Scritto da: (Upuaut) 25/04/2007 18.10
Questo è senz'altro vero. Così come è vero che i DICO non sono una legge di cattivo senso.
Siamo nel campo delle opinioni. Per te è così, per altri no. Un "secondo me" sarebbe quantomeno opportuno in caso di affermazioni del genere.
Molti invece pensano invece che l'approvazione di una legge del genere porterebbe ad istituzionalizzare la precarietà dei rapporti, favorendo quindi a lungo andare la solitudine, la povertà e mettendo a rischio proprio i più deboli e gli emarginati.
Mi chiedo come sia possibile. tra l'altro, nessuno è mai stato in grado di spiegarlo...
Che l'introduzione dei Dico contribuisca a dare pubblico lustro ad una mentalità in favore della precarizzazione dei rapporti di coppia credo sia talmente evidente da non esserci bisogno di ulteriori spiegazioni. E' lo stesso discorso che veniva fatto in occasione della legalizzazione del divorzio o dell'aborto. Il problema anche allora, dal punto di vista civile, era che una pronunciazione normativa esplicita su una tematica di grande importanza sociale, avrebbe poi favorito la diffusione di una mentalità divorzista, quella che ha portato poi migliaia di matrimoni a naufragare dopo la prima crisi, e di una mentalità abortista, quella che ha portato ad un olocausto di nascituri.
Da un punto di vista laico, è impossibile non accorgersi che il riconoscimento delle coppie di fatto (sia eterosessuali che omosessuali), e non dei signooli individui, è semplicemente l'unico metodo possibile per risolvere una DISCRIMINAZIONE (sia materiale, che morale) che ormai da troppo tempo si protrae in Italia, al contrario dei maggiori paesi europei.
Dipende. Da un punto di vista laico, nel caso delle coppie di fatto eterosessuali non vi è alcuna discriminazione, dal momento che la rinuncia dei conviventi ai diritti di una famiglia tradizionale è il frutto di una scelta libera e consapevole. Nessuno obbliga una coppia di fatto eterosessuale a convivere senza regole piuttosto che a sposarsi e difatti qualora i due conviventi sentissero la necessità di vedersi riconosciuti tutti i diritti spettanti alle famiglie tradizionali, non dovrebbero fare altro che correre in Comune a riconoscere pubblicamente la loro unione. Ne hanno la piena facoltà, dunque non ha senso che reclamino diritti quando esiste già per loro la possibilità di ottenerli. Chiaro però che certi diritti debbano andare di pari passo con relativi doveri e se la coppia non vuole accollarsi tali doveri, è giusto che non abbia nemmeno i diritti che sono legati proprio all'assunzione di determinati doveri.
Il caso problematico, quindi, è unicamente quello delle coppie omosessuali, che anche nel caso in cui lo desiderassero, non avrebbero la possibilità di mettersi in regola come coppia di fronte allo Stato, con l'assunzione di diritti e doveri civili. E poichè si sa, dall'opinione comune e dai sondaggi, che gli italiani sono in larga maggioranza contrari ai matrimoni gay, soprattutto per il timore che portino in seguito alla richiesta di adozioni di figli, ecco che si cerca di conquistare "una prima base" come nel baseball, introducendo intanto i DICO, anche quando, come ripeto, se solo di diritti si trattasse, sarebbe possibile riconoscerli tranquillamente con semplici interventi sul Codice Civile e quindi senza una nuova legge foriera di possibili stravolgimenti sociali.
Che in altri Paesi europei ci sia una legislazione diversa dalla nostra, non significa che questa sia necessariamente più "avanti" e che per questo vada imitata. Già in un paio dei Paesi della nostra Unione Europea è legalmente accettato l'incesto e penso sappiamo tutti che in uno di questi Paesi esiste un partito che si batte apertamente la legalizzazione della pedofilia. E' questo l'esempio che dovremmo seguire?
"Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all'ira, perchè l'ira dell'uomo non compie la giustizia di Dio."