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Ebrei e Compleanni

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    00 07/10/2007 10:11

    Ragioni storiche: Nè gli Ebrei Nè i cristiani festeggiavano i compleanni ritenendoli un usanza che solo i pagani seguivano. Origene ,scrittore cristiano, infatti scriveva che "Nessuna delle sante persone menzionate nella bibbia festeggiava il proprio compleanno ma solo i peccatori".



    Un forista scrive questa cosa nella stessa discussione sui bambini .. chiedevo ad Aialon se può confermare o smentire l'affermazione sugli ebrei
    Grazie
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    benimussoo
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    00 09/10/2007 16:04
    Re: Re:
    Aialon, 07/10/2007 12.37:





    Per quanto riguarda gli Ebrei ritengo di poter smentire questa affermazione.
    Primo perchè non si può asserire che ciò che non è menzionato nella Bibbia non fosse in uso.
    Secondo, perchè anche se così fosse, una novità che non sia negativa e non contrasti con i principi, non è da rifiutarsi. (non giocavano neanche a monopoli, e allora? Non si potrebbe giocare a monopoli?)
    Terzo, se ciò non bastasse, in Giobbe leggiamo:
    "I suoi figliuoli solevano andare gli uni dagli altri e darsi un convito, *ciascuno nel suo giorno*: e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro.

    Aialon




    Ciao Aialon , scusaci ma tu puoi smentire perchè Ebreo , oppure perchè studioso di ebraismo o altro legato alla religione ebraica


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    (Mario70)
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    00 09/10/2007 19:50
    Re: Re: Re: Re:
    Aialon, 09/10/2007 19.15:



    Io lo smentisco in quanto ebreo, nato da padre e madre ebrei, diretto discendente di stirpe sefardita, studioso di ebraismo e religioni, vissuto in ambienti ebraici e con essi indissolubilmente interconnesso.




    Mi ha sempre colpito questo orgoglio e questa forza che scaturisce da una religione plurimillenaria, mi ricordi un tuo fratello di 2000 anni fa:
    "... io a maggior ragione: 5 circonciso all' ottavo giorno, della stirpe d' Israele, della tribù di Beniamino, ebreo figlio di Ebrei; quanto alla legge, fariseo, 6 quanto a zelo, persecutore della chiesa, quanto alla giustizia legale, irreprensibile. "

    Non ti dico come continua perchè ti offenderesti... però le tue parole me lo hanno ricordato.
    Ciao caro

    "Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
    Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
    Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)
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    00 10/10/2007 00:27
    Re: Re: Re: Re: Re:
    (Mario70), 09/10/2007 19.50:



    Mi ha sempre colpito questo orgoglio e questa forza che scaturisce da una religione plurimillenaria, mi ricordi un tuo fratello di 2000 anni fa:
    "... io a maggior ragione: 5 circonciso all' ottavo giorno, della stirpe d' Israele, della tribù di Beniamino, ebreo figlio di Ebrei; quanto alla legge, fariseo, 6 quanto a zelo, persecutore della chiesa, quanto alla giustizia legale, irreprensibile. "

    Non ti dico come continua perchè ti offenderesti... però le tue parole me lo hanno ricordato.
    Ciao caro



    Ma figurati, mica sei un decubito tu [SM=g27988], dunque non posso ofendermi, stai parlando delle origini del Cristianesimo che non è il seguito dell'Ebraismo, ma un'altra religione.
    Ammesso che il Vangelo sia una cronaca fedele (cosa che permettimi di dubitare) avresti riportato la cronaca di un ebreo che, uscito dal seno della sua religione natale, ne fondava una nuova infatti nel discorso ai Filippesi S. Paolo ben poco avrebbe avuto ormai di ebraico, incamminandosi in una via nuova.
    Ciao
    Aialon


    Perché in verità vi dico: Finché il cielo e la terra non passeranno, neppure un iota, o un solo apice della legge passerà, prima che tutto sia adempiuto mt5.18

    ps Ero stato paragonato a tutto in vita mia, S.Paolo mi mancava [SM=g27995]

    [Modificato da Aialon 10/10/2007 00:29]
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    00 10/10/2007 11:55
    Re: Re: Re: Re: Re: Re:
    Aialon, 10/10/2007 0.27:



    Ma figurati, mica sei un decubito tu [SM=g27988], dunque non posso ofendermi, stai parlando delle origini del Cristianesimo che non è il seguito dell'Ebraismo, ma un'altra religione.
    Ammesso che il Vangelo sia una cronaca fedele (cosa che permettimi di dubitare) avresti riportato la cronaca di un ebreo che, uscito dal seno della sua religione natale, ne fondava una nuova infatti nel discorso ai Filippesi S. Paolo ben poco avrebbe avuto ormai di ebraico, incamminandosi in una via nuova.
    Ciao
    Aialon


    Perché in verità vi dico: Finché il cielo e la terra non passeranno, neppure un iota, o un solo apice della legge passerà, prima che tutto sia adempiuto mt5.18

    ps Ero stato paragonato a tutto in vita mia, S.Paolo mi mancava [SM=g279



    Infatti tu ti offendi solo con decubito( moderatori lasciate pure questo insulto ma fate dire la mia)e con lui prendi bene la mira, possibilmente alle tempie.( parole tue)


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    00 11/10/2007 10:18
    Re: Re:
    Aialon, 07/10/2007 12.37:





    Per quanto riguarda gli Ebrei ritengo di poter smentire questa affermazione.
    Primo perchè non si può asserire che ciò che non è menzionato nella Bibbia non fosse in uso.
    Secondo, perchè anche se così fosse, una novità che non sia negativa e non contrasti con i principi, non è da rifiutarsi. (non giocavano neanche a monopoli, e allora? Non si potrebbe giocare a monopoli?)
    Terzo, se ciò non bastasse, in Giobbe leggiamo:
    "I suoi figliuoli solevano andare gli uni dagli altri e darsi un convito, *ciascuno nel suo giorno*: e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro.

    Aialon


    Cosa pensavano della celebrazione dei compleanni i primi cristiani e gli ebrei dei tempi biblici?

    “La nozione della festa del compleanno era lungi dalle idee dei cristiani di questo periodo in genere”. — The History of the Christian Religion and Church, During the Three First Centuries, di Augustus Neander, New York, 1848, p. 190.

    “In tempi posteriori gli ebrei considerarono le feste di compleanno come parte di un’adorazione idolatrica, opinione che sarebbe stata abbondantemente confermata da ciò che vedevano nelle comuni usanze seguite in tali occasioni”. — The Imperial Bible Dictionary, a cura di Patrick Fairbairn, Londra, 1874, Vol. I, p. 225.










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    00 11/10/2007 13:28
    Re: Re: Re: Re:
    Aialon, 11/10/2007 12.31:

    benimussoo, 09/10/2007 16.04:



    Ciao Aialon , scusaci ma tu puoi smentire perchè Ebreo , oppure perchè studioso di ebraismo o altro legato alla religione ebraica


    Ciao,
    ho voluto approfondire questo tema giacchè mi sembra proprio una grossa sciocchezzza.
    A conferma di quanto scritto puoi leggere:
    www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=1088&letter=B&search=...

    Ciao





    *** in Giobbe leggiamo:
    "I suoi figliuoli solevano andare gli uni dagli altri e darsi un convito, *ciascuno nel suo giorno*: e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro.


    I figli di Giobbe tenevano “un banchetto nella casa di ciascuno nel suo proprio giorno”, ma non c’è ragione di supporre che celebrassero i rispettivi compleanni. (Gb 1:4) In questo caso “giorno” traduce la parola ebraica yohm e si riferisce al periodo di tempo che va dall’alba al tramonto. Invece “compleanno” corrisponde a una parola composta dai due termini ebraici yohm (giorno) e hullèdheth. Questa distinzione fra “giorno” e giorno del compleanno si può notare in Genesi 40:20, dove compaiono entrambi: “Ora avvenne che il terzo giorno [yohm] era il compleanno [lett. “il giorno (yohm) della nascita (hullèdheth)”] di Faraone”. È dunque certo che Giobbe 1:4 non si riferisce a un compleanno, com’è invece senza dubbio il caso in Genesi 40:20. Sembrerebbe che i sette figli di Giobbe tenessero una riunione di famiglia (forse una festa di primavera o della mietitura) e che nel giro di una settimana ciascun figlio tenesse un banchetto in casa sua “nel suo proprio giorno”.