unicamente dovuto alla mutua vigilanza tra le chiese, usanza comune all’epoca.
In ultimo, ma non meno importante, è da notare che ben presto la Chiesa di Roma per diversi motivi (geografici, politici) si trovò ad essere di gran lunga la più ricca e ad aiutare le altre comunità più povere come testimonia la lettera di Dionigi a Sotero. L’opera di carità che viene attribuita alla comunità romana anche da Ignazio è da ricondursi a questa tipologia di interventi a favore delle chiese più povere.
“Inoltre al cristianano della società imperiale importa come, bisogna essere infatti nel mondo ma non del mondo, cioè essere stranieri nella propria stessa patria perché si è cittadini del cielo. Questo è il grande insegnamento della lettera a Diogneto. “
Ma questo è a favore della mia tesi non contro. Infatti dove meglio che a Roma si poteva essere nel mondo ma non del mondo ? Controllare cioè proprio il cuore del malvagio impero romano ?
“Ma allora, in base a che cosa nel IV secolo gli avrebbero conferito il potere visto che neppure era la capitale?”
Io non ho detto che nel IV secolo assunse potere perché era la capitale !
“Ma se così fosse non si spiega il fenomeno che ho documentato nel post a Barnabino, ossia che nei primi 4 secoli non è Roma ad andare a cercare gli altri bensì gli orientali che cercano Roma”
Ma le motivazioni son sempre le stesse. Cercavano Roma perché questa città, per i motivi che ho scritto precedentemente e che non centrano nulla con il primo vescovo, era divenuta il centro della cristianità.
“Non è di solito di Roma ad impicciarsi, sono gli altri che la chiamano nella controversia, e questo perché le attribuiscono l'assenza di eresie”
Può darsi, ma il fatto che in essa non vi siano eresie è dovuto al fatto che fu per primo Paolo a dirigerla. Siccome la corrente vincente del cristianesimo nascente fu proprio quella paolina, è normale che la dove una comunità rispettasse proprio gli schemi dottrinali di Paolo, diventasse il punto di riferimento della cristianità di quel tipo
“Vorrei proprio sapere dove sarebbe affermato che Roma ha maggior preminenza per il suo ruolo nell'impero. E se non lo afferma nessuno sono affari tuoi”
Ancora ? Da quando la storia la fanno solo le citazioni ? La storia è analisi e interpretazione dei fatti raccontati dai testimoni. A me non importa nulla se esiste o meno una citazione che dica:”Roma è divenuta importante a causa di questo e qest’altro”, a me importa analizzare le fonti nel loro complesso, analizzare il contesto storico, sociale, culturale ecc… e capire se è possibile e/o probabile ciò che sostengo, anche perché non lo sostengo io che non sono uno storico, ma chi lo storico di quel periodo lo fa di mestiere.
“Scusa ma secondo te le due cose sono distinte?”
Si, una cosa è dire che Pietro è il primo apostolo, un’altra è dire che Pietro ha fondato o diretto la comunità di Roma, secondo te è la stessa cosa ?
“Io sto parlando proprio dell'auctoritas dottrinale di Roma in quando sede del magistero petrino,”
Ed io sto dicendo che non è la sede del magistero petrino, ma di quello paolino.
“Non sta dicendo che mancano gli episodi per dimostrare il primato petrino”
Io non ne ho ancora visti ! Ho visto che c’è una progressiva nascita dell’autorità romana, ma non vedo da nessuna parte dove questa nascita sia riconducibile, storicamente, alla fondazione o direzione di tale comunità da parte di Pietro.
“Ci vuole una base storico-antichistica per capire questi problemi, altrimenti non si sa come orientarsi”
Ed è per questo che leggo le tesi esposte da chi ha tali basi e non le formulo da solo. Non mi sono inventato una tesi di testa mia.
“Non basta citare gli accademici, bisogna anche conoscere il dibattito accademico, altrimenti si assolutizza il contingente”
Forse ti ho dato un’impressione errata, io non assolutizzo, cioè non dico che gli autori che leggo dicano necessariamente il vero e che gli altri siano in errore. Sostengo solamente che se questi studiosi presentano una teoria ritenuta da molti plausibile, allora posso ritenerla a mia volta tale. In ogni caso, non mi fermo di certo a questo, la ricerca e lo studio non finisce mai.
“E la conoscenza del dibattito non può certo prodursi leggendo manuali o navigando in rete: per conoscere le scuole di pensiero occorre darsi alle monografie e aver fatto un buon corso introduttivo.”
Sai qual è il problema ? è che se la mia tesi non incontra i tuoi favori, avrai sempre il modo di ribattere, se esponessi una mia tesi mi risponderesti che non sono informato, se mi informassi in rete, mi diresti che la rete è tutta un’accozzaglia di qualunquismo, se leggessi dei testi divulgativi, mi diresti che i testi divulgativi non servono a nulla, se leggessi un manuale inserito in tutte le bibliografie per gli esami di storia del cristianesimo, mi diresti che non serve un manuale ma occorrono le monografie, se leggessi le monografie, mi diresti che occorre frequentare dei corsi universitari per conoscere il dibattito, se mi laureassi mi diresti che un qualsiasi laureato può dire quel che gli pare perché occorre essere un ricercatore, se diventassi ordinario di storia del cristianesimo, mi diresti che ogni professore ha le sue tesi e dunque il parere di uno vale quello di un altro, se mi insignissero del premio nobel, mi diresti che anche i premi nobel non sono immuni dall’affermare le peggiori castronerie…. Insomma è del tutto inutile citarti tutti gli studiosi che non la pensano come te, tanto ci sarà senz’altro qualcuno che è favorevole alla tua e questo qualcuno, a tuo modo di vedere, esporrà senz’altro la tesi corretta !
Saluti
Andrea
[Modificato da spirito!libero 29/11/2006 15.40]