“poi lo si cerca ma il problema è che io sostengo che Dio non è ricercabile ne dimostrabile razionalmente, quindi non può entrare nella ricerca.”
Tu hai sostenuto qualcosa di diverso, ossia che prima di fare ricerca su un ente lo devi dimostrare. Ho già spiegato dove stia il problema. Non abbiamo nella ricerca storiografica rilevazione di alcun evento in sé, bensì solo dei suoi effetti, e tra gli effetti ci sono le testimonianze. Io non ho una telecamera che abbia registrato il miracolo x di 2000 anni fa, come non ho registrato l’assassinio di Cesare, quello che posso indagare sono gli effetti di questi due presunti fatti e chiedermi come sia possibile, qualora non li ritenga storici, che si sia arrivati a formularli. Come è un tipo di ricerca comunissima, che si chiama per l’appunto storia degli effetti, e non c’entra nulla con la dimostrazione precedente che quello che stai indagando esiste, anzi proprio dallo studio degli effetti postulando la causa vedi se la causa è possibile, se è solo quella o ne puoi postulare di alternative che funzionano altrettanto bene. Tu sei pieno di parole fantoccio di cui non ti liberi, del tipo “dimostrazione razionale”, che non esiste nelle scienze naturali né tanto meno nella ricerca storiografica.
Avevo scritto: “implica l’idea che Dio non può entrare nella storia.”, tu rispondi: “Certamente visto che non ne è dimostrata l’esistenza.”
Ancora questo errore logico? Dire che non si può dimostrare che Dio entri nella storia non implica che sia impossibile che entri nella storia.
“Mi pare di aver detto la stessa cosa.”
No, tu hai detto che per Ockham è meglio una cusa fisica che una divina, quando non è questo il principio del rasoio bensì il fatto che è meglio una spiegazione che implichi un minor numero di enti che una che ne implichi molti.
“Appunto così vale per il fulmine sei tu che hai parlato di cause seconde, mica io.”
Ma questo non è il rasoio di Ockham che tu sbandieravi. Tu hai scritto che sarebbe rasoio di Ockham preferire la causa naturale a Dio, quando questo non c’entra nulla col rasoio ed invece il famoso argomento dei quodlibeta, II, q. 1 in cui dice che non è questione di dire che Dio è più o meno probabile di altre cause, ma che non si può dimostrare per nessun effetto che la causa è Dio, ma questo non implica che, nell’indimostrabilità, una ipotetica causa naturale sia più probabile di una sovrannaturale, si limita a dire che se è stata trovata una causa naturale allora è quella, ma per ciò di cui non è stata ancora derivata la genealogia causale è perfettamente inutile chiedersi se sia più probabile Dio o l’ipotetico fenomeno naturale.
“E vai di relativismo.”
Adesso è Popper ad essere relativista.Cosa c’è di errato nella frase: “Le prove non esistono, e l’hai messo fra virgolette infatti, esistono le corroborazioni”. Popper mostra chiaramente che nessuna teoria scientifica è mai dimostrata ora e per sempre, ogni credenza, per quanto si creda solida, potrà un giorno essere ribaltata.
“Ma tu puoi sognarti ciò che ti pare. Sta a te la prova dell’esistenza di ciò che sostieni. Se dico che esistono i marziani, sta a me dimostrarlo, ovvero fornire degli elementi oggettivi che possano dimostrarne l’esistenza. L’intersoggettività si basa sulla logica e sulle evidenze empiriche.”
Questa frase è un capolavoro di non senti: “dimostrare qualcosa”, quando ti ho appena detto che non credo (e con me non credono Popper, Kuhn, Feyerabend) esistano le dimostrazioni nella scienza ma solo le falsificazioni. Poi “le evidenze empiriche”, ma che cos’è questo linguaggio paleolitico che sembra venir fuori da Bacone?
a)Io non devo dimostrare che esistono i marziani, ho già smottato come la scienza spesso prima ipotizzi un ente e poi ne cerchi le conferme. Qui non stiamo discutendo se i miracoli esistano ma se sia lecito postularli per vedere se poi nello scandaglio degli effetti io trovo conferma del mio postulato. Questo è tutto quello che serve in questa discussione. Ma volendo andare fuori tema:
b)Non esiste nulla che abbia il consenso di tutti, tutto dipende dal paradigma di riferimento.
c)Il fatto che una qualsiasi classe non crede che qualcosa esista non implica né che quella cosa non sia dimostrata né che non esista. Nel mio caso mi limito a dire “non implica che non esista” perché alle dimostrazioni nelle materie empiriche non ci credo.
d)Io mi limito a dire che la Chiesa fa delle indagini assolutamente serie prima di dichiarare una guarigione miracolosa. Non esiste una contro spiegazione del CICAP per ogni miracolo che venga proclamato tale dalla Chiesa, ma a difesa dei miei soci devo dire che non accade perché l’abbiano esaminato e si siano arresi, semplicemente non abbiamo il tempo di esaminare qualunque presunto miracolo venga fuori. LA Chiesa scarta una quantità incredibile di presunte segnalazioni, l’ultimo caso che al momento è al vaglio è quello della guarigione di suor Marie-Simone Pierre che è completamente guarita da una malattia irreversibile come il Parkinson, questo caso andrà negli atti del processo di beatificazione di Giovanni Paolo II.
“Perché io attendo la tua prova che non può essere la tua semplice parola o devo dirti perché non mi basta la parola di chiunque ?”
Come dicevo se tu volessi una prova ti dovrei semplicemente dire quali sono i casi miracolosi che hanno fatto santi il personaggio X o Y, siccome anche nel XX secolo ce ne sono molti se vuoi prendiamo un caso qualsiasi e tu provi a darmi una spiegazione alternativa visto che la Chiesa indaga scrupolosamente dal punto di vista medico, con commissioni istituite appositamente, prima di dichiarare una guarigione miracolosa.
“ne facciamo una questione di numeri o di razionalità ?”
La tua razionalità o la mia? La mia razionalità mi dice che l’unica cosa impossibile è la contraddizione, per il resto sono aperto su omini verdi e qualunque altra cosa.
“Qui non stiamo parlando di opinioni personali ma di scienza che per definizione deve prescindere dalle opinioni”
O dèi, la scienza che prescinde dalle opinioni! Questa è il paleolitico dell’epistemologia!
a)Non esiste il metodo universale chiamato scienza, né è pensabile
b)Non esiste alcuna ricerca che prescinda dai pregiudizi, siano questi la tradizione del paese in cui si vive. E’ vano qualunque tentativo in stile baconiano di liberarci di tutti gli “idola”: “la scienza che prescinde delle opinioni”, e soprattutto “la mente che prescinde dalle opinioni” non esiste. Popper scriveva: “Il fatto che la maggior parte delle fonti della nostra conoscenza provengono dalla tradizione, condanna come futile l’antitradizionalismo. Ma questo fatto non dev’essere invocate per sostenere l’atteggiamento tradizionalistico: ogni singolo pezzettino della nostra conoscenza tradizionale (anche della conoscenza innata) è aperto all’esame critico, e può essere mandato all’aria. Nondimeno, senza la tradizione, la conoscenza sarebbe impossibile. La conoscenza non può partire dal nulla, da una tabula rasa, e neppure dall’osservazione. Il progresso della conoscenza consiste principalmente nella modificazione della nostra conoscenze precedenti.” (K. Popper, Scienza e Filosofia, Torino, Einaudi, pag 116)
“la scienza è nata per superare le opinioni soggettive. Dunque se di scienza vogliamo parlare dobbiamo discutere di ciò che è dimostrato o dimostrabile non di tutto ciò che ci può venire in mente.”
Un miscuglio di cose vere e false. E’ vero che la scienza è nata per superare le opinioni soggettive, ma questo non dice nulla sul fatto che tale scopo sia legittimo, bensì dice solo qual è lo scopo di questo ramo del sapere. Qualora sia legittimo, non prova che sia raggiungibile, anzi mi chiedo chi aia così ingenuo da pensare che sia raggiungibile.Non è vero che si deve parlare solo di ciò che è dimostrato, perché altrimenti non discorreremmo su nulla, parte della scienza teorica è un puro modello matematico in cerca di conferme. Hai detto altresì che dobbiamo parlare solo di cose falsificabili, anche questo è falso, giacché parliamo comunemente di cosa sia un’emozione o di una teoria politica senza che questo genere di affermazioni sia falsificabile, al contrario è corretto dire che una teoria è scientifica solo se è falsificabile (e, aggiungerebbe Popper, non ancora falsificata, ma quest’inciso finale è falso, v. in proposito T. Kuhn, op. cit. pag. 17
Alla domanda: è falsificabile che i miracoli siano opera di Dio? La risposta ovviamente è sì, se per opera di Dio intendiamo la causa immediata, infatti basta trovare la vera spiegazione naturale del miracolo stesso per falsificare la teoria di chi lo crede sovrannaturale.
“Questo è un modo di procedere che postula l’esistenza per confutarla ! Non ti confondere.”
Non ho detto che la dialettica zenoniana è l’unico metodo, ho detto che è un metodo legittimo.
“Cioè nella mente di chi formula una frase del genere c’è l’idea che Zeus non esista e solo per dimostrarlo dice “ammettiamo che esista” è cioè la classica e nota confutazione logica.”
Ma l’ho scritto anch’io che è stato usato per confutare, ma prima di questo c’è la fase in cui si crede, e solo dopo, quando ciò che esperisci si scontra con ciò che credevi, mantenere un postulato diviene difficile perché le conseguenze che ne deriverebbero sono in contraddizione con ciò che vedi.
“. Ma se non ci fosse stata l’idea che enti sovrasensibili erano da escludere e che occorreva ricercare le cause in elementi empiricamente rilevabili, oggi crederemmo ancora a Zeus.”
No, come già detto non si dà per scontato che Zeus non esista rifiutandosi addirittura di credere che porre il problema sia sensato, bensì lo si pone e proprio ponendolo si cerca di confutarlo. E’ un procedimento del tutto legittimo.
“ma qui stiamo parlando di storia.”
Sotto questo profilo non c’è alcuna differenza tra uno scandaglio degli effetti in storia e filosofia, e infatti si fa anche nella scienza sperimentale.
“Stiamo parlando di filosofia o di storia ?”
La filosofia non è un campo a parte, essa ci dà le strutture della razionalità del reale. La filosofia è sempre filosofia di qualcosa. Filosofia morale, filosofia del linguaggio, della storia della scienza, ecc.
“Se si parla di storia non possiamo ipotizzare un intervento divino perché avremmo finito di fare storia.”
E questo in base a quale criterio? Che siamo epicurei e dunque gli dèi se ne stanno beati negli intermundia? Ma per chi stai parlando?
“A che pro indagare gli eventi evangelici se tanto è stato Dio dall’alto della sua onnipotenza ad intervenire ?”
Per la banale ragione che io non do per scontato che sia stato Dio ad intervenire bensì valuto se questa spiegazione regge e se è l’unica possibile visti gli effetti derivati. Il II tomo di Meier fa appunto questo: è plausibile in qualche modo che, postulando che i miracoli non siano avvenuti, si sia formulata una tradizione di questo tipo su di essi? Questo è un esempio di metodo che non sta per scontata la propria opinione ma anzi tenta di verificare se quella contraria regge. Ovviamente non mi interessa discutere se le conclusioni finali di Meier reggano, ma se il suo approccio sia legittimo.
“Vero ma non possiamo ipotizzare che Gesù fu un alieno !”
Naturalmente. Lavoraci su, se scopri delle cose interessanti sono tutto orecchi.
“Per questo dobbiamo partire dalle ipotesi basate su ciò di cui abbiamo esperienza.”
Come già detto è falso, in storia non abbiamo esperienza di alcun ente ma solo degli effetti di questi enti, o forse tu dai dirmi dove posso trovare Augusto? E neanche nelle scienze empiriche, che trattano di cose a noi contemporanee, l’approccio che proponi tu funziona, come già detto molto spesso prima si postula la nuova particella di turno, ad esempio il gravitone che fu previsto da Einstein, e lo si postula perché spiega, poi si vede se indagando gli effetti la spiegazione proposta è in grado di renderne conto. O tu hai rilevato sperimentalmente gravitoni, tachioni, la particella ombra del gluone, ecc? Ancora oggi si cerca il fantomatico gravitone per una banale ragione, la teoria di Einstein lo prevede e questa teoria funziona, sebbene con dei limiti immensi, limiti a cui si cerca di porre rimedio formulando una teoria unificata nuova ogni cambio di vento. In quante nuove formalizzazioni della meccanica quantistica, poi da verificare, s’è imbattuta la storia della disciplina?
“Ma io ho detto che lo storico sa che le guerre sono possibili, cosa avrei detto di male ? “
La frase proseguiva: “ lo storico sa che la guerra è un evento che esiste, mentre i miracoli sono superstizioni dovute all'ignoranza e/o creduloneria dei presenti.” Bene, Mauro Pesce non è uno storico.
“E perché no ? Io posso dire: gli elementi razionali oggi in mio possesso mi dicono che Gesù non può essere risorto.”
Io invece suppongo che lo storico cristiano debba dire: “dati gli elementi in mano io non posso dire se sia risorto” e non “
non può essere risorto”, che sarebbe un postulare che esistano prove che escludono la resurrezione.
“ma non posso insegnare che ciò in cui credo sia vero razionalmente e oggettivamente.”
Ma nessuno insegna che la resurrezione, al pari di Cesare accoltellato, sia vero “razionalmente e oggettivamente”, anche perché cosa voglia dire questo benedetto “oggettivo” non filosofi non lo sappiamo più da decenni. Quello che si sta dicendo non è che uno storico cattolico deve dire che la resurrezione è provata (chi mai l’ha affermato?), uno storico cattolico deve dire che per lui è probabile, o se vuol essere ancora più minimalista che non è impossibile. Io contesto l’ipotetico storico ateo che la dica impossibile, perché a questo punto l’affermazione categorica l’ha fatta lui.
“Per ora tutti quelli indagati sono risultati delle bufale, oppure hai qualche rapporto del Cicap che attesti un evento sovrannaturale ?”
Non c’è questa alternativa perché il CICAP non ha analizzato qualunque miracolo sia stato proposto.
“siccome per ora nessuno è stato in grado di dimostrare un solo miracolo,”
a)Io non credo che le dimostrazioni esistano
b)Essendoci di mezzo l’interpretazione dell’eziologia quella che a me può apparire una dimostrazione non è detto che lo sia per te: ripeto che siamo in medicina, non in geometria. Il corpo umano e le sue dinamiche non è il piano euclideo. Non esistono nelle scienze empiriche metodi di dimostrazione ma solo di corroborazione, e non è affatto detto che i metodi siano commensurabili tra un gruppo e l’altro.
“a anche se ti elencassi ciò che ho letto cosa diavolo ti cambierebbe ?”
Questo malcelato tentativo di schivare la domanda mi ha fornito la risposta che cercavo, non hai mai letto opere di Kant, sei fermo ai manuali e probabilmente non ti sei spinto oltre i brani antologizzati del liceo.
“Il discorso è che tu per avvalorare le tue tesi dai dell’ignorante all’interlocutore non sapendo che ciò che sostiene non è solo farina del suo sacco ma di gente che insegna queste materie e te l‘ho dimostrato”
Io ho detto che non sai quello che sostieni non in relazione al fatto che ci sia qualcuno che la pensa come te, cosa che ho già scritto, bensì in relazione al fatto che tu pendenza che sia impossibile dopo Kant dimostrare Dio e che gli autori che ti ho citato non avrebbero scalfito niente nell’argomentazione kantiana.
“Ma io ho risposto alla tua obiezione che diceva che io sostenevo ciò perché ignoravo Kant e chi è venuto dopo di lui. Ti ho mostrato che chi certamente conosce la materia sostiene ciò che sostengo io, quindi ho dimostrato che la tua accusa è infondata ed è figlia del pregiudizio.”
Genealogia del dibattito, visto che a quanto pare è un malinteso. Avevi scritto:
“Legare la ricerca all’esistenza di Dio comporta in primo luogo e necessariamente chi si sia in grado di provarne l'esistenza. Ma
sappiamo dopo kant che ciò è impossibile, quindi è una forzatura inaccettabile inserire un ente non dimostrato come presupposto della ricerca.”
Ora il sottoscritto non ha letto “credo che sia impossibile”, bensì “dopo Kant sappiamo che è impossibile”, ne hai parlato come se fosse una conquista del sapere umano condivisa da tutti, come se dopo Kant non ci fosse stato Hegel (che teneva buono ad es. Anselmo), o tutti gli altri autori che ho citato.
Io ho replicato quali sono i filosofi che “non sanno” quello che tu dici, e ho aggiunto: “Non ho mai
fatto un sondaggi di quanti filosofi imbevuti di fenomenologia abbiano giustamente mandato al diavolo tutto l’apparato kantiano, posso solo dire per quanto concerne l’università di Venezia di elencare alcuni che ritengono Dio dimostrabile filosoficamente, solo per restare ai professori ordinari: Carmelo Vigna, Vittorio Possenti, Carlo Natali. Se vuoi documentarti su chi sono fai pure”
Ora, se dico che non ho mai fatto un sondaggio per sapere quanti sono d’accordo con me, implica che affermo che non tutti sono d’accordo con me, altrimenti il sondaggio sarebbe inutile.. Cade dunque la tua idea secondo cui io avrei tentato di affermare che nessuno la pensa come te, anche perché ho elencato un numero limitato di nomi che mi venivano in mentre tra i professori dell’università di Venezia che ritengono Dio dimostrabile, ma non ho detto “tutti lo ritengono”, bensì che citavo solo quelli che mi venivano in mente. In particolare per una dimostrazione fenomenologia dell’esistenza di Dio si veda “Il frammento e l’intero” di Vigna, professore di morale, visto che analizza Kant.
Tu impassibile, e non capendo un tubo di quello che ti ho detto, replichi:
“Cioè che Kant ha dimostrato è intoccabile dal punto di vista logico. Nessuno dei suddetti è riuscito a scalfire di una virgola l’assunto kantiano e la sua confutazione delle prove razionali dell’esistenza di Dio. La teologia razionale è finita con Kant.”
Giustamente io mi chiedo di cosa tu stessi parlando, di quale assunto kantiano tu farfugli. La confutazione delle prove dell’esistenza di Dio in Kant dipendono dalla sua impostazione del problema, ossia da tutta la postulazione che la percezione funzioni col suo apparato trascendentale, cioè con la distinzione tra fenomeno e noumeno. Ora siccome in mezzo c’è appunto la fenomenologia, che si oppone all’idea che noi non conosciamo le cose bensì solo la nostra sensazione che deriva dalle cose, si può essere d’accordo o meno col fatto che l’alternativa della fenomenologia sia più vera, ma è insensato dire che non s’è scalfito Kant, come se si fosse rimasti al suo approccio cercando di confutarlo stando alle sue regole, bensì s’è ribaltato tutto guardando da altra prospettiva. Si dice poi “la teologia razionale è finita con Kant”, altro errore, perché la teologia razionale va avanti ancora oggi, e gli autori che ho citato ne sono degli esempi. Orbene, dopo essermi sentito dire che dopo Kant nessuno ritiene più che Dio sia dimostrabile (“la teologia razionale è finita”), io ho banalmente replicato che non è vero, perché la fenomenologia ha fatto a pezzi tutto ciò. Ora non è rilevante se si sia d’accordo o meno con fenomenologia, bensì che non ha senso dire che non è più possibile alcuna discussione perché di fatto c’è stata, e dunque dichiarare il dibattito chiuso è fasullo. Motivo per cui ho replicato: “Ma stiamo scherzando? Per me non hai mai letto una riga né di Kant né degli autori che ti ho citato. La confutazione fatta da Kant presuppone:
a)Una distinzione tra fenomeno e noumeno
b)la creazione dell’apparato a priori trascendentale.
Una serie di presupposti fatti a pezzi dalla fenomenologia del novecento.”
Come si vede non ho detto da nessuna parte che non esistono autori che ritengono Dio indimostrabile, anzi ho detto il contrario, bensì ho replicato contro la presunta chiusura del discorso, contro il fatto che “dopo Kant sappiamo”, come se la scuola di Lovanio, Bontadini, Max Scheler, Edith Stein, ecc. non esistessero. Questa parte della disputa nasce da un equivoco e spero che sia stato chiarito.
“Ma io ho risposto alla tua obiezione che diceva che io sostenevo ciò perché ignoravo Kant e chi è venuto dopo di lui.”
Il problema è che non si parla della stessa cosa. Siccome da quello che ho capito io, e che tra parentesi penso sia vero, tu hai sostenuto che dopo Kant tutti hanno finalmente capito che Dio non si poteva dimostrare, allora a buona ragione ti ho detto che non hai né letto Kant né chi l’ha criticato, perché non conosci cosa suppone la critica kantiana. Tu vorresti affermare con Kant per confutare Tommaso che la causa effetto è solo una categoria proiettata dall’intelletto sulle cose e che dunque non è vero che le cose in sé si causino a vicenda? Sei pronto a sostenere una dicotomia tra fenomeno e noumeno per confutare Tommaso?
“No tu hai detto che chi sostiene che è impossibile dimostrare Dio dopo Kant è ignorante perché non ha letto nulla ne di Kant ne di chi ha provato a confutarlo, ti devo riportare le tue frasi ?“
Prego, se la trovi.
Ad maiora
[Modificato da Polymetis 01/04/2007 21.19]
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)