00 15/07/2007 21:08
L'unica chiesa di Cristo

''Questa è l'unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e apostolica'' Le opinioni dei lettori

L'espressione ''cattolico'' viene dal greco katholikòs, aggettivo che significa ''universale, secondo il tutto''. Il termine compare per la prima volta con Ignazio di Antiochia, uno dei Padri della Chiesa e secondo successore di Pietro, che così si rivolge alla comunità di Smirne: ''Là dove c'è Gesù Cristo ivi è la Chiesa cattolica'' (Ad Smyrnaeos, [SM=g27989].
Tre sono i significati principali del termine ''cattolico'': etimologico, confessionale, teologico.
L'universalità della Chiesa fondata da Gesù Cristo, ha origine da un preciso mandato del Suo Fondatore: essere aperta, rivolgersi al mondo intero, a tutti i popoli e a tutte le razze. Questo è il significato primo del termine, così come viene esplicitato nel Credo cristiano: ''Credo nella Chiesa una, santa, cattolica, apostolica...''.
Con le separazioni in seno alla Chiesa cristiana originaria, avvenute già nei primi secoli ed inaspritesi poi con la separazione dall'Oriente cristiano (1054) e con le Riforme protestanti del XVI secolo, il termine ''cattolico'' ha assunto un significato ''confessionale'', ad indicare quella parte della Chiesa cristiana originaria, fedele al Vescovo e Papa di Roma, e che riconoscono in lui l'autorità suprema della Chiesa. Ciò non toglie che, da un punto di vista strettamente teologico, tutte le ''confessioni cristiane'' sono ''cattoliche'', nel senso che tutte, su mandato del loro unico e medesimo Fondatore, Gesù Cristo, sono chiamate all'universalità della loro missione.

Nella costituzione dogmatica Lumen Gentium promulgata da Papa Paolo VI, una delle quattro costituzioni del Concilio Vaticano II del 1964, viene trattata e presentata la dottrina cattolica sulla Chiesa, nella sua funzione spirituale e nella sua organizzazione, non non tanto in forma gerarchica (papa, vescovi, presbiteri e laicato) quanto come popolo di Dio. ''La Chiesa Cattolica - è scritto nel documento - è l'unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e apostolica e che il Salvatore nostro, dopo la sua resurrezione, diede da pascere a Pietro (cfr. Gv 21,17), affidandone a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida [...] Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come società, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui''.

Partendo da questi principi fondamentali contraddire, o controbattere, quanto scritto nel documento ''Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina della Chiesa'', redatto dalla Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede (l'ex Sant'Uffizio), diffuso ieri dalla Santa Sede e approvato da Benedetto XVI che ne ha ordinato la pubblicazione, potrebbe risultare forzato.
Nel documento, infatti, il Vaticano ribadisce, riprendendo le indicazioni già contenute nella Lumen Gentium, che il titolo di ''Chiese particolari'' spetta alle diverse comunità nazionali ortodosse, accomunate alla Chiesa cattolica dal riconoscimento del sacerdozio e dell'eucarestia. Viceversa le comunità protestanti, nate dalla riforma luterana del sedicesimo secolo, non possono essere considerate, dalla dottrina cattolica, ''chiese in senso proprio'', in quanto non contemplano il sacerdozio, non conservano più in modo sostanziale il sacramento dell'Eucarestia e non riconoscono ''il primato di Pietro'', ovvero del Papa di Roma. Tale primato - avverte tuttavia la nota - ''non deve essere inteso in modo estraneo o concorrente nei confronti dei vescovi delle Chiese particolari''.
Nel testo si legge anche che il Vaticano riconosce comunque nelle altre comunità cristiane non cattoliche, e in particolare nella Chiesa ortodossa, l'esistenza di ''numerosi elementi di santificazione e di verità''.

Lo scopo sostanziale del documento è quello di sgombrare l'orizzonte teologico dalle tante confusioni e interpretazioni ''infondate'' che si sono accumulate negli anni proprio attorno al ''Lumen Gentium'' e in particolare su un passaggio in cui i padri conciliari affermano che ''la Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica''. In tale pronunciamento, alcuni studiosi cattolici - tra cui è citato esplicitamente il brasiliano Leonardo Boff - hanno visto la possibilità che la Chiesa di Cristo ''sussista'', con pari pienezza, anche in altre chiese cristiane, oltre che in quella romana. Si tratta - puntualizza il documento della Congregazione per la Fede - di ''interpretazioni infondate'', ''inaccetttabili'', che hanno ''frainteso'' l'insegnamento dottrinale del Concilio Vaticano II. La parole sussiste - afferma il testo - ''può essere attribuita alla sola Chiesa cattolica'', che presenta ''perenne continuità storica'' e ''la permanenza di tutti gli elementi istituiti da Cristo''.
Nonostante questo dato di principio, il documento apre la porta al dialogo con le chiese ''particolari'' ma, afferma l'ex Sant'Uffizio, ''perché il dialogo possa veramente essere costruttivo, oltre all'apertura agli interlocutori, è necessaria la fedeltà alla identità della fede cattolica''.

E dalla porta aperta al dialogo la prima risposta ad entrare è stata la reazione dei copti d'Egitto: sulla prima pagina del quotidiano egiziano in lingua inglese Egyptian Mail, campeggia oggi una foto di papa Benedetto XVI accompagnata dal titolo ''This year's target: non-Catholics'' (L'obiettivo di quest'anno: i non cattolici). ''Il Vaticano offende regolarmente milioni di persone nel mondo. Invito Papa Benedetto XVI a svegliarsi dal coma'', ha detto il vescovo copto Abdel Massih Bassit al quotidiano indipendente egiziano Al Masri el-Yom. ''Parole senza valore, non voglio riaprire vecchie ferite e parlare dei peccati della Chiesa cattolica'', ha aggiunto il vescovo Morcos Aziz, che ha però rievocato le polemiche causate nel mondo islamico dal discorso di Benedetto XVI a Ratisbona lo scorso settembre: ''Non contento di avere offeso milioni di musulmani in tutto il mondo, il Vaticano colpisce ora anche la sensibilità dei seguaci delle Chiese ortodosse e protestanti''.

Non l'hanno presa bene nemmeno i protestanti. ''Il documento manda segnali sbagliati'', ha commentato il pastore Thomas Wipf, presidente della Comunità delle Chiese protestanti in Europa (Cpce). ''Le vedute dottrinali sono molto importanti, ma non devono spaccare la Chiesa''. Secondo la Riforma protestante - ha ricordato Wipf - gli elementi originali delle Chiese sono la predicazione del Vangelo e la corretta amministrazione dei sacramenti: ''Questo e nient'altro dev'essere visto come espressione autentica dell'unica Chiesa di Cristo. Tutto ciò che è esteriore è fallibile, incluse la Chiesa protestante e quella cattolica''.
Per il presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), pastore Domenico Maselli quanto scritto nel documento è ''un vistoso passo indietro nei rapporti tra la Chiesa cattolica romana e le altre comunità cristiane''. ''Tuttavia il dialogo ecumenico deve continuare, e può continuare mettendosi ognuno in discussione per cercare di ascoltare la voce di Cristo'', ha aggiunto Maselli.
Secondo il teologo valdese Paolo Ricca: ''Questa idea monopolistica del cristianesimo disturba ed è difficile da digerire. E' un duro attacco all'identità altrui, anzi una vera e propria negazione''. ''Il documento chiude definitivamente quelle porte che il Concilio Vaticano II sembrava aver aperto''.
Non è d'accordo con il documento vaticano nemmeno la Chiesa ortodossa russa. ''Il principio dell'unicità rivendicato dalla Chiesa cattolica vale a pieno diritto anche per la Chiesa ortodossa, in quanto erede di diritto e per successione apostolica dell'antica Chiesa unita'', ha commentato il Metropolita Kirill, braccio destro di Alessio II. ''Per avere un dialogo onesto e fondato sulla Parola di Dio bisogna avere una chiara visione sulla posizione dell'altra parte''.