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Come ti convinco con la Profondità 3

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2007 17:42
18/05/2007 20:01
 
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Parte prima

La carta del guru
di Joel Kramer e Diana Alstad.

Le seguenti citazioni sono state prese dalla parte numero uno della carta del guru e sono state
Giudicate dagli ex –membri essere fortemente accurate nel descrivere la dinamica dei culti con a capo un guru.

Se un’autorita’ non solo si aspetta di essere obbedita senza essere criticata,ma anche punisce o si rifiuta di avere a che fare con quelli che non obbediscono,questa’ autorita’non e’ autorevole ma autoritaria.

I guru possono far nascere profonde emozioni poiche’ obbedire a cio’ che uno considera un Dio vivente provoca una passione straordinaria.

Nei reami “spirituali” la paura e il desiderio possono divenire fortemente estremi.
Quando una persona diventa il punto di riferimento di tali emozioni,la possibilita’ di manipolazione e’ altrettanto estrema.

Nell’oriente un guru e’ piu di un semplice maestro.
Lui e’ la porta che permette alle persone l’accesso verso una piu’ profonda relazione con la spiritualita’.
Un passo importante per raggiungere questo e’ riconoscere che il guru e’ una persona con una capacita’ e insegnamento che permette di ottenere cio’ di cui abbiamo bisogno.
Il messaggio e’ che per essere studenti seri ,la realizzazione spirituale deve essere la nostra primaria preoccupazione.
Percio’ la relazione personale con il guru deve diventare nel tempo ,il primo legame emozionale nella vita dello studente, e tutto il resto viene visto come secondario.
Ecco perche’ ogni altra realzione nel gruppo viene descritta in modo negativo come attaccamento.

Cosi’ sebbene il guru predicano il distacco ,i discepoli diventano ossessivamente legati al guru,mentre il guru diventa dipendente al fatto di essere il centro dell’attenzione.

Quando gli abusi sono pubblicamente esposti ,il leader o nega o giustifica i comportamenti dicendo che i “nemici della verita’ oppure “ le forze del male” stanno sovvertendo il suo vero messaggio.
I membri piu coinvolti nel gruppo hanno una grande interesse nel credere al guru,perche’ la loro stessa identita’ dipende dal credere che il guru e quindi loro sono nel giusto.
Quelli che iniziano a dubitare di lui stesso all’inizio entrano in confusione e depressione ,e piu’ tardi si sentono traditi e risentiti fortemente.
Il modo che le persone usano per no vedere e giustificare sono simili: Siccome nel gruppo si suppone che nessuno non illuminato puo’ realmente capire le proprie motivazioni,cosi’ ogni critica puo ‘essere resa non valida giudicandola limitata .
Inoltre ogni messaggio del guru ,non importa su quale base,puo’ essere considerato essere un insegnamento segreto ancora da decifrare.

Credendo che il guru e’ perfetto e percio’ al di la delle normali spiegazioni, e percio’ non giudicabile con le normali vedute ,qualunque cosa egli faccia e’ giustificabile.
Alcuni profonde,e occulte giustificazioni possono essere usate per giustificare ogni suo atteggiamento.
Si dice che il guru si faccia carico del karma degli altri,quindi qualunque problema fisico abbia e’ un gesto di amore verso i fedeli,perche’ lui si carica delle sofferenze degli altri.
Inoltre se ha degli eccessi nel comportamento si dice che dando tanto e’ giusto che poi ecceda.
Lui punisce chi disobbedisce non perche’ e’ nervoso ma perche’ e’ necessario che lo faccia,coem farebbe un buon padre.
Lui usa la sessualita’ per insegnare riguard all’energia e al distacco dalle relazioni.
Lui vive una vita da milionario per distruggere i preconcetti semplicistici delle persone sui beni materiali,e per mostrare come si deve perdere l’attacamento a se stessi, e per mostrare che le critiche delgi altri non sono importanti.
In pratica ha tantissima ricchezza ,ma dimostra che non la considera sebben la usi,ha mille donne e dimostra che no non si attacca a nessuna ,perche’ la perdita dei desideri e dell’attacamneto terreno e’ il fine ultimo.
D’altronde quando uno e’ illuminato puo ‘fare cio’ che vuole ,e se uno ci crede ogni azione e’ giustificata.

Le persone giustifica i comportamento del guru,mentre le stesse azioni fatte da altri vengono considerate non accettabili , perche’ emotivamente per loro e’ molto importante considerare il guru puro e giusto.
L’interesse nella propria salvezza e’ completamente rivolto verso se stessi in un puzzle difficilmente esplorabile.( si devono raggiungere livelli di perdita di desiderio,meditazione allucinazioni,contatto con livelli di spiriti, e inoltre un illuminazione,momenti di estasi,e di perdita del contatto con il corpo e la mente,viaggi fuori del corpo ,ecc,,…ec…ec…)

Cosi’ i discepoli credono di essere amati in modo incondizionato,sebben questo amore dipende sempre dall’essere sottomessi.
I discepoli nel processo di sottomettersi sentono che hanno abbandonato il loro passato e che coscientemnete non hanno paura del futuro .
Sentendosi completamente accettati e sotto protezione , si sentono al centro dell’universo ,potenti,
e senza paura del futuro ,poiche’ le loro preoccupazioni e vita dipendono da un altro.
Percio’ rimanendo semrpe bambini.

E solito essere in una relazione autoritaria ma non volerlo riconoscere, perche’ riconoscendolo e’ impossibile essere sottomessi.
Ecco alcune indicazioni di un autorita’ non etica

1) Nessuno puo’ deviare dalle linee prestabilite.Ognuno che ha pensieri o sentimenti contrari alle prospettive presentate viene fatto sentire sbagliato o cattivo per sentire certe cose.

2) Qualunque cosa l’autorita’ fa e ‘considerata perfetta o giusta. Percio’ il comportamento che dovrebbe essere criticato negli altri viene fatto vedere differente e appropriato.

3) La credenza che il leader o altri nel grupp osanno sempre cio’ che e’ meglio

4) E’ difficile comunicare con altri fuori del gruppo

5) Uno si ritrova a difendere le azioni del leader( o altri membri del gruppo) senza che prima ha esaminato i fatti o avee informazioni accurate.

6) Certe volte la persona e’ confuso e impaurito senza sapere perche’.Questo e’ un segno che i dubbi sono stati repressi
19/05/2007 10:42
 
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la prima e' lanciare il sasso e poi fuggire via.

Dire l'ultima frase e fuggire chiudendo l'argomento.
Quando si ha l'ultima parola non solo non si ascoltano le critiche e possibili obiezioni ,ma si da l'impressione di aver vinto.
Inoltre scomparire puo'far pensare che la persona conosce qualcosa di piu' di noi ma non ce la dira' mai,e porta curiosita'e volonta' di seguire che e' scomparso.
Questa tecnica che mostra immaturita'e' usate dai culti

Altra tecnica in diffcolta' attacare il nemico numero 1.

Come avete visto ogno volta che i culti in italia sono in difficolta' dicono "ma allora la Chiesa Cattolcia Romana"
Avere un importante nemico aiuta a tenere unito il gruppo ,e a scaricare la colpa.

Cio' non vuol dire che anche le grandi religioni non siano portatrici di abusi e violemze,ma parlando di techniche dei culti eccono due.
19/05/2007 13:23
 
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Cosiglio di leggere, in particolar modo agli studiosi di "Carlomagno", il: Deserto dei Tartari.

Trama
Il romanzo segue tutta la vita di Giovanni Drogo, dal momento in cui questi, ventunenne pieno di ambizioni, arriva alla Fortezza Bastiani, sua prima destinazione dopo la recente nomina a tenente.

La Fortezza, ultimo avamposto ai confini settentrionali del regno, domina la desolata pianura chiamata “deserto dei Tartari”, un tempo teatro di rovinose incursioni da parte dei nemici. Tuttavia, da molti anni nessun attacco è più giunto da quel fronte, e la Fortezza, svuotata ormai della sua importanza strategica, non è rimasta che una costruzione arroccata su una solitaria montagna, di cui molti ignorano finanche l’esistenza.
Dimenticata da tutti, essa continua tuttavia a vivere secondo le norme ferree che regolano gli organismi militari, ed esercita sui suoi abitanti una sorta di malia che impedisce loro di lasciarla. I militari che la abitano sono, infatti, animati e sorretti da un’unica, inconfessata speranza: vedere apparire all’orizzonte, contro le aspettative di tutti, i nemici. Fronteggiarli, combatterli, diventare eroi: sarebbe l’unica via per restituire alla fortezza la sua importanza, per dimostrare il proprio valore e, in ultima analisi, per dare un senso agli anni spesi in quel luogo.

Anche Drogo, che pure si proponeva di rimanere alla Fortezza per pochi mesi, rimarrà irretito dal suo fascino, dalle rassicuranti e pigre abitudini che vi scandiscono il tempo, dalla speranza di una futura gloria che lo porterà ad investire i suoi vent’anni, e poi la sua intera vita, in una speranzosa, e infine rassegnata, attesa.

Sopra tutto, domina la certezza di non poter più tornare indietro. Sin dalla sua prima licenza, dopo quattro anni di permanenza, Drogo sentirà un senso di estraneità e smarrimento nel ritornare al suo vecchio mondo, ad una casa che non può più dire sua, ad affetti a cui scopre di non saper più parlare.

Nell’attesa della “grande occasione” si consuma la vita di Drogo e dei suoi compagni; su di loro trascorrono, inavvertiti, i mesi, poi gli anni. Drogo vedrà alcuni dei suoi compagni morire, altri lasciare la fortezza ancora giovani, altri ormai vecchi. Fino alla beffa finale: proprio nei giorni in cui i tartari, finalmente, avanzano verso il confine, Drogo dovrà lasciare la Fortezza, minato da una malattia che non gli consente di proseguire oltre la vita militare. La morte lo coglierà solo, in un’anonima stanza di una locanda di città, ma non in preda alla rabbia e alla delusione.
Drogo, infatti, crederà di riconoscere, nei suoi ultimi istanti di vita, la sua personale missione, l’occasione per provare il suo valore che aveva atteso per tutta la vita: affrontare la Morte con dignità, “mangiato dal male, esiliato tra ignota gente”.



[Modificato da carlomagno1955 19/05/2007 13.34]

19/05/2007 13:53
 
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Complimenti Carlomagno.
Ho letto tanti anni fa il deserto dei tartari.
Inoltre quando chiedevo ai fratelli in sala ,che libri amassero , alcuni erano libri che permettevano di entrare in contatto con le emozioni vere,o che facevano capire come il mondo puo' esser visto da punti di vista diversi oppure come il deserto de itartari,quando un ideologia prende il psot della vita vera.

Mi ricordo un fratello dentista della nostra congregazione che mi ha suggerito " il piccolo principe".di exupery il cui motto famoso e' "conosco solo una liberta' la liberta' della mia mente"
19/05/2007 15:39
 
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Re:

Scritto da: jwscientist 18/05/2007 20.01
......
Ecco alcune indicazioni di un autorita’ non etica

1) Nessuno puo’ deviare dalle linee prestabilite.Ognuno che ha pensieri o sentimenti contrari alle prospettive presentate viene fatto sentire sbagliato o cattivo per sentire certe cose.

2) Qualunque cosa l’autorita’ fa e ‘considerata perfetta o giusta. Percio’ il comportamento che dovrebbe essere criticato negli altri viene fatto vedere differente e appropriato.

3) La credenza che il leader o altri nel grupp osanno sempre cio’ che e’ meglio

4) E’ difficile comunicare con altri fuori del gruppo

5) Uno si ritrova a difendere le azioni del leader( o altri membri del gruppo) senza che prima ha esaminato i fatti o avee informazioni accurate.

6) Certe volte la persona e’ confuso e impaurito senza sapere perche’.Questo e’ un segno che i dubbi sono stati repressi



Ciao ho trovato questo trafiletto , che credo aiuti un ochino all'approfondimento

Guru è un termine sanscrito (guru) che presso la religione induista ha il significato di maestro o precettore spirituale; si tratta di una figura molto importante in questa religione, comune a tutte le scuole filosofiche e devozionali dell'Induismo (da quelle dualiste a quelle moniste), nonché avente diritto al massimo rispetto ed alla venerazione (così come i rishi, i profeti mistici, e i pandit, gli eruditi), poiché le scritture induiste da sempre considerano il guru come una incarnazione di Dio. Le Upaniad infatti dichiarano:

(SA)
«Acharya devo bhava» (IT)
«Considera il maestro come Dio.»


Le maggiori scuole di pensiero induiste concordano sul fatto che la liberazione in questo mondo duale sia ottenibile sotto la grazia di Ishvara, il Signore, il quale la concede all'aspirante spirituale (sadhaka) spesso sotto le sembianze del guru.

L'etimologia del termine, secondo alcune interpretazioni delle Upani?ad (14-1[SM=g27989], viene dalle radici gu ("oscurità") e ru ("svanire"), significando quindi colui che disperde l'oscurità.

Il rapporto che si instaura tra guru e discepolo è estemamente intimo e profondo, molto più di quanto ci si aspetterebbe tra maestro e allievo in una mera "trasmissione di conoscenza". Il guru diviene responsabile della crescita spirituale dell'aspirante, istruendolo e fornendo le istruzioni più adatte a lui, e soprattutto indicandogli tempi e modalità di esecuzione delle pratiche spirituali.

Nel Mahabharata e in altre Itihasa, si narra che ai figli di un Brahmino non era consentito di sposare i discepoli dello stesso Brahmino; il rapporto tra questi ultimi e il maestro era così forte e intimo che una simile unione sarebbe stata considerata incestuosa.

Nella tradizione, i cinque Guru di ciascun individuo sono: la madre, il padre, l'insegnante (colui che impartisce il sapere e la saggezza), il fratello maggiore ed il superiore [citazione necessaria].

In quasi tutte le opere letterarie induiste ricorre la figura del guru; ad esempio, nella Bhagavad Gita, l'eroe Arjuna si sottomette interamente al consiglio di , il quale, impartendogli una serie di insegnamenti spirituali, diviene a tutti gli effetti il suo guru. In modo simile, il Vivekacuamai – il trattato metafisico che può considerarsi una sorta di manifesto della scuola dell'Advaita Vedanta – è narrato nella forma di dialogo tra un guru ed il suo discepolo.

[Modificato da presso 19/05/2007 15.41]

18/06/2007 19:06
 
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La "profondità 3" è una tecnica ben nota ai professionisti della persuasione (venditori, esperti di marketing, politici o loro assistenti, etc).

In cosa consiste esattamente?

Consiste nel presentare la propria tesi in maniera indiretta e graduale, secondo questo schema:

1. Citazione di un parere autorevole favorevole

2. Citazione dell'esperienza favorevole di un'altra persona

3. Citazione della propria opinione

Se voglio convincere qualcuno a farsi vegetariano, partirò ad esempio col dirgli che l'Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce le diete a base di sola frutta e verdura come tra le più salutari esistenti, oppure citando i risultati di un qualche studio medico che abbia evidenziato come la salute di chi è passato ad un'alimentazione vegetariana sia migliorata, o il parere favorevole di qualche nutrizionista di fama.

Successivamente gli dirò che un mio amico, o un mio parente, o una persona che comunque conosco per esperienza, si è fatto vegetariano e si è trovato benissimo, che è entusiasta della sua scelta e che la consiglierebbe a chiunque.

Alla fine, soltanto alla fine, esprimerò la mia opinione che sembrerà semplicemente la logica deduzione delle argomentazioni precedenti.

Chi ha analizzato lo stile comunicativo della torre di guardia e in particolare delle sue pubblicazioni in chiave critica, sicuramente si sarà accorto di quanto spesso sia possibile riscontrarvi esempi di tale tecnica.

Sarà solo una casualità? Non credo proprio..

Con la tecnica della profondità 3 si è in grado di risultare molto persuasivi, qualunque sia la propria tesi. Il successo della comunicazione in questo caso non sta nella validità logica delle proprie idee, ma nel modo di esporle.
"Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all'ira, perchè l'ira dell'uomo non compie la giustizia di Dio."
19/06/2007 17:42
 
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Re:

Scritto da: Aryon° 18/06/2007 19.06
La "profondità 3" è una tecnica ben nota ai professionisti della persuasione (venditori, esperti di marketing, politici o loro assistenti, etc).

In cosa consiste esattamente?

Consiste nel presentare la propria tesi in maniera indiretta e graduale, secondo questo schema:

1. Citazione di un parere autorevole favorevole

2. Citazione dell'esperienza favorevole di un'altra persona

3. Citazione della propria opinione

Se voglio convincere qualcuno a farsi vegetariano, partirò ad esempio col dirgli che l'Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce le diete a base di sola frutta e verdura come tra le più salutari esistenti, oppure citando i risultati di un qualche studio medico che abbia evidenziato come la salute di chi è passato ad un'alimentazione vegetariana sia migliorata, o il parere favorevole di qualche nutrizionista di fama.

Successivamente gli dirò che un mio amico, o un mio parente, o una persona che comunque conosco per esperienza, si è fatto vegetariano e si è trovato benissimo, che è entusiasta della sua scelta e che la consiglierebbe a chiunque.

Alla fine, soltanto alla fine, esprimerò la mia opinione che sembrerà semplicemente la logica deduzione delle argomentazioni precedenti.

Chi ha analizzato lo stile comunicativo della torre di guardia e in particolare delle sue pubblicazioni in chiave critica, sicuramente si sarà accorto di quanto spesso sia possibile riscontrarvi esempi di tale tecnica.

Sarà solo una casualità? Non credo proprio..

Con la tecnica della profondità 3 si è in grado di risultare molto persuasivi, qualunque sia la propria tesi. Il successo della comunicazione in questo caso non sta nella validità logica delle proprie idee, ma nel modo di esporle.



Si probabilmente hai ragione ma il cervello deve essere predisposto , io credo che se non si parte da questo punto ogni idea può essere uguale all'altra
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