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Le radici d'Israele, di Mitchell G. Bard

Miti da confutare

03.a. "Gli Ebrei non hanno titolo alla terra che chiamano Israele"
03.b. "La Palestina e' sempre stata un paese arabo"
03.c. "La Dichiarazione Balfour non ha dato agli Ebrei il diritto ad una patria in Palestina"
03.d. "La 'poszione tradizionale' degli Arabi in Palestina e' stata messa a
repentaglio dall'insediamento ebraico"
03.e. "Il Sionismo e' razzismo"
03.f. "I Sionisti avrebbero potuto scegliere un'altra contrada in luogo della Palestina"
03.g. "Perfino Herzl aveva proposto l'Uganda come lo stato ebraico in luogo della Palestina"
03.h. "Tutti gli Arabi si sono opposti alla Dichiarazione Balfour,
considerandola un tradimento dei loro diritti"
03.i. "I Sionisti non hanno fatto sforzo alcuno per stipulare un compromesso con gli Arabi"
03.j. "I Sionisti sono stati lo strumento coloniale dell'Imperialismo occidentale"
03.k. "Nel carteggio Hussein-MacMahon gli Inglesi avevano promesso agli Arabi l'indipendenza"
03.l. "Gli Arabi hanno combattuto per la liberta' nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale"

[I miti in dettaglio:]

03.a. MITO

"Gli Ebrei non hanno titolo alla terra che chiamano Israele"

03.a. FATTI

Un comune fraintendimento e' che gli Ebrei siano stati costretti alla
diaspora dai Romani dopo la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme
nel 70 EV, e che poi, 1.800 anni dopo, siano improvvisamente ritornati in
Palestina rivendicando il loro paese. In realta', il popolo ebraico ha
mantenuto i legami storici con la terra avita per oltre 3.700 anni, creando
una lingua nazionale ed una civilta' peculiare.

Il popolo ebraico fonda la sua rivendicazione alla Terra d'Israele su almeno
quattro titoli:

1) D%o ha promesso la terra al patriarca Abramo;

2) Il popolo ebraico vi si e' stabilito e l'ha sviluppata;

3) La comunita' internazionale ha concesso la sovranita' politica sulla
Palestina al popolo ebraico;

4) Il territorio e' stato catturato in seguito a guerre difensive.

Anche dopo la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme e l'inizio
dell'esilio, la vita ebraica in Palestina e' continuata e spesso e' anche
fiorita. Furono ricreate grandi comunita' a Gerusalemme ed a Tiberiade nel
9no Secolo EV, e nell'11mo Secolo EV nacquero delle comunita' ebraiche a
Rafa, Gaza, Ascalona, Giaffa e Cesarea.

I Crociati massacrarono molti Ebrei nel 12mo Secolo EV, ma le comunita'
ricuperarono nei successivi due secoli dacche' un gran numero di rabbini e
semplici pellegirini ebrei immigro' a Gerusalemme ed in Galilea. Eminenti
rabbini avrebbero fondato delle comunita' a Safed, Gerusalemme ed altrove
nei successivi 300 anni. All'inizio del 19mo Secolo - molti anni prima della
nascita del moderno movimento sionista - piu' di 10.000 Ebrei vivevano in
quello che oggi e' Israele [1]. I settantotto anni di edificazione
nazionale, che iniziarono nel 1870, culminarono nella rifondazione dello
stato ebraico.

Il "certificato di nascita" internazionale di Israele e' stato convalidato
dalla promessa della Bibbia, dall'ininterrotto stabilimento ebraico fin dai
tempi di Giosue'; dalla Dichiarazione Balfour del 1917; dal mandato della
Societa' delle Nazioni, che includeva la Dichiarazione Balfour; la
risoluzione di spartizione delle Nazioni Unite del 1947; l'ammissione
d'Israele all'ONU del 1949; il riconoscimento d'Israele dalla maggior parte
degli altri stati; e, soprattutto, la societa' creata dal popolo d'Israele
in decenni di esistenza nazionale prospera e dinamica.

03.a. LA FRASE CELEBRE:

"Nessuno fa un favore ad Israele proclamando il suo 'diritto
all'esistenza'".

Il diritto d'Israele ad esistere, cosi' come quello degli Stati Uniti,
dell'Arabia Saudita, e di altri 152 paesi, e' assiomatico ed assoluto. La
legittimazione d'Israele non e' sospesa a mezz'aria in attesa di
riconoscimento. (...)

Certo non v'e' altro stato, grande o piccolo, giovane o vecchio, che
considererebbe il semplice riconoscimento al suo 'diritto all'esistenza' un
favore, od una concessione negoziale".

Abba Eban [2]

03.b. MITO

"La Palestina e' sempre stata un paese arabo".

03.b. FATTI

Si ritiene che il termine "Palestina" derivi dal nome "Filistei", un popolo
egeo che, nel 12mo Secolo AEV, si insedio' lungo la pianura costiera
dell'attuale Israele e della Striscia di Gaza. Nel Secondo Secolo EV, dopo
aver schiacciato l'ultima rivolta giudaica, i Romani applicarono il nome
"Palestina" prima alla Giudea (la parte meridionale di quella che ora e'
chiamata la Riva Occidentale) in un tentativo di ridurre al minimo
l'identificazione ebraica con la Terra d'Israele. La parola araba "Filastin"
deriva da questo nome latino [3].

Le Dodici Tribu' d'Israele hanno formato la prima monarchia costituzionale
in Palestina verso il 1000 AEV. Il secondo re, Davide, fu il primo a fare di
Gerusalemme la capitale dello stato. Sebbene la Palestina sia stata divisa
in due regni separati, l'indipendenza ebraica sotto la monarchia e' durata
per oltre 400 anni. Questo e' molto di piu' dell'indipendenza goduta dagli
Americani in quello che ora chiamiamo "Stati Uniti" [4].

Quando gli Ebrei cominciarono ad immigrare in Palestina in gran numero nel
1882, ci vivevano meno di 250.000 Arabi, e la maggior parte di loro era
giunta di recente. La grande maggioranza della popolazione araba nei decenni
scorsi erano in un certo senso dei nuovi venuti - o immigrati di recente, o
discendenti di persone che erano immigrate in Palestina negli ultimi 70
anni" [5].

La Palestina non e' mai stata un paese esclusivamente arabo, sebbene l'Arabo
sia pian piano divenuto il linguaggio di gran parte della popolazione dopo
le invasioni Mussulmane del Settimo Secolo EV. Non e' mai esistito uno stato
indipendente arabo o palestinese in Palestina. Quando il famoso storico
arabo-americano, il cattedratico di Princeton Prof. Philip Hitti,
testimonio' contro la spartizione davanti al Comitato anglo-americano nel
1946, egli disse: "Nella storia non c'e' alcuna cosa come la 'Palestina',
proprio no" [6]. Difatti, la Palestina non e' mai esplicitamente menzionata
nel Corano, dove viene invece chiamata "la terra santa" (al-Arad
al-Muqaddash). [7]

Prima della spartizione, gli Arabi palestinesi non si vedevano come
portatori di un'identita' separata. Quando fu convocato il primo congresso
delle Associazioni Islamico-Cristiane a Gerusalemme nel Febbraio 1919 per
scegliere i rappresentanti palestinesi alla Conferenza di Pace di Parigi, fu
adottata la seguente risoluzione:

"Noi consideriamo la Palestina parte della Siria araba, dacche' non ne e'
mai stata separata in alcun momento. Le siamo legati da legami nazionali,
religiosi, linguistici, naturali, economici e geografici". [8]

Nel 1937, un leader arabo locale, Auni Bey Abdul-Hadi, disse alla
Commissione Peel, che avrebbe poi suggerito la spartizione della Palestina:
"Non esiste un paese [detto Palestina]! 'Palestina' e' un termine coniato
dai Sionisti! Non c'e' Palestina nella Bibbia. Il nostro paese e' stato per
secoli parte della Siria". [9]

Il rappresentante dell'Alto Comitato Arabo alle Nazioni Unite invio' una
presa di posizione all'Assemblea Generale nel Marzo 1947 che sosteneva che
"la Palestina era parte della Provincia di Siria" e che "politicamente, gli
Arabi di Palestina non erano indipendenti nel senso che formavano un'entita'
politica a se' stante". Alcuni anni dopo, Ahmed Shuqeiri, successivo
presidente dell'OLP, avrebbe detto al Consiglio di Sicurezza: "Tutti sanno
che la Palestina non e' altro che la Siria meridionale". [10]

Il nazionalismo arabo-palestinese e' soprattutto un fenomeno successivo alla
Prima Guerra Mondiale, che non e' divenuto un movimento politico
significativo fino a dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967 e la presa
israeliana della Riva Occidentale.

03.c. MITO

"La Dichiarazione Balfour non ha dato agli Ebrei il diritto ad una patria in
Palestina"

03.c. FATTI

Nel 1917, la Gran Bretagna emise la Dichiarazione Balfour:

"Il Governo di Sua Maesta' vede con favore lo stabilirsi in Palestina di una
dimora nazionale (national home) per il popolo ebraico, e fara' del suo
meglio per facilitare il conseguimento dell'obbiettivo; sia ben inteso che
non si fara' nulla che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle
comunita' non-ebraiche di Palestina od i diritti e la condizione politica
goduti dagli Ebrei in qualsiasi altro paese".

Secondo la Commissione Peel, nominata dal Governo Britannico per indagare
sulle cause delle rivolte arabe del 1936, "si era inteso, al tempo della
Dichiarazione Balfour, che il campo in cui doveva stabilirsi la Dimora
Nazionale Ebraica era l'intera Palestina storica, compresa la
Transgiordania". [11]

Lo scopo del Mandato per la Palestina era mettere in atto la Dichiarazione
Balfour. Esso si riferiva specialemnte ai "legami storici del popolo ebraico
con la Palestina" ed al valore morale della "ricostituzione della loro
dimora nazionale in quel paese". Il termine "ricostituzione" mostra il
riconoscimento del fatto che la Palestina era stata la dimora degli Ebrei.
Inoltre, i Britannici ricevettero istruzioni di "fare del loro meglio per
facilitare" l'immigrazione ebraica, di incoraggiare gli insediamenti sulla
terra e "garantire" la Dimora Nazionale Ebraica. Nel testo del mandato non
appare la parola "Arabo". [12]

Il mandato fu promulgato dai 52 governi della Societa' delle Nazioni il 24
Luglio 1922.


03.d. MITO

"La 'posizione tradizionale' degli Arabi in Palestina e' stata messa a
repentaglio dall'insediamento ebraico".

03.d. FATTI

Per molti secoli, la Palestina e' stata una contrada popolata a chiazze,
malcoltivata ed assai trascurata, contrada composta di colline erose,
deserti sabbiosi e paludi malariche. Perfino nel 1880 il console americano a
Gerusalemme riferiva che l'area stava continuando il suo declino storico.
"La popolazione e la ricchezza della Palestina non sono cresciute negli
ultimi quarant'anni", disse. [13]

Il Rapporto della Commissione Reale Palestine cita una descrizione della
Piana Marittima del 1913:

"La strada che porta da Gaza al nord era solo una pista estiva adatta al
trasporto con cammelli e carri. Nessun aranceto, frutteto o vigna uno puo'
vedere finche' uno non raggiunge [il villaggio ebraico di] Yabna [Yavne] ...
Le case sono tutte di fango. Non si vede finestra alcuna ... Gli aratri
usati sono di legno ... I raccolti erano magrissimi ... Le condizioni
sanitarie del villaggio erano orribili. Non esistevano scuole ... La parte
occidentale, verso il mare, era perlopiu' un deserto ... I villaggi in
quest'area erano pochi e poco popolati. Per tutta l'area erano sparse rovine
di villaggi, dacche' a causa della prevalenza della malaria, molti villaggi
erano stati abbandonati dagli abitanti". [14]

Lewis French, il direttore britannico dello Sviluppo, scrisse della
Palestina:

"L'abbiamo trovata abitata da 'fellahin' che vivevano in casupole di fango e
soffrivano gravemente della prevalente malaria ... Vaste zone ... non erano
coltivate ... I 'fellahin', se non erano essi stessi ladri di bestiame,
erano sempre pronti a dar ricetto a questi e ad altri criminali. Gli
appezzamenti individuali ... cambiavano di mano ogni anno. La sicurezza
pubblica era scarsa, e la sorte dei 'fellahin' era un alternarsi di
saccheggi e ricatti da parte dei loro vicini, i Beduini". [15]

Sorprendentemente, molte persone che non avevano simpatia per la causa
sionista credevano gli Ebrei avrebbero migliorato la condizione degli Arabi
palestinesi. Per esempio, Dawood Barakat, direttore del giornale egizio
Al-Ahram, scrisse: "E' assolutamente necessario che nasca un'intesa tra i
Sionisti e gli Arabi, perche' gli scontri verbali non possono fare che
danno. I Sionisti sono indispensabili al paese: il denaro che porteranno, le
loro cognizioni e la loro intelligenza, e l'industriosita' che li
caratterizza contribuiranno senza dubbio alla rigenerazione del paese". [16]

Pure un nazionalista arabo di spicco credeva che il ritorno degli Ebrei
nella loro patria avrebbe contribuito alla risurrezione del paese. Seconso
lo Sceriffo Hussein, il guardiano dei luoghi santi islamici in Arabia:

"Le risorse del paese sono tuttora terreno vergine, e verranno sviluppate
dagli immigranti ebrei. Una delle cose piu' stupefacenti fino a poco fa era
che il Palestinese avevano l'abitudine di lasciare il suo paese, vagando per
gli oceani in ogni direzione. Il suo suolo natio non poteva trattenerlo,
sebbene i suoi avi ci avessero vissuto per mille anni. Allo stesso tempo,
abbiamo visto gli Ebrei provenienti da paesi stranieri affluire in Palestina
da Russia, Germania, Austria, Spagna, America. La causa delle cause non puo'
sfuggire a coloro che hanno il dono di una profonda intuizione. Essi
sapevano che la terra era per i suoi figli originari (abna'ihilasliyin), ad
onta di tutte le loro diversita', una patria sacra ed amata. Il ritorno di
questi esuli (jaliya) alla loro patria si dimostrera' una scuola
sperimentale, materiale e spirituale, per i loro fratelli che sono con loro
nei cambi, nelle fabbriche, nei commerci ed in ogni cosa legata allo sforzo
ed alla fatica. [17]

Come previsto da Hussein, la rigenerazione della Palestina, e la crescita
della sua popolazione, giunsero solo dopo che gli Ebrei erano tornati in
gran numero.

03.d. LA FRASE CELEBRE

Mark Twain, che visito' la Palestina nel 1867, la descrisse cosi': "... [un]
paese desolato il cui suolo e' abbastanza ricco, ma e' dato tutto alle
erbacce - una contrada silenziosa e dolente ... C'e' una tal desolazione che
neppure l'immaginazione puo' adornarla con la pompa della vita e dell'azione
... Non abbiamo mai visto anima viva per tutto il viaggio ... Ovunque c'era
a malapena un albero od un cespuglio. Anche l'olivo ed il cactus, che
rapidamente attecchiscono nei terreni senza valore, avevano praticamente
abbandonato il paese". [18]

03.e. MITO

"Il Sionismo e' razzismo"

03.e. FATTI

Nel 1975 l'Assemblea Generale dell'ONU adotto' una risoluzione che
calunniava il Sionismo equiparandolo al razzismo. Nella sua arguta risposta
alla risoluzione, l'Ambasciatore israeliano all'ONU Chaim Herzog noto'
l'ironia della data, dacche' il voto cadeva giusto nel 37mo anniversario
della Notte dei Cristalli.

Il Sionismo e' il movimento nazionale di liberazione del popolo ebraico, che
sostiene che gli Ebrei, come ogni altra nazione, hanno diritto ad una
patria.

La storia ha dimostrato la necessita' di assicurare la sicurezza ebraica con
una patria nazionale. Il Sionismo riconosce che l'Ebraicita' e' definita da
comuni origini, religione, cultura e storia.

La realizzazione del sogno sionista e' esemplificata dai quasi cinque
milioni di Ebrei, provenienti da piu' di cento paesi, che sono cittadini
israeliani. Sono inoltre rappresentati nella popolazione israeliana circa un
milione tra Arabi cristiani e mussulmani, Drusi, Baha'i, Circassi ed altri
gruppi etnici. La presenza in Israele di migliaia di Ebrei di pelle scura
provenienti da Etiopia, Yemen ed India e' la miglior confutazione della
calunnia contro il Sionismo. In una serie di ponti aereo epici, chiamati
Mose' (1984), Giosue' (1985) e Salomone (1991), Israele ha soccorso circa
42.000 membri dell'antica comunita' ebraica etiopica.

Molti Cristiani per tradizione hanno sostenuto gli scopi e gli ideali del
Sionismo. Il carattere aperto e democratico di Israele e la sua protezione
scrupolosa dei diritti religiosi e politici dei Cristiani e dei Mussulmani
confutano l'accusa di esclusivismo.

03.e. LA FRASE CELEBRE 1 (la parte 03.e. riprende poi)

Scrivendo dopo che fu rivelata l'"Operazione Mose'", William Safire
osservo': "Per la prima volta nella storia, migliaia di Neri sono portati in
un paese non in catene, ma con dignita', non come schiavi, ma come
cittadini". [19]

03.e. CONTINUAZIONE

Di contro, gli stati arabi definiscono la cittadinanza esclusivamente in
base allo "jus sanguinis (native parentage)". E' quasi impossibile diventare
cittadino per naturalizzazione in molti stati arabi, specialmente Algeria,
Arabia Saudita e Kuwait. Diverse nazioni arabe hanno delle leggi che
facilitano la naturalizzazione degli Arabi stranieri, con la precisa
eccezione dei Palestinesi. Di contro, la Giordania ha istituito la sua
"legge del ritorno" nel 1954, concedendo la cittadinanza a tutti gli
ex-residenti della Palestina, salvo gli Ebrei [20].

Condannare proprio l'autodeterminazione ebraica e' di per se' una forma di
razzismo. "Un mondo che ha chiuso le porte agli Ebrei che volevano fuggire
dai forni hitleriani non ha la statura morale per lamentarsi della
preferenza data da Israele agli Ebrei", scrisse il famoso avvocato esperto
in diritti civili Alan Dershowitz. [21]

Quando fu avvicinato da uno studente che attaccava il Sionismo, Martin
Luther King rispose: "Quando la gente critica i Sionisti, essa intende gli
Ebrei. Tu stai facendo un discorso antisemita". [22]

La risoluzione ONU del 1975 era parte di una campagna antiisraeliana
arabo-sovietica risalente alla Guerra Fredda. Quasi tutti coloro che hanno
votato a favore della risoluzione tra i non-arabi si sono scusati ed hanno
cambiato posizione. Quando l'Assemblea Generale ha votato per abrogare la
risoluzione nel 1991, solo alcuni stati arabi ed islamici, cosi' come Cuba,
la Corea del Nord ed il Vietnam si sono opposti.

Nel 2001, le nazioni arabe hanno cercato un'altra volta di delegittimare
Israele cercando di fare dell'equiparazione del Sionismo al Razzismo parte
dell'ordine del giorno della Conferenza ONU Contro il Razzismo che doveva
cominciare il 31 Agosto a Durban, in Sudafrica. Gli uSA hanno minacciato di
boicottare la conferenza se la proposta veniva messa all'ordine del giorno.

03.e. LA FRASE CELEBRE 2

"... E' inoltre importante inviare un segnale alle nazioni del mondo che
amano la liberta' che non staremo a guardare se il mondo cerca di descrivere
il Sionismo come razzismo. Questa e' la cosa piu' sbagliata del mondo, ed il
Presidente e' orgoglioso di essere al fianco di Israele e della Comunita'
Ebraica, e di inviare un segnale che nessun gruppo al mondo trovera'
rispetto ed accettazione internazionali se il suo scopo e' equiparare il
Sionismo col razzismo".

Il Portavoce della Casa Bianca Ari Fleisher [23]

03.f. MITO

"I Sionisti avrebbero potuto scegliere un altro paese in luogo della
Palestina"

03.f. FATTI

Nel tardo 19mo Secolo, la nascita dell'antisemitismo religioso e razzista ha
portato alla recrudescenza dei pogrom in Russia ed in Europa orientale,
frantumanto le promesse di eguaglianza e tolleranza. Questo stimolo'
l'immigrazione ebraica dall'Europa in Palestina.

Nello stesso periodo, un'ondata di Ebrei immigro' in Palestina da Yemen,
Marocco, Iraq e Turchia. Questi Ebrei erano all'oscuro del Sionismo politico
di Theodor Herzl o dei pogrom europei. Essi erano motivati dal plurisecolare
sogno di "Tornare a Sion", e dal timore dell'intolleranza. Udendo che le
porte di Palestina erano aperte, essi sfidarono i disagi del viaggio e
vennero in "Terra d'Israele".

L'ideale sionista di un ritorno in Israele aveva profonde radici religiose.
Molte preghiere ebraiche parlano di Israele, di Sion e della Terra
d'Israele. L'ingiunzione a non dimenticare Gerusalemme, il luogo del Tempio,
e' uno dei principali principi del Giudaismo. Gli Ebrei pregano verso
Gerusalemme e recitano le parole "l'anno prossimo a Gerusalemme" ad ogni
Pasqua. La religione, la cultura e la storia ebraiche rendono evidente che
solo nella Terra d'Israele si puo' costruire la Comunita' ebraica.

Nel 1897 i capi ebraici organizzarono formalmente il movimento sionista,
chiedendo il ripristino della dimora nazionale ebraica in Palestina, dove
gli Ebrei avrebbero potuto trovare rifugio ed autodeterminazione, e lavorare
per la rinascita della loro civilta' e cultura.

03.g. MITO

"Lo stesso Herzl aveva proposto l'Uganda come stato ebraico in alternativa
alla Palestina"

03.g. FATTI

Theodor Herzl cerco' sostegno dalle grandi potenze per la creazione di una
patria ebraica. Egli si rivolse alla Gran Bretagna, e s'incontro' con JOseph
Chamberlain, il Segretario britannico alle Colonie, ed altre persone. I
Britannici acconsentirono, in linea di principio, ad un insediamento ebraico
in Africa orientale "a condizioni che consentiranno ai membri di osservare i
loro costumi nazionali".

Al Sesto Congresso Sionista a Basilea il 26 Agosto 1903, Herzl propose il
Programma Uganda Britannica come un rifugio temporaneo di emergenza per gli
Ebrei russi in pericolo immediato. Mentre Herzl chiariva che questo
programma non avrebbe compromesso lo scopo ultimo del Sionismo, un'entita'
ebraica in Terra d'Israele, la proposta suscito' una bufera nel Congresso e
porto' quasi ad una scissione nel movimento sionista. L'Organizzazione
Territoriale Ebraica (ITO) fu formata come risultato dell'unificazione dei
vari gruppi che avevano sostenuto le proposte ugandesi di Herzl nel periodo
1903-1905. Il Programma Uganda fu alla fine rigettato dal movimento sionista
nel Settimo Congresso Sionista del 1905.

03.h. MITO

"Tutti gli Arabi si sono opposti alla Dichiarazione Balfour, ritenendola un
tradimento dei loro diritti"

03.h. FATTI

L'Emiro Faisal, figlio dello Sceriffo Hussein, il capo della rivolta araba
contro i Turchi, firmo' un accordo con Chaim Weizmann ed altri capi sionisti
alla Conferenza di Pace di Parigi del 1919. Essa riconosceva "la parentela
razziale e gli antichi legami esistenti tra i popoli arabo ed ebraico" e
concludeva che "il modo piu' sicuro di esaudire le loro aspirazioni
nazionali era attraverso la piu' stretta collaborazione possibile nello
sviluppo degli stati arabi e della Palestina". Inoltre, l'accordo prevedeva
l'adempimento della Dichiarazione Balfour ed invocava tutte le misure
necessarie "... ad incoraggiare e stimolare l'immigrazione su larga scala
degli Ebrei in Palestina, ed insediare con la maggior rapidita' possibile
gli immigranti ebraici sulla terra con insediamenti piu' ravvicinati ed
un'agricoltura intensiva". [24]

Faisal aveva condizionato la sua accettazione della Dichiarazione Balfour
all'adempimento delle promesse d'indipendenza agli arabi fatte dagli Inglesi
durante la guerra. Ma queste promesse non furono mantenute.

I critici scartano l'accordo Weizmann-Faisal perche' non fu mai attuato;
eppure, il fatto che i capi del movimento nazionalista arabo e del movimento
sionista potessero mettersi d'accordo e' significativo perche' dimostra che
le aspirazioni ebraiche ed arabe non si escludevano necessariamente a
vicenda.

03.i. MITO

"I Sionisti non hanno fatto sforzo alcuno per un compromesso con gli Arabi"

03.i. FATTI

Nel 1913, la dirigenza sionista riconobbe la desiderabilita' di raggiungere
un accordo con gli Arabi. Sami Hochberg, proprietario del giornale
Le-Jeune-Turc, rappresento' informalmente i Sionisti in un incontro con il
Partito del Decentramento, con sede al Cairo, e con la Societa' per le
Riforme, con sede a Beirut ed anti-ottomana, e pote' raggiungere un accordo.
Quest'"intesa verbale" porto' all'adozione di una risoluzione che assicurava
agli Ebrei uguali diritti sotto un governo decentrato. Hochberg riusci'
anche a procurarsi un invito al Primo Congresso Arabo tenuto a Parigi nel
Giugno 1913.

Il congresso arabo si dimostro' sorprendentemente ricettivo verso le
asiprazioni sioniste. Hochberg fu incoraggiato dalla risposta favorevole del
Congresso all'intesa verbale. Abd-ul-Hamid Yahrawi, il Presidente del
Congresso, riassunse l'atteggiamento dei delegati:

"Tutti noi, sia Mussulmani che Cristiani, abbiamo i migliori sentimenti
verso gli Ebrei. Quando abbiamo parlato nelle nostre risoluzioni dei diritti
e dei doveri dei Siriani, questo comprendeva anche gli Ebrei. Poiche' sono
nostri fratelli di razza, e li riteniamo come Sirinai che furono forzati a
lasciare il paese un tempo, ma i cui cuori battono sempre insieme con i
nostri, noi siamo certi che i nostri fratelli ebrei in tutto il mondo
sapranno come aiutarci in modo che i nostri interessi comuni trionfino, e la
nostra patria comune si sviluppi sia materialmente che moralmente". [25]

Ma l'intesa verbale negoziata da Hochberg fu vanificata dagli sviluppi del
tempo di guerra. La palese opposizione araba alla Dichiarazione Balfour
convinse la dirigenza sionista della necessita' di concentrare gli sforzi
sul raggiungimento di un'intesa con gli Arabi.

Chaim Weizmann considerava il compito tanto importante da condurre una
commissione sionista in Palestina per spiegare agli Arabi gli scopi del
movimento. Weizmann venne prima al Cairo nel Marzo 1918 e s'incontro' con
Said Shukeir, il Dr. Faris Nimr e con Suleiman Bey Nassif (dei nazionalisti
arabi siriani che erano stati scelti dai Britannici come rappresentanti).
Egli accentuo' il desiderio di vivere in armonia con gli Arabi in una
Palestina britannica.

La diplomazia di Weizmann ebbe successo. Nassif disse che "c'era abbastanza
spazio in Palestina per un altro milione di abitanti senza nuocere alla
posizione di quelli che c'erano gia'". [26] Il Dr. Nimr sparse informazioni
attraverso il suo giornale cairota per eliminare i fraintendimenti del
pubblico arabo sugli scopi del Sionismo. [27]

Nel 1921, Winston Churchill tento' di organizzare un incontro tra i
Palestinesi ed i Sionisti. Il 29 Novembre 1921 le due parti si incontrarono
con gli Arabi, che insistevano che la Dichiarazione Balfour fosse abrogata.
[28]

Weizmann guido' un gruppo di Sionisti che s'incontro' col nazionalista
siriano Riad al-Sulh nel 1921. I sionisti acconsentirono a sostenere le
aspirazioni nazionalistiche arabe e Sulh disse che era disposto a
riconoscere la Dimora Nazionale Ebraica. I colloqui ripresero l'anno
successivo e fecero nascere la speranza di un accordo. Nel Maggio 1923,
comunque, gli sforzi di Sulh di convincere i capi arabi palestinesi che il
Sionismo era un fatto compiuto furono respinti. [29]

Nei successivi 25 anni, i capi sionisti dentro e fuori la Palestina
avrebbero ripetutamente tentato di negoziare con gli Arabi. Allo stesso
modo, i capi d'Israele sin dal 1948 hanno cercato di stipulare dei trattati
di pace con i paesi arabi, ma le uniche nazioni che li hanno firmati sono
Egitto e Giordania.

03.j. MITO

"I Sionisti erano strumenti coloniali dell'Imperialismo occidentale"

03.j. FATTI

"Colonialismo significa vivere sfruttando gli altri", ha scritto Yehoshofat
Harkabi, "Ma che cosa puo' essere piu' lontano dal colonialismo
dell'idealismo degli Ebrei che abitavano le citta' che lottano per divenire
contadini ed uomini di fatica per vivere dell'opera delle loro mani?" [30]

Inoltre, come noto' lo storico inglese Paul Johnson, i Sionisti erano ben
lontani dall'essere strumenti dell'imperialismo, data la generale
opposizione delle grandi potenze alla loro causa. "Dovunque in Occidente, i
Ministeri degli Esteri, i Ministeri della Difesa, ed il Grande Capitale
erano contro i Sionisti". [31]

Inoltre l'Emiro Faisal vide il movimento sionista come un compagno del
movimento nazionalista arabo, che lottava contro l'imperialismo, come
spiego' in una lettera al Professore di Giurisprudenza ad Harvard e futuro
Giudice della Corte Suprema USA Felix Frankfurter il 3 Marzo 1919, il giorno
dopo che Chaim Weizmann ebbe presentato la causa sionista alla Conferenza di
Parigi. Faisal scrisse:

"Gli Arabi, specialmente quelli istruiti, guardano con la piu' profonda
simpatia al movimento sionista ... Noi daremo agli Ebrei un caloroso
benvenuto a casa ... Noi stiamo lavorando insieme per un Vicino Oriente
riformato e riveduto, ed i nostri due movimenti si completano a vicenda. Il
movimento ebraico e' nazionalista e non imperialista. E c'e' spazio in Siria
per entrambi. Invero, io credo che nessuno puo' aver davvero successo senza
l'altro". [32]

03.j. LA FRASE CELEBRE

"I nostri insedianti non vengono qui come i colonizzatori dall'Occidente che
fanno fare ai nativi il loro lavoro; essi stessi mettono le loro spalle
all'aratro e consumano le loro forze ed il loro sangue per far fruttare la
terra. Ma non e' solo per noi che desideriamo la sua fertilita'. I contadini
ebrei hanno cominciato ad insegnare ai loro fratelli, i contadini arabi, a
coltivare le terre piu' intensivamente; vogliamo inoltre insegnar loro di
piu': vogliamo coltivare la terra insieme con loro, 'servirla', come si dice
in Ebraico. Piu' fertile diviene il suolo, piu' spazio ci sara' per noi e
per loro. Non abbiamo desiderio di spossessarli: vogliamo vivere con loro.
Non vogliamo dominarli, ma vogliamo servire insieme con loro ..."

Martin Buber [33]

03.k. MITO

"I Britannici promisero agli Arabi l'indipendenza in Palestina nel carteggio
tra Hussein e MacMahon".

03.k. FATTI

La figura centrale nel movimento nazionalista arabo al tempo della Prima
Guerra Mondiale fu Hussein ibn 'Ali, che fu nominato dal Comitato Turco
dell'Unione e del Progresso Sceriffo della Mecca nel 1908. Come Sceriffo,
Hussein era responsabile della custodia dei luoghi sacri islamici nello
Hegiaz e, di conseguenza, fu riconosciuto come uni dei capi spirituali
islamici.

Nel Luglio 1915 Hussein mando' una lettera a Sir Henry MacMahon, Alto
Commissario per l'Egitto, che lo informava dei termini per la partecipazione
araba alla guerra contro i Turchi.

Le successive lettere tra Hussein e MacMahon tracciarono le aree che la Gran
Bretagna era pronta a cedere agli Arabi. Il carteggio Hussein-MacMahon
omette in modo evidente di menzionare la Palestina. I Britannici sostennero
che l'omissione era voluta, con cio' giustificando il loro rifiuto di dare
agli Arabi l'indipendenza in Palestina dopo la guerra. [34] MacMahon
spiego':

"Ritengo mio dovere affermare, e lo faccio in modo definitivo ed enfatico,
che non intendevo io, nel dare quest'impegno a Re Hussein, includere la
Palestina nell'area in cui era promessa l'indipendenza araba. Io avevo
inoltre ogni ragione di credere in quel momento che il fatto che la
Palestina non era inclusa nel mio impegno fosse stato ben compreso da Re
Hussein. [35]

Eppure, gli Arabi ritennero allora, cosi' come ora, che le lettere fossero
la promessa dell'indipendenza agli Arabi.

Il carteggio lo si puo' leggere qui:
www.us-israel.org/jsource/History/hussmac1.html

03.l. MITO

"Gli Arabi hanno combattuto per la liberta' nelle due guerre mondiali".

03.l. FATTI

Ad onta dei romanzi romantici dell'epoca, la maggior parte degli Arabi non
ha lottato insieme con gli Alleati contro i Turchi nella Prima Guerra
Mondiale. David Lloyd George, Primo Ministro Britannico, noto' che la
maggior parte degli Arabi ha lottato per i loro dominatori turchi. I
sostenitori di Faisal in Arabia furono un'eccezione.

Nella Seconda Guerra Mondiale, gli Arabi furono lentissimi ad entrare in
guerra contro Hitler. Solo la Transgiordania segui' gli Inglesi nel 1939.
L'Irak subi' un colpo di stato filonazista nel 1941 e si schiero' con
l'Asse. Molti dei paesi arabi stettero a guardare, aspettando il 1945 per
sapere chi avrebbe vinto. Allora, la Germania era condannata, e, poiche' era
necessario entrare in guerra per aver titolo ad entrare nelle nascenti
Nazioni Unite, gli Arabi cominciarono tardivamente a dichiarare guerra
contro la Germania nel 1945: l'Egitto, il 25 Febbraio; la Siria, il 27
Febbraio; il Libano, il 28 Febbraio; e l'Arabia Saudita il 2 Marzo. Di
contro, circa 30.000 Ebrei palestinesi combatterono contro la Germania
nazista.
Note
[1] Dan Bahat, ed. Twenty Centuries of Jewish Life in the Holy Land,
(Jerusalem: The Israel Economist, 1976), pp. 61-63.
[2] New York Times, (November 18, 1981).
[3] Yehoshua Porath, The Emergence of the Palestinian-Arab National
Movement, 1918-1929, (London: Frank Cass, 1974), p. 4.
[4] Max Dimont, Jews, God and History, (NY: Signet, 1962), pp. 49-53.
[5] Carl Voss, The Palestine Problem Today, Israel and Its Neighbors, (MA:
Beacon Press, 1953), p. 13.
[6] Jerusalem Post, (November 2, 1991).
[7] Il riferimento coranico e': "Entra, popolo mio, la terra santa che Al%ah
ti ha assegnato. Non volgerle la schiena, per non esserne scacciato come
sconfitto" (Sura 5:21). Vedi Porath (74), p. 2 and 6n on p. 311.
[8] Yehoshua Porath, Palestinian Arab National Movement: From Riots to
Rebellion: 1929-1939, vol. 2, (London: Frank Cass and Co., Ltd., 1977), pp.81-82.
[9] Jerusalem Post, (November 2, 1991).
[10] Avner Yaniv, PLO, (Jerusalem: Israel Universities Study Group of Middle
Eastern Affairs, August 1974), p. 5.
[11] Ben Halpern, The Idea of a Jewish State, (MA: Harvard University Press,
1969), p. 201.
[12] Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to Our
Time, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 129.
[13] Halpern, p. 108.[14] Palestine Royal Commission Report, p. 233.
[15] Palestine Royal Commission Report, pp. 259-260.
[16] Neville Mandel, "Attempts at an Arab-Zionist Entente: 1913-1914,"
Middle Eastern Studies, (April 1965), p. 243.
[17] Al-Qibla, (March 23, 1918), quoted in Samuel Katz, Battleground-Fact
and Fantasy in Palestine, (NY: Bantam Books, 1977), p. 128.
[18] Mark Twain, The Innocents Abroad, (London, 1881).
[19] New York Times, (January 7, 1985).
[20] Jordanian Nationality Law, Article 3(3) of Law No. 6 of 1954, Official
Gazette, No. 1171, February 16, 1954.
[21] Alan Dershowitz, Chutzpah, (MA: Little, Brown and Company, 1991), p.241.
[22] Seymour Martin Lipset, "The Socialism of Fools-The Left, the Jews and
Israel," Encounter, (December 1969), p. 24.
[23] White House briefing regarding U.S. threat to boycott the UN Conference
on racism, (July 27, 2001).
[24] Chaim Weizmann, Trial and Error, (NY: Schocken Books, 1966), pp.
246-247; Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to Our
Time, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 121.
[25] Aharon Cohen, Israel and the Arab World, (NY: Funk and Wagnalls, 1970),p. 97.
[26] Jon Kimche, There Could Have Been Peace: The Untold Story of Why We
Failed With Palestine and Again With Israel, (England: Dial Press, 1973),pp. 136-137.
[27] Aharon Cohen, Israel and the Arab World, (NY: Funk and Wagnalls, 1970),
p. 71-73.
[28] Yehoshua Porath, The Emergence of the Palestinian-Arab National
Movement, 1918-1929, (London: Frank Cass, 1974), pp. 65-67.
[29] Yehoshua Porath, The Emergence of the Palestinian-Arab National
Movement, 1918-1929, (London: Frank Cass, 1974), pp. 112-114.
[30] Yehoshofat Harkabi, Palestinians And Israel, (Jerusalem: Keter, 1974),
[31] Paul Johnson, Modern Times: The World from the Twenties to the
Nineties, (NY: Harper & Row, 1983), p. 485.[32] Samuel Katz, Battleground-Fact and Fantasy in Palestine, (NY: Bantam
Books, 1977), p. 55.
[33] From an open letter from Martin Buber to Mahatma Gandhi in 1939, quoted
in Arthur Hertzberg, The Zionist Idea. PA: Jewish Publications Society1997, p. 464.
[34] George Kirk, A Short History of the Middle East, (NY: Frederick Praeger
Publishers, 1964), p. 314.
[35]London Times, (July 23, 1937).
[Modificato da Aialon 04/10/2007 00:44]