“ma insomma....'na rispostina ?
eppure il tema mi sembra interessante !”
Se n’è già parlato e ognuno ha detto la sua.
“la filologia e la ricerca storica hanno dimostrato che alcuni testi del NT sono stati scritti non da un solo agiografo ma a 4mani,da autori diversi,in periodi diversi”
Infatti i Vangeli sono solo la trascrizione della catechesi orale della chiesa primitiva. Tu confondi il problema dell’ispirazione di un testo con quello della sua attribuzione e della sua composizione.
La questione dell’ispirazione di un testo per un cattolico non è né chi l’abbia scritto né in quanto tempo sia stato redatto, cioè che conta è se dietro a tutto questo processo di formazione c’è Dio che s’è servito degli agiografi oppure è un processo del tutto immanente. La Chiesa viene prima, sia cronologicamente sia ontologicamente, della Bibbia. Il problema non è se il Vangelo di Giovanni abbia tre autori o cinque, ma chi mi garantisce che è ispirato e proprio nella forma in cui c’è giunto, cioè alla fine di un processo redazionale. Come dice giustamente Agostino: “Non crederei al vangelo se non mi spingesse l'autorità della Chiesa cattolica” (Contra ep. man. 5, 6)
Vincenzo di Lérins (morto prima del 450) ha sintetizzato il pensiero tradizionale dei cristiani in questo bel testo:
«La Sacra Scrittura, per la sua stessa sublimità, non viene interpretata da tutti nello stesso senso: uno ne spiega i detti in un modo, l’altro in un altro; sembra quasi di poterne dedurre: tanti uomini, tante sentenze... Ma per questo, per tante tortuosità di vario errore, è necessario che la linea interpretativa degli scritti profetici e apostolici sia guidata dalla norma del senso ecclesiale (sensus Ecclesiae) e cattolico (= universale). Nella stessa Chiesa cattolica dobbiamo curare con grande attenzione di attenerci a ciò che è stato creduto ovunque, sempre e da tutti: ciò infatti che è veramente e propriamente cattolico, per lo stesso significato e la stessa forza della parola, comprende universalmente tutto. Ma ciò avverrà solo se ci atterremo all’universalità, all’antichità e al consenso. Ci atteniamo all’universalità, se professiamo come vera solo la fede che tutta la Chiesa professa in tutto il mondo; ci atteniamo invece all’antichità, se non ci allontaniamo dalle concezioni che i nostri santi predecessori e padri hanno chiaramente professato; e ci atteniamo infine al consenso, se, all’interno delle dottrine antiche, seguiamo il parere di tutti, o almeno di quasi tutti, i vescovi e i maestri. Che farà dunque il cristiano cattolico, se qualche piccola parte della Chiesa si stacca dall’universale comunione di fede? Che cosa, se non anteporre ad un membro appestato e corrotto la salute di tutto il corpo? E che farà, se qualche nuovo contagio cerca di invadere non solo una particella della Chiesa, ma tutta la Chiesa insieme? Anche allora avrà cura di attenersi alle dottrine antiche, che certo non possono venire sedotte da inganno di novità. Ma se anche in queste si scova l’errore di due o tre uomini, o addirittura di una città o di una provincia? Avrà allora cura di preporre alla presunzione o all’ignoranza di pochi, le decisioni conciliari, se vi sono,
della Chiesa universale.Ma se si affaccia una dottrina su cui non si trova nulla di simile? Allora si metterà all’opera per consultare, esaminare e confrontare tra di loro le opinioni degli antichi, e precisamente di coloro che, pur in tempi e luoghi diversi, costanti nella comunione e nella fede dell’unica Chiesa cattolica divennero, in materia, un’autorità. Tutto ciò che egli troverà essere stato sostenuto, scritto e difeso non da uno o da due soli, ma da tutti, nello stesso senso, chiaramente, con frequenza e continuità, sappia che anch’egli lo deve credere senza dubbio alcuno» (Commonitorio, 2-3)
Per riassumere la questione in un nota introduzione al cristianesimo Padre Murialdo scriveva: solo la Chiesa può interpretare autorevolmente la Bibbia,
— sia perché alla radice del N.T. c’è una lunga tradizione orale (mentre i protestanti col loro Sola Scriptura si dimostrano astorici);
— sia perché è la tradizione che ha scelto quali libri fossero «apostolici»;
— sia perché l'interpretazione del testo biblico data dagli antichi ha maggiori garanzie di verità, rispetto a tutte quelle che vennero dopo, sia per la maggior vicinanza al tempo come lingua e sia per la migliore
conoscenza dell'ambiente in cui il testo fu prodotto.
Il tutto riassumibile in questo schema:
Non ha cioè senso alcuna interpretazione all’infuori dell’ambito della Chiesa, perché avendo la Chiesa selezionato quali testi fossero canonici in base ad un confronto con la sua tradizione orale è il suo punto di vista quello da seguirsi. Hai perfettamente ragione dicendolo che scannarsi su dei versetti è perfettamente inutile, infatti questo è principalmente un problema di chi crede al Sola Scriptura. La Bibbia non ha una teologia unitaria se non nella mente dei fondamentalisti: le sue dottrine variano a seconda dei contesti, degli autori, delle epoche. O si trova un istanza di unità superiore (=la Chiesa) oppure trovare il “che cosa insegna veramente la Bibbia” è un rincorrere i mulini a vento, perché la Bibbia da sola non insegna alcunché di univoco. Come è noto infatti il circolo ermeneutico è infinito, e dunque non c’è alcuna possibilità di fissare il senso di nessun versetto basandosi sulla lettura. In teoria un confronto a base di Sola Scriptura è infinito e non c’è alcuna possibilità di mettere a tacere l’avversario, perché grazie sia alla miscela dei versetti fatta da ognuno in maniera diversa sia grazie alla inteporetazione mutevole dei versetti singoli è possibile tirare fuori dalla Bibbia ciò che si vuole. Sulla base della Bibbia sono possibili ad esempio diverse cristologie, più o meno alte (e fra queste non includo quella dei tdG che non si basa sull’interpretazione dei testi ma sulla loro falsificazione). Essendo possibili una molteplicità di letture, giacché l’orizzonte ermeneutico è infinito e varia a seconda della struttura conoscitiva del soggetto e delle sue conoscenze, o Dio è un idiota ad aver deciso di comunicare in questo modo al suo popolo oppure s’è premunito di darci un criterio per sapere quale tra le mille interpretazioni possibile è quella giusta, e l’unica organizzazione che esista da duemila anni e che dunque possa aver fatto questo compito affidatole da Dio è la Chiesa cattolica (ed incluso ovviamente sia Oriente che Occidente). Già Pietro diceva che molti passi delle lettere di Paolo sono difficili da comprendere e che dunque nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, i protestanti invece per presupposti più filosofici che storici, cioè idee indipendentiste derivate dal soggettivismo moderno, hanno voluto scavalcare la mediazione della Chiesa togliendosi dal paradigma del cristianesimo primitivo.
Ad maiora
[Modificato da Polymetis 10/02/2007 15.04]
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)