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separazione sacra rota

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    anna.23
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    00 10/10/2010 14:38
    salve....sono separata e a marzo chiederò il divorzio. avrei una domanda da fare.Per prima cosa, si sa che non posso accedere all'eucarestia peche convivo e sono in attesa di divorzio.Vorrei sapere come mai la chiesa puo dividere due persone unite in matrimonio le quali si possono risposare con rito religioso, e noi invece separati con magari validi motivi non possiamo risposarci.La chiesa puo separare quello che per dio è indissolubile?la chiesa è formata da uomini al servizio di dio, ma se cio che dio ha unito è indissolubile come puo la chiesa dividere due persone e farle magari risposare con rito religioso???Aiutatemi a capire
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    Viviana.30
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    00 10/10/2010 14:49
    Re:
    anna.23, 10/10/2010 14.38:

    salve....sono separata e a marzo chiederò il divorzio. avrei una domanda da fare.Per prima cosa, si sa che non posso accedere all'eucarestia peche convivo e sono in attesa di divorzio.Vorrei sapere come mai la chiesa puo dividere due persone unite in matrimonio le quali si possono risposare con rito religioso, e noi invece separati con magari validi motivi non possiamo risposarci.La chiesa puo separare quello che per dio è indissolubile?la chiesa è formata da uomini al servizio di dio, ma se cio che dio ha unito è indissolubile come puo la chiesa dividere due persone e farle magari risposare con rito religioso???Aiutatemi a capire



    Ti riporto ad una discussione più o meno identica dove abbiamo dato delle risposte
    freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9328732

    Ciao e benvenuta


    [Modificato da Viviana.30 10/10/2010 14:49]
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    Jon Konneri
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    00 11/10/2010 13:11
    Volevo ricordare che nella chiesa non si usa il divorzio , lo scopo della sacra rota è quello di valutare se quel matrimonio è esistito davvero .
    -------------------------------------------------

    Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
    nell'aldilà

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    Justee
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    00 08/09/2015 13:51
    Fonte

    Sarà il vescovo locale che deciderà sulla nullità, o annullamento, dei matrimoni. Lo stabilisce la riforma varata oggi da papa Francesco. Accogliendo quanto avevano chiesto i vescovi di tutto il mondo nei Sinodi del 2005 e del 2014, il Santo Padre ha reso più rapide e meno costose le procedure, attribuendo al vescovo diocesano la responsabilità di fare da giudice competente quando le ragioni della nullità sono evidenti o riguardano la mancanza di fede di uno o entrambi i coniugi. Basterà poi un solo grado di giudizio per arrivare all’annullamento. Addirittura in caso di matrimonio non consumato, la dispensa può essere ottenuta senza processo.

    Decisione storica dopo tre secoli

    Si tratta di una decisione storica: anche se il Papa non elimina l’esistenza dei processi ordinari. Secondo monsignor Pio Vito Pinto, Decano della Rota Romana , il processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità matrimoniale era rimasto «identico per tre secoli», dai tempi della riforma di Benedetto XIV, Papa Lambertini. La riforma è contenuta in due Motu Proprio (ovvero documenti che contengono decisioni che il Papa prende di sua iniziativa, senza suggerimenti della Curia): il primo «Mitis Iudex Dominus Iesus» è rivolto alla Chiesa di rito latino, l’altro , «Mitis et misericors Iesus», alle Chiese di rito orientale.

    Le nuove regole

    Secondo le nuove regole, « se il vescovo stabilisce che si faccia un processo ordinario, dovrà celebrarsi entro un anno al massimo, e la sentenza sarà esecutiva se non ci sarà appello o le motivazioni dell’appello saranno manifestamente infondate». Non ci sarà più bisogno dunque di due sentenze conformi, com’è stato finora. Il che accorcia sensibilmente i tempi per ottenere la nullità, come era stato chiesto al Papa da più parti. Ai due Motu proprio varati da Francesco, uno per il rito latino, l’altro per quello orientale, ha lavorato con grande impegno una Commissione istituita appositamente nel 2014. L’iter individuato è breve ma non può essere definito sommario né amministrativo, in quanto il vescovo eserciterà pienamente la propria funzione giurisdizionale e religiosa.

    Accordo fra gli ex coniugi

    Le condizioni per accedere al procedimento vescovile è però che siano entrambi gli ex sposi a chiederlo, senza cioè che ci sia un contenzioso fra le parti. E che ci siano prove evidenti della nullità delle nozze celebrate in chiesa. Si potrà però ricorrere al vescovo anche quando «ricorrano circostanze di fatti e di persone, sostenute da testimonianze o documenti, che non richiedano una inchiesta o una istruzione più accurate, e rendano manifesta la nullità».

    Fra le cause anche la violenza e l’aborto

    Ecco quali sono, come spiega il titolo V del Motu proprio, le circostanze citate dal documento, ovvero le cause che determinano la nullità dell’unione: «La mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato per impedire la procreazione, l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo stesso delle nozze o in un tempo immediatamente successivo, l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione». Tra gli altri motivi si annovera anche «la violenza fisica inferta per estorcere il consenso, la mancanza di uso di ragione comprovata da documenti medici». Spiega il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi : «L’appello è comunque previsto, ma la sentenza sarà valida ed esecutiva già dal primo grado di giudizio».

    I divorziati risposati

    La riforma può essere letta anche come una prima risposta alle attese dei divorziati risposati che chiedono di poter tornare a ricevere l’Eucaristia, molti dei quali si trovano proprio nelle condizioni elencate dal Papa nel suo motu proprio: la riforma tiene conto infatti anche del motivo principale per il quale è richiesta la nullità matrimoniale, cioè il desiderio di perfezionare una nuova unione stabile e felice tornando a vivere i sacramenti. Le linee della riforma peraltro sono quelle indicate da Benedetto XVI, che già all’inizio del suo Pontificato, aveva avviato una riflessione sul tema all’interno della Chiesa, proprio per «lenire la sofferenza di queste persone». Benedetto XVI aveva parlato della Comunione spirituale perchè «i divorziati risposati «non sono esclusi dall’amore della Chiesa e dall’amore di Cristo. Una Eucaristia senza la comunione sacramentale immediata non è certamente completa, manca una cosa essenziale. Tuttavia è anche vero che partecipare all’Eucaristia senza comunione eucaristica non è uguale a niente, è sempre essere coinvolti nel mistero della Croce e della risurrezione di Cristo. È sempre partecipazione al grande Sacramento nella dimensione spirituale; nella dimensione anche ecclesiale se non strettamente sacramentale».

    L’Esarca

    «Aspettavamo molto questa riforma - ha detto mons. Dimitrios Salachas, Esarca Apostolico di Atene per i cattolici greci di rito bizantino e Membro della Commissione che ha studiato il piano del Papa - Il 90 per cento dei nostri matrimoni sono misti, cattolici e ortodossi. La maggioranza non aspetta la doppia sentenza conforme. Se ne va, per questo ci voleva un nuovo modo di trattare la questione».

    «Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
    (P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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    MiriamEster
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    Scripta Manent...
    00 24/09/2015 22:41
    RISPOSTA AD ANNA.23
    Cara Anna, quello che ha scritto Justee è solo un'interpretazione, o meglio, una decisione che la "santa madre chiesa" ha preso facendo un mix tra scrittura e tradizione? Ma su quali basi, qual è il fondamento? Di certo non la Bibbia,che afferma tutt'altro. Fai bene a porti tutte queste domande, è ovvio che anche tu noti delle contraddizioni.
    Io ti posso dire quello che sta scritto nella Bibbia, il testo di riferimento per eccellenza,ovvero quello che Dio, attraverso gli uomini, mandò a noi (nessuna intepretazione mia):

    Genesi 2:24

    Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne.

    Matteo 19:6

    Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non lo separi».

    E ANCORA

    Matteo

    31 Fu detto: "Chiunque ripudia sua moglie le dia l'atto di ripudio". 32 Ma io vi dico: chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione, la fa diventare adultera e chiunque sposa colei che è mandata via commette adulterio.

    PER ULTERIORI INFO:
    www.assembleadiyahushua.it

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