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Monaci Trappisti

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2007 21:33
25/01/2007 17:07
 
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L''antica e originale spiritualita' dei Monaci Trappisti

La comunità dei Monaci Trappisti ha origine dalla riforma dell'antico ordine Cistercense che nacque nel 1098 per opera del monaco Roberto di Molesmes.

Il maggior sviluppo dei Cistercensi coincise con la venuta di Bernardo di Chiaravalle che ripropose una fedele interpretazione della regola di San Benedetto. Egli mise in risalto una vita equilibrata divisa tra preghiera, studio e lavoro manuale.

Dopo un crescente sviluppo, con apogeo nel XIV secolo, l'ordine Cistercense cominciò a decadere allontanandosi dalle regole primitive.In seguito a ciò, si staccarono varie piccole congregazioni con tendenze riformatrici, finchè, la riforma della Trappa, creò nel 1664 una completa divisione tra i Cistercensi dell'osservanza comune e i Cistercensi della primitiva osservanza, i Trappisti.

Promotore dell'ordine Trappista fu Armand Jean de Bouthillier de Rancè che, ricevuto in commenda il monastero di La Trappe, avviò una riforma che riportasse la comunità alle abitudini di vita affermate nella regola cistercense: divieto di carne, pesce e vino; obbligo del silenzio, del lavoro manuale, dell'isolamento dal mondo.

Alle Tre Fontane in Roma si stabilì un monastero Trappista, uno dei tanti nel mondo, sperduto nella pace meravigliosa della periferia tra una grande selva di eucalipti. Su alcune migliaia al mondo, solo pochi sono italiani; alle Tre Fontane su centinaia di postulanti e novizi, soltanto poche decine hanno vestito la candida cocolla, e fatto giuramento di : non parlare mai; non mangiare né carne, né pesce, né uova, né latticini; lavarsi tutte le notti alle due; andare a dormire tutte le sere alle ore 19 d'inverno e alle ore 20 d'estate; lavorare tutti nei campi sei ore al giorno, compresi l'Abate ed il Priore.

Racconta Attilio Crepas (Vita segreta dei conventi, Licinio Cappelli Editore, 1943; rarissimo e introvabile)che della Comunità fu ospite, che conobbe due fratelli: uno entrato da otto anni, l'altro da quindici. Non avevano mai parlato tra loro, non s'erano mai detti una parola nemmeno il giorno in cui il fratello più giovane entrò nel convento e veniva da casa, da quella casa che aveva lasciato sette anni prima senza mai ritornarci, senza più rivedere nessuno dei suoi.

Nel primo anno si possono ancora ricevere lettere e rispondere, poi solo riceverle, infine, riceverle ma non aprirle, in una chiusura totale con tutti. Gli unici che possono parlare sono l'Abate, il Priore e l'Economo ma solo in caso di stretta necessità. Tengono abitualmente il volto basso, seminascosto dal cappuccio bianco.

La loro cena consiste in 150 gr. di pane a fette e 150 gr. di frutta cotta, una specie di marmellata ed un'arancia. Al mattino una minestra di verdura, un piatto di legumi ed una mela. Questo nutrimento strettamente vegetariano mantiene il loro corpo (il Tempio dell'Anima) sano ed incontaminato. Il loro cimitero interno, ove ognuno si prepara la fossa scostando giornalmente una manciata di terra, annovera sulle croci età avanzate: 72, 74, 73, 88, 91, 76, 82. Il più giovane aveva, al momento del decesso, 70 anni!

Dedicano sei ore allo studio, sei al lavoro e sei alla preghiera tra perpetuo silenzio, penitenza, cibo scarso e sempre vegetale, eppure vivono sereni, sapienti e saggi. Quando sopraggiunge la morte del corpo raggiungono l'estasi e la felicità. Attorno al moribondo intonano canti ed inni di gaudio. Vengono sepolti senza cassa, col solo abito talare, calando il cappuccio sul viso.

Tanti di loro, per accedere al convento, lasciarono immense fortune ai poveri. Dormono in ambienti comuni, ma l'estremo rispetto e disciplina che regna, li isola rendendoli silenti anche nei movimenti. Vedere il convento e provare un grande senso di pace è confortevole; viverci dentro forse un po’ meno, senza una vocazione fortissima.
07/03/2007 22:20
 
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Ottimi produttori di Birra.
27/04/2007 21:33
 
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Re:

Scritto da: barnabino 07/03/2007 22.20
Ottimi produttori di Birra.


non ho capito se è una battuta o parli sul serio , se parli sul serio fammi sapere con qualche dato in più ti sarei grato

«Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
(P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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