00 25/03/2010 21:24

Furono i farisei a dichiarare che il suo farsi "figlio di Dio" equivaleva a farsi Dio, lo hanno capito tutti meno che voi...




Si perchè saremmo solo noi, già la dice lunga una simile affermazione.

Comunque se non riesci a capire una cosa così banale figuriamoci il resto..,perciò mi limito solo a questo.

Cristo di fronte ai farisei chiamava Dio suo Padre, Giovanni 5:18. Pertanto a motivo di questa sua affermazione questi ritenevano che con ciò egli si stava facendo uguale a Dio.
Ma farsi uguale a Dio non significa farsi Dio il Padre.
Poichè il concetto di uguaglianza posto da essi, per logica lo si può fare solo tra due soggetti distinti.

Quindi escludi a priori che i farisei pensavano che Cristo stesse dicendo di essere Dio il Padre, poichè in questo caso non possiamo più discutere di concetto di uguaglianza se ci riesci a seguirmi.

Non solo, ma nella frase in questione come figlio che chiama Dio suo Padre è chiaro che vi è una netta distinzione di personalità.

Pertanto non potevano lontanamente accusarlo di qualcosa estranea a questa distinzione basata sull'importanza della personalità.

Cioè quello di farsi consustanziale; cosa per altro da essi sconosciuta come tema filosofico, almeno in questo dato storico dei vangeli.

Lo stavano semplicemente accusando che come personalità si stava facendo uguale a Dio. Stop


Infatti la risposta data di seguito da Gesù lo conferma.
" Perciò rispondendo Gesù proseguì dicendo che il Figlio non può fare nessuna cosa di propria iniziativa...( Dio)Gli ha dato l'autorità di giudicare..( prima non ce l'aveva)perchè quello che lui fa e giudica e quello stesso che vede fare al Padre e quindi il Figlio fa simile".

Ora è chiaro che quel farsi Figlio chiamando Dio suo Padre per i farisei equivaleva a farsi uguale a Dio in quanto ad autorità e importanza.
Cosa ben compresa da Gesù, che ne dà una risposta specifica a sua difesa.

Quindi che cosa centrerebbe mai la discussione che Gesù come Figlio si fa Dio in senso immateriale??



Se fosse stato questo l'aspetto, la risposta di Cristo non poteva vertere sull'aspetto delle qualità personali, quali la volontà l'iniziativa, l'esempio della condotta,ecc..dimostrando in ciò la sua subordinazione alla personalità del Padre, con ciò testimoniando e giustificando che sebbene si facesse Figlio, non si stava facendo di certo uguale al Padre o a "Dio il suo capo".

In sintesi questi sono tutti aspetti che non trattano in nessun modo una discussione sul tema dell'immaterialità, ma sul tema dell'essere come persona uguale o no a quella del Padre.


Quindi quando il fariseo accusa Gesù di farsi uguale a Dio, non lo sta facendo nel senso che lo accusava di farsi immaterialmente Dio, poichè di certo per l'ebreo Dio non è un essere di carne e sangue.

Ma in realtà lo accusava di farsi Dio come autorità , loro pensando che i figli dei re abbiano sul popolo la stessa autorità del loro padre.

A riconferma di questo in un successivo scontro sullo stessa accusa, di chiamare Dio suo Padre, lo volevano lapidare perchè faceva di se stesso (Dio...o un Dio).

Stai certo che per il fariseo un figlio non è suo padre.

Infatti che il senso era quello di farsi un Dio,lo conferma la medesima risposta di Cristo.

Giovanni 10:32-37

" Di che vi meravigliate, non è scritto nella stessa vostra legge che quelli contro i quali venne la parola di Dio ( come trasgressori)
vennero chiamati " dei" singolarmente un Dio??.

Forse che questo dimostrava che tali "dei" figli dell'altissimo" erano Dio?
Agli occhi di Cristo non li faceva nemmeno uguale a Dio, e su questo paragone ha dimostrato che era pure così nel suo caso, e come aveva già insegnato..in Giovanni 5:18-20.

E anche qui, in Giovanni 10:32.. in realtà si discuteva o si riferiva di giudici umani parziali, che non rendevano giustizia al misero ne all'orfano, chiamati "dei" figli dell'altissimo" ribelli quanto i demoni che antepongono la loro giustizia a quella di Dio.

E Mica questo rendeva quegli uomini dei veri angeli da un punto di vista immateriale.
Mica si stava a discutere dell'immaterialità di sostanza di quegli uomini di carne e sangue. Dove ce lo vedi???

Inoltre Gesù in questa risposta, completa la sua difesa fatta nella prima accusa testimoniata al capitolo 5:18, sostenendo che se non si crede alle sue parole, si creda almeno alle opere del Padre suo, che lui compiva in nome di questa unità come di un Figlio con suo Padre.

Le sue opere dovevano dimostrare che cosa, la trinità, o che quello che lui diceva e insegnava proveniva dal Padre??

La risposta è ovvia, scontata.

E per provenire dal Padre non era di certo necessaria nessuna consustanzialità immateriale di natura.

Le opere non erano finalizzate a dimostrare questo, ma che la parola di Gesù era veramente quella che gli era stata insegnata dal Padre, proveniente dalla sua volontà o esempio.

Quindi di quale concetto di consustanzialità si ciancia???



E se poi consideri pure che il Cristo stava già a faticare per dimostrare che le sue parole erano veramente quelle dettategli dal Padre , almeno nella sostanza morale; e che era l'aspetto veramente importante; secondo te stava poi a discutere di immaterialità consustanziale..che è arabo, dogma di incomprensibilità logica?

Ma per cortesia, che è una barzelletta?


Comunque a te piace giocare a comodo, infatti ti scrivevo che nel concetto di Dio non puoi mai pensare a una sola persona, ma sempre a tre, quindi quando dici Figlio di Dio dici figlio della trinità ..

Questo basato proprio sul concetto di inseparabilità , che invece tu fai diventare separabile a comodo, come del resto si fa con lo stesso criterio quando nelle parole di Cristo una volta si fa parlare un Cristo uomo inferiore, una altra volta un Cristo Dio, e che così sarebbero perfino quattro persone..

E con ciò te saluto


Ciao bello.