00 24/03/2010 10:21

Premetto che rispondo solo perchè è un argomento che mi appassiona, non ho intenzione di dibattere con te, perchè gia so che non riescirei a seguirti, è più facile per me leggere e capire un manuale di dogmatica che non le tue elucubrazioni mentali.

[SM=g27987]

Carina questa..Come se non sarei in grado di spiegarmi.
Io posso fare una elucubrazioni su qualcosa di non elaborabile logicamente, quindi la tua conclusione è quella stessa che faresti se ti porresti gli stessi interrogativi.

Ma ovviamente non te li poni, e nel caso non lo afferri non chiedi una plausibile logica, se logica vi è, visto che il punto da me rigirato tende a dimostrare proprio questo: cioè assenza di coerenza.


In finale se usassimo Geova come nome, allora potremmo usarlo per il solo padre, se lo usassimo nel suo significato, allora tutta la trinità è Geova.
Potrei dilungarmi sulla teoria del "non nome" ma lasciamo perdere...



Questo ammesso e concesso che la teoria della trinità fosse dimostrabile , quindi da non catalogare come dogma.
E lasciando da parte la scusante che da un punto di vista scientifico non possiamo studiare l'essenza corporale o immateriale del creatore, Poichè non stiamo certo a discutere su questo aspetto,

Poi sai quanto gliene poteva importare al Cristo di mettersi a discutere con i farisei per dimostrare della sua divinità; extracorporea trina o una; in intermini immateriali come essere onnipotente/i; visto che non poteva di certo usare o rappresentare l'aspetto soprannaturale di un creatore all'interno della sua creazione..
( cosa inverosimile dato che i cieli dei cieli non lo possono nemmeno contenere.
Del resto per logica non poteva essere che così)

Di certo non poteva dimostrarlo con il suo corpo umano ai farisei con cui dibatteva dichiarandosi come persona, Figlio di Dio; come dire figlio di un re, avendone la stessa importanza ai loro occhi, cosa che poi il Cristo in risposta gli smentisce con tante innumerevoli parole,sostenendo dell'importanza del Padre superiore alla sua; dato che era quello il solo senso che potevano intendere e pertanto accusargli avendogli dichiarato di essere il Figlio.

In ogni caso la testimonianza dell'aspetto immateriale in senso uno o trino, non gli sarebbe servita a nulla ai fini di provare che egli era figlio di Dio, che rappresentava il Padre.

Tanto più che gli ebrei, nemici (o amici come discepoli), non avevano nemmeno un concetto di trinità; cosa valida fino ad oggi.

Pertanto questa discussione è priva di senso dal mio punto di vista.

Quindi ritornando al nome, il significato impersonale che vi vedi tu, innanzitutto sarebbe da dimostrare che vale per tutti e tre.

Io invece vi vedo un significato personale, quindi non lo si può confondere con quello di Gesù o della sua persona.

Che poi Dio scelga un nome ( da non confondere con i suoi attributi) come identificazione oggettiva o impersonale, non gli farebbe di certo onore, poichè un tal nome sarebbe simile alla nomenclatura che si da a degli oggetti inanimati per identificarne le proprietà.

Per me e per le scritture la gloria di Dio non sta nell'essere eterno, ma nell'essere ciò che si mostra di essere come persona, e non come forza impersonale.

Non sono un suo adoratore in chiave oggettiva, per questo non mi inchino di fronte a un idolo pensando che rappresenti il creatore, anche se questo idolo emanasse luce celestiale e contorno vario.


In ogni caso ti ricordo che Secondo Esodo 23:13, il rifiuto di pronunciare il nome di un dio è un rifiuto di adorare il dio in questione, in modo da rifiutare di pronunciare il nome del vero Dio, il rifiuto per adorarlo (Giosuè 23:7, il rifiuto di pronunciare il nome degli altri dei è equivalente a rifiutarsi di adorarli).


saluti