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Confederazione Italiana Archeologi - parere del Consiglio di Stato sul decreto legge relativo all' archeologia preventiva
Redazione Archaeogate, 11-05-2006
La Confederazione Italiana Archeologi accoglie con soddisfazione le obiezioni mosse dalla Sezione consultiva del Consiglio di Stato(adunanza del 13 marzo 2006), in merito al regolamento del Ministero dei Beni culturali che dovrebbe rendere operativa la legge 109 del 2005. Si tratta delle modalità di definizione di un regolamento relativo all'elenco degli archeologi competenti ad eseguire interventi e valutazioni di rischio.

"E' di fondamentale importanza - afferma Giorgia Leoni, presidente della Confederazione Italiana Archeologi - che il Consiglio di Stato abbia formalmente bocciato la proposta contenuta nella legge sull'archeologia preventiva di creare un elenco di archeologi. Troviamo una conferma istituzionale alle numerose perplessità già espresse dalla nostra associazione all'indomani della pubblicazione del decreto legge".
La discussione verte fondamentalmente sulla stesura di un "elenco" dei soggetti qualificati per le attività di ricerca; a questo proposito, il Consiglio di Stato afferma che un atto del genere costituirebbe un precedente per molte altre professioni nelle quali, come in archeologia, in assenza di un albo professionale, elenchi di questo genere verrebbero a costituire un "albo di fatto", nella pratica applicato anche in circostanze differenti da quelle previste per legge.
"Scorrendo le successive obiezioni - continua Giorgia Leoni - è evidente, inoltre, l'effettivo, notevole sbilanciamento del decreto a favore dell'Università, già rilevato a suo tempo dalla nostra associazione.
Auspichiamo, dunque, che le istanze avanzate dal Consiglio di Stato permettano di rimettere in discussione l'impostazione stessa della legge, che colpisce gravemente i lavoratori e le società che operano nel mondo archeologico".

«Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
(P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>