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Predicare - Approfondimento

Ultimo Aggiornamento: 05/01/2007 21:56
09/03/2005 18:21
 
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Ciao Teodoro possiamo approfondire la questione del predicare , quanto è giusto dire che Cristo predicava Di casa in casa , e cosa facevano i primi Cristiani se facevano le loro adunanze e come le facevano se vuoi dividiamo gli approfondimenti
Grazie

«Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
(P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



09/03/2005 21:21
 
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Premetto che la questione esula dal nostro raggio d'indagine in quanto non si basa su una questione di tipo filologico, ma di un problema di caratteri più ampi.

Personalmente ritengo che dire che Cristo "predicava di casa in casa" mi sembra riduttivo. L'annuncio kerigmatico di Cristo va oltre agli ammaestramenti morali di un rabbi o di un caposcuola greco, ma sono incentrati sul fatto che Egli è il Messia, il Figlio dell'Uomo, è il Signore. La portata di questo annuncio è universale e non si può certo "inscatolare" in una espressione quale la "predicazione porta a porta".

Per quello che riguarda le usanze liturgiche dei primi cristiani, è una domanda da porre in sezione Padri Apostolici. Qui posso brevemente sintetizzare, per non tradire lo spirito della sezione, che in contesto apostolico tutto era subordinato a esigenze di tipo logistico ed il rito non era definito precisamente. In alcuni contesti era ancora di stampo giudaico, in altri più ellenizzati si farciva di connotati misterici, in altri ancora erano semlici incontri privati di preghiera. Un tratto comune era la consacrazione delle Speci Eucaristiche, senza unna precisa coscienza di transustanziazione, ma piuttosto con tratti evocativi e di epiclesi. Nei secoli della persecuzione i cristiani si riunivano in "domus ecclesiae", la cui più famosa è stata trovata a Dura Europos. Si trattava di private abitazioni in cui segretamente si riunivano i cristiani. Fu anche la grande varietà di usanze locali nella prassi liturgica a determinare l'uso di indire sinodi e concili dopo il 313, per dare uniformità alla liturgia e al calendario di culto.

Più oltre non vado, se ci sono domande su passi greci controversi rispondo volentieri.
Un saluto,
09/03/2005 22:10
 
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Re:

Scritto da: Justee 09/03/2005 18.24
Ciao Teo possiamo approfondire la questione del predicare , quanto è giusto dire che Cristo predicava Di casa in casa , alla luce dei versetti biblici cosa dicono i Padri Apostolici o Padri della Chiesa e anche sulle adunanze come le facevano ?
Grazie



Ciao Rino,
un argomento alla volta e cercherò di approfondire i tuoi argomenti.
Per cominciare dalla lettura dei Vangeli si nota subito il "radunarsi delle folle" attorno alla predicazione di Gesù; tutti e quattro i redattori dei vangeli canonici tengono a sottolineare questo per evidenziare la figura di Gesù come era intesa dalla maggior parte delle persone: un "rabbi", un maestro. Da nessuna pericope si può dedurre che Gesù predicasse di casa in casa. Qualche episodio di Gesù che entra in casa di qualcuno c'è, ma sicuramente non era la norma del Cristo. Anche quando manda gli Apostoli dice loro di accettare l'ospitalità che viene loro data in casa per il tempo necessario alla predicazione in quella città (Lc 9, 1-6; Mc 6, 7-10).
I Padri Apostolici non fanno alcun riferimento al modo di predicare perchè ormai si stavano costituendo le comunità cristiane. La predicazione avveniva in un luogo stabilito, in un giorno stabilito (Dies domine) dove veniva celebrata anche "il pasto comune" (l'eucarestia). Le testimonianze sulle prime adunanze si trovano in alcuni scritti del I secolo (Didachè, pastore di Erma). Paradossalmente però una testimonianza sicuramente attendibile l'abbiamo da uno scritto pagano cioè nella lettera che Plinio il Giovane (61-113 d.C.) scrive all'imperatore Traiano per chiedere quale trattamento fosse da riservare ai cristiani che gli venivano denunciati e riferisce le informazioni che ha attinto dagli interrogatori dei cristiani arrestati:
«D'altronde essi (i cristiani) affermavano che tutta la loro colpa o errore consisteva nell'essere soliti riunirsi in un giorno fissato (la domenica?) prima della levata del sole e a cantare fra loro alternativamente un inno a Cristo come a un Dio (la preghiera liturgica?); a impegnarsi con giuramento (forse il battesimo?) non di perpetrare qualche crimine, ma di non commettere nè furti né atti di brigantaggio né adulteri né mancare alla parola data e neppure negare il deposito a chi lo proclamava giustamente (colletta per i poveri e le vedove?). Compiuti questi riti, erano soliti separarsi e riunirsi di nuovo per prendere il loro cibo ( cena eucaristica?)che, nonostante tutto quello che si dice, è un cibo ordinato e innocente.»
Le parole tra parentesi sono mie.
Alla prossima
Matteo

[Modificato da Teo60 09/03/2005 22.32]

05/04/2005 14:23
 
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L'apostolo Paolo in Atti 20,20 dice chiaramente:

"Non mi sono trattenuto dal dirvi alcuna delle cose profittevoli nè dall'insegnarvi pubblicamente è di casa in casa"

E ancora a Gerusalemme i primi cristiani perseguitati (Atti 5,42:

"e ogni giorno (non solo nel giorno del Signore o di Sabato) nel tempio e di casa in casa continuavano senza posa ad insegnare e a dichiarare la buona notizia"

In temopi sucessivi sarebbe ridicolo pansare ad una predicazione solo pubblica o solo nella comunità cristiane, nel primo caso non sarebeb stata permessa nelle epoche di persecuzione e nel secondo non avrebbe permesso l'eccezionale sviluppo del cristianesimo nei primi due secoli.

Lo storico Aube parla di "predicazione modesta fatta non puibblicamente, sulle piazze, ma in sordina nell'ombra del focolare domestico" (appunto di casa in casa).

Celso si lamenta che i cristiani non hanno propri maestri o scuole ma piuttosto hanno come maestri "tessitori, calzolai e manovali". Lo stesso Celso parla di predicatori itineranti che "percorrevano le città e le campagne".

Direi che dalle testimonianze si può ricavare che:

1. La predicazione era una spontanea iniziativa dei cristiani
2. Tutti i cristiani erano evangelizzatori (non solo una clssse clericale)
3. Tale predicazione non avveniva solo in luoghi o tempi particolari ma a seconda delle circostanze si predicava per le strade, nei mercati o di casa in casa in qualunque momento opportuno
4. Tale proclamazione capillare era ritenuta fastidiosa dai nemici del cristianesimo che cercavano di arginarla anche con intimidazioni o vera e propria persecuzione

Ciao



05/04/2005 19:14
 
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In merito alle adunanze abbiamo la testimonainza di Tertulliano, che nel suo Apologetico (XXXIX, 2-6) dice:

"3. Ci raduniamo [in adunanze] per leggere le divine Scritture, secondo che le condizioni del nostro tempo ci costringono a cercarvi un avvertimento o una conferma... 4. Nelle stesse adunanze si danno anche esortazioni, castighi e censure religiose... 5. Presiedono anziani già provati che sono pervenuti a questa dignità non con pagamento..."

Secondo la testimonianza di Tertulliano le adunanze cristiane assomigliano più alle letture nella Sinagoga che alla celebrazione eucaristica di certi gruppi cristiani odierni. Anzi, i due momenti sembrano separati, visto che Tertulliano non fa menzione dell'eucarestia (o di un giorno speciale) nè a proposito delle adunanze nè a proposito degli agape. Questo apparentemente contrasterebbe con le parole di Giustino che però non dice specificamente che la domenica venisse celebrata l'eucarestia nelle riunioni domenicali. La stessa Didachè non parla della comunione domenicale ma semplicemente di "spezzare i pani" espressione che di per sè non indica nessun particolare rito eucaristico.

Ciao






[Modificato da barnabino 05/04/2005 19.16]

05/04/2005 20:45
 
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Re:

Scritto da: barnabino 05/04/2005 14.23
L'apostolo Paolo in Atti 20,20 dice chiaramente:

"Non mi sono trattenuto dal dirvi alcuna delle cose profittevoli nè dall'insegnarvi pubblicamente è di casa in casa"

Allora, testo originale alla mano: "Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi in pubblico e nelle vostre case..." questo perchè come era solito allora si sostava in una casa e lì vi si teneva la predicazione.

E ancora a Gerusalemme i primi cristiani perseguitati (Atti 5,42:

"e ogni giorno (non solo nel giorno del Signore o di Sabato) nel tempio e di casa in casa continuavano senza posa ad insegnare e a dichiarare la buona notizia"

Anche quì non c'è di casa in casa ma "a casa"se nella TNM è tradotto con di casa in casa, certamente non è dall'originale greco.



Lo storico Aube parla di "predicazione modesta fatta non puibblicamente, sulle piazze, ma in sordina nell'ombra del focolare domestico" (appunto di casa in casa).

Appunto, in una casa dove gli apostoli cercavano ospitalità come da comando del Signore. La tua è una interpretazione e pertanto può essere opinabile.

Celso si lamenta che i cristiani non hanno propri maestri o scuole ma piuttosto hanno come maestri "tessitori, calzolai e manovali". Lo stesso Celso parla di predicatori itineranti che "percorrevano le città e le campagne".

Appunto, città e campagne ma non andavavno di casa in casa.Se poi qualcuno traduca di casa in casa dove non c'è nell'originale greco allora stiamo parlando di altra cosa.

Ciao



Shalom
05/04/2005 21:08
 
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Re:

Scritto da: barnabino 05/04/2005 19.14
In merito alle adunanze abbiamo la testimonainza di Tertulliano, che nel suo Apologetico (XXXIX, 2-6) dice:

"3. Ci raduniamo [in adunanze] per leggere le divine Scritture, secondo che le condizioni del nostro tempo ci costringono a cercarvi un avvertimento o una conferma... 4. Nelle stesse adunanze si danno anche esortazioni, castighi e censure religiose... 5. Presiedono anziani già provati che sono pervenuti a questa dignità non con pagamento..."

Secondo la testimonianza di Tertulliano le adunanze cristiane assomigliano più alle letture nella Sinagoga che alla celebrazione eucaristica di certi gruppi cristiani odierni. Anzi, i due momenti sembrano separati, visto che Tertulliano non fa menzione dell'eucarestia (o di un giorno speciale) nè a proposito delle adunanze nè a proposito degli agape. Questo apparentemente contrasterebbe con le parole di Giustino che però non dice specificamente che la domenica venisse celebrata l'eucarestia nelle riunioni domenicali. La stessa Didachè non parla della comunione domenicale ma semplicemente di "spezzare i pani" espressione che di per sè non indica nessun particolare rito eucaristico.
Ciao

[Modificato da barnabino 05/04/2005 19.16]




Ritorniamo al Libro degli Atti degli apostoli, 20, 7:
"Il primo giorno della settimana riunitici a spezzare il pane,..." Spezzare il pane non è altro che il memoriale dell'ultima cena, che divenne di uso comune tra i primi cristiani. Poi, secondo la terminologia ebraica il primo giorno della settimana era la Domenica perchè primo giorno dopo il Sabato.
Shalom
06/04/2005 00:27
 
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Caro Teo,

Prima di affermare con tanta sicurezza che la TNM non traduce dall'originale greco io mi prenderei il tempo di esaminare le fonte, cosa ne dici? Ti sembra un metodo abbastanza corretto?

I due testi di Atti da me citati non dicono, coem tu sostieni, "nelle case" o "a casa" m apiuttosto "di casa in casa" infatti in greco è scritto kat´òikon letteralmente "secondo la casa" dove kata usato in senso distributivo, di casa in casa, e non semplicemente in senso avverbiale, a casa. Questo secondo lo Zerwick ed altri, non conosco le tue fonti.

E' ovvio che l'insegnamento veniva nelle case dove erano accetti, questo mi pare ovvio, ma essi andavano di città in città senza dubbio visitando le singole abitazioni, specialemente dove l'opera pubblica nei mercati o piazze poteva essere oggetto delle attenzioni delle autorità.

Ma una cosa mi pare ovvia: il proselitismo nei primi secoli era una attività normale dei cristiani sia di casa in casa, che in piazze, luoghi di mercato o sinagoghe e ne determinè il rapido aumento.

Sul fatto che "spezzare il pane" indichi il memoriale dell'ultima cena non ci sono pareri concordi tra gli storici infatti questo non traspare chiaramente dalle fonti dei Padri e nel NT questa espressione è usata non sempre in relazione all'ultima cena ma anche come un normale gesto senza implicazioni mistiche.

Ciao
06/04/2005 20:03
 
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Scritto da: barnabino 06/04/2005 0.27
Caro Teo,

Prima di affermare con tanta sicurezza che la TNM non traduce dall'originale greco io mi prenderei il tempo di esaminare le fonte, cosa ne dici? Ti sembra un metodo abbastanza corretto?

I due testi di Atti da me citati non dicono, coem tu sostieni, "nelle case" o "a casa" m apiuttosto "di casa in casa" infatti in greco è scritto kat´òikon letteralmente "secondo la casa" dove kata usato in senso distributivo, di casa in casa, e non semplicemente in senso avverbiale, a casa. Questo secondo lo Zerwick ed altri, non conosco le tue fonti.

Ciao



Ciao Barnabino, le mie fonti, anzi la mia fonte è "NUOVO TESTAMENTO Greco italiano, NESTLE-ALAND, unanimamente riconosciuto come la traduzione critica migliore delle scritture greco cristiane.
Shalom
06/04/2005 22:54
 
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Ciao Matteo,

Sicuramente Nestle-Aland (che è ampiamente usato anche dalla traduzioen da me usata) è uno dei testo greci migliore, tanto è vero che in questo caso non vedo nessun differenza con il Westcott-Hort usato dalla TNM come testo base, le differenze sono invero minime.

Il problema però qui è la tua traduzione scorretta e non il testo greco, in entrambi i testi infatti si legge "kat'oikous" che è distributivo e si non si traduce "nelle vostre case" (ma da dove esce quel "vostre"?) come fa la CEI in Atti 20,20 ma piuttosto "di casa in casa" come correttamente traducono altri (per esempio la TNM, New King James Version, New American Standard Bible, Revised Standard Version, Webster: di casa in casa, la Concordata: per le case, Chouraqui: in tutte le case, eccetera)

Come vedi questo due versetti testimoniano che l'attività di predicazione pubblica dei primi cristiani si svolgeva, fra l'altro, anche di casa in casa. Non capisco quale sarebbe la difficoltà a riconoscere questa cosa, a mio parere, abbastanza ovvia.

Ciao
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