00 03/03/2008 21:44
Re:

Comunque li si voglia vedere, i moti ereticali sono moti di cultura, indici di un lavorio intellettuale più vivace. Sono coscienze che reagiscono, cervelli che si mettono in moto. Ignorano o disconoscono quel che è al di fuori o contro di essi, tanto nella Chiesa quanto nella società civile. Si attaccano all'autorità di testi, dove questa loro concezione primitiva della vita trova riscontri e argomenti giustificativi, dove la vita religiosa si presenta libera da quella struttura di interessi mondani assimilati dalla Chiesa romana. Probabilmente il destino di chi subisce persecuzioni per le idee o per la fede non può essere altro che questo: o trovare nell'opposizione stessa la forza per resistere e magari trionfare o cedere.



Chiese, Valdesi e metodisti scrivono ai vescovi e ai credenti cattolici di Palermo

* Primato cattolico

- «Le chiese evangeliche valdesi e metodista di Palermo manifestano il proprio sconcerto per le chiusure espresse dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nelle Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina della Chiesa. Il documento non enuncia nulla di nuovo rispetto all’enciclica Dominus Iesus (2000), e il fatto che sia stato ribadito che quelle che affondano le proprie radici nella Riforma del XVI secolo non siano Chiese, perché non possiedono il sacerdozio ministeriale e non conservano la sostanza del ministero eucaristico, non ci meraviglia più di tanto».

Lo scrivono in documento, inviato ai vescovi e ai fedeli cattolico-romani della città, le chiese valdesi e metodiste che aggiungono: «Noi siamo convinti che: viviamo della promessa, finora mantenuta dal Signore, che la testimonianza dei profeti e degli apostoli continuerà a far nascere e conserverà la sua chiesa di peccatori perdonati; non abbiamo il sacerdozio ministeriale perché viviamo dell’unico sacerdozio di Cristo; abbiamo la promessa che, nel pane e nel vino della Cena del Signore, siamo in piena comunione con Lui». «Tuttavia - sottolineano - ci preoccupa il fatto che, secondo noi, la Chiesa Cattolica, negli ultimi tempi, si stia avviando verso una nuova Controriforma.

Ci riferiamo alla riproposizione della messa in latino, alla reintroduzione della preghiera per la conversione degli ebrei e ora la Dichiarazione sulla Lumen gentium. Assistiamo oggi, e questo ci delude molto, a un ridimensionamento delle aperture ecumeniche del Concilio che intravediamo nell’affermazione, non certo nuova, che la Chiesa di Cristo sussiste unicamente nella Chiesa Cattolica. Il Concilio Vaticano II aveva sostituito l’est di tale affermazione con “subsistit in” dichiarando così che la Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa Cattolica, in senso non esclusivo». «A parer nostro - concludono -, il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede distrugge la cattolicità (universalità) della chiesa quando per chiesa cattolica intende quella “cattolico-romana”. Noi affermiamo invece che “Ogni chiesa è la chiesa cattolica (universale) e non semplicemente una parte di essa.

Ogni chiesa è la chiesa cattolica, ma non nella sua interezza. Ogni chiesa realizza la propria cattolicità quando è in comunione con le altre chiese”

(Documento “Chiamati ad essere una sola Chiesa” della IX Assemblea generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, Porto Alegre - Brasile - 2006)».

Probabilmente la chiesa cattolica non accoglie come dovrebbe le chiese sorelle