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Gesù ritornò nel 1914

Ultimo Aggiornamento: 15/10/2007 16:20
15/10/2007 00:39
 
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VERAMENTE DEMENZIALE
Due settimane fa sono venuti a casa mia due Testimoni. Li ho accolti amabilmente, abbiamo discusso e alla fine mi hanno lasciato un libretto che nelle ultime pagine diceva: “Un attento studio delle profezie bibliche rivela che “il giorno del Signore” é iniziato nel fatidico anno 1914 nel quale Gesù ritornò invisibilmente, senza destare clamore”. Se nessuno l’ha visto come fanno a dire che Gesù é ritornato? Forse é stato osservato dal privilegiato Osservatorio astronomico di Brooklyn. Russel aveva previsto per quell’anno la fine del mondo, che poi é stata prevista e rinviata altre quattro volte. Babbei!

Autore : Antonio Corsello

www.corrieredigela.it/leggi.asp?idn=CDG114913&idc=5
15/10/2007 09:17
 
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... Pensa che, a differenza dei tdG, voi ancora aspettate la venuta del Messia, ... per lo meno, quelli che sono ancora ebrei ortodossi. Quelli 'liberali' invece hanno abbandonato la speranza nella venuta del Messia personale sostituendola con quella di un età messianica costruita dagli uomini senza bisogno dell'intervento di un Messia inviato da Dio. In altre parole per loro l'età messianica non avrà bisogno di nessun Messia che la inauguri, perché essa sarà il frutto della collaborazione di tutti gli uomini i quali devono cooperare per stabilire la fratellanza universale, la pace, la giustizia, e la verità sulla terra.

Poi c'è chi dice che il Messia sia il popolo d'Israele, il 'Servitore del Signore', che nell'adempiere la missione affidatagli da Dio, cioè nel portare il Regno di giustizia e di pace sulla terra, soffre a motivo dell'opposizione degli uomini. In questa maniera vengono spiegate le sofferenze del popolo ebraico passate e presenti; in altre parole gli ebrei starebbero soffrendo per la redenzione dei Gentili.

Cmq la girate e rigirate... se non accogliete Cristo e non accettate il suo Regno celeste come unica soluzione... resterete delusi, con un bel mucchio di mosche sul palmo della mano!

[SM=x511479]

15/10/2007 12:41
 
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Re:
biblista, 15/10/2007 9.17:

... Pensa che, a differenza dei tdG, voi ancora aspettate la venuta del Messia, ..


Il Messia e l'epoca messianica

Uno dei concetti fondamentali dell'Ebraismo, oltre ai principi basilari: Dio, Israele, la Torà, è quello del Messia. "Messia" è la traduzione della parola ebraica Mashìach, che significa "unto". Infatti, anticamente, quando si eleggeva un re o un sommo sacerdote, lo si ungeva, ad indicare che egli era stato scelto di mezzo al suo popolo, per adempiere importanti cariche.

Mashìach è colui che verrà scelto dal Signore e, seguendo la Sua ispirazione, redimerà Israele e introdurrà una nuova era di pace, di felicità, di bontà fra gli uomini di tutta la terra. Col suo avvento, infatti, cesseranno le sofferenze, le distruzioni, le guerre; il malvagio sarà punito e il giusto premiato. Israele, che per tanti secoli è rimasto in esilio, sparso in tutto il mondo, potrà finalmente tornare alla terra dei suoi Padri e, cosa molto importante, tutti i popoli riconosceranno la sovranità del Signore, Dio Unico.

Nel Talmùd, vi sono centinaia di riferimenti al Messia e alla sua missione; di questi si è detto: "All'inizio della creazione del mondo il Re Messia era già nato, perché egli entrò nella mente del Signore prima ancora che il mondo fosse creato" (Pesiktà Rabà, 15).

Molti profeti, nelle loro profezie, accennarono all'avvento del Messia, che essi indicarono come discendente della Casa di Davide. Così ne parla Isaia: "Uscirà un ramo dal tronco di Isciài (padre di Davide) e un rampollo spunterà dalle sue radici, e riposerà su di lui lo Spirito del Signore… Egli giudicherà con giustizia i miseri e deciderà con dirittura a favore degli umili della terra… Allora dimorerà il lupo con l'agnello; si coricherà il leopardo con il capretto, e il vitello e il leone staranno assieme e un piccolo ragazzo li guiderà. La mucca e l'orso pascoleranno, assieme giaceranno i loro piccoli e il leone come il bue mangerà paglia… Il Signore radunerà gli esuli di Israele e raccoglierà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra…".

Il Messia non è inteso come un essere soprannaturale o divino, ma come un uomo. Egli però sarà ispirato dal Signore e avrà il compito di portare il Suo messaggio sulla terra e di rendere tutti i popoli degni del Suo Regno, mediante l'opera del popolo ebraico.

Inizierà così l'era messianica, in cui si effettuerà il "Regno di Dio", Malkhùth Shaddài, e il mondo sarà meraviglioso, perché non esisterà più il male e vi saranno pace e felicità per gli uomini.

Questa speranza è espressa nelle profezie di molti profeti; Isaia e Michà dicono con parole molto simili fra loro: "Saliremo alla Casa del Dio di Giacobbe, affinché Egli ci ammaestri sulle Sue vie… Egli giudicherà fra le nazioni… le quali spezzeranno le loro spade per farne vomeri e le loro lance per farne falci; nessun popolo alzerà la spada contro l'altro e non impareranno più la guerra".

Anche in una delle nostre più belle preghiere, l''Alénu, dopo aver esaltato il Signore che ha eletto Israele e lo ha allontanato dall'idolatria, è espresso l'ideale che anticipa il giorno in cui il Signore sarà il Dio unico di tutte le genti e sarà attuato il trionfo della Sua onnipotenza.

Non per tutti il Messia è un uomo;
Non in tutti i libri dei Profeti viene ricordato un messia umano. Nei libri di Nachum, Zefanià, Chabbaquq, Malachì, Yoel, e Daniel l'unico redentore è Dio stesso. Nei libri di Amos, Yechezqel e Ovadià e nel libro dei Salmi si parla di un Messia collettivo: i "salvatori", i "giusti" che redimono il mondo in virtù della loro giustizia e della loro bontà. Nei libri di Chaggai e Zecharià il Messia non è altri che Zerubavel, un discendente, realmente esistito, della casa di David. E in Isaia (cap. 40 e ss.) il Messia è il popolo di Israele stesso. Nel Talmud Rabbì Hillel (da non confondersi con Hillel il Vecchio (arriva a dire: "Non ci sarà più un messia per Israele, dopo i tempi del Chizkià". A questa opinione si oppone duramente Rav Yosef; "Il Signore lo perdoni (per aver detto cose senza senso)" (Sanhedrin 98b e 99a). Rimane il fatto, tuttavia, che un ebreo, fedele alla sua religione e al suo popolo, poteva raffigurarsi la redenzione svincolata da un redentore umano: il Santo, Benedetto Egli sia, sarà il Redentore.
Comunque, quest'ultima concezione non ebbe successo nell'ebraismo. La fede nella venuta del Messia è invece divenuta il dodicesimo dei "Tredici articoli di fede" formulati dal Maimonide. Non c'è però da meravigliarsi che fosse sorta, in un certo periodo, la visione della redenzione senza un messia: la salvezza infatti, viene da Dio e per tramite di Dio. Il Messia è solo uno strumento nelle mani di Dio. Il Messia è un uomo, simile a tutti gli altri uomini mortali, che ha il pregio di possedere le migliori qualità che un uomo possa avere. Un uomo caratterizzato dalla perfezione insieme fisica e spirituale.;
Persino Filone Alessandrino vede nel Messia non solo l'aspetto spirituale e morale, ma anche una "forza fisica" invincibile", che si erge a "combattere e sconfiggere popoli grandi e numerosi", e insieme a ciò caratterizzato dalla "santità e il bene agire" (De praemiis et poenis, 16: 95-97).;
Il progresso verso la "fine dei giorni";
Infine, il regno messianico verrà alla "fine dei giorni". La differenza fondamentale fra la cultura ebraica e quella greca, sta nel fatto che i greci (e i romani) vedevano "l'epoca d'oro" antecedente a loro, all'inizio della storia, mentre gli ebrei la vedevano alla fine di essa. L'umanità è intrisa di malvagità e iniquità e per questo è imperfetta. La perfezione verrà solo alla "fine dei giorni", quando il male e la guerra saranno eliminati, e "il lupo dimorerà con l'agnello" e "la terra si riempirà della conoscenza di Dio com e il mare dell'acqua".;
L'idea della perfezione è anche la grande idea del progresso che sta alla base dell'ebraismo. Il popolo ebraico e tutta l'umanità di oggi hanno bisogno di un continuo progresso per giungere alla perfezione, che si può ottenere tramite il ritorno alla retta via e alle buone azioni, e questo porterà ai "giorni del Messia". È sì vero che il Messia è incluso fra le "tre cose che capitano senza accorgersene" (Sanhedrin 97a): ma è anche detto che il giorno in cui il Messia verrà è fra le "sette cose nascoste alla conoscenza dell'uomo" (Pesachim 54b; Mechiltà, Be-shallach, 5). Il "venire senza accorgersene" non va inteso dunque nel senso che il Messia verrà senza preparazione, ma che è impossibile prevedere quando tale preparazione da parte degli uomini sarà ultimata.




15/10/2007 15:02
 
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Come 'ebreo', dovresti sapere chi o cos'è la 'vigna' a cui si riferiscono le Scritture. E allora, ascolta la parabola di Gesù:

«Un padrone di casa piantò una vigna, la circondò di una siepe, vi edificò una torre, vi costruì un torchio, la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò per molto tempo in un lontano paese. Alla stagione della vendemmia mandò dai vignaioli uno dei servi a prendere la parte del raccolto che gli spettava. Ma i vignaioli si impadronirono di costui, lo percossero, e lo mandarono indietro a mani vuote. per la seconda volta il padrone mandò un altro servo, ma i vignaioli percossero anche quello, lo schiaffeggiarono, lo ingiuriarono e lo mandarono indietro senza dargli nulla. Mandò un terzo servo, e i vignaioli lo ferirono e l'uccisero, E allo stesso modo trattarono parecchi altri servi mandati a loro, colpendo uno, uccidendo l'altro e lapidando perfino alcuni di loro. Ora il padre di famiglia aveva un figlio amatissimo. Egli pensò: Che fare? Manderò ai vignaioli il mio figlio prediletto; avranno rispetto almeno di lui. I vignaioli, vedutolo, dissero: Ecco l'erede, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra. E lo presero, lo trascinarono fuori della vigna e l'uccisero».

Il senso generale della parabola è facile a comprendersi. Il padrone della vigna è Dio, e il popolo d'Israele è la sua vigna, come avevano cantato i profeti Isaia (5, 1-7), Osea (10, 1 e il Salmista (Salmo 90, 8-18).


Quell'erede, della parabola è stato ucciso barbaramente, e quei 'barbari' furono gli ebrei, coloro che Dio aveva scelto come popolo di speciale possesso.
L'azione compiuta da questo popolo ottuso, ha portato Dio a vomitarlo e a rigettarlo.

E' per questa ragione che Gesù ha detto agli ebrei, riferendosi al Salmo 118:22,23: "Il Regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato ad una nazione che lo farà fruttare. Chiunque urterà contro questa pietra vi si sfracellerà ed essa stritolerà colui sul quale cadrà!"

Inoltre Gesù, il MESSIA, usava concludere i suoi sermoni con le seguenti parole:

CHI HA ORECCHIO...ASCOLTI!

[SM=x511439]
[Modificato da biblista 15/10/2007 15:03]
15/10/2007 15:38
 
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Caro Biblista,

A mio parere questo sedicente "ebreo" vuole trascinarci in un atteggiamento polemico che non appartiene certo ai TdG. Se è convinto che i TdG siamo solo una "società commerciale" (certo... i nostri nonni erano in un campo di concentramento insieme ai suoi solo per sostenere una "società commerciale!) che continui a crederlo, che faccia pure la sua propaganda becera e meschina, basata su argomenti del tutto pregiudiziari tratti da qualche sito anti-tdg.

Come disse un maestro della Legge: "se questo progetto o quest’opera è dagli uomini, sarà rovesciata; ma se è da Dio, non li potrete rovesciare".

I TdG non hanno paura di certe critiche e non si lasciano intimorire, poichè ciascuno può vedere da sé la fede e l'amore per Dio che ci contraddistinguono come popolo, lasciamo che siamo le nostre opere devote a toccare il cuore di questo figlio d'Israele!

Shalom


15/10/2007 15:56
 
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Re:
biblista, 15/10/2007 15.02:

Come 'ebreo', dovresti sapere chi o cos'è la 'vigna' a cui si riferiscono le Scritture. E allora, ascolta la parabola di Gesù:

«Un padrone di casa piantò una vigna, ....

E' scritto nella Torah,e commentato nelle Mishnà che il Messia giungerà alla fine dei tempi,a svolgere un preciso compito,quello di adempiere la promessa fatta da Dio ad Israele; l'adempimento rivelerà la persona del Messia,non solo agli ebrei,ma al mondo intero.Le scritture riportano che tutti i popoli lo riconosceranno come tale,e nessuno dovrà "convincere" gli altri a credere che lo sia veramente.
Dunque già il solo fatto che un gruppetto di ebrei identifichi il Messia in un maestro,o in un profeta di cui è seguace,tenti di "persuadere" di conseguenza tutto il resto dell'umanità,è prova che il messia non è ancora giunto.
Di aspiranti e falsi messia, è ricca la storia del popolo ebraico.
Queste sono alcune indicazioni che riportano le Scritture e la tradizione

il resto è Cristianesimo, da non confondere con l'Ebraismo che è un'altra religione.








[Modificato da Aialon 15/10/2007 16:20]
15/10/2007 16:13
 
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Re: Re:
Aialon, 15/10/2007 15.56:

biblista, 15/10/2007 15.02:

Come 'ebreo', dovresti sapere chi o cos'è la 'vigna' a cui si riferiscono le Scritture. E allora, ascolta la parabola di Gesù:

«Un padrone di casa piantò una vigna, ....

E' scritto nella Torah,e commentato nelle Mishnà che il Messia giungerà alla fine dei tempi,a svolgere un preciso compito,quello di adempiere la promessa fatta da Dio ad Israele; l'adempimento rivelerà la persona del Messia,non solo agli ebrei,ma al mondo intero.Le scritture riportano che tutti i popoli lo riconosceranno come tale,e nessuno dovrà "convincere" gli altri a credere che lo sia veramente.
Dunque già il solo fatto che un gruppetto di ebrei identifichi il Messia in un maestro,o in un profeta di cui è seguace,tenti di "persuadere" di conseguenza tutto il resto dell'umanità,è prova che il messia non è ancora giunto.
Di aspiranti e falsi messia, è ricca la storia del popolo ebraico.
Queste sono alcune indicazioni che riportano le Scritture e la tradizione

il resto non è Cristianesimo, da non confondere con l'Ebraismo che è un'altra religione.











Veramente e' il Messia stesso che a volte identifica se stesso con le parole o le azioni.


Gesù fu riconosciuto quale Messia. Le prove storiche contenute nei Vangeli dimostrano che Gesù era davvero il Messia. Persone vissute nel I secolo, che potevano interrogare i testimoni e valutare le prove, riconobbero l’autenticità delle informazioni storiche. Ne erano così sicuri che furono pronti a subire la persecuzione e a morire per la loro fede basata su informazioni autentiche. La documentazione dei Vangeli indica che diversi riconobbero apertamente che Gesù era il Cristo o il Messia. (Mt 16:16; Gv 1:41, 45, 49; 11:27) Gesù non disse che erano in errore, e a volte ammise di essere il Cristo. (Mt 16:17; Gv 4:25, 26) Spesso volutamente non diceva di essere il Messia; a volte ordinò ad altri di non parlarne. (Mr 8:29, 30; 9:9; Gv 10:24, 25) Poiché Gesù stava dove la gente poteva sentirlo parlare e poteva vedere le sue opere, voleva che credessero in base a queste prove; in tal modo la loro fede avrebbe avuto come solido fondamento il fatto che avevano visto coi propri occhi l’adempimento delle Scritture Ebraiche. (Gv 5:36; 10:24, 25; cfr. Gv 4:41, 42). La narrazione evangelica di ciò che Gesù era e fece va ad aggiungersi alle Scritture Ebraiche, che contenevano tante informazioni su quello che avrebbe fatto, per cui è possibile sapere e credere che Gesù è davvero il Messia. — Gv 20:31;

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