00 08/02/2007 12:24
Leggo solo ora questo post. Innanzitutto noto che ancora una volta i TdG tentano di confondere il trinitarismo con l’affermazione della divinità delle tre persone. Infatti sebbene quest’ultima sia patrimonio comune in tutti i secoli, come questo possa conciliarsi col monoteismo è opera dell’elaborazione teologica, un’elaborazione che giunge alla sua maturazione ancora prima che il canone del Nuovo Testamento sia chiuso. Gli elementi sono da sempre presenti, la loro messa a punto, opera della guida dello Spirito alla Chiesa, è avvenuta nei secoli, come del resto la formazione del Nuovo Testamento. Curioso che questa gente rigetti come dottrina tarda la Trinità e poi creda ad un libro creato dalla medesima Chiesa e ancora più vecchio, perché è del libro venuto fuori dall’ortodossia che stiamo parlando, se vogliono seguire i canoni dei giudeo-cristiani o degli gnostici ce lo facciano sapere così iniziamo a dialogare sul Vangelo di Filippo.
Quanto al fatto che Giustino Martire sia o meno influenzato dal platonismo, se i TdG ti hanno detto questa cosa sono in contrasto, e ovviamente lo ignorano, con la Torre di Guardia(vedi oltre). Insinuare l’idea che il santo volesse introdurre dottrine pagane nel cristianesimo è oltremodo astorico, anche perché l'atteggiamento di Giustino verso il paganesimo è assai duro, e di biasimo.
Quello che lui ritiene, insieme alla maggior parte dei Padri della Chiesa, è che siccome lo Spirito soffia dove, Dio abbia sparso nell'intelligenza di uomini sapienti come Eraclito, Socrate e Platone, dei semi di sapienza che in un certo senso prefiguravano il Vangelo.
Ad esempio per Socrate dice in Apologia I, 5,3-4: "Quando Socrate, secondo la vera ragione e criticamente, si è sforzato di portare alla luce queste realtà, e di allontanare gli uomini dai demoni, gli stessi demoni, attraverso uomini assoggettati al male, si adoperarono per farlo condannare
a morte come ateo ed empio, dicendo che lui introduceva nuove divinità; allo stesso modo operano contro di noi. Non soltanto infatti tra i Greci, tramite Socrate, queste posizioni sono state confutate dalla ragione, ma anche tra i barbari, dallo stesso Logos, che ha preso forma e si è fatto uomo sotto il nome di Gesù Cristo, prestando fede al quale noi affermiamo che i demoni che si sono comportati in questo modo, non solo non sono dèi, ma sono demoni cattivi e malvagi".
Scrive la Torre di guardia del 15/3/1992: " Giustino cercò la verità e RIGETTO' la filosofia greca. Quale apologista, difese gli insegnamenti e le pratiche di coloro che professavano il cristianesimo. E per essersi professato egli stesso cristiano, soffrì il martirio". Quindi caro Dubbi-no i tdG smentiscono le loro stesse riviste.
Sul fatto di Lazzaro e del ricco epulone hai ragione nel dire che quel passo è chiarissimo, e sono altrettanto ingenuiti coloro che ti dicono che non può essere così perché altrove si afferma diversamente: costoro sono fondamentalisti che non capiscono come le dottrine mutino nei secoli, sono i sostenitori dell’inerranza biblica. Anche per il tetragramma hai ragione: non c’è, ed è stato aggiunto per una serie di congetture ed ipotesi, che tuttavia sono sempre ipotesi. Ciò che possiamo dire è che a inizio II secolo non c’era già più, perché a tale data risalgono i nostri più antichi papiri che riportino qualche passo dove la TNM ha piazzato un bel Geova. Né ha senso parlare della presenza del nome di Dio decurtato, quella al massimo è un indizio che non lo pronunciavano già più interamente e si fanno più frequenti queste formulazioni, e quest’omissione di pronuncia secondo i più era già praticata da dopo l’esilio a Babilonia. Né ha senso dire che si rimette il tetragramma nelle citazioni dell’AT in cui c’era, bisognerebbe sapere infatti da che versione dell’AT stavano citando, e le teorie sulla genealogia delle versioni della LXX sono troppo congetturali. Basti questo: nessuna edizione critica può dar credito alle ipotesi della WTS.



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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)