00 20/05/2007 19:39
Perdere la speranza e' meccanismo disfunzionale nell'affrontare il problema.
Se familiari e amici non credono piu' che la persona possa lasciare il gruppo,come minimo non saranno ne piu' tristi ne dispiaciuti.

Alcuni hanno detto che consideravano la persona della loro famiglia nel culto come gia' seppellita e morta,avendo perso ogni contatto.
Ma fino a che la persona respira puo' essere aiutata a lasciare il culto.

I pensieri negativi sono profezie che si auto adempiono .
Le persone diventano depresse quando hanno provato in tutti i modi :hanno cercato di ragionare e convincerlo non ne e' venuto fuori niente di buono,puo' essere che la persona si stai sposata nel gruppo e adesso abbia figli.
La perdita della speranza accade quando proietta i fallimenti del passato nel futuro.
Pensano che hanno tentato tutto e adesso non hanno piu' risorse.

Se avessere dentro la motivazione e speranza che tanto prima o poi lascera' il gruppo,questo gli darebbe energia e forza per sostenere i periodi positivi e negativi che si creano nell'aiutare una persona ad uscire da un controllo mentale.

Bisogna creare un sistema di supporto e di aiuto e di gruppo nell'assistere una persona che per tantissimo tempo era in un culto.

Un esempio e' Raymond Frantz che ha lasciato il gruppo dopo 60 anni di militanza.
Incontrare ex membri del gruppo e' di vitale importanza,nonostante i grandi problemi incontrati di solito sono felici di essere liberi,quindi fino a che la persona e' ancora viva c'e' speranza.

Chiedetevi

Quando e' l'ultima volta che gli ho parlato??

In quali circostanze?'

Praticavo una comunicazione orientata a raggiungere uno scopo utile?

L'ho informato circa il controllo mentale?

Avevo conosciuto ex membri come aiuto?

Se in molti culti le persone spariscono e non sappiamo piu' dove vivono,possiamo interagire con altri dello stesso gruppo.
Di solito nei culti tutti sono come parenti,e forse un giorno quelle persone ci aiuteranno a ritrovare la persona amata.