Il motivo che mi ha spinto a scrivere questa lettera è stato il desiderio di non lasciare dubbi sul perché della mia triste decisione.
Mamma, io ti voglio un mare di bene te ne ho sempre voluto, anche se qualche volta, forse ultimamente troppo spesso, abbiamo litigato dicendoci parole piuttosto brutte. Sei stata una mamma fantastica. Nell’educarmi però non hai tenuto conto di un grande, anzi di un enorme bisogno che hanno tutti i figli maschi: un padre. Sono contento di essere nato in una famiglia unita quasi sotto tutti gli aspetti, già, quasi, perché l’unico importante dettaglio che non accomunava me a papà era la religione. E così io ho cominciato a non fidarmi più di mio padre, a ricevere l’educazione soltanto da te, mi sono distaccato dalla persona più importante nella vita di un adolescente maschio. Sia chiaro che non ti sto incolpando di avermi tolto l’affetto di mio padre, ma semplicemente non so a chi dare la colpa di questo. Forse quando ho ricevuto le informazioni sul sesso sarebbe dovuto essere il genitore del mio stesso sesso a impartirmele. La verità è dura da dire e la verità è che non avendo l’influenza delle qualità virili di mio padre mi sono sentito sempre più debole e incapace in relazione alle caratteristiche considerate maschili, ovvero potere, affermazione personale e forza. L’altro sesso non mi affascinava più, mi sentivo completamente appagato dall’amore e dalle attenzioni che ricevevo da te, contrariamente da papà. E così sono cresciuto cercando negli altri uomini quello che non ho mai trovato in mio padre. Mamma, papà, Geova: sono omosessuale.
Vi sembrerà strano, proprio a te mamma, che credevi che i gay fossero soltanto dei montati fuori di testa che vanno con gli uomini solo per divertimento. No, non è così, gay non si nasce, ma si diventa, proprio come me. Soffrivo, soffrivo molto quando sentivo i miei compagni parlare di ragazze e io che non avevo nulla da dire sull’argomento, perché il mio primo pollone io non l’ho avuto sognando una ragazza, ma sognando di fare l’amore con un altro ragazzo. Volevo togliermi questi orrendi, impuri desideri omosessuali, così inizialmente ho pregato, ho fatto delle ricerche sulle riviste e ho scoperto perché sono diventato come sono (carenza di affetto da parte di papà) e cosa potevo fare per cambiare. I suggerimenti erano sempre, prega, leggi la bibbia, studia… ho passato 14 anni della mia infelice vita a pregare, studiare, leggere la bibbia, uscire in servizio e a fare tante altre cose, tra l’altro giuste. Ma ora non ce la faccio più, sono stanco, anche se so che questo gesto non mi renderà più felice perché non mi risveglierò mai più dalla morte, mi sento di non avere più nulla a che fare con il mondo.
La mia distorta sessualità non è il solo motivo che mi ha spinto a farla finita. Mi sono sempre sentito diverso, non voglio dare la colpa alla religione, ma io sono sempre quello che non partecipa alle feste, che non esce la sera con tutti gli altri, che non si può fidanzare, che va in giro in giacca e cravatta a bussare alle porte per annunciare il regno di Dio ai suoi compagni! Purtroppo non posso dire come disse Gesù “Io ho vinto il mondo!”, perché il mondo ha vinto su di me. Avrei preferito non conoscere mai la verità, vivere nel mondo, magari soffrire, ammalarmi, morire ed essere resuscitato come accadrà a molti. Ma non è così: non so se purtroppo o per fortuna, ci sono nato nella verità, mi è scesa nel cuore, l’ho accettata, ma non sono riuscito a metterla in pratica. Ho cominciato ad avere una doppia personalità: in sala tutto perfettino, giacca e cravatta, rispondevo, uscivo in servizio; a scuola, invece, dicevo le parolacce parlavo di sesso, facevo casino, mi comportavo proprio come “uno del mondo”, tanto che quest’ultimo anno neanche ho rivelato di non essere cattolico ai miei compagni, ho semplicemente detto che non facevo religione perché non mi andava. E così, in questa situazione, sarei andato incontro alla distruzione comunque, a meno che non avessi abbandonato il mondo: troppo difficile per un ragazzo di 14 anni. Con questo non voglio dare assolutamente colpa alla religione del mio gesto, sia ben chiaro, però devi riconoscere che certe disposizioni per un ragazzo sono molto difficili da seguire.
In questo momento ho le lacrime agli occhi, come ogni volta che penso a tutte queste cose.
Mamma, ti prego, non piangere per me, ti ho spiegato il perché della mia decisione e ho dato risposta alla tua domanda: “Che cosa devo capire? Se non parli!”. Ti auguro con tutto il cuore di ricevere la vita eterna come ricompensa di tutto quello che anche tu hai tribolato fino ad oggi. Ti auguro che questo mio gesto serva almeno a far capire a papà che è arrivato anche per lui il momento di schierarsi dalla parte della verità.
Papà, mi raccomando, non fare lo stesso errore anche con Sara (mia sorella), stalle vicino e sii più presente nella sua vita di quanto non lo sia stato con me.
La mia vita è un inferno, l’inferno deve finire, la mia vita deve finire.
Vi voglio un mondo di bene.
PS: ricordatevi di donare i miei organi.