00 09/04/2008 22:01
Bibbia e calcio
Viene naturale chiedersi se la «rinascita» professionale sia figlia di questa esperienza di fede vissuta a 360 gradi. «Ritengo proprio di sì, perché è inutile nasconderlo. Oltre il problema della pubalgia ci ho messo molto di mio: una vita non sempre da atleta, una troppo alta considerazione di me stesso, una cura a volte esasperata dell’apparenza». L’assist è troppo ghiotto per non approfittarne: Ma quanto è cambiato il suo stile di vita? «Molto. La lettura della Bibbia mi ha aperto gli occhi su tante cose e come dicevo prima mi ha fatto capire cosa ci chiede Dio. Una volta compreso che il nostro corpo è sacro, ho cercato di dedicargli ancora più attenzione e questo mi ha favorito anche in prospettiva calcistica».
Legrottaglie trasmette una sensazione particolare. Ci si trova davanti a un professionista estremamente serio, che vive con passione il calcio e che ha legittime ambizioni, ma contemporaneamente pare un alieno rispetto a questo mondo e in fondo ti lascia la sensazione di affrontare il tutto con animo molto leggero. «Beh, se devo essere sincero oggi non mi riconosco nel Legrottaglie di qualche anno fa: ero permaloso, vendicativo e reagivo spesso con veemenza. D’altronde, se non fosse cambiato questo mio atteggiamento tutto quello di cui ho parlato finora sarebbe solo aria fritta. Però ammetto che critiche e apprezzamenti non mi lasciano indifferente, tutt’altro. Faccio questo sport con tanta passione e desidero dare il meglio e spero di raggiungere traguardi importanti. Ma non voglio farmi condizionare dallo stress, perché il mio scopo nella vita è un altro e per questo cerco il più possibile di estraniarmi dalle pressioni».
Questa rinascita è testimoniata anche dal fresco rinnovo di contratto, che gli garantisce un futuro in maglia bianconera fino al giugno del 2010. A quell’epoca Legrottaglie avrà 34 anni e forse sarà agli sgoccioli della carriera. È presumibile che un ragazzo così maturo abbia già in mente dei progetti, che abbia pensato a cosa fare da grande. «Non è un mio assillo, nel senso che vivo con molta serenità l’idea di quella prospettiva. Il mio scopo continuerà a essere uno solo: parlare di Cristo agli altri e dei valori che ci ha trasmesso per contribuire nel mio piccolo a rendere questo mondo un posto un po’ migliore. E sarà lui a farmi capire in quale ambito o contesto potrò farlo. Se devo esprimere un mio desiderio, mi piacerebbe continuare a operare nel mondo del calcio, possibilmente rimanendo alla Juve stessa, un ambiente che considero adatto e sensibi! le ai valori che sto vivendo. Ma è comunque un problema secondario; confesso che non mi dispiacerebbe affatto un’esperienza missionaria in Africa, dove sicuramente c’è tanto da fare».

Sono iscritta ad un associazione di vita e salute e ho ricevuto online questa cosa , buona lettura