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Miti e Fatti Ebrei - Palestina

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2014 10:40
03/10/2007 18:43
 
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I confini, di Mitchell G. Bard

Miti da confutare

01. "La creazione dello Stato d'Israele nel 1948 ha cambiato gli assetti
politici e di confine tra stati indipendenti che sono esistiti per secoli".
02. "Israele e' stato fin dalla creazione uno stato espansionista".
03. "Israele ha sempre cercato di conquistare le terre arabe che si
estendono dal Nilo all'Eufrate. C'e' perfino una mappa appesa alla
Knesset che lo dimostra".
04. "La Cisgiordania e' parte della Giordania".
05. "Israele ha preso le alture del Golan in una guerra di aggressione".
06. "Israele non ha necessita' strategica di mantenere il controllo
militare sulle alture del Golan. L'adesione siriana al cessate il fuoco
sul Golan prova che Israele non correrebbe pericolo a restituire quel
territorio".
07. "Israele ha rifiutato di offrire un qualsiasi compromesso sulle
alture del Golan, mentre la Siria era disposta a barattare la terra con
la pace".
08. "Israele ha annesso illegalmente le alture del Golan nel 1981,
violando il diritto internazionale e la risoluzione ONU numero 242".
09. "Israele puo' ritirarsi dalla Cisgiordania con problemi appena
maggiori che nel caso del Sinai".
10. "La Guerra del Golfo prova che la richiesta israeliana di confini
difendibili e' irrealistica in un'epoca di missili balistici e
bombardieri a grande raggio capaci di attraversare vaste regioni in
pochi minuti".
11. "Israele "occupa" la Cisgiordania".



I Miti in Dettaglio

01. MITO

"La creazione dello Stato d'Israele nel 1948 ha cambiato gli assetti
politici e di confine tra stati indipendenti che sono esistiti per
secoli".


01. FATTI

I confini dei paesi del Medio Oriente sono stati fissati arbitrariamente
dalle potenze occidentali dopo la sconfitta turca nella Prima Guerra
Mondiale e la creazione dei mandati francese e britannico. Le aree
assegnate ad Israele dal Piano di Spartizione dell'ONU erano state sotto
il controllo degli Ottomani, che avevano retto la Palestina dal 1517 al
1917.

Quando la Turchia fu sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, i Francesi
s'impossessarono dell'area ora nota come Libano e Siria. I Britannici
assunsero il controllo della Palestina e dell'Iraq. Nel 1926 i confini
furono ridisegnati ed il Libano fu separato dalla Siria.

La Gran Bretagna insedio' l'Emiro Faisal, che era stato deposto dai
Francesi in Siria, come sovrano del nuovo regno dell'Iraq. Nel 1922 i
Britannici crearono l'emirato di Transgiordania, che comprendeva tutta
la Palestina ad est del Fiume Giordano. Questo lo si fece per dare
all'Emiro Abdullah, la cui famiglia era stata sconfitta nelle guerre
tribali della penisola araba, un Regno da governare. Nessuno dei paesi
vicini ad Israele e' diventato indipendente prima di questo secolo.
Molte altre nazioni arabe lo sono diventate dopo Israele [1].

02. MITO

"Israele e' stato fin dalla creazione uno stato espansionista".

02. FATTI

I confini d'Israele sono stati determinati dalle Nazioni Unite quando
esse adottarono la risoluzione di spartizione nel 1947. In una serie di
guerre difensive, Israele ha catturato del territorio supplementare. In
diverse occasioni, Israele si e' ritirato da queste aree.

Come parte dell'accordo di disimpegno del 1974, Israele ha restituito
alla Siria dei territori catturati nelle guerre del 1967 e del 1973.
Secondo i termini del trattato di pace israelo-egiziano del 1979,
Israele si e' ritirato dalla penisola del Sinai per la terza volta. Si
era gia' ritirato da gran parte dell'area deserta che aveva catturato
nella sua Guerra d'Indipendenza. Dopo aver catturato tutto il Sinai nel
conflitto di Suez del 1956, Israele ha restituito la penisola all'Egitto
l'anno dopo.

Nel Settembre 1983, Israele si e' ritirato da gran parte del Libano a
posizioni a sud del fiume Awali. Nel 1985 ha completato il suo ritiro
dal Libano, salvo che per una stretta fascia di sicurezza appena a nord
del confine israeliano. Anche questa e' stata abbandonata,
unilateralmente, nel 2000.

Dopo aver firmato gli accordi di pace con i Palestinesi ed un trattato
con la Giordania, Israele ha acconsentito a ritirarsi da gran parte dei
territori nella Cisgiordania catturati dalla Giordania nel 1967. Una
piccola area e' stata restituita alla Giordania, il resto fu ceduto
all'Autorita' Palestinese. L'accordo con i Palestinesi ha inoltre
implicato il ritiro israeliano nel 1994 da gran parte della Striscia di
Gaza, che era stata catturata dall'Egitto nel 1973 [errore: era il
1967 - Liang].

Continuano i negoziati a proposito della destinazione finale degli altri
territori contesi in mano d'Israele. La volonta' d'Israele di compiere
concessioni territoriali in cambio della sicurezza prova che il suo
obiettivo e' la pace e non l'espansione territoriale.

03. MITO

"Israele ha sempre cercato di conquistare le terre arabe che si
estendono dal Nilo all'Eufrate. C'e' perfino una mappa appesa alla
Knesset che lo dimostra".

03. FATTI

Questo tema e' frequentemente usato dai nemici d'Israele, e viene
abitualmente ripetuto nei mondi arabo ed islamico.

In Iran e' stata inserita una mappa che sosteneva di mostrare i confini
"sognati" da Israele (un impero che comprendeva l'Arabia Saudita,
l'Iraq, il Kuwait e parti della Turchia e dell'Iran) in un'edizione del
1985 dei Protocolli dei Savi di Sion, il noto falso zarista.

In una conferenza stampa a Ginevra del 25 Maggio 1990, Yassir Arafat
sostenne che la moneta israeliana da 10 Agora mostra una mappa di un
Israele ingranditosi, che comprendeva tutta la Giordania ed il Libano,
nonche' grandi porzioni dell'Iraq, della Siria, dell'Arabia Saudita e
dell'Egitto.
A dire il vero, l'Agora e' stata coniata avendo come modello un'antica
moneta ebraica emessa al tempo di Re Mattatia Asmoneo. La moderna
versione israeliana mostra la forma della moneta originale, che si era
corrosa nel corso di duemila anni. E' questa forma deformata di una
moneta antica che Arafat sostenne di rappresentare la "mappa" segreta
dell'espansionismo israeliano.

Il Ministra della Difesa siriano Mustafa Tlas ha detto che un'iscrizione
"La Terra d'Israele, dall'Eufrate al Nilo" e' cesellata sopra l'ingresso
della Knesset [2]. Altri hanno sostenuto che dentro la Knesset una mappa
mostri questi confini.

Non esistono ne' l'iscrizione ne' la mappa. Ma molti nel mondo arabo si
sono convinti che sia vero. Gli Arabi che hanno visitato il Parlamento e
non hanno visto la mappa talvolta affrmano che fu rimossa in previsione
della loro visita [3].

Certo, la miglior confutazione di questo mito e' la storia dei ritiri
israeliani da territorio preso nel 1948, 1956, 1967, 1973 e 1982.

04. MITO

"La Cisgiordania e' parte della Giordania".

04. FATTI

La Cisgiordania non e' mai stata legalmente parte della Giordania.
Secondo il piano di spartizione dell'ONU del 1947 - accettato dagli
Ebrei e rigettato dagli Arabi - esso avrebbe dovuto essere parte di uno
stato arabo indipendente nella Palestina occidentale. Ma l'esercito
giordano la invase e la occupo' durante la guerra del 1948. Nel 1950, la
Giordania annesse la Cisgiordania.
Solo due governi - la Gran Bretagna ed il Pakistan - riconobbero
formalmente l'annessione giordana. Il resto del mondo, compresi gli
Stati Uniti, non lo fecero mai.

Durante il periodo della sua occupazione (1950-1967), la Giordania
consenti' ai terroristi di lanciare incursioni contro Israele. Amman
perse la Cisgiordania dopo che l'esercito giordano fu coinvolto nella
Guerra del 1967.

05. MITO

"Israele ha preso le alture del Golan in una guerra di aggressione".

05. FATTI

Tra il 1948 ed il 1967 la Siria controllava le alture del Golan e le
usava come fortilizio da cui le sue truppe cecchinavano a casaccio sui
civili israeliani nella valle di Hula sottostante, obbligando i bambini
che vivevano nei kibbutz a dormire nei rifugi. Inoltre, molte strade
nell'Israele settentrionale si potevano transitare solo dopo averle
ripulite con dei veicoli sminatori. Verso la fine del 1966, un
giovanotto fu fatto a pezzi da una mina mentre giocava a calcio vicino
al confine libanese. In alcuni casi gli attacchi venivano compiuti dal
Fatah di Yassir Arafat, a cui la Siria consentiva di agire dal suo
territorio [4].
Israele protesto' piu' volte senza successo contro i bombardamenti
siriani presso la Commissione mista ONU per l'armistizio, il cui compito
era far rispettare il cessate il fuoco. Per esempio, Israele venne alle
Nazioni Unite nell'Ottobre 1966 per chiedere di fermare gli attacchi di
Fatah. La risposta di Damasco fu provocatoria: "Non e' nostro dovere
fermarli, ma anzi di incoraggiarli e rafforzarli", rispose
l'ambasciatore siriano [5].

Non fu fatto nulla per bloccare l'aggressione siriana. Una fievole
risoluzione del Consiglio di Sicurezza che esprimeva "rammarico" per
tali incidenti subi' il veto dell'Unione Sovietica. Invece, Israele fu
condannata dall'ONU quando compi' una rappresaglia. "Per quanto
riguardava il Consiglio di Sicurezza", cosi' scrisse lo storico Netanel
Lorch, "la stagione per ammazzare gli Israeliani nel loro stesso
territorio era aperta" [6]

Dopo l'inizio della Guerra dei Sei Giorni, l'aeronautica siriana tento'
di bombardare le raffinerie di petrolio ad Haifa. Mentre Israele stava
combattendo nel Sinai e nella Cisgiordania, l'artiglieria siriana
bombardo' le forze israeliane nella Galilea orientale, e truppe
corazzate spararono ai villaggi della valle di Hula sotto le alture del
Golan.

Il 9 Giugno 1967 Israele attacco' le forze siriane nel Golan. Nel tardo
pomeriggio del 10 Giugno Israele aveva il pieno controllo
dell'altopiano. La cattura israeliana delle alture strategiche avvenne
dopo piu' di 19 anni di provocazioni dalla Siria, e dopo sforzi falliti
di far agire contro gli aggressori la comunita' internazionale.

06. MITO

"Israele non ha necessita' strategica di mantenere il controllo militare
sulle alture del Golan. L'adesione siriana al
cessate il fuoco sul Golan prova che Israele non correrebbe pericolo a
restituire quel territorio".

06. FATTI

E' vero che la Siria - tenuta a bada da truppe dell'IDF che possono
cannoneggiare Damasco - ha mantenuto il Golan alquanto tranquillo fin
dal 1974. Ma nel frattempo, la Siria ha dato rifugio e sostegno a
numerosi gruppi terroristici che attaccano Israele dal Libano e da altri
paesi. Tra essi ci sono il Fronte Democratico per la Liberazione della
Palestina, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, lo
Hizbollah ed il Comando Generale del Fronte Popolare per la Liberazione
della Palestina. Inoltre la Siria ha tuttora dislocato centinaia di
migliaia di soldati - circa il 75% del suo esercito - sul fronte
israeliano presso le alture.

Dal Golan occidentale, ci sono solo 60 miglia (96 km) - e senza seri
ostacoli naturali - ad Haifa e ad Acri, il cuore industriale d'Israele.
Il Golan - che si eleva dai 400 ai 1700 piedi (120-510 metri) nella sua
sezione occidentale, al confine con Israele di prima del 1967, domina la
Valle di Hula, la piu' ricca area agricola israeliana. Nelle mani di un
vicino amico, la scarpata e' di poca importanza militare. Ma se e'
controllata da un paese ostile, il Golan puo' ridiventare un incubo
strategico per Israele.

Prima della Guerra dei Sei Giorni, quando gli insediamenti agricoli
israeliani in Galilea venivano bersagliati dal Golan, le possibilita'
israeliane di contrattaccare erano limitate dalla geografia delle
alture. "I fuochi di controbatteria erano limitati dalla mancanza di
punti d'osservazione dalla valle di Huleh; gli attacchi aerei avevano
un'efficacia limitata a causa dei profondi ripari siriani con forte
copertura dall'alto, ed un attacco terrestre contro quelle posizioni
avrebbe richiesto ingenti forze col connesso rischio di gravi perdite e
notevoli ripercussioni politiche", osservo' il Colonnello (in congedo) d
ell'Esercito americano Irving Heymont [7].

Quando Israele alla fine si accollo' questi rischi ed attacco' le
posizioni siriane nel 1967, subi' 115 morti - piu' o meno il numero
degli Americani uccisi nell'Operazione Tempesta nel Deserto.

Come il processo di pace comincio' a zoppicare nel 1996-1997, la Siria
comincio' a rinnovare le minacce di guerra con Israele ed a compiere
minacciosi movimenti militari. Alcuni analisti israeliani hanno
avvertito che e' possibile un attacco lampo dei Siriani volto a
riprendere il golan. Le Forze di Difesa Israeliane hanno pero' reagito
alle mosse siriane, e finora hanno mantenuto la pace.

Per Israele, cedere il Golan ad una Siria ostile potrebbe mettere a
repentaglio il suo sistema di primo allarme contro gli attacchi di
sorpresa. Israele ha costruito dei radar sul Monte Hermon, il punto piu'
alto della regione. Se Israele si ritirasse dal Golan e dovesse spostare
queste basi nei bassipiani della Galilea, essi perderebbero gran parte
della loro efficacia strategica.

07. MITO

"Israele ha rifiutato di offrire un qualsiasi compromesso sulle alture
del Golan, mentre la Siria era disposta a barattare la terra con la
pace".

07. FATTI

Sotto Hafez Assad, la posizione della Siria non e' mai cambiata: Israele
doveva ritirarsi completamente da tutte le alture del Golan prima che
egli iniziasse una qualsiasi discussione su quel che avrebbe potuto fare
in cambio la Siria. Non ha mai espresso alcuna disponibilita' a far pace
con Israele se avesse restituito il Golan in tutto od in parte.

Ed Israele e' stato altrettanto determinato a non cedere alcun
territorio senza sapere che cosa fosse pronta a concedere la Siria. La
disponibilita' israeliana a cedere in tutto od in parte il Golan dipende
dal consenso della Siria a normalizzare le relazioni ed a firmare un
accordo che faccia finire lo stato di guerra che la Siria afferma che
c'e' tra loro.

In un'intervista concessa al mensile del Ministero della Difesa
israeliano _Bitachon_, il Viceministro della Difesa Ephraim Sneh disse
che le preoccupazioni topografiche associate con il ritiro dal Golan
potrebbero essere annullate da una demilitarizzazione. "La nostra linea
rossa dev'essere un confine difendibile, un confine di cui il Capo di
Stato Maggiore possa dire al Governo oppure alla Commissione Affari
Esteri e Difesa della Knesset: 'Da questa linea io posso difendere lo
Stato d'Israele con perdite minime'". Sneh aggiunse: "piu' grande la
demilitarizzazione, e piu' efficace la rete di avvistamento, piu'
possiamo permetterci di essere topograficamente flessibili". Sneh
aggiunse anche che Israele non poteva far compromessi sulle fonti
d'acqua.

Oltre alla sicurezza militare, una chiave alla pace con la Siria, disse
Sneh, sarebbe la normalizzazione delle relazioni tra i due paesi.
"Quando un Israeliano pensa alla normalizzazione, egli vuole alzarsi la
mattina, prendere moglie e figli, portarli a far la spesa a Damasco e
tornare a casa", disse Sneh. "Ma i Siriani vedono la normalizzazione
come uno scambio di ambasciatori e di collegamenti aerei - niente di
piu'. Noi dobbiamo chiedere che ci sia una pace piu' calda di quella con
l'Egitto, piu' simile a quella che abbiamo con la Giordania".

Nel frattempo, c'e' una forte opposizione all'interno di Israele al
ritiro dalle alture del Golan. Molti si aspettano che l'opinione
pubblica cambiera' se e quando i Siriani firmano un accordo e prendono
provvedimenti, come ad esempio frenando gli attacchi di Hizbollah dal
Libano meridionale contro Israele, che mostrino un autentico interesse
nella pace. E la pubblica opinione determinera' se si concludera' un
trattato perche' una legge adottata durante il periodo del Primo
Ministro Netanyahu richiede che ogni accordo sia approvato da un
referendum nazionale.

Il Presidente Assad mori' nel Giugno 2000, e non ci sono ancora stati
negoziati da allora, dato che il figlio e successore di Assad, Bashar,
ha agito soprattutto per consolidare il suo potere in Siria.
Retoricamente, Bashar non ha indicato alcun mutamento nella posizione
siriana sul Golan. In mancanza di cambiamenti drammatici nel governo
siriano e nel suo atteggiamento verso Israele, la sicurezza dello Stato
ebraico dipende dal mantenere il suo controllo militare sulle alture del
Golan.

"Da un punto di vista strettamente militare, Israele dovrebbe conservare
alcuni dei territori catturati per avere confini militarmente
difendibili".

- Memorandum per il Segretario americano alla Difesa dai Capi di Stato
Maggiore congiunti del 29 Giugno 1967.

08. MITO

"Israele ha annesso illegalmente le alture del Golan nel 1981,
violando il diritto internazionale e la risoluzione ONU numero 242".

08. FATTI

Il 14 Dicembre 1981, la Knesset voto' l'annessione delle alture del
Golan. La legge estese la legislazione e l'amministrazione civile
israeliana ai residenti del Golan in luogo dell'autorita' militare che
aveva governato l'area fin dal 1967. La legge non previene l'opzione di
negoziare un accordo finale sullo stato del territorio.

Dopo l'approvazione della legge da parte della Knesset, il Professor
Julius Stone dello Hastings College of the Law ha scritto "Non c'e'
nessuna norma del diritto internazionale che richieda ad un legittimo
occupante militare, in questa situazione, di attendere per sempre prima
di rendere permanente il controllo ed il governo del territorio. ...
Diversi esperti di diritto internazionale si sono a dire il vero
meravigliati per la pazienza che ha fatto attendere Israele cosi' tanto"
[8].

09. MITO

"Israele puo' ritirarsi dalla Cisgiordania con problemi appena maggiori
che nel caso del Sinai".

09. FATTI

Diverse pagine del trattato di pace d'Israele con l'Egitto sono dedicate
agli accordi sulla sicurezza. Per esempio, l'Articolo III dell'Appendice
tratta delle aree in cui sono concessi i voli di ricognizione, e
l'Articolo V consente la creazione di sistemi di primo allarme in alcune
zone.

Le garanzie di sicurezza, che erano indispensabili per dare ad Israele
la fiducia per ritirarsi, erano possibili solo perche' il Sinai era
smilitarizzato. Esse offrono ad Israele una larga zona cuscinetto di
oltre 100 miglia [160 chilometri - Liang]. Oggi il confine egiziano e' a
60 miglia [96 chilometri - Liang] da Tel Aviv ed a 70 miglia [112
chilometri - Liang] da Gerusalemme, le citta' israeliane piu' vicine. Il
Sinai resta un deserto poco popolato, con una popolazione di meno di
250.000 abitanti.

Ma la situazione nei territori e' completamente diversa. Piu' di due
milioni di Arabi vive in Cisgiordania, molti in citta' affollate ed in
campi profughi. La maggior parte e' vicino a citta' israeliane come Tel
Aviv e Gerusalemme. E' importante per Israele che la Cisgiordania non
cada in mano di vicini ostili. L'infiltrazione negli ultimi anni di
terroristi dall'Autorita' Palestinese che hanno commesso atti orrendi
come bombardamenti suicidi mostra quanto sia grave il pericolo.

Ad onta del pericolo, a partire da Oslo Israele si e' ritirato dalla
maggior parte della Cisgiordania ed aveva offerto di cedere piu' del 90%
di essa in cambio di un accordo finale con i Palestinesi. Israele non
puo' pero' tornare ai confini del 1967, come chiedono i Palestinesi.
L'accordo che Israele ha firmato con i Palestinesi, ed il trattato con
la Giordania, contengono molte norme dedicate proprio al minimizzare i
rischi per la sicurezza d'Israele.

"Non e' possibile difendere Gerusalemme se non occupi l'altopiano. (...)
Un aereo che decolla da un aeroporto ad Amman arriva sopra Gerusalemme
in due minuti e mezzo, percio' e' per me impossibile difendere l'intero
paese se io non occupo quella terra".

- Il Tenente Generale (in congedo) Thomas Kelly, direttore delle
operazioni per i Capi di Stato Maggiore Congiunti durante la Guerra del
Golfo [9].

10. MITO

"La Guerra del Golfo prova che la richiesta israeliana di confini
difendibili e' irrealistica in un'epoca di missili balistici e
bombardieri a grande raggio capaci di attraversare vaste regioni in
pochi minuti".

10. FATTI

La storia mostra che gli attacchi aerei non hanno mai sconfitto una
nazione. I paesi sono conquistati soltanto dai soldati che occupano la
terra. L'esempio piu' recente di questo fu l'invasione iraqena del
Kuwait, in cui quest'ultimo fu travolto ed occupato in poche ore.
Sebbene la forza multinazionale abbia bombardato l'Iraq per quasi sei
settimane, il Kuwait non fu liberato finche' le truppe alleate non
ebbero marciato dentro quel paese negli ultimi giorni di guerra. I
confini difendibili sono quelli che possono prevenire o bloccare un
simile attacco terrestre.

Il ritorno d'Israele ai confini del 1967, che gli stati arabi vogliono
imporre, indurrebbe i potenziali aggressori nella forte tentazione di
lanciare attacchi contro lo stato ebraico - come era loro abitudine
prima del 1967. Israele perderebbe il vasto sistema di radar di primo
allarme che ha creato in Giudea e Samaria. Se un nemico ostile riuscisse
ad impossessarsi di questi monti, il suo esercito potrebbe dividere
Israele in due: da li' ci sono solo 15 miglia [24 chilometri - Liang]
senza ostacoli geografici di rilievo fino al Mediterraneo.

Nel punto piu' stretto, queste linee del 1967 sono a meno di 9 miglia
[14 chilometri - Liang] dalla costa israeliana, di 11 miglia [17
chilometri - Liang], 10 [16 chilometri - Liang] da Be'ersheva, 21 [34
chilometri - Liang] da Haifa e ... un piede [30 centimetri - Liang] da
Gerusalemme.

Nel 1989, il Centro Jaffee per gli Studi Strategici, una fondazione di
ricerca israeliana ritenuta una "colomba", ha scritto:

"L'ingresso nell'arena dei missili terra-terra talvolta suscita
l'interrogativo se i concetti di profondita' strategica ed accordi di
sicurezza abbiano ancora un significato in questa nuova era. La risposta
e' un indubbio si'. Le stazioni di primo allarme e la disposizione di
batterie di missili terra-aria possono dare il tempo di suonare
l'allarme aereo ed avvertire la popolazione di ripararsi da un attacco
missilistico. Potrebbero perfino permettere di intercettare i missili
nemici ancora in volo".

Lo studio concludeva "Finche' questi missili sono armati con testate
convenzionali, possono provocare vittime e danni, ma non possono
decidere il risultato di una guerra" [10].

In un rapporto al Segretario della Difesa del 1967, i Capi di Stato
Maggiore Congiunti degli Stati Uniti scrissero che, perlomeno, "Israele
avrebbe bisogno di una linea di difesa lungo l'asse
Bardala-Tuba-Nablus-Bira-Gerusalemme, da li' fino alla parte
settentrionale del Mar morto. Questa linea amplierebbe la porzione
stretta di Israele, e fornirebbe ulteriore terreno per la difesa di Tel
Aviv".

Il rapporto inoltre fornisce argomenti per una Gerusalemme unita sotto
controllo israeliano. Per difendere Gerusalemme, conclusero i Capi di
Stato Maggiore Congiunti, Israele avrebbe bisogno di avere il suo
confine "posto ad est della citta'" [11].

"Ad un Texano, la prima visita in Israele apre gli occhi. Nel punto piu'
stretto, ci sono solo 8 miglia [13 chilometri - Liang] tra il
Mediterraneo e la vecchia linea dell'Armistizio: e' meno della distanza
tra i due estremi dell'aeroporto di Dallas-Fort Worth. Tutto l'Israele
di prima del 1967 e' grande appena sei volte piu' del King Ranch vicino
a Corpus Christi".

- Il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush [12]

11. MITO

"Israele "occupa" la Cisgiordania".

11. FATTI

In politica le parole contano, e, sventuratamente, il cattivo uso delle
parole che si applicano al conflitto arabo-israeliano ha foggiato gli
atteggiamenti a danno d'Israele. Come nel caso del termine
"Cisgiordania", del termine "Occupazione" si sono impossessati coloro
che intendono dipingere Israele nella luce piu' cruda. Da' anche agli
apologeti un modo di spiegare il terrorismo come "resistenza
all'occupazione", come se le donne ed i bambini uccisi dai bombaroli
omicidi negli autobus, nelle pizzerie e nei centri commerciali fossero
responsabili per la dura condizione degli Arabi. Data la connotazione
negativa di "occupante", non c'e' da sorprendersi che i portavoce arabi
usino quella parola od una sua variante il piu' possibile quando sono
intervistati dalla stampa. La descrizione piu' accurata dei territori
della Giudea e della Samaria e' territori "contesi".

Di fatto, la maggior parte degli altri territori contesi nel mondo non
vengono detti "occupati" da chi li controlla. Questo e' vero, per
esempio, della regione contesa in modo rovente del Kashmir [13].

Tipicamente, occupazione significa controllo straniero di un'area che
era sotto la precedente sovranita' di un altro stato. Nel caso della
Cisgiordania, non c'era sovrano legittimo perche' il territorio era
stato occupato illegalmente dalla Giordania dal 1948 al 1967. Sebbene i
Palestinesi non avessero mai chiesto la fine dell'occupazione giordana e
la creazione di uno stato palestinese, solo due paesi - la Gran Bretagna
ed il Pakistan - riconobbero l'azione giordana.

E' anche importante distinguere l'acquisizione di territorio in una
guerra di conquista da quella in una guerra di autodifesa. Una nazione
che ne attacca un'altra e poi trattiene il territorio che conquista e'
un occupante. E questo e' il caso di Israele, che aveva precisamente
detto a Re Hussein che se la Giordania se ne fosse stata alla larga
dalla Guerra del 1967, Israele non avrebbe combattuto contro di lui.
Hussein ignoro' l'avvertimento ed attacco' Israele nel 1967. Parando
l'assalto e respingendo le truppe d'invasione giordane, Israele fini'
col controllare la Cisgiordania. Se Hussein avesse dato retta
all'avvertimento, i Palestinesi della Cisgiordania con ogni probabilita'
sarebbero tuttora dei felici cittadini giordani.

Respingendo le richieste arabe che Israele fosse obbligato a ritirarsi
da tutti i territori conquistati nel 1967, il Consiglio di Sicurezza
dell'ONU riconobbe nella Risoluzione 242 che Israele poteva rivendicarne
almeno una parte per avere nuovi confini difendibili.

A partire da Oslo, la possibilita' di etichettare Israele come potenza
occupante e' stata ulteriormente indebolita dal fatto che Israele ha
trasferito praticamente tutta l'autorita' civile all'Autorita'
Palestinese. Israele ha mantenuto il potere di controllare la sua stessa
sicurezza e quella dei suoi cittadini, ma il 98% della popolazione
palestinese nella Cisgiordania ed a Gaza e' finita sotto l'Autorita'
Palestinese. Quanto Israele sia stato costretto a mantenere una presenza
militare nei territori e' dovuto alla riluttanza dei Palestinesi a
smettere con la violenza contro Israele. Il modo migliore per i
Palestinesi di chiudere la disputa sui territori e' adempiere ai loro
obblighi secondo gli accordi di Oslo, fermare il terrorismo e negoziare
un accordo finale.
--
[Note]
[1] L'Egitto non e' diventato indipendente che nel 1922; il Libano nel
1946; la Giordania nel 1946; la Siria nel 1946. Molti Stati del Golfo
sono diventati indipendenti dopo Israele: il Kuwait nel 1961; il Bahrain
nel 1970; gli Emirati Arabi Uniti nel 1971; ed il Qatar nel 1971.
[2] Al-Jazira (17 Gennaio 1982).
[3] Washington Jewish Week (6 Luglio 1989).
[4] Netanel Lorch, One Long War, (Jerusalem: Keter, 1976), pp. 106-110.
[5] Anne Sinai and Allen Pollack, The Syrian Arab Republic, (NY:
American Academic Association for Peace in the Middle East, 1976), p.
117.
[6] Lorch, p. 111.
[7] Sinai and Pollack, pp. 130-31.
[8] Near East Report (29 Gennaio 1982).
[9] Jerusalem Post (7 Novembre 1991).
[10] Israel's Options for Peace, (Tel Aviv: The Jaffee Center for
Strategic Studies, 1989), pp. 171-72.
[11] Memorandum per il Segretario alla Difesa, 29 Giugno 1967, citato in
Michael Widlanski, Can Israel Survive a Palestinian State?, (Jerusalem:
Institute for Advanced Strategic and Political Studies, 1990), p. 148.
[12] Discorso all'American Jewish Committee (3 Maggio 2001).

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