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Miti e Fatti Ebrei - Palestina

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2014 10:40
05/10/2007 17:06
 
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La politica medioorientale americana

Miti da confutare

22.01. "La creazione d'Israele è stata solo il risultato delle
pressioni americane"

22.02. "Gli Stati Uniti hanno preferito Israele agli Arabi nel 1948 a
causa delle pressioni della Lobby Ebraica"

22.03. "La maggior parte degli Americani si oppone ad una stretta
relazione degli USA con Israele"

22.04. "La politica USA è sempre stata ostile agli Arabi"

22.05. "Sin dal 1948 gli USA hanno sostenuto Israele automaticamente"

22.06. "Gli USA hanno sempre dato armi ad Israele per essere certi
che avesse un margine qualitativo sugli Arabi"

22.07. "L'aiuto americano in Medio Oriente è sempre stato
unilaterale, con gli Arabi che non prendono praticamente nulla"

22.08. "Gli USA hanno sempre dato ad Israele miliardi di dollari a
fondo perduto"

22.09. "Israele continua a chiedere un mucchio di aiuti economici
sebbene esso sia ora un paese ricco che di aiuto non ha più bisogno"

22.10. "Israele si vanta di essere la quarta potenza del mondo,
quindi non ha certo bisogno dell'aiuto militare americano"

22.11. "L'aiuto militare americano sussidia l'industria bellica
israeliana a spese di quella americana"

22.12. "Le malleverie usa hanno dato ad Israele miliardi di dollari
dei contribuenti americani usati per costruire insediamenti in
Cisgiordania ed a Gaza per ospitare gli Ebrei sovietici"

22.13. "Non si è mai creduto che Israele avesse un qualche valore
strategico per gli Stati Uniti"

22.14. "Gli Israeliani vivono comodamente grazie all'aiuto americano,
e non vedono motivo per riformare il sistema economico del loro paese"

22.15. "Israele prende misure protezionistiche che ostacolano il
commercio americano"

22.16. "Il reclutamento di Jonathan Pollard come spia contro gli
Stati Uniti dimostra che Israele opera a danno degli interessi
americani"

22.17. "Israele ha raggirato gli USA convincendoli a vendere armi
all'Iran in cambio degli ostaggi, ed ha aiutato a dirottare i
profitti verso i Contras."

22.18. "La dipendenza americana dal petrolio arabo è diminuita nel
corso degli anni"

22.19. "Le principali compagnie petrolifere americane non prendono
mai posizione sul conflitto arabo-israeliano"

22.20. "Gli Stati Uniti ed Israele non hanno nulla in comune"

22.21. "Il sostegno dell'America ad Israele è la ragione per cui i
terroristi hanno attaccato il World Trade Center ed il Pentagono l'11
Settembre 2001"

22.22. "Il dirottamento di quattro aerei di linea in un solo giorno,
l'11 Settembre, è stato un atto terroristico senza precedenti"

22.23. "I gruppi come Hizballah, Jihad Islamica, Hamas e l'FPLP
dovrebbero essere esclusi dalla guerra USA al terrorismo perché sono
combattenti per la libertà e non terroristi"

22.24. "Il Mossad d'Israele ha compiuto il bombardamento del World
Trade Center per suscitare odio americano verso gli Arabi"

22.25. "Mohammad Atta, il terrorista che ha mandato l'aereo contro il
World Trade Center, fece saltare un autobus in Israele nel 1986.
All'epoca Israele arrestò, processò, condannò, imprigionò Atta, ma fu
convinto dagli USA a rilasciarlo come parte dell'accordo di pace di
Oslo"

22.26. "Le università americane dovrebbero disinvestire dalle
compagnie che fanno affari in Israele per costringerlo a por fine
all''occupazione' ed agli abusi nei diritti umani"

22.27. "I sostenitori d'Israele tentano di azzittire i critici
etichettandoli come antisemiti"

[I miti in dettaglio]

22.01. [Mito]

"La creazione d'Israele è stata solo il risultato delle pressioni
americane"

22.01. [Fatti]

Quando l'ONU si occupò della questione della Palestina, il Presidente
Harry Truman affermò esplicitamente che gli Stati Uniti non avrebbero
dovuto "usare minacce o pressioni indebite di alcun tipo sulle altre
delegazioni" [1]. Ciononostante furono esercitate delle pressioni, e
gli
USA giocarono un ruolo chiave nel garantire il sostegno alla
risoluzione
di spartizione. L'influenza USA fu comunque limitata, come divenne
chiaro quando dei "clienti" americani come Cuba e la Grecia votarono
contro la spartizione, ed El Salvador e l'Honduras si astennero.

Molti membri dell'Amministrazione Truman si opponevano alla
Spartizione,
compreso il Segretario alla Difesa James Forrestal, che riteneva che
le
mire sioniste ponessero una minaccia alle forniture di petrolio
americane ed alla sua posizione strategica nella regione. I Capi di
Stato Maggiore Uniti erano preoccupati che gli Arabi si sarebbero
allineati con i Sovietici se estraniati dall'Occidente. Questi
oppositori interni fecero molto per indebolire il sostegno americano
alla creazione di uno stato ebraico [2].

Sebbene si sia scritto molto sulle tattiche dei sostenitori della
spartizione, il comportamento degli stati arabi è stato in gran parte
ignorato. Essi erano, a dire il vero, attivamente impegnati nei loro
bracci di ferro all'ONU nel tentativo di affondare la spartizione [3].

22.02. [Mito]

"Gli Stati Uniti hanno preferito Israele agli Arabi nel 1948 a causa
delle pressioni della Lobby Ebraica"

22.02 [Fatti]

Truman sostenne il movimento sionista perché riteneva che la comunità
internazionale avesse l'obbligo di adempiere alla promessa della
Dichiarazione Balfour e perché credeva che fosse la cosa umana da fare
per migliorare la condizione dei superstiti ebrei dell'Olocausto. Egli
non credeva che i diritti degli Arabi sarebbero stati compromessi, od
avrebbero dovuto esserlo. Il senso del suo atteggiamento si può
cogliere
da un commento che fece a proposito dei negoziati sui confini di uno
stato ebraico:
"L'intera regione attende di svilupparsi, e se fosse gestita nel modo
in
cui abbiamo sviluppato il Bacino del Fiume Tennessee, potrebbe
sostenere
20-30 milioni di persone in più. Aprire le porte a questo tipo di
futuro
sarebbe in effetti la cosa costruttiva ed umanitaria da fare, e
riscatteerebbe inoltre i pegni che furono dati all'epoca della Prima
Guerra Mondiale [4].

Il pubblico americano sostenne la politica del Presidente. Secondo i
sondaggi d'opinione, il 65% degli Americani sosteneva la creazione di
uno stato ebraico; soltanto nel terzo trimestre del 1947, 65.850
cartoline, 1.100 lettere e 1.400 telegrammi inondarono la Casa Bianca,
la maggior parte dei quali implorava che il Presidente usasse
l'influenza americana all'ONU [5].

Questo pubblico sostegno si rifletté nel Congresso quando fu adottata
nel 1922 una risoluzione che approvava la Dichiarazione Balfour. Nel
1944 ambo i partiti nazionali chiesero il ripristino dello Stato
Ebraico, e nel 1945 una simile risoluzione fu adottata dal Congresso.

Piuttosto che cedere alla pressione, Truman tendeva a reagire
negativamente alla "Lobby ebraica". Egli si lamentava ripetutamente
delle pressioni che subiva e parlava di mettere la propaganda che
veniva
dagli Ebrei in un mucchio a cui dare fuoco. In una lettera al Membro
della Camera dei Rappresentanti Claude Pepper, Truman Scrisse: "Se non
fosse stato per l'inutile interferenza dei Sionisti, avremmo avuto il
problema risolto un anno e mezzo fa" [6]. Non è esattamente
l'attaggiamento di un politico che pensa troppo ai voti ebraici.

22.03. [Mito]

"La maggior parte degli Americani si oppone ad una stretta relazione
degli USA con Israele"

22.03. [Fatti]

Non è solo la comunità ebraica a sostenere Israele. Gli Americani di
tutte le età, razze e religioni simpatizzano con Israele. Questo
sostegno è inoltre indipendente dalle scelte politiche, con una
maggioranza di Democristiani e Repubblicani che favoriscono
regolarmente
Israele con largo margine sugli Arabi.
Il migliore indicatore dell'atteggiamento americano verso Israele si
trova nella risposta alla domanda più spesso posta sul Medio Oriente:
"Nella situazione medioorientale, le sue simpatie sono più verso
Israele
o verso le nazioni Arabe?". L'organizzazione che ha condotto la
maggior
parte delle indagini è la Gallup. Il sostegno per Israele nei sondaggi
Gallup è rimasto sempre intorno al 50% sin dal 1967.

In 63 sondaggi Gallup, che risalgono al 1967, Israele ha avuto il
sostegno di una media del 46% del popolo americano, confrontato con il
poco più del 12% degli stati arabi e dei Palestinesi. Gli Americani
hanno una simpatia appena maggiore per i Palestinesi che per i paesi
arabi, ma i risultati dei sondaggi che chiedevano agli intervistati di
scegliere tra Israele ed i Palestinesi non erano molto differenti
dalle
altre inchieste.

Alcune persone sbagliano a credere che la simpatia per Israele fosse
più
alta un tempo; la verità è che prima della [Prima] Guerra del Golfo il
picco era stato il 56%, raggiunto appena dopo la Guerra dei Sei
Giorni.
Nel Gennaio 1991 la simpatia per Israele raggiunse il culmine del 64%,
secondo la Gallup. Intanto, il sostegno per gli Arabi scese all'8% ed
il
margine raggiunse un record di 56 punti.

Il sondaggio più recente, riportato da Gallup nel Giugno 2002, trovò
che
la simpatia per Israele era del 49% a confronto con il solo 14% dei
Palestinesi. Questo supera il sostegno medio per Isrele, ma è comunque
sotto il record raggiunto durante la [Prima] Guerra del Golfo (64%).

La maggior parte degli intervistati non crede che gli USA dovrebbero
prendere posizione nel conflitto, ma quelli che prendono posizione
scelgono Israele con un margine di 10 a 1 (Gallup, Aprile 2002). Più
di
tre quarti degli Americani crede inoltre che la pace israelo-
palestinese
è in qualche modo o molto importante per gli Stati Uniti.

I sondaggi mostrano inoltre che il pubblico vede in Israele un
affidabile alleato americano, un sentimento che è cresciuto durante la
[prima] Crisi del Golfo. Un sondaggio Harris del Gennaio 1991, per
esempio, ha trovato che l'86% degli Americani considera Israele un
alleato "vicino" o perfino "amichevole". Questo è stato il punteggio
più
alto mai registrato in un sondaggio Harris. Ma anche nel Maggio 2002
un
sondaggio della Lega Anti-Diffamazione scoprì che il 64% degli
Americani
era d'accordo che "si può contare su Israele come su un alleato
leale".

22.04. [Mito]

"La politica USA è sempre stata ostile agli Arabi"

22.04. [Fatti]

Gli Arabi raramente riconoscono il ruolo americano nell'aver aiutato
i paesi arabi ad ottenere l'indipendenza. La posizione del Presidente
Wilsono per l'autodeterminazione di tutte le nazioni, e l'ingresso
degli USA nella Prima Guerra Mondiale contribuirono a provocare lo
scioglimento dell'Impero Ottomano ed a stimolare il movimento verso
l'indipendenza nel mondo arabo.

Gli Arabi hanno sempre sostenuto che la politica medioorientale
dev'essere un gioco a somma zero in cui il sostegno per il loro
nemico, Israele, li mette per forza in svantaggio. Pertanto i paesi
arabi hanno tentato di costringere gli Stati Uniti a scegliere tra il
sostegno per loro o per Israele. Normalmente gli Stati Uniti hanno
rifiutato di cadere in questa trappola. Il fatto che gli USA abbiano
una stretta alleanza con Israele mantenendo buone relazioni con
diversi paesi arabi dimostra che le due cose non sono incompatibili.

Gli USA hanno per molto tempo ricercato relazioni amichevoli con i
capi arabi e sono stati, una volta o l'altra, in buoni rapporti con
la maggior parte dei paesi arabi.Negli anni '30 la scoperta del
petrolio indusse le compagnie americane a stringere stretti rapporti
con gli Arabi del Golfo. Negli anni '50 gli obbiettivi strategici
americani stimolarono uno sforzo per formare un'alleanza con i paesi
arabi filooccidentali. Paesi come l'Iraq e la Libia erano amici degli
USA prima che dei loro governi si impadronissero dei capi radicali.
L'Egitto, che era ostile agli USA sotto Nasser, si spostò nel campo
filooccidentale sotto Sadat.

Sin dalla Seconda Guerra Mondiale, gli USA hanno offerto aiuti
economici e militari alla regione, ed oggi sono i principali
sostenitori di nazioni come la Giordania, l'Arabia Saudita, il
Marocco, l'Egitto e gli sceiccati del Golfo. Sebbene i paesi arabi
abbiano incolpato gli USA per le loro sconfitte nelle guerre che
hanno fatto ad Israele, la verità è che la maggior parte dei
belligeranti ha ricevuto nella sua storia o l'assistenza americana, o
la sua offerta.

Talvolta è sembrato che gli USA abbiano condonato le aggressioni
arabe contro altri arabi. Per esempio, nel 1963 gli USA riconobbero
il regime fantoccio insediato dagli Egizi nello Yemen. Nel 1991,
mentre stavano contrattaccando contro Saddam Hussein,
l'Amministrazione Bush [Senior] guardava altrove mentre la Siria
completava l'annessione virtuale del Libano.

Mentre Israele ha potuto affidarsi solo all'assistenza americana, i
paesi arabi hanno sempre potuto contare su diversi paesi occidentali,
così come sull'Unione Sovietica e sui suoi alleati.

"Le nazioni alleate, con il pieno consenso del nostro governo e del
nostro popolo concordano che in Palestina si debbono porre le
fondamenta di un'entità politica ebraica".

— Presidente Woodrow Wilson, 3 Marzo 1919

22.05. [Mito]

"Sin dal 1948 gli USA hanno sostenuto Israele automaticamente"

22.05. [Fatti]

Gli Stati Uniti sono stati l'alleato più fedele d'Israele per tutta
la sua storia, però gli USA hanno agito molte volte contro i desideri
dello Stato ebraico.

Lo sforzo USA di controbilanciare il sostegno ad Israele con il
placare gli arabi iniziò nel 1948, quando Truman mostrò segni di
ondeggiamento sulla spartizione e chiese invece un mandato
internazionale. Dopo che i paesi arabi circostanti invasero Israele,
gli USA osservarono un embargo sugli armamenti che ridusse
notevolmente la capacità degli Ebrei di difendersi.

Sin dalla guerra del 1948 gli USA sono stati poco disponibili ad
insistere sui progetti per reinsediare i profughi arabi. Gli USA sono
stati anche riluttanti a chieder conto agli Arabi delle violazioni
della Carta e delle risoluzioni dell'ONU. Così, ad esempio, agli
Arabi fu permesso di farla franca con il blocco del Canale di Suez,
il boicottaggio d'Israele e la commissione di atti di terrorismo.
Difatti, gli USA hanno preso posizione contro Isaele all'ONU più
spesso che no, e fino al 1972 non hanno usato il loro potere di veto
nel Consiglio di Sicurezza per bloccare le risoluzioni anti-Israele.

Forse l'esempio più drammatico di una politica americana che
divergeva da quella d'Israele si ebbe durante la Guerra di Suez,
quando il Presidente Eisenhower prese una forte posizione contro la
Gran Bretagna, la Francia ed Israele. Dopo la guerra, la pressione
americana impose ad Israele di ritirarsi dal territorio conquistato.
David Ben Gurion si fidò di dubbie assicurazioni americane che invece
piantarono le radici del conflitto del 1967.

In diverse altre occasioni, i Presidenti americani hanno agito contro
Israele. Nel 1981, per esempio, Ronald Reagan sospese un accordo di
cooperazione strategica dopo che Israele ebbe annesso le Alture del
Golan. In un'altra occasione, egli sospese la consegna di aerei da
combattimento perché dispiaciuto di un raidi israeliano in Libano.

Nel 1991 il Presidente Bush tenne una conferenza stampa per chiedere
una dilazione nell'esaminare una richiesta americana di malleveria
per aiutare l'assorbimento degli Ebrei sovietici ed etiopi poiché era
in disaccordo con la politica israeliana degli insediamenti. Nel
mettere in gioco il suo prestigio su questa dilazione, Bush ricorse
ad intemperanze verbali che infiammarono le passioni e fecero temere
alla comunità ebraica che fosse suscitato dell'antisemitismo.

Sebbene spesso descritto come il Presidente più filo-israeliano della
storia, anche Bill Clinton criticò Israele in molte occasioni. Ed
anche l'amministrazione di George W. Bush non ha mostrato alcuna
riluttanza a criticare Israele per azioni che ritiene contrarie agli
interessi USA, ma in generale è stata più riservata nelle pubbliche
esternazioni.

22.06. [Mito]

"Gli USA hanno sempre dato armi ad Israele per essere certi che
avesse un margine qualitativo sugli Arabi"

22.06. [Fatti]

Gli Stati uniti hanno fornito soltanto quantità limitate di armi ad
Israele, comprese munizioni e fucili senza rinculo, prima del 1962.
In quell'anno, il Presidente Kennedy vendette dei missili antiaerei
HAWK, ma solo dopo che l'URSS ebbe fornito all'Egitto bombardieri a
lungo raggio.

Nel 1965 gli USA erano divenuti il principale fornitore d'armamenti
d'israele. Questo fu in parte richiesto dal cedimento della Germania
Ovest alle pressioni arabe, che la indusse a smettere di vendere
carri armati ad Israele. Però, durante gran parte
dell'amministrazione Johnson, la vendita delle armi ad Israele fu
controbilanciata da corrispondenti trasferimenti agli Arabi.
Pertanto, la prima vendita di carri armati americani ad Israele, nel
1965, fu bilanciata da un'analoga vendita alla Giordania [7].

Gli USA non fornirono ad Israele aeroplani fino al 1966. Anche
allora, furono fatti degli accordi segreti per offrire gli stessi
aerei al Marocco ed alla Libia, e si inviò materiale bellico
supplementare al Libano, all'Arabia Saudita ed alla Tunisia [8].

Come nel 1948, gli USA imposero un embargo sugli armamenti ad Israele
durante la Guerra dei Sei Giorni, mentre gli Arabi continuavano a
ricevere armi sovietiche. La posizione d'Israele fu ulteriormente
indebolita dalla decisione dei Francesi di dare l'embargo ai
trasferimenti di armi allo Stato Ebraico, terminando nei fatti il
loro ruolo come unico grande fornitore alternativo di armi ad Israele.

Fu solo dopo che divenne chiaro che Israele non aveva altre fonti di
armamenti, e che l'Unione Sovietica non aveva interesse a limitare le
sue vendite alla regione, che il Presidente Johnson acconsentì a
vendere ad Israele dei Phantom che diedero allo Stato ebraico il suo
primo vantaggio qualitativo. "D'ora in poi diverremo il principale
fornitore di armi ad Israele", disse il Vicesegretario alla Difesa
Paul Warnke all'Ambasciatore israeliano Yitzchaq
Rabin, "coinvolgendoci ancor più nella situazione della sicurezza
d'israele e coinvolgendo ancor più la sicurezza degli Stati Uniti"
[9].

Da quel momento in poi, gli USA cominciarono a perseguire una
politica volta a mantenere il margine qualitativo d'Israele. Ma gli
USA sono anche rimasti impegnati ad armare le nazioni arabe, fornendo
missili sofisticati, carri armati ed aerei alla Giordania, al
Marocco, all'Egitto, all'Arabia Saudita ed ai paesi del Golfo.
Perciò, quando Israele ricevette gli F-15 nel 1978, anche l'Arabia
Saudita li ricevette (e l'Egitto ricevette gli F-5E). Nel 1981
l'Arabia Saudita, per la prima volta, ricevette un sistema d'armi che
le diede un vantaggio qualitativo su Israele - gli aerei radar AWACS.

Ora Israele compra equipaggiamento americano di prima, anche se non
di primissima, scelta, ma anche molti paesi arabi ricevono alcuni dei
migliori carri armati, aerei e missili. Il margine qualitativo sarà
intatto, ma è indubbiamente stretto.

"La nostra società è illuminata dalle intuizioni spirituali dei
profeti ebrei. L'America ed Israele hanno un comune amore per la
libertà umana, ed hanno una comune fede nel modo di vivere
democratico" - Presidente Lyndon Johnson, Discorso al B'nai B'rith
(10 Settembre 1968).

22.07. [Mito]

"L'aiuto americano in Medio Oriente è sempre stato unilaterale, con
gli Arabi che non prendono praticamente nulla"

22.07. [Fatti]

Dopo la vittoria d'Israele nella Guerra d'Indipendenza, gli USA
risposero ad un appello per un sostegno economico all'assorbimento
degli immigrati approvando un credito di 135 milioni di Dollari della
Banca Import-Export e la vendita di beni superflui. In quei primi
anni dell'esistenza dello Stato d'Israele (ed anche oggi) l'aiuto
americano fu visto come un mezzo per promuovere la pace.

Nel 1951 il Congresso votò per aiutare Israele ad affrontare i
gravami economici imposti dall'afflusso di profughi ebrei dai campi
profughi d'Europa e dai ghetti dei paesi arabi. Allora gli Arabi si
lamentarono che gli USA li stavano trascurando, sebbene essi non
avessero allora interesse all'aiuto americano allora. Nel 1951 la
Siria respinse delle profferte di aiuto americano; l'Iraq e l'Arabia
Saudita, ricchi di petrolio, non avevano bisogno dell'assistenza
economica americana, e fino ai tardi anni '50 la Giordania era il
pupillo della Gran Bretagna. Dopo il 1957, quando gli Stati Uniti si
assunsero la responsabilità di sostenere la Giordania e ripresero gli
aiuti economici all'Egitto, l'assistenza ai Paesi arabi fece un
balzo. Inolre, gli Stati Uniti erano (e sono tuttora) il più grande
paese ad aiutare i Palestinesi attraverso l'UNRWA.

Israele ha ricevuto più aiuti diretti dagli Stati Uniti sin dalla
Seconda Guerra Mondiale di ogni altro paese, ma gli importi per la
prima metà di questo periodo sono stati relativamente modesti. Tra il
1949 ed il 1973 gli USA hanno dato ad Israele una media di circa 122
milioni di Dollari l'anno, per un totale di 3,1 miliardi di Dollari
(e a dire il vero più di un miliardo di Dollari di questo fu una
serie di prestiti per materiale militare negli anni 1971-1973). Prima
del 1971, Israele ricevette un totale di appena 277 milioni di
Dollari in aiuti militari, tutti sotto forma di anticipi sugli
acquisti. Anche la gran parte degli aiuti economici fu in forma di
prestito ad Israele. In confronto, i Paesi arabi ricevettero circa il
triplo dell'aiuto prima del 1971, 4,4 miliardi di Dollari, o 170
milioni di Dollari all'anno. Inoltre, al contrario d'israele, che
riceve quasi tutto l'aiuto dagli Stati Uniti, i paesi arabi hanno
ricevuto assistenza dall'Asia, dall'Europa Orientale, dall'Unione
Sovietica e dalla Comunità Europea.

È mia responsabilità verificare che la nostra politica in Israele
combaci con la nostra politica in tutto il mondo; secondo, è mio
desiderio aiutare a costruire in Palestina uno stato democratico
forte, prospero, libero ed indipendente. Dev'essere grande
abbastanza, libero abbastanza, e forte abbastanza da rendere il suo
popolo autosufficiente e sicuro" - Presidente Truman, 28 Ottobre
1948, discorso elettorale al Madison Square Garden.

Israele non iniziò a ricevere grandi aiuti fino al 1974, dopo la
guerra del 1973, e le somme crebbero drammaticamente dopo gli accordi
di Camp David. In tutto, sin dal 1949, Israele ha ricevuto più di 90
miliardi di Dollari di aiuti. Sebbene i totali siano impressionanti,
il valore dell'assistenza ad Israele è stato eroso dall'inflazione.

Anche i paesi arabi che hanno firmato degli accordi con Isrele sono
stati ricompensati. Fin dalla firma del trattato di pace con Israele,
l'Egitto è stato il secondo più grande destinatario di aiuti
americani (2 miliardi di Dollari nel 2002, mentre Israele ne
ricevette 2,8). Anche la Giordania è stata beneficiaria di maggiori
livelli di aiuto sin da quando ha firmato un trattato con Israele
(che ha portato da meno di 40 milioni di Dollari ad oltre 225
milioni). Fu anche rimesso il debito multimiliardario di ambo le
nazioni arabe fino agli USA.

Dopo gli accordi di Oslo, anche gli Stati Uniti iniziarono a
finanziare i Palestinesi. Essi ora forniscono 80 miliardi in aiuti
umanitari attraverso l'Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale.
Essi non forniscono alcun aiuto diretto all'Autorità Palestinese, in
quanto la ritengono corrotta. Il Presidente Bush avvertì
specificamente i Palestinesi che essi debbono cambiare la loro guida
ed abbracciare le riforme per ottenere futura assistenza. "Vi posso
assicurare", disse Bush, "che non daremo un soldo ad una società che
non è trasparente ed [è] corrotta" [9a].

22.08. [Mito]

"Gli USA hanno sempre dato ad Israele miliardi di dollari a fondo
perduto"

22.08. [Fatti]

Le donazioni americane ad Israele sono finite nel 1959. L'aiuto
americano ad Israele da allora fino al 1985 è consistito soprattutto
di prestiti, rimborsati da Israele, e di beni ormai superflui, che
Israele comprò. Israele cominciò a comprare armi americane nel 1962,
ma non ricevette alcun aiuto militare gratuito fino dopo la Guerra
del Kippur del 1973. Come risultato, Israele ha dovuto indebitarsi
pesantemente per finanziare il suo sviluppo economico ed i suoi
acquisti di armi. La decisione di convertire gli aiuti militari in
elargizioni quell'anno fu basata sulla prevalente opinione nel
Congresso che senza un forte Israele, la guerra nel Medio Oriente
fosse più probabile, e che gli USA avrebbero dovuto affrontare
maggiori spese in una simile eventualità.

Per molti anni, gran parte dell'aiuto economico d'Israele fu usato
per ripagare i vecchi debiti. Nel 1984, la legislazione sugli aiuti
all'estero incluse l'Emendamento Cranston (così chiamato da chi lo
sostenne al Senato), che diceva che gli USA avrebbero fornito ad
Israele aiuti economici "in misura non inferiore a" l'ammontare delle
rate dei debiti che ogni anno Israele deve ripagare agli USA.

22.09. [Mito]

"Israele continua a chiedere un mucchio di aiuti economici sebbene
esso sia ora un paese ricco che di aiuto non ha più bisogno"

22.09. [Fatti]

A partire dall'anno fiscale 1987, Israele ha ricevuto annualmente 1,2
miliardi di Dollari in elargizioni per aiuti economici ed in totale
1,8 miliardi di Dollari di elargizioni per aiuti militari. Nel 1998
Israele si offrì di ridurre volontariamente la sua dipendenza
dall'aiuto economico USA. Secondo un accordo raggiunto con
l'Amministrazione Clinton ed il Congresso, il pacchetto di aiuti
economici di 1,2 miliardi di Dollari sarà ridotto di 120 milioni di
Dollari ogni anno in modo che esso scompaia in dieci anni.

Metà dei risparmi annuali nell'assistenza economica (60 milioni di
Dollari) si aggiungeranno al pacchetto di aiuti militari ad Israele
in riconoscimento dei suoi accresciuti bisogni nel campo della
sicurezza. Nel 2001 Israele ha ricevuto 840 milioni di Dollari in
aiuti economici ed 1,98 miliardi di Dollari di aiuti militari. Nel
2002, l'aiuto economico ad Israele fu ridotto a 720 milioni di
Dollari, e l'aiuto militare ad Israele fu fissato a 2,04 miliardi di
Dollari.

Israele fece l'offerta perché non ha più bisogno dell'aiuto che gli
serviva un tempo. Le fondamenta dell'economia israeliana oggi sono
solide; eppure Israele rimane zavorrato dai debiti passati verso gli
USA, che, al contrario di quelli di Giordania ed Egitto, non furono
rimessi. Inoltre, Israele può ancora usare l'aiuto americano. Il
paese ha tuttora il tremendo peso finanziario di assorbire decine di
migliaia di immigranti dall'ex-Unione Sovietica, un altissimo tasso
di disoccupazione ed un numero paurosamente alto di persone che sono
finite in miseria. La situazione è stata ulteriormente esacerbata
dalla violenza degli ultimi due anni, che ha devastato l'industria
turistica e tutti i settori collegati nel campo dei servizi. Inoltre,
le concessioni fatte nei negoziati di pace hanno richiesto lo
smantellamento di basi militari e la perdita di preziose risorse che
debbono essere rimpiazzate.
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