Xlx, capisco che sei in ferie ma datti una calmata.
continui ad aprire discussioni sullo stesso tema, disperdendo così i commenti qua e la ne forum.
Su questa questione ti abbiamo già risposto più volte come segue:
Invocare il nome di Cristo, cosa significa esattamente?
In che senso il nome di Cristo era ‘invocato' in ogni luogo cone il NT attesta?
Intanto per il fatto che i seguaci di Gesù di Nazaret lo riconoscevano apertamente come Messia e “Salvatore del mondo” e compivano molti miracoli nel suo nome. (1 Giovanni 4:14; Atti 3:6; 19:5) Perciò l' Interpreter's Bible afferma che “invocare il nome del nostro Signore . . . significa confessare la sua signoria, più che pregarlo”.
Anche accettare Cristo ed esercitare fede nel suo sangue, che rende possibile il perdono dei peccati, è un modo di ‘invocare il nome del nostro Signore, Gesù Cristo'(Cfr. Atti 10:43 con 22:16). Inoltre, pronunciamo letteralmente il nome di Gesù ogni volta che ci rivolgiamo a Dio in preghiera tramite lui. Gesù è infatti definito l'unico mediatore fra Dio e gli uomini in 1 Timoteo 2:5,6. Perciò, pur indicando che possiamo invocare il nome di Gesù, la Bibbia non dice che dovremmo pregarlo (Efesini 5:20; Colossesi 3:17).
Il libro Le
origini della Chiesa, di Walter Kirchshkager (Città Nuova, 1994, con approvazione ecclesiastica), fa ulteriormente luce sul significato dell'invocazione del nome del Signore Gesù Cristo. Alle pp. 10 e 11 dice: “Occorre notare brevemente ciò che non sempre compare nelle traduzioni che si fanno di questa frase [cioè di 1 Corinti 1:2]: il verbo <>(greco epikaléo) non è infatti da intendere nel senso di un'invocazione di richiesta, ma esprime piuttosto la proclamazione di una confessione di fede . Quando questo verbo ha una persona come complemento oggetto, il Nuovo Testamento lo usa soltanto in questo senso. Il pronunciare il <> di nostro Signore Gesù Cristo rimanda allo sfondo giudeo-semitico del termine: il nome sta al posto stesso della persona. L'espressione: << invocare il nome del Signore nostro Gesù Cristo >> significa quindi proclamare, in una professione di fede, la persona di Gesù quale Signore e Cristo. Molto probabilmente il contesto concreto nel quale si sperimenta questo modo di esprimersi è la celebrazione della liturgia, nella quale si manifesta la coscienza di fede della comunità, che proclama Gesù quale suo Kyrios e Cristo”.
Tenendo conto del contesto generale della Bibbia, secondo cui si deve pregare soltanto Dio Padre, è evidente che Gesù non va pregato ma “confessato” o “proclamato” quale Signore e Cristo, “alla gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:11).
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