Written by: Teodoro Studita 07/11/2006 14.57
"Coordinate ben precise" nonn direi, a meno che tu non abbia visto giardini paradisiaci tra il Tigri e l'Eufrate.
Al massimo qualche autobomba visto che la zona è quella dell'Iraq.
Spiritusss .. come si dice a Milano , comunque Teo , io non sono per l'evoluzione , però dobbiamo dare atto che probabilmente quella Terra anni addietro non era cosi , percui la si può immaginare come la descrive Dio
da wikipedia
"Ipotesi sulla localizzazione geografica
Secondo queste indicazioni l'Eden si collocherebbe nell'attuale regione della Mesopotamia meridionale, nella pianura attraversata dal fiume Shatt al-‘Arab, sepolto sotto decine di metri di sedimenti. Nello Shatt al-‘Arab oggi confluiscono due dei fiumi citati nella Genesi: il Tigri e l'Eufrate.
La "terra di Avila" potrebbe esssere identificata con una regione dell'Arabia settentrionale dove, durante le rare piogge si forma un grande torrente proveniente che si getta nello Shatt: tale torrente potrebbe essere un residuo di un antico fiume, cioè il Pison biblico, che scendeva dall'Arabia migliaia di anni fa quando il clima della zona era più umido.
L'altro affluente dello Shatt è il fiume Karum che potrebbe essere identificato con il mitico Ghihon, che scende dalla regione iranica dell'Elam: gli Elamiti erano conosciuti dai Semiti come un popolo dalla pelle molto scura e secondo la terminologia biblica erano dunque etiopi, termine con cui vengono indicati le popolazioni dalla pelle scura (erano forse di una razza affine ai dravida o agli zingari dell'India).
Ai tempi in cui fu scritta la Genesi (a Babilonia verso il 500 a.C.), la regione dello Shatt al-‘Arab era sommersa dal golfo Persico, ma di certo era emersa circa 10.000 anni fa quando il livello del mare era più basso di 100 metri."
Mi aspettavo una tua analisi del tipo S.Agostino o Qualche Padre della Chiesa cosa ne pensava o diceva
«Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
(P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>