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Di Antonio Sidari

Nella tradizione popolare, San Giuseppe, sposo della Vergine Maria, è il santo protettore dei poveri e dei derelitti, poiché i più indifesi hanno diritto al più potente dei Santi. In questo giorno, si ricorda la sacra coppia di giovani sposi, in un paese straniero ed in attesa del loro Bambino, che si videro rifiutata alla richiesta di un riparo per il parto.
Questo atto, che viola due sacri sentimenti: l’ospitalità e l’amore familiare, viene ricordato in molte regioni con l’allestimento di un banchetto speciale. Così in alcuni paesi della Sicilia, il 19 marzo di ogni anno, si usava invitare i poveri al banchetto di san Giuseppe. In questa occasione, un sacerdote benediva la tavola, ed i poveri erano serviti dal padrone di casa.
In alcune città, il banchetto veniva allestito in chiesa, e, mentre due sacerdoti servivano i poveri, un terzo predicava per nove volte, tante quante le pietanze che venivano servite. Oltre a proteggere i poveri e le ragazze, San Giuseppe, in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa. La festa del 19 marzo è anche associata a due manifestazioni specifiche, che si ritrovano un po’ in tutte le regioni d’Italia: i falò e le zeppole. Poiché la celebrazione di san Giuseppe coincide con la fine dell’inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano. In quest’occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni li scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano,|
intonano inni per San Giuseppe. Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa.
La zeppola o zeppola di San Giuseppe è un tipico dolce dell’Italia meridionale.
Vengono preparate generalmente nel periodo di San Giuseppe tanto da essere un
dolce tipico della festa del papà. Gli ingredienti principali sono la farina, lo
zucchero, le uova, il burro e l’olio d’oliva. Nella tradizione napoletana
esistono due varianti di zeppole di San Giuseppe: fritte e al forno. In entrambi
i casi le zeppole hanno forma circolare con un foro centrale e sono guarnite
ricoprendole di crema pasticciera con sopra delle amarene sciroppate. In alcune
varianti, possono essere tagliandole a metà e farcite con crema pasticcera, mentre la guarnizione viene fatta con due amarene sciroppate sistemate in due
punti opposti o un cucchiaino di marmellata di amarene. Poi vengono spolverate
con zucchero a velo. Tra le varianti preparate in casa vi sono zeppole
intrecciate a forma di “elle” minuscola, fritte e passate ancora calde nello
zucchero. Queste zeppole non hanno tipicamente la crema.
Nel passato, ad ogni angolo di strada era possibile trovare un banco di
frittelle, e tutta la città era addobbata da decorazioni festive.
E’ infatti con la festa di san Giuseppe che si saluta definitivamente l’inverno e
si comincia a sentire il profumo della primavera, così le vicende stagionali e
gli antichi riti si uniscono con la festosità e la devozione dei cristiani.