00 14/04/2007 18:30
Bell’argomento. Premetto che il mio pensiero su questo tema è in “evoluzione” più che mai, cioè non è consolidato e quindi può essere soggetto a cambiamenti anche repentini qualora me ne si mostrasse l’insostenibilità.

E’ ovvio che per poter discutere di questo, dobbiamo postulare l’esistenza dell’anima o comunque di qualcosa che vada oltre la nostra fisicità.

Postulato ciò, a mio parere noi, in quanto essere, siamo l’anima. Io immagino l’io reale come un qualcosa di immortale che vivifica il corpo, è cioè quella energia cosciente che fa si che esista appunto la coscienza. Come ebbi modo di dire in passato, credo che l’anima “utilizzi” il corpo come un utente utilizza un computer e il cervello non è altro che l’interfaccia tra l’anima e il corpo, come la tastiera lo è tra il Pc e l’uomo.

C’è un preciso motivo per cui credo a questo dualismo e rifiuto l’asserzione “noi siamo il nostro corpo”. La riflessione che feci a suo tempo partiva da un dato scientifico: ci sono alterazioni del cervello che cambiano “l’indole” ed il “carattere” dell’uomo ! Da buono un uomo può trasformarsi in un sanguinario senza scrupoli. Infatti, ad esempio, un danno al lobo temporale toglie al soggetto molti freni inibitori, addirittura se il danno interessa alcune parti specifiche del cervello, il paziente non ha più il cosiddetto “senso morale” cioè potrebbe commettere tranquillamente una strage di bambini senza avvertire il minimo senso di colpa.

Ho sempre ritenuto che il “carattere” “l’indole” l’essere buono o malvagio, fossero caratteristiche dell’essenza dell’essere, il risultato di un percorso spirituale, come può essere che un cambiamento esterno cambi radicalmente l’essenza dell’essere ? Allora ho compreso che se è vero che la coscienza e l’indole sono caratteristiche dell’essere, il corpo non possiamo essere noi in quanto essere.

Quindi questo dato significa che il senso di “male” e “bene” non può essere associato al corpo se noi in quanto esseri abbiamo un’indole, una propensione spirituale al bene o al male. Perché se noi fossimo il corpo e alterando quest’ultimo si può cambiare la nostra stessa essenza di fronte al bene e al male, allora a cosa servirebbe il percorso spirituale ? basta un interventino nel cervello et voilà tutti santi o demoni.

Ritengo dunque che quando si “guasta” l’interfaccia, cioè si hanno dei danni celebrali, la nostra anima non può controllare più direttamente il corpo e le sue azioni, un po’ come quando si guasta la tastiera, cerchiamo di scrivere una cosa ma ne esce un’altra ! Ma l’anima, in questo caso, non è più responsabile delle azioni del corpo non potendone avere più un controllo totale. La nostra essenza non muta a causa di un evento accidentale, rimane inalterata, solamente non può manifestarsi pienamente a causa del corpo. Se invece noi fossimo il nostro corpo, il nostro stesso essere sarebbe mutato a causa di una mutazione del corpo ! Quindi quell’essere che senza scrupoli diviene un assassino saremmo noi stessi e per me questo è inconcepibile perché tale cambiamento non è stato causato da una libera scelta della coscienza o da un’involuzione o evoluzione spirituale, ma da un “accidente” esterno.

Saluti
Andrea