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Politeista

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2005 18:29
06/12/2005 17:58
 
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I Centri neo-ellenici di religiosità politeista sono creazioni del critico d’arte milanese Antonino De Bono, che i seguaci definiscono “padre spirituale del neo-politeismo italiano”. Nato a Torino il 17 gennaio 1924 e diplomatosi ragioniere mercantile, frequenta la Facoltà di Economia e Commercio. In seguito, studia a Urbino in Storia dell’Arte Antica, Archeologia Italica ed Etruscologia. Fa parte del Comitato di Liberazione Nazionale di Borgo San Donato (Torino). Dopo alcune esperienze nel mondo politico – all’interno del Partito Socialista Italiano – e sindacale torinese, nel 1953 si trasferisce a Milano, dove – rivedendo le su idee politiche – compie una lunga rielaborazione del suo pensiero, sino ad approdare a una fusione fra il primo fascismo “dottrinario” di Benito Mussolini (1883-1945) degli anni 1919-1920 e taluni spunti del pensiero populista, socialista e rivoluzionario. Queste prospettive lo portano a fondare un “partito d’assalto”, subito proibito dalla polizia.

Sull’onda di un’apertura verso gli studi tradizionali e nell’intento di tracciare una verità storica al di là di quelli che De Bono definisce i “falsi dei vincitori”, lo stesso indaga il passato e compie quella che definisce una revisione generale del pensiero religioso, filosofico, magico e militare. È in questo clima caratterizzato dal tentativo di riconquista del passato che, nel 1977, fonda una casa editrice e dà alle stampe la rivista Arte più Arte, che si occupa della avanguardie artistiche, ma anche dei secoli d’oro della pittura italiana. Sempre trasportato dal suo ideale, nel 1985 – anche in omaggio a una donna (conosciuta a Verona) che ama l’antichità greco-romana – Antonino De Bono fonda Il Teurgo, rivista bimestrale di mistica iniziatica, trascendentale e religiosità politeista, rivalutando l’opera dei filosofi neo-platonici e ripristinando la teurgia. La rivista, visti anche i costi di realizzazione, esce solo per otto numeri; in essi si tenta di rivoluzionare il pensiero contemporaneo e, in particolare, si chiede la revisione da parte del cristianesimo della figura di Gesù Cristo, considerato un mago e un operatore dell’occulto.

Questa tesi caratterizza peraltro tutto il pensiero di Antonino De Bono, il quale accusa Gesù “di essersi vantato di essere il Cristo. L’Unto del Signore, il Messia, inviato dal Padre Eterno sulla Terra. Un’empietà che il Sinedrio condannò con la morte sulla croce” (Antonino De Bono, Storia della Magia e delle Dottrine esoteriche, Arte più Arte, Milano 1999, p. 7). Ciò nonostante, la dottrina di Cristo rimane comunque un valido e accettabile insegnamento dal punto di vista sociale e spirituale. All’interno del movimento sorto intorno a Il Teurgo si crea da subito una corrente fortemente anti-cristiana, che trova però l’opposizione di De Bono, il quale – in seguito – rende ragione della sua posizione attribuendola, oltre che all’intrusione di elementi di rottura di tipo culturale, anche alle convinzioni cristiane della moglie – la scrittrice Anna Maria Mafrice (1936-199[SM=g27989] – che rischiano di scontrarsi con idee eccessivamente anti-cristiane, ponendo così a rischio il loro matrimonio.

Fra il 1985 e il 1986, sempre a cura di De Bono, nascono i Centri neo-ellenici di religiosità politeista, di cui il fondatore è nominato presidente, che attirano in alcune occasioni l’attenzione dei mass media italiani. Nell’ambito milanese collaborano con il fondatore una ventina di persone, fra i quali la pittrice e scrittrice Silvia Spiccia, detta la “papessa” perché dirige l’ufficio delle “donne neo-elleniche” italiane. Antonino De Bono continua a essere piuttosto noto grazie alle sue opere e corsi: tiene fra l’altro lezioni presso l’Università della Terza Età e delle Tre Età di Milano.

Egli si dichiara erede della tradizione neo-platonica e cita Platone (428/427-347 a.C.), Porfirio (233/234-305), Giamblico (†c. 325?), Proclo (c. 410-485), Flavio Claudio Giuliano (Giuliano l’Apostata, 331/332-363), mentre predica il ritorno alla natura in chiave ecologica. Il contatto con gli dei e gli spiriti della natura può fruire di una completa “liturgia neo-ellenica”, la cui pratica peraltro non sembra frequente. Nel 1998, dalle pagine della rivista Il Teurgo, il fondatore offre un’accurata descrizione di tale liturgia, da svolgersi in “sale di culto”, nelle quali è però vietato il sacrifi­cio di animali nonché “esporre statue o simulacri di Dei di qual­siasi foggia o tipo” (“chiunque trasgredirà a questi divieti sarà consi­derato agente provocatore ed espulso”). Una forma circolare della sala di culto è “preferita, perché sollecita maggiormente l’afflusso del pra­na da parte della comunità”: la notazione mostra i consueti contatti fra milieu magico e neo-paganesimo. Al centro di tre tripodi il Teurgo – con una veste bianca di lino decorata sul cuore da una spirale, sim­bolo dell’universo –, aiutato da due assistenti, dà inizio alla cerimonia. Preceduto dal canto del Carme Secolare di Orazio (36-8 a.C.), il Teurgo illustra un punto di dottrina misterica o un “evento divino che trae dall’Odis­sea, dall’Iliade o dall’Eneide”. Avanzano quindi alcuni bambini ve­stiti di bianco che recano su vassoi bacche, petali di fiori, foglie, boc­cioli e frutta. Il Teurgo ne raccoglierà alcune manciate e le brucerà sui tripodi laterali in offerta agli dei; brucerà quindi incenso sul tripode centrale, invocherà la benedizione degli dei, farà cantare di nuovo il Carme Secolare e congederà i fedeli, non senza ringraziarli e donare loro (nelle feste di primavera o del raccolto estivo) fiori e primizie. “Al tempio – precisa ancora il rituale – debbono accedere i fedeli; è fatto divieto di introdurre estranei” (Antonino De Bono, “La liturgia neo-ellenica”, Il Teurgo, anno IV, n. 1-4, gennaio-settembre 1988, p. 7).

B.: Antonino De Bono ha al suo attivo una trentina di pubblicazioni. Fra le opere di maggiore interesse in tema di magia, esoterismo e teurgia, si vedano: Magia rituale e teurgia iniziatica, Arte più Arte, Milano 1991 e Storia della Magia e delle Dottrine esoteriche, Arte più Arte, Milano 1999. Cfr. inoltre Idem, Eroi, avventurieri, santi e briganti: ricordi autobiografici, Arte più Arte, Milano 2001.

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