00 17/02/2008 17:58
Per Rambosette
Queste sono le risposte di chi non ha niente da dire.

ciao
bds



per Voyager e Danielina!!

REPETITA IUVANT
Certamente che è un copia, incolla dell'altro intervento.
Ambedue gli interventi della "povera Daniela" richiedono la stessa risposta, anche se con picole varianti sul tema.
L'importante è che venga bene assimilata e su questo ho avuto modo di constatare che no !!!non vengono ben assimilati!!!vengono saltati a piè pari!!!
lo ripeto,vorrei commenti a casi come questi

Inviata il Giovedì, 13 Settembre 2007, 12:26 Da Redazione

ARCORE - 39ENNE PADRE DI FAMIGLIA DI LESMO
«HO SCONFITTO LA DROGA GRAZIE AI TESTIMONI DI GEOVA»

Arcore - Da anni i Testimoni di Geova sono impegnati nella risocializzazione di chi ha vissuto esperienze di droga, alcolismo, emarginazione e delinquenza. Christian Besana (nella foto), 39enne residente a Lesmo, ma associato da sei anni presso la comunità di Arcore, è uno di questi.

Sposato e padre di due bambini, Cristian è stato educato sin da piccolo da genitori testimoni di Geova. All'età di 13 anni ha deciso di dare una svolta alla sua vita: attratto dalla «bella vita», ha abbandonato la congregazione e iniziò a far uso di droga e alcol. Con gli anni ha cominciato a frequentare ambienti dove circolava molta droga, entrando addirittura a far parte di un'organizzazione criminosa dedita allo spaccio di cocaina.

«Feste, locali, musica, amici con grossa disponibilità' di denaro, viaggi: questa era diventata la mia vita - ha raccontato - Mi legai ad alcune di queste persone fino al punto di aprire con loro esercizi notturni. Coinvolsi in tale discutibile attività anche la mia compagna. Fu un disastro. In meno di un anno accumulai molti debiti. Il rischio di essere arrestato era sempre presente. Ma corsi il rischio maggiore quando mi chiesero di pagare i miei debiti, perchè non avevo neanche una lira. Diverse volte fui minacciato di morte, ma grazie all'aiuto di mio padre, che mi pagò tutti i debiti, questa minaccia non trovò attuazione».

Ma anche a questo punto non è stato per nulla facile uscire dal tunnel. «Poco tempo dopo ripresi a drogarmi e le mie condizioni diventarono peggiori di prima - ha continuato Christian Besana - nonostante in questo periodo nacque nostro figlio. Dopo 20 anni di questo stile di vita iniziai a pensare alla mia relazione con Geova e alla fratellanza, cose di cui godevo quando ero ragazzino. Desideravo rientrare, ma mi vergognavo e soprattutto non sapevo quale sarebbe stata la reazione dei miei familiari».

E invece la comunità dai testimoni ha accolto il «figliuol prodigo» a braccia spalancate. Ad Arcore, in via Isonzo 10, operano due congregazioni di circa 200 Testimoni, una italiana e una inglese, impegnata nell'integrazione sociale di molti africani. «Quando cominciai a frequentare le riunioni ero molto imbarazzato - ha concluso - perché mi trovavo in compagnia di persone completamente diverse da quelle criminose che frequentavo in passato. Grazie alla mia famiglia e ai miei confratelli sono riuscito a cambiare personalità. Fu l'associazione regolare alle nostre adunanze che mi rafforzò, affinché non ricadessi nella droga. La compagnie di persone moralmente sane e dalla forte identità cristiana mi hanno dato la forza di cambiare vita. Ora sono sposato con la mia compagna e sto aiutando alcune persone che hanno seri problemi».

Insomma, una volta ritrovata la propria strada, Christian ha deciso di aiutare anche altre persone a rimettersi in carreggiata. «Attualmente sto aiutando un alcolizzato invalido che accompagno regolarmente presso il Nucleo Operativo Alcoldipendenze di Vimercate - ha concluso l'arcorese - Mi occupo anche di un ex giocatore d'azzardo che grazie ad una struttura specializzata sta lottando contro il vizio del gioco. Infine il Tribunale dei Minori di Milano, con il consenso dei Servizi Sociali, mi ha dato in affidamento mio cognato, di 15 anni, che vive a casa mia. Non sono più un portatore di morte come prima, ma un predicatore che cerca di dare una speranza biblica a tutti coloro che desiderano uscire dal tunnel della droga e dell'alcol».

Fonte: Giornale di Vimercate



Inviata il Martedì, 28 Agosto 2007, 21:23 Da Redazione

Un giovane casertano dedito all'uso di sostanze stupefacenti viene riaccolto nella congrega: ecco la sua storia
Marco ed i Testimoni di Geova, una storia di disagio e speranza

Un giovane 20enne di Caserta cade vittima della droga e dell'alcolismo da cui non vuole e non riesce a liberarsi. Così viene espulso dalla congregazione dei Testimoni di Geova di cui faceva parte. Ma i pastori della sua ex congregazione non lo abbandonano e di tanto in tanto lo vanno a trovare per aiutarlo a liberarsi dai suoi vizi. Infine il giovane accoglie l'aiuto, si riavvicina alla sua fede e trova la forza per uscire dal tunnel della droga e dall'alcolismo. Ha chiuso completamente con il suo passato. Il "figlio prodigo" protagonista di questa storia a lieto fine è uno degli ex testimoni di Geova che chiedono di rientrare e che vengono accolti dai loro ex fratelli come se non fosse accaduto nulla. Secondo una stima, ogni anno il 40% dei Testimoni di Geova che vengono espulsi, o che si allontanano volontariamente, poi chiedono di ritornare.

Marco, come è caduto vittima della droga e dell'alcol?
"Ho iniziato a frequentare compagnie poco raccomandabili, che presto mi hanno condotto a fare uso di stupefacenti e a condurre una vita sregolata, ai margini della società. Questi vizi oramai erano divenuti una costante del mio modo di vivere. Avevo una doppia personalità, una doppia vita. Per mettere a tacere la mia coscienza andavo sempre più agli estremi, con gravi conseguenze per la mia salute, che ancora oggi mi ritrovo a pagare. I miei genitori, anch'essi testimoni di Geova, e i pastori della mia congregazione cercarono di aiutarmi a liberarmi da quelle abitudini errate, ma non volevo, ero intenzionato a continuare per quella via, che ora riconosco malsana e dannosa. Così alla fine fui espulso dalla congregazione dei Testimoni di Geova a motivo della mia condotta scandalosa".

Come si sentiva in quel periodo?
"Non ero affatto contento di me stesso. Ero attratto da una vita cosiddetta "libera", cioè da ogni freno morale, volevo prendere tutto quello che mi si offriva come divertimento ed emozioni; ma col tempo mi accorsi di non raccogliere altro che delusioni e ansie. In quei momenti iniziai a rimpiangere la protezione, l'affetto e le amicizie sincere di cui godevo nella congregazione dei Testimoni di Geova a cui avevo voltato le spalle con la mia condotta. Il mio stile di vita non aveva un scopo e questo mi portò ad uno stato di profonda crisi emotiva, fino alla depressione. Avevo un'opinione pessimistica di me, avevo perso ormai ogni fiducia di me stesso. Ma prima di prendere qualsiasi decisione su come risolvere il mio malessere interiore cominciai a pregare Dio".

E'stato facile cambiare vita?
"Fu molto difficile scrollarmi di dosso tutto il peso emotivo degli errori commessi. Mentre cercavo di pregare, mi fermavo e piangevo credendo che Dio non mi avrebbe mai ascoltato per tutte le cose orribili che avevano caratterizzato la mia vita. Ma mi sono state di grande aiuto le visite pastorali degli "anziani" dei Testimoni di Geova, che mi incoraggiavano a tornare a Dio nonostante i tanti errori commessi. Mi lesserò un passo della Bibbia che ricordo in maniera particolare e che mi colpì tanto, cioè Isaia 1:18 che dice: "Venite, ora, e mettiamo le cose a posto fra noi", dice Geova Dio. "Benché i vostri peccati siano come lo scarlatto, saranno resi bianchi proprio come la neve; benché siano rossi come il panno cremisi, diverranno pure come la lana".

Come è riuscito infine a liberarsi dei suoi vizi?
"Non fu facile, ma mi resi conto che se volevo abbandonare quello stile di vita discutibile dovevo cambiare il tipo di persone che frequentavo; così mi allontanai dagli ambienti che frequentavo abitualmente, e iniziai di nuovo a partecipare alle riunioni dei testimoni di Geova e a studiare la Bibbia. La mia fede si ravvivò, e acquistai la forza morale necessaria per liberarmi dai vizi che avevo. Ho riacquistato uno scopo nella vita e una speranza. Ora lavoro con le mie mani, ho di nuovo una famiglia e non devo vergognarmi più di quello che combino, ma posso camminare a testa alta perché ho riacquistato quella fiducia e quel rispetto di me stesso e degli altri che ormai avevo perso.”

Articolo pubblicato sabato 25 Agosto 2007 sul quotidiano "Il Giornale di Caserta" a pag.5 (Caserta - Politica, Attualità)



I casi che ho esposto nell'introduzione del mio 3d li conosco personalmente

bds
[Modificato da ballodasola 17/02/2008 21:04]