Ti invito a dirmi dove "ho theos" è usato con certezza e senza ambiguità grammaticali per indicare qualcuno diverso da Geova! Se noti i passi in cui "ho theos" potrebbe indicare la persona di Gesù sono ambuigui e "ho theos" può essere riferito anche per indicare la persona di Geova.
Ti abbiamo rovesciato la domanda e tu stesso hai asserito che Geova (ti pregherei di usare Yahvèh dal momento che non mi piacciono gli ibridi...) appare per 11 volte (devo comunque verificare perchè me ne risultano di piu) al nominativo senza articolo ma tu insisti che in tutti i casi c'è una spiegazione...
Le scritture che identificano Gesù con ho theos le conosciamo entrambi ma tu le interpreti tutte come riferite al padre allora cosa vuoi che ti diciamo?
In 1 giovanni 5:20 Cristo viene addirittura chiamato "il vero Dio" ma tu in questo caso mandi a farsi fottere (si puo dire?) il rasoio di Occam per preferire il soggetto piu distante (anche se tutto il capitolo è applicato a Cristo).
Ripeto se tu fossi onesto ammetteresti la possibilità che in Cristo si sia fatta l'eccezione che non conferma la regola, ma a quanto pare ti si chiede troppo.
In questi casi come puoi pensare che uno scrittore o un lettore per cui era normale identificare "ho theos" con Geova (al nominativo Geova è identificato quasi sempre con "ho theos") applicare quel titolo a Gesù?
Eppure lo hanno fatto basta scegliere la chiave di lettura piu immediata, la stessa che scelsero i padri della chiesa...
Giovanni stesso non ha dubbi: usa sempre "ho theos" al nominativo per indicare il Padre, colui che Gesù chiama "l'unico vero Dio" e "il Dio mio e Dio vostro", distinguendolo da Gesù che chiama "theos" senza l'articolo. Tale distinzione non è nuova, si trova nella LXX e in Filone.
Questo lo dici tu, ci sono almeno 2 casi in cui non è cosi, ma tu ti attacchi a pseudosemitismi o a soggetti distanti pur di non accettarlo.
Se parliamo di preesistenza e divinità sono d'accordo, ma Giovanni è sempre attento a distinguera la posizione di Dio da quella di Gesù, non usando mai affermazioni ambigue.
Non giocare con le parole con me, quello che intendi tu per "divinità" non è quello che intendono tutti gli altri... il tempo della monolatria è passato da secoli svegliati!
La preposizione "pròs" non indica necessariamente che Gesù era "in Dio" in senso locale. Si parla di vicinanza, intimità, unione ma non vedo come si possa parlare di una identità ontologica.
E chi ti ha parlato di pros? Io mi riferivo a EN ma tu (anche in questo caso Occam si rivolterebbe dalla tomba)la traduci con "unito" quando sappiamo tutti che il significato basilare è in o dentro.
Anche questo è perfettamente spiegabile alla luce dell'AT dove si parla della posiozione della Sapienza quale artefice accanto a Dio, non è il caso di scomodare concetti estranei all'ambiente culturale di Giovanni. SIamo nel I secolo e non a Calcedonia.
Non servono le forme poetiche di 1000 anni prima per identificare la persona di Cristo, altrimenti tutti gli ebrei lo avrebbero accettato non credi?
Non era una semplice esclamazione, ma una professione di fede nel Dio che aveva risorto Gesù. Tommaso tocca Gesù e crede, a quel punto, rivolto a Gesù, indirizza a suo Padre una toccante confessione di fede nel Dio che aveva risorto Gesù.
E che cosa avrebbe detto di cosi straordinario? Che professione di fede sarebbe chiamare Yahveh Signore e Dio?
Comunque mi dovresti provare che era uso comune degli ebrei del 1 secolo fare affermazioni del genere e non credo che ci riuscirai.
Ti ripeto: che relazione avrebbe la constatazione che è Gesù è stato risorto con una eventuale professione di "deità"? Cosa nella sua risurrezione farebbe pensare che Gesù è Dio? Quale profezia indicava che Dio doveva morire ed essere risorto da Dio?
A parte il fatto che spesso nei vangeli è detto che Cristo risorgesse da se e sappiamo bene che solo Dio ha questo potere, Cristo è chiamato la resurrezione e la vita, attributi propri della deità... è chiamato anche il principio o l'autore della vita, "
tutto è stato creato... per lui" ma a te questo non non dice niente vero?
Interpreti, interpreti e interpreti, lascia le scritture per quello che sono.
Le prove ci sono e sono molte ma chi è miope non vede lontano, ha bisogno che qualcuno gli indichi la via e si fida ciecamente
di questi...
Ciao
"Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)