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Il Giubileo di San Jacopo

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2021 19:14
10/01/2021 19:14
 
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L'apertura di un Anno Santo nella città di Pistoia
Forse non tutti sanno che nel cuore della Toscana, dove si incrociano il cammino della Via Francigena e quello della Romea Strata, vi è un tesoro importante, caro ai pellegrini di tutto il mondo. Come ci illustra il numero di "Credere" di questa settimana, in un bell'articolo a firma di Luisa Pozzar, a Pistoia, fin dal 1145, è custodita una reliquia di san Giacomo apostolo, detto il Maggiore, figlio di Zebedeo e Maria Salomè e fratello dell'apostolo Giovanni: una presenza frutto dell'incontro tra un antico culto del santo (cui i cittadini chiedevano protezione contro le incursioni saracene nell'Alto Medioevo) e l'impegno del vescovo Atto, che fece giungere in città un frammento del corpo grazie all'intercessione di Ranieri, ecclesiastico pistoiese trasferitosi a Santiago de Compostela. Una sorta di sigillo nella fede che unisce in un ideale abbraccio i pellegrini e i fedeli che in san Giacomo (Jago per i Galiziani, Jacopo per i Toscani) trovano comune protezione. La reliquia-l'unica al mondo fuori da Santiago-è conservata nella cattedrale di San Zeno, antico gioiello medievale che si affaccia su piazza del Duomo e che, insieme a battistero e campanile, costituisce il cuore pulsante di una fede dalle profonde radici. In cima alla facciata, ecco la statua del santo. Nei giorni della festa, che ricorre il 25 luglio di ogni anno, viene rivestita con un mantello rosso, come simbolo del suo martirio, ma anche come richiamo a un'antica leggenda popolare. All'ingresso in cattedrale, a metà della navata destra nella Cappella del Crocifisso, ecco presentarsi agli occhi del pellegrino l'altare argenteo di san Jacopo, che incanta per la sua bellezza e solennità: un capolavoro di oreficeria gotica realizzato a più riprese tra il 1287 e il XV secolo. Per antica tradizione, i festeggiamenti in onore di san Giacomo iniziavano il 24 luglio, la vigilia, per protrarsi per una settimana: tra celebrazioni liturgiche, processioni, ma anche tornei e altre manifestazioni popolari, come il "Palio dei barberi" e la "Giostra dell'orso", tutta la città si trovava immersa in un clima di festa, senza far mancare per i nobili locali e i loro ospiti anche deliziosi banchetti. Con le campane del Duomo che suonavano "a maccheroni", ricordando la tradizione di servire nel giorno della festa "i maccheroni sull'anatra"; ma anche l'immancabile "confetto a riccio" ("birignoccoluto", protagonista dell'usanza di preparare una "colazione zuccherina" al vescovo, ai chierici, ai magistrati e ai nobili nel giorno della festa del santo. Il 2021, però, sarà per Pistoia un anno veramente speciale: ieri 9 gennaio, infatti, con l'apertura solenne della Porta santa in cattedrale, sono iniziate ufficialmente le celebrazioni dell'Anno jacobeo, che vedrà la città toscana e Santiago de Compostela particolarmente riunite. Nel santuario della Galizia l'usanza è antichissima: si celebra un Anno santo ogniqualvolta il 25 luglio cade di domenica. Ma per Pistoia è una novità. Sarà un Giubileo locale, un anno di crescita spirituale, religiosa e culturale, nel nome di san Giacomo. L'Anno jacobeo si chiuderà il 27 dicembre. Ad accogliere i pellegrini che si recheranno a Pistoia vi sarà, appena varcata la soglia della Porta santa-alla quale, in una breve cerimonia svoltasi lo scorso 7 dicembre, sono stati apposti i sigilli-la "Rosa dei venti", lapide che rappresenta il ruolo della città e della diocesi come crocevia dei pellegrinaggi. E poi un fitto calendario di incontri e "giubilei particolari", frutto di una preziosa collaborazione tra diocesi e istituzioni locali. Tutto è ben documentato sul sito preparato "ad hoc", www.pistoiaiacobeo.it."L'anno jacobeo rappresenta un momento di grazia particolare per la diocesi e la città, anche se la pandemia ci costringe a ridimensionare i progetti, dovendo "navigare a vista", spiega monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia. "Ciononostante, proprio di questi tempi, credo che celebrare un Anno santo sia qualcosa di provvidenziale. Con la pandemia siamo stati messi di fronte al dolore, alla morte, alla nostra umana impotenza e insieme grandezza; siamo spinti a guardare alle sorti del mondo e al futuro che vorremmo. Tutto questo ci costringe a entrare più in profondità nelle cose, a guardare dentro noi stessi, a ripensare a tutta la nostra vita. E forse è proprio questo il senso di un Anno santo". Compatibilmente con l'andamento della pandemia, si partirà il 14 febbraio, con il giubileo dei malati e degli operatori sanitari, che assume particolare significato proprio per il tempo che stiamo vivendo. E poi a seguire i ragazzi (11 aprile), il mondo del lavoro (1° maggio), le famiglie (30 maggio), le diocesi toscane (21 giugno), i giovani (3,4,5 settembre), le aggregazioni laicali (9 ottobre) e i poveri (14 novembre). Un anno propizio, insomma, per farsi ancora pellegrini nel segno di san Giacomo, sulle strade che portano, stavolta, tutte a Pistoia, e grazie al culto della reliquia giunta da Santiago de Compostela nel XII secolo.
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