00 01/10/2007 21:53
Re:

Beh come forse avrai già capito io sono calvinista, mentre la comunità di cui faccio parte non accetta questa teologia. Non ne faccio un dramma per carità non essendo un elemento essenziale per la fede cristiana, ma è comunque un punto di differenza.



La perseveranza dei santi (o "preservazione dei santi", o "eterna sicurezza") è una controversa dottrina della teologia cristiana particolarmente associata al Calvinismo. Essa fa parte dei cinque punti del Calvinismo definiti al Sinodo di Dordrecht. Essa insegna che coloro che Dio ha efficacemente chiamato alla salvezza e quindi all'eterna comunione con Lui ("santi" secondo la Bibbia), non possono scadere dalla grazia e perdere la loro salvezza. Quand'anche, nella loro vita, subentrassero impedimenti o peccati tali da farli arretrare nel cammino della fede o persino dovessero, per qualche motivo, giungere a rinnegare la loro professione di fede, essi (se sono autentici eletti) presto o tardi se ne ravvedrebbero tornando così in comunione con Dio. Questa dottrina si basa sul presupposto che la salvezza è opera di Dio dal principio alla fine, che Dio è fedele alle Sue promesse, e che niente e nessuno potrà frustrare i Suoi sovrani propositi.

Questa dottrina, nell'attuale panorama ecclesiastico protestante, può apparire sotto due forme: (1) la tradizionale dottrina calvinista che si ritrova nelle confessioni di fede cristiane riformate, e (2) una variante non-tradizionale che si ritrova in alcune chiese battiste e di altra denominazione. In un certo qual senso entrambe le forme descrivono i coloro che autenticamente sono cristiani come "una volta salvati, per sempre salvati", ma esse attribuiscono all'aggettivo "salvati" un significato diverso, a seconda che esso includa o no l'esperienza della santificazione. È per questa differenza che i calvinisti tradizionali tendono a preferire il termine storico "perseveranza dei santi", mentre chi sostiene la dottrina non tradizionale di solito preferisce il termine meno tecnico di "eterna sicurezza", "certezza incondizionata" o simili. Queste dottrine si assomigliano e spesso sono confuse. Sebbene abbiano lo stesso fine (cioè la certezza eterna della salvezza), lo raggiungono per strade diverse.

I seguaci di John Wesley concordano con gli arminiani che anche un vero cristiano possa perdere la sua salvezza, ma non concordano sul fatto se essi possano in qualche modo ricuperarla oppure no. Altri cristiani come i cattolici-romani e gli Arminiani respingono entrambe le versioni di questa dottrina.

Ciao Gaetano volevo capire se venerate i Santi come i cattolici





«Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
(P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>