00 19/04/2007 18:13
Questa riflessione nasce dalla visione della trasmissione televisiva l'Infedele condotta da Gad Lerner , in onda su Italia 7 il giorno 18/4/07.
Erano presenti in studio molte personalita' cattoliche. E' stata portata all'attenzione dei presenti una ricerca del sociologo delle religioni Franco Garelli che ha dato i seguenti risultati
1)Il 55% dei cattolici approva o non e' contraria al divorzio
2)Il 40% non condanna l'omosessualita'
3)Il 70% e' favorevole ai rapporti prematrimoniali.
La domanda che e' stata posta e' stata la seguente:
Come si pone il cattolico di fronte alle indicazioni del magistero della Chiesa che e' contrario alle cose elencate sopra? Deve obbedire? E se non obbedisce come si pone di fronte alla sua religione?
E' stato interessante quanto ha detto il Priore della Comunita' di BoseEnzo Bianchi. Ha parlato della necessita' di obbedire. Ha elencato le seguenti fonti di obbedienza per il cattolico:
1)Il Vangelo sopra tutto
2)Il mediatore istituzionale( Apostoli e successori, quindi il Papa e le gerarchie ecclesiastiche )
3)Il mediatore di competenza(teologi)
4)Il mediatore carismatico( persone che hanno autorita' morale)
Ha aggiunto che questa autorita' veglia la fede e poi c'e' la coscienza , ma si badi non tanto la coscienza individuale quanto quella della comunita'. Ha concluso che il vescovo va obbedito se media il Vangelo.
La domanda e': quanti cattolici ci sono ancora in Italia e direi nel mondo? Come si pongono di fronte a queste indicazioni cosi' stringenti per la loro vita? Come conciliare queste indicazioni con l'accusa fatta da diversi cattolici a fedi minoritarie di controllare la vita dei propri fedeli?
Saluti